Skip to main content

Full text of "Compendio della storia geografica, naturale, e civile del regno del Chile"

See other formats


m 


i%m 


i 


$*kn  (Lnvtev  gtohm 
Prxram  IStittr^r^tto 


W 


-P  HI, -Ili 


ww^fwàiWKgmmmimm 


é 

\ 


»**mmm)m 


■ai  !,■!  mi 


COMPENDIO 


DELLA     STORIA 


GEOGRAFICA,  NATURALE» 
E    CIVILE 

DEL      REGNO 


DEL    CHIL.E. 


BOLOGNA    MDCCLXXVL 


NELLA  STAMPERÌA  DI  S.  TOMMASO  B?  A<£uiNO## 

Cm  licenza  de*  Superiori . 


a 


X  fi  oc 


PREFAZIONE. 


A  L  Chile  3  Vae fé  non  meno  beneficato  dalla  Ka~ 
tura  5  che  trafeurato  dagli  Scrittori ,  fi  conferva 
finora  quafi  del  tutto  incognito  alle  perfine ,  che 
fi  dilettano  dello  fiudio  della  Geografia 3  e  della 
Storia  Katurale.  Gli  Autori  3  che  immediata- 
mente dopo  le  conquifije  degli  Spagnuoli  nel?  A- 
merica  3  pubblicarono  le  loro  Geografie  univerfa- 
li ,  trattarono  veramente  di  quefio  Regno  3  mcu. 
come  le  notizie  3  che  allora  ne  venivano  3  erano 
generali  3  e  confufe  3  cesi  tutto  quello ,  che  et-, 
ne  dicono  3  è  sì  fcarfo  3  e  sì  pieno  dì  errori  3  e 
di  contradizioni  3  <rAe  non  fé  ne  può  formare  un* 
idea  ragionevole  .  I  Nazionali  del  Vaefe  5  che 
potevano  con  vere  relazioni  dijjtpare  fijfatti  cr» 
rari  3  ed  illuminare  quei  che  ne  volevano  di  nuo~ 
vo  fcrivere  3  avevano  3  attefa  la  gran  lontanan- 
za )  poca  comunicazione  coir  Europa  3  e  di  ra~* 
A  2  do 


i 


!: 


)('▼)( 


do  ci  venivano  .  Gli  Europei ,  che  colà  arriva- 
no  5  o  non  fi  difcofta.no  dai  Fortino  fé  più  s'in- 
ternano \  non  badano  ad  altro ,  che   ay  loro    in- 
terejjt .  Quindi  i  Geografi  moderni  3  «0/*  trovan- 
do delle  notizie  più  giufìe ,  x'  attengono  a  quel- 
le ,  cè<r  *ft  #«<?/?£  Regione  lafciarono  i  più  anti- 
chi ,  e  «e  adottano  tutti  i  difetti .  Nulla  ofian- 
te  debbono    tra    quefìi    Scrittori    eccettuarfi  M. 
Sanfone  dy  Abbeville  ,  V  Autore  Inglefe  del  Gaz- 
zettiere Americano  ,  e  il  Sig.  Abate  Gio.  Dome- 
nico Coletti  3  i  quali  benché  non  vadano  del  tut- 
to efenti  da  alcuni  piccoli  sbagli ,  a  cui  indifpen- 
facilmente  fono  f oggetti  quelli ,  che  o  non    ojfer- 
varono  per  fé  Jìeffi  le  cofe ,  M    cui  fcrivono ,  o 
le  videro  di  pajfaggio  5  tuttavia  meglio  inftrutti 
ci  prefentano  una  Defcrizione  più  efatta  >  e  ve- 
ra del  Ch'ile.  Ma  come  la  natura  delle  loroO- 
fere  gli  obbliga  a  conunerfi  dentro  difiretti  ter- 
mini y  tai  defcrizioni  non  fono  capaci  di  appaga* 
re  la  curiofità  delle  perfine  ,  che  cercano  di  co* 
nofcere  un  poco  più  a  fondo  le  qualità  >   e  pro- 
dotti di  un  Paefe .  Quejlo  motivo  mi  fece   pen- 
Jkrc  a  un  compendio  più  detagliato  della  Snria 

Geo- 


. w*x 

Geografica >  Katurale  ,  e  Civile  di  quejìo  Regno, 
che  potejje  così  difiruggere  le  falfe  imprejfwni  che 
fé  ne  hanno  ,  come  inflruirne  fujfcientemente  gli 
amatori  delle  cognizioni  5  che  appartengono  alla 
fonazione  ,  e  produzioni  delle  differenti  parti  del 
nojtro  Globo .  La  dijfcultà  della  lingua  era  per 
me  un    ojtacolo  fortijfmo  j  ma  finalmente  porta* 
to  dally  amore  di  fervire  in  qualche  cofa   alla_ 
focietà)  mi  sforzai  a   vincerlo  >■  pervadendomi  > 
che  quei  che  fi  vorranno  prendere  la  fatica  di 
leggere  queJP  Opufcolo  ,  contenti  di    capirne    il 
fenfo  ,  e  dì  trovare  in  ejfo  delle  eofi    che    muo- 
vano la  loro  curiofità  5  difftmuleranno    prudente* 
mente  ì  dijfetti  del  linguaggio  3  che  fono  quafi  ine*, 
citabili  in  un  forafliere. 

Quejlo  riflretto ,  avvegnaché  non  ecceda  ì 
limiti  di  un  rigorofo  Compendio  ,  tuttavolta  per  la 
maggior  comodità  de*  Lettori  5  e  per  P  ordina 
necejftrio  va  divifo  in  due  Parti  5  le  quali  fi 
fuddividono  in  parecchi  Paragrafi.  Kella  prima 
Parte ,  data  una  delineazione  generale  del  Chi- 
le  ,  fé  ne  deferirono  prima  il  temperamento ,  i 
fiumi  )  le  piante ,  gli  arhufii  :  gli  alberi ,  ed  i 
A  l  fruì- 


\ 


!■ 


u    I 


)(vr)( 


frutti  più  notabili  :  indi  le  conchiglie  )  ì  pe/ii  > 
gì'  infetti^  gli  uccelli^  e  i  quadrupedi:  poi  % 
metalli ,  femi-metalli ,  ed  i  minerali ,  che  vi  s* 
incontrano .  Nella  feconda  Varte  fi  tratta  pri- 
mieramente dei  Naturali  Originar]  di  quefÌQ 
Paefe  ,  di  cui  x*  efpongono  le  fifonomie ,  inclina- 
Z-ioni ,  lingua  3  Religione  >  Governo  Civile  5  o 
Militare ,  abitazione ,  veflito  >  <?rf  occupazioni: 
dopo  premejfa  una  breve  relazione  dello  fiabili- 
mento  degli  Spagnuoli}fi  moflrano  i  caratteri ,  /e 
maniere  di  ve/tire,  e  di  edificare  ,  *7  Commer- 
cio ,  e  i7  Governo  Ecclefiafiico  3  Militare ,  ^  Ci* 
pi/e  rfe*  /ero  difendenti  con  unafuccinta  deferi- 
tone delle  Provincie  ,  £«  ^j  ^  ^^  ^^  /tf 
jrrtrtt»  </<?/  Cj&/7* ,  che  abitano  ,  é*  /fe/fc  C/>tó  e 
JSor^Ai ,  c£c  finora  vi  fono  fiati  fondati . 

Per  evitare  la  confufione  >  ufo  potrebbe  na* 
fiere  dalla  diverfità  delle  Ortografie ,  ferivo  tuU 
ti  i  nomi  proprj  dey  luoghi  ,  e  delle  altre  cofi^ 
peculiari  della  maniera  ,  che  gli  fcrivono  i  Na~ 
rionali  del  Paefe  .  La  differenza  confi/le  prin* 
cipalmente  nel  Ch.  ,  che  da  loro  vieti  proferito 
innanzi  a  tutte  le  vocali  come' il  ce ,  ci  Italia- 


no* 


X  v  I I  )( 


no 


Onde  benché  ferivano  Chile  ,  Cachapoal , 
Mapochó  &c.  fempre  pronunciano  Cile  ,  Cacia- 
poal >  Mapocio  .  Come  il  fine  primario  ài  quejle 
Compendio  è  di  concorrere  in  alcun  modo  alltt^ 
perfezione  della  Geografia  ,  e  della  Storia  Ka- 
turale ,  così  mejfa  da  banda  ogni  affezione  me* 
m  regolata ,  mi  fono  allontanato  da  tutto  quel- 
lo 5  che  può  alterare  la  verità ,  non  dijftmulan- 
do  ,  nemmen  efagerando  ciò  che  v'  è  di  buono  , 
o  di  cattivo  5  come  ognuno  fé  ne  può  facilmente 
Accorgere  leggendo  i  p affinchè  allego ,  degli  Au- 
tori j  che  meglio  hanno  ferino  del  Chile.  lo  vi- 
di j  ed  efaminai  per  me  Jlejfo  la  maggior  parte 
delle  cofe  ,  che  deferivo .  Intorno  poi  a  quelle  , 
che  non  potei  ojfervare  ,  ho  feguito  il  te/limonio 
di  parecchie  perfine  favie  ,  e  giudiziofe  >  le  qua- 
li le  videro  ,  ed  esaminarono  diligentemente^  non 
valendomi  però  delle  loro  informazioni ,  fé  non 
quandi  le  trovai  interamente  concordi. 


Vìiit 


Vidit  D.  Aurelius  Cajlanea  Clerica*  Regularis 
Sanfti  Vernili ,  prò  lllujfrijjìmo  ,  &  Revcren- 
àijjtmo  Capitalo  Merrepolitan*  Bottoni*  Pceni- 
tcntiarius  • 


Die  2.  Februarii  1776. 
IMPRIMATUR. 


ì 


Fr.  Carolut  Dominicus  Bandiera  Vtcarius  Gene- 
rali! S.  Offiai  Bottoni* . 


F 


X  oc 


COMPENDIO 

Della  Storia  Geografica ,  Katurale  ,  e  Civile 
del  Chile. 


". 


PARTE    t 


I.  ftÉHi&L  Chile,  Regno  dell*  America  Meridio- 
nale ,  è  fituato  filile  rive  del  Mar  Pacifico ,  o  fia  del 
Sud  tra  i  gr.  24. ,  e  45.  di  latitudine  Auftrale ,  o> 
tra  i  304.  e  308.  di  longitudine  ,  collocato  11  primo 
Meridiano  nel!'  Ifola  del  Ferro.  Quindi  la  fualun« 
ghezza  da  Tramontana  a  Mezzodì  è  di  più  di  400, 
leghe,  e  la  fua  larghezza  da  Ponente  a  Levante^ 
comprefavi  la  montagna  degli  Andes^  di  80.  incirca  (j), 

I  fuoì 

(J]  fì*f*  non  fi  deferìve  altro  y  che  quella  Regione  9 
e  Paefe  ,  che  ì  Nazionali  cono/cono  [otto  il  n$mediCbi** 
le  .  Il  Governo  generale  3  che  gli  Spagnuoli  chiamane 
Governazione  del  Chile,  comprende  inoltre  la  Pr$vin* 
eia  del  Cujo  ,  i  Patagoni  3  e  le  terre  Magali  ani  che;  ma 
tutte  quefie  contrade  fono  affatto  differenti  dal  Chile  c&*> 
sì  nel  temperamento  3  come  nei  linguaggi ,  e  fattezze 
de9  loro  abitanti  Originar]  ,  e  ne  vengono  del  tutto  fi* 
parate  per  V  inMceJfibik  montagna  degli  Andes  » 


*v 


XO( 


I  fuoi  confini  fono  all'  Occidente  il  fuddetto  Mar 
Pacifico,  a  Settentrione  il  Perù;  air  Oriente  il  Tu- 
cuman ,  il  Cujo ,  e  le  terre  Paragonile  ;  e  a  Mez- 
zo-giorno le  contrade  Magallaniche  ,  da  tutte  le  qua- 
li Regioni  lo  fepara  perfettamente  o  per  fé  ftefla ,  o 
per  i  fuoi  rami  h  menzionata  montagna  degli  An- 
des  • 

IL  Il  nome  generale  di  quefTo  Regno  è  ante- 
riore  all'  arrivo  degli  Spagnuoli  a  quelle  parti  (i) . 
Gh  Autori,  che  fcrivono  dell'  America,  ne  adduco- 
no molte  etimologie,  tutte  le  quali,  a  dire  il  ver*, 
o  fono  affolutamente  fai  fé ,  o  fi  fondano  fopra,  fri- 
vole congetture.  La  più  verifimile  nondimeno  mi 
fembra  quella ,  che  deduce  la  voce  Chile  dal  nome  dì 
certi  uccelli  chiamati  chiles  9  dì  cui  abbonda  quefto 
Paefe,  perchè  glf  Indiani  folevano  dare  alle  loro  Ter- 
re il  nome  di  quelle  cofe ,  che  vi  fi  trovavano  hu 
maggior  numero . 

UT. 


(*)  1  Peruani.chs  ne  intraprefero  la  conquidacene 
anni  prima  degli  Spagnuoli ,  cercarono  quejlo  Regno  Cot- 
to la  denominazione  del  Chile  ,  come  cofia  da'  Cornea 
iarj  del  Pcrh  .  I  Cbileni  Aufirali ,  che  popolarono  le  {fo- 
le di  Chihe ,  (  la  di  cui  tra/migrazione  è  anteriore  de 
alcuni  fecolì  a  quefla  Epoca  )  per  confervare  la  memo- 
ri* del  loro  primitivo  Paefe,  le  nominarono  Chilhue, 
cioè  luogo  5  o  Provincia  del  Chile .  Onde  gli  Spagnuoli 
non  poterono  comunicare  a  tutto  il  Regno  ,  (  come  pre- 
tendono varj  Autori  )  il  nome ,  che  già  potfcdev*  . 


^^^^MHSMMi. 


X  3)( 

III.  Tutta  quella  Regione  fi  divide  naturalrnen* 
te  da  Settentrione  a  Mezzodì  in  tre  grandi  parti» 
La  prima  fi  compone  delle  Ifole,  che  s'  incontrano 
nel  Tuo  Mare .  La  feconda ,  a  cui  più  comunemente 
fi  dà  il  nome  Chìle ,  è  quella  gran  fafcia,  o  tratto 
di  terra ,  che  giace  tra  il  Mare ,  e  la  montagna  de- 
gli Andes .  La  terza  comprende  tutto  lo  fpazio^  che 
vi  occupa  quefta  catena  di  monti . 

IV.  Le  Ifole  fituate  nel  Mar  Chlleno  fono  ItJ 
tre  Coquimbane  deferte  a  gr.  29-25.  ;  le  due  di  Gio* 
Fernandes  abitate  dagli  Spagnuoli  a  gr.  33  »  42  :  la 
Quiriquina  full*  ingreffo  del  Porto  della  Concezione 
appartenente  a  uno  de'  fuoi  abitanti  a  gr.  3^-42» 
S.  Maria  degli  Araucani  a  gr.  37-27:  la  Mochapri* 
ma  affai  popolata,  al  prefente  deferta  a  gr.  38  -  %6  * 
T  Arcipelago  di  Chiloe  ,  che  contiene  47.  Ifole  tra* 
gr.  41-155  e  45.  abitate  dagli  Spagnuoli,  e  dagP 
Indiani .  Tutte  quefte  Ifole  fono  per  lo  più  picelo» 
le ,  eccettuatane  quella  ,  che  fi  chiama  propriamen- 
te Chiloe,  eh'  è  lunga  60.  leghe  incirca,  e  qualche 
altra  dello  fteffo  Arcipelago . 

V.  La  fafeia  di  Terra  fituata  fra  il  Marc,  e  gli 
Andes ,  (  di  cui  fpecialmente  fi  debbono  intendere^ 
le  cofe,  che  diremo  del  Chile ,  perchè  ella  è  la  par- 
te più  conofeiuta  ,  e  abitata  )  ha  di  larghezza  40;, 
leghe ,  e  fi  fuddivide  quafi  ugualmente  in  Marittima, 

e  Mc~ 


)(4)( 


c  Mediterranea  .  La  Marittima  è  tramezzata  da  tre 
o  quattro  Catene  di  monti  paralelli  agli  Andes,  tra* 
quali  fi  vedono  molte  Valli  inaffiate  da  bei  rufcelli. 
Xa  Mediterranea  è  piana  ,  benché  qua  e  là  abbia  fpar* 
fé  alcune  Colline,  che  fanno  fpiccar  più  V  amenità 
delle  campagne  fottopofte. 

VI.  La  Montagna  degli  Andes,  ovvero  la  Ceri 
ditterà,  che  fi  crede  la  più  alta  del  Mondo  (i),  fi 
tfende  dallo  Stretto  Magallanico  infino  al  Golfo  Mef- 
ficano  per  lo  fpazio  di  1380.  leghe.  Quefla  Monta- 
gna, dove  appartiene  al  Chilc,  ha 40.  leghe  all'in- 
circa  ài  larghezza  .  Ella  fi  compone  di  monti  altif- 
fimi,  incatenati  gli  uni  cogli  altri,  pieni  di  dirupi, 
t  balzi  fpaventofi  ,  tra'  quali  pure  s*  incontrano  mol- 
te vallate  amene,  e  pianure  affai  vafte  abitate  da 
parecchie  Tribù  di  Selvaggi . 

VII. 


(1)  La  Cordeliere Cbainc  de  montagne*  ,  dont 

plujieurs  font  beaucoup  plus  haute s ,  que  le  Pic-de-Tene- 
rif>  &  dont  la  cime  efl  couverte  de  cent  piedi  de  nei- 
gè  -9  tandis  qu  en  bas  ce  font  des  jardìns  fleuris  ,  ^r  /e- 
emds  en  fruits ,  qui  demandent  le  plus  de  chaleur  .  Vo- 
yage  au  Perou  par  M.  Bouguer  pag.  378.  Selon  les  ob- 
fervatiots  du  P.  Feville'e  le  Pic-de-Tenerif  a  2213  toU 
fes  audefius  du  niveau  de  la  Mer  .  Le  Pichincha  dans 
le  Quito  en  a  2427.  Une  autre  montagne  y  en  a  2495. 
toifes  de  hauteur,  ou  le  mercure  fé  foutient  dans  le  ha- 
tometre  a  15.  pouces  ,  9.  Hgnes ,  e*  ett  a  dire  a  12. 
pouc.  3.  Ug.  environ  plus  bas,  qu  au  bord  de  la  mer* 
Mem.  de  l\Acad>  des  Scient.  an  1744.  pag.  Z69. 


1 


XjX 

VIL  II  Chile  è  uno  de'  migliori  Paefi  dell'  A- 
merica:  la  bellezza  del  fuo  Cielo,  la  benignità  del 
fuo  clima,  la  fertilità,  e  ricchezza  del  fuo  terreno  gli 
danno  vantaggj  confiderabili  fopra  i  fuoi  vicini  (i). 
le  quattro  Stagioni  dell'  anno  benché  in  tempi  op- 
pofti  a  quefti  di  Europa ,  vi  fono  regolari  .  la  Prima- 
vera ,  come  è  noto  agi'  intendenti  di  Geografia  j  vi 
comincia  nel  mefe  di  Settembre  ;  V  Eftate  inJDecem- 
bre;  1*  Autunno  in  Marzo;  e  il  Verno  in  Giugno. 
Sul  finir  dell'  Autunno ,  nell'  Inverno ,  e  nel  prin- 
cipio della  Primavera  vi  piove  abbondevolmente;  ma 
negli  altri  tempi  o  mai ,  o  di  rado  .  V  atmosfera  , 
durante  la  State,  fi  conferva  fempre  ferena ,  né  vien 
turbata  dalle  tempefte  di  grandine ,  e  dì  fulmini,  che 
fono  tanto  frequenti  nelle  altre  Regioni  (2) .  Quella 
mancanza  però  d'  acqua  piovana  non  è  nocevole  al- 
le campagne,  perchè  la  guazza,  che  vi  cade  ogni 
notte,  e  1"  umidità,  che  rimane    dal    Verno,    fono 

fiifl 


(1)  La  deferitone  aggiunta  fa  vedere  lo  flato  pr e" 
fente  di  quefio  Regno  ,  che  è  fenza  co ni "r  adizione  UfA 
bello  ,  il  più  ricco  ,  e  il  più  fertile  di  quanti  n  ' abbia 
in  tutti  ì  fuoi  dominj  la  Monarchia  di  Spagna  .  Gio9 
Dem.  Coletti  Biz.  Geogr.  dell'  Am.  Mer.  v.  Chile. 

(x)  Il  Chile  è  libero  affatto  da'  fulmini  ,  quantun* 
que  vi  fi  fenta  talvolta  tuonare  ,  perchè  quello  fegu^p 
a  una  grande  diflanza  fuglt  Andef  V  Inglefe  Am.  del 
Gazz.  Am.  v*  Ghili  • 


r 


A 


)(<?)( 

falcienti,  acciò  i  fratti  riefcano  ottimamente.  Tut- 
to il  Paefe  inoltre  è  bagnato  da  quantità  di  copiofi 
fiumi ,  e  rivi,  donde  col  mezzo  de*  Canali  fi  cava 
con  facilità  quanta  acqua  fé  ne  vuole . 

Vili.  Il  caldo  ,  attefa  la  ferenità  continua  del 
Cielo,  vi  dovrebbe  edere  ecceilìvo  ,  fé  la  divina  Pre- 
videnza fempre  benefica  non  vi  aveffe  pofto  riparo  . 
L'  Oflro,  che  viene  dal  Polo  pe'  mari  intermedi,  e 
che  mentre  non  piove  ,  vi  regna  inceffantemente,  le 
Maree,  che  fi  levano  a  mezzo-  giorno ,  la  rugiada, 
che  principia  al  tramontar  del  Sole  ,  e  certa  aura 
foave ,  che  feende  dalle  nevofe  montagne  degli  An- 
des  rinfrefeano  maravigliofamente  V  aria  (i)  .  Il  fred- 
do ancora  nell'  Inverno  è  affai  moderato  (2]  .  Nelle 

con- 

(1)  Quantunque  il  Chili  Jìa  furiato  preffo  la  Zona 
Torrida  ,  vi  è  per  altro  V  aria  di  State  temperata  o 
fanti  .   Lo  Jlefio  Inglefe  v.   Chili . 

Le  quartier  de  Chili  (  cioè  le  parti  Settentrionali  del 
Tlegno  ]  devroit  étre  plus  chaud  ,  que  V  Efpagne ,  & 
celui  de  V  Imperiale  ,  (  le  Provincie  Australi  )  commt^ 
V  Efpagne  .  La  proxìmitè  des  montagnes  d*  un  coté,  & 
de  la  Mer  de  V  autre  ,  font  que  le  Pays  efl  un  peu  plus 
froid ,  qu  il  ne  devroit  étre  j  mais  atfez,  chaud  pour 
étre  un  des  msilleurs  de  V  Amerique  •  M.  Sanfon  d'  Ab- 
heville    dxns    fa  Geogr.    v.  Chili. 

(2)  AmeniJJìma  porro  Regio  etf  (  Chile)  &  perfét- 
eunda  ,  atque  omnium  frugum  ,  haud  fecus  quàm  tìif- 
pania,  ferax  ifalubris  quoque  ,  ó*  egregium  inter *£lmy 
&  frigus  fortita  temperamentum  e  hit.  Hifi.  v>  Chili . 


)(7)( 


t      I 


contrade  marittime  non  fi  è  veduta  mai  calcar  la  ne- 
ve in  quelle,  che  s*  avvicinano  agli  Andesnefuol 
venire  un  poco  di  cinque  in  cinque  anni,  e  talvol- 
ta ne  pafla  più  tempo.  Sugli  Andes  peróne  cade  iti 
sì  gran  quantità,  che  vi  fi  conferva  perpetuamente, 
e  la  maggior  parte  dell'  anno  ne  rende  il  paffaggio 
impraticabile  (i) . 

IX.  Il  temperamento  ,  benché  ila  più,  o  meno  umi- 
do, fecondo  la  minore,  o  la  maggior  diftanza  dal 
Mare,  e  più,  o  meno  freddo,  attefa  la rifpettiva il- 
lazione de*  luoghi ,  è  generalmente  fano .  Non  vi 
regnano  le  peftilenze ,  che  fogliono  altrove  fpopo- 
lare  le  Provincie  intere ,  nemmeno  le  febbri  terza- 
ne ,  e  quartane ,  che  fono  tanto  comuni  negli  altri 
Paefi  .    Anzi   quei  che  ne  fono  attaccati  nei    Regni 

cir- 

(J)  Quefta  montagna  dentro  i  lìmiti  dtl  Ch'ile  non 
ha  che  etto ,  o  nove  [Ir ade  ,  le  quali  fono  fommam ente 
mfpre  ,  pericolofe  ,  e  talmente  Jlrette ,  che  appena  vi  può 
paffare  un'  uome  a  cavallo .  Siffatte  firade  dal  Mefts 
d*  Aprile  fino  a  quel  dì  Novembre  fi  chiudono  affatto 
colla  gran  neve,  che  allora  vi  cade.  Alcuni ,  che  por- 
tati da  qualche  rilevante  intereffe  s'  attentano  in  que- 
sto tempo  a  paffar  quefli  monti ,  vi  fogliono  reftar  gie~ 
lati .  Quindi  parecchi  Autori  ,  fenza  fpecificare  i  luoghi, 
dicono  afiolutamente  ,  che  nel  Chile  muojono  gli  uomi- 
ni di  freddo  .  Oggidì  nella  flrada ,  che  conduce  dalla 
f Capitale  a  Mendoza ,  fono  fiate  fabbricate  alcune  ca~ 
uccie  ài  fajfo  5  dove  fi  rifugiano  i  Corrieri  • 


M 


V 


f 


>Jé*  UT  li  il  Hill  imi MiiiiiiiMM—Ba—    mi       iiiiiii— — — y 

dreo&vicini ,  per  libcrarfene  pafTano  al  Chile ,  ove 
dappoiché  ne  pigliano  P  aria ,  rimangono  inferamen- 
te guariti .  Gli  accidenti  apopletici ,  e  le  contrazio- 
ni delle  membra  vi  fono  ancora  rariffime  ,  maffime 
me'  giovani  ;  Onde  fono  pochi  i  zoppi ,  e  gli  ftrop- 
piati ,  che  vi  fi  vedono .  I  cani  non  vanno  foggetri 
alla  rabbia,  e  finora  non  fi  è  trovato  neppur  uno,  che 
fia  fiato  attaccato  da  quefta  terribile  malattia . 

X.  Alla  falubrità  dell'  aria  corrifponde  la  net- 
tezza del  terreno .  Non  vi  fi  trovano  Vipere ,  Ser- 
genti, Tigri,  Orfi,  Cinghiali ,  Lupi ,  né  le  altre  be- 
ftie  nocive  ,  o  velenofe  (i) .  Le  bifeie  ,  di  cui  non 
II  vede ,  che  la  fpecie  ordinaria ,  non  hanno  veleno, 
come  ne  fecero  1*  efperienza  gli  Accademici,  ch<u> 
ncll*  anno  1736.  pattarono  al  Perù  per  mifurarvi  un 
grado  del  Meridiano  .  Laonde  fi  può  ftare,  e  dor- 
mire fenza  follecitudine  alcuna  in  qualunque  fito  del- 
la campagna  (2) .  Quello  privilegio  del  Chile  di  non 

avere 


(1)  Kelle  ho  fraglie  pik  folte  dì  quefto  Regno  s'  /«• 
cantra  una  fpecie  dì  Lioni  pik  pìccoli  degli  Africani  « 
fonza  chioma  ,  ì  quali  attacano  foltanto  il  beftìame 
ma  fuggono  dall'  uomo .  Almeno  dacché  il  Chile  è  abi- 
tato dagli  Spagnuolì  ,  non  fi  fa  ,  eh'  effi  fi  fiano  atten- 
tati ,  benché  affai  perfeguiti  {  a  fargli  fronte  ,  0  ad  affa* 
Urlo . 

(1)  Apple  degli  Andcs  né*  Mefi  di    Dicembre  ,  o 
x  Gcn. 


z^^z: 


)(  9  )( 


i       f 


avere  fi  fatte  belile,  diviene  più  ammirabile,  qua- 
lora fi  rifletta,  che  Je  Regioni  confinanti  ne  vanno 
aiTai  inferiate  .  Due  cagioni ,  fé  non  m'  inganno  , 
polfono  concorrere  a  non  permettervi  loro  1*. entra- 
ta.  La  prima  è  la  benignità  del  temperamento  ,  poi- 
che  la  maggior  parte  di  quelli  animali  ama  i  paefi 
caldi  .  La  feconda,  e  forfè  la  principale,  fi  è  la  gran 
muraglia  degli  Andes,  che  la  natura  gli  mife  attor- 
no, i  quali  ficcome  fono  ripidi,  e  fempre  mai  co- 
perti di  neve  ,  loro  impedirono  il  paifaggio  , 

XI.  Sulla  parte  più  elevata  di  quelli  monti,  den- 
tro de' confini  del  Chile,  fiammeggiano  continuamen- 
te quattordici  grandi  Vulcani,  e  varj  altri    piccoli, 
i  quali  finora  non  hanno  recato  danno    alcuno    alle 
B  con- 


Gennajo  fi  trova  un  ragno  nero  colle  partì  deretane  rof- 
fé  ,  il  quale  abita  tra  V  erbe  in  una  cafuccìa  quadri- 
lunga  ,  che  fi  formi*  colla  fua  tela  .  Si  dice  ,  che  la  pun- 
tura dì  quefto  ragno  cagiona  per  uno  ,  o  due  giorni  li- 
na fpecìe  di  febbre  ,  fenza  ulteriori  confeguenze  .  I  mie- 
titori^ d*  uno  di  quei  campi  ,  che  portavano  addofio  i  fafcì 
dì  fpighe  pieni  di  sì  fatti  ragni,  dimandati  da  me  /o 
non  temevano  quegV  infetti  nocivi ,  mi  rifpofero  ,  che 
nello  fpazio  di  molti  anni  ,  che  vi  efercitavano  quel  me- 
fiere  ,  non  ne  avevano  efperìmentato  danno  alcuno  .  D* 
allora  in  qua  cominciai  a  dubitare  della  proprietà,  che  fi 
attribuire  a  quefti  Ragni  .Ghechenefia  e  fi  non  fi  vedono 
che  ne'  campi  fuddetti  ,  e  in  quel  tempo  determinato, 
ferchè  fui  principio  di  Eebbrajo  colla  rugiada  ,  che  alUra 
è  più  copwfa  in  quelle  parti ,  tutti  muojono  . 


1 

1 

)(*o)( 

■nmanBHD 

tradc  vicine  .  La  quantità  di  materie  folfate  ,  che  fi 
raduna  in  sì  fatte  caverne,  e  che  fpira  per  tante* 
bocche ,  è  la  forgentc  inefaufla  de*  terremoti ,  che 
talvolta  cfperimenta  quello  Paefe ,  avvegnaché  effi 
non  fieno  così  improvifì ,  come  il  fentono  altrove , 
poiché  principiando  fenza  la  violenza  ,  che  poi  ac- 
quiftano  ,  permettono  agli  abitanti  di  fcappare  da' lo- 
ro tetti,  e  falvarfi.  I  Vulcani  medefimi ,  per  dove 
fi  fventa  una  gran  parte  di  quelle  terribili  mine,  for- 
fè ne  rallentano  in  qualche  maniera  la  prontezza,  o 
celerità  degli  effetti . 

XII.  In  compenfazione  di  quello  male  palfeg- 
giere,  che  caufano  gli  Andes  vi  prefentano  delle  co- 
modità vantaggiofe  .  V  elevazione  delle  loro  cime 
fempre  coperte  di  neve  reca  alla  villa  un  gran  piace- 
re.  Le  loro  falde  fono  rivenite  di  bei  cipretfì ,  lau- 
ri ,  cedri ,  e  d*  altri  legni  /limabili  ;  nelle  valli  al- 
berga una  gran  multitudine  di  uccelli  ,  e  di  animali, 
che  nelP  inverno,  fuggendo  dalle  nevi,  fi  fpargono 
per  tutto  il  Regno  :  le  loro  vifeere  abbondano  ài  ric- 
che vene  d*  oro  ,  d'  argento  ,  di  rame ,  di  diafpri , 
di  criftalli,  e  di  parecchj  altri  minerali  utili  (i) .  Ma 

fo- 


fi)  /  monti  piti  alti  del  Chìlc  tra,  quelli  ^chteom- 
ptngono  gli  Andes ,  fono  il  Manflas  a  gr.  18-  30  ;    Il 

Tnpungato  *  jr.  33  -  40  :  J/  Defcabezado ,  $  Decapita 

té. 


1 


X  i  i  X 


(      t 


iopra  tutto  dalle  radici  ài  quella  montagna  nafcono 
più  di  cento  venti  grotti  Fiumi,  i  quali ,  diramando- 
fi  per  tutto  il  Paefe,  vi  portano  V  allegrezza,  e  la 
fecondità.  Tutte  quelle  acque,  effendo  le  campagne, 
che  bagnano,  inclinate  verfo  il  Mare,  corrono  per 
lo  più  nella  Superficie  della  terra  ,  e  facilmente,  co- 
me abbiamo  detto  pocanzi ,  fi  conducono  dove  fono 
neceffarie  (i) .  Né  è  da  temer!?,  che  quelli  fiumi  per 
ja  copia  di  acqua  ,  che  fé  n'  eltrae ,  vengano  a  man- 
care ,  perchè  nel  tempo  appunto  ,  che  più  fé  n'  ab- 
bisogna ,  cioè  nella  State,  divengono  più  groffi,  li- 
quefacendoli allora  per  via  del  caldo  la  gran  neve  , 
che  cade  nell'  Inverno  fugll  Andes,  dove  tutti  han- 
B  x  no 


té  ,  a  gr.  35  :   quello  di  Longavì  a  gr.  35  -  15  ;  quel  di 
Chillan  agr.  36.  quel  dì  Guannauca   a  gr.  41  -  8  .    jfrcl 

quelli  poi  che  fi  trovano  nelle  pianure  t  più  riga  ar 'devo- 
li fono  il  Mente  della-  Campana  a  gr*  33.  Upo  a  gr.  3  j. 
15  ;  Cajumangue  a  gr.  56 .  Il  Monte  di  Villaricca  a 
gr.  39-30-  § 

(1]  I  Fiumi  pei ,  che  bagnano  ,  e  fecondano  mara- 
viglio firn  ente  il  Paefe  tutto  dalla  parte  Occidentale  ,  fo- 
rno molti/fimi  ,  e  tutti  fcendono  dalla  catena  delle  Andi 
td  hanno  il  corfo  da  Levante  a  Ponente  ,  fcarìcandofi  nel 
Mar  Pacìfico  .  V  amenità  delle  loro  rive  tutte  coperte 
di  begli  alberi ,  che  mai  non  perdono  il  verde  ,  e  la  de- 
licatezza ,  t  frigidezza  delle  loro  criflallìne  f argenti  fan- 
no un  Paefe  il  più  deliziofo  del  Mondo  .  Le  acque  così  mi- 
nerali 5  come  Termali  concorrono  alla  falute  degli  abitan- 
ti .  Ciò  Domenico  Coletti  v.  Chi  le  . 


'» 

> 


\ 


ì 


«BMC— iBBB BaBBBBBWWi'liHHii  il  ■  ,«  n  ^^i^mmmmmmammmmmmmmmammmm 

no  la  loro  forgente .  Tra  quefti  fiumi  fono  naviga- 
bili da  groHI  battimenti  il  Manie  ,  il  Biobìo ,  (  eh*  e 
largo  due  miglia),  Cauteri,  Tolteti  ,  Valdivia,  Cbaì- 
vì(ty  e  Ri$-bueno  (i)  * 

XIII.  Il  Chilc  pure  ha  i  fuoi  laghi ,  i  più  ri- 
marchevoli de*  quali  fono  quei  di  Pudaguel ,  Aculei* , 
Taguatagua  ,  Bucalemu  ,  Caguil,  Bojeruca  ,  Cucii  , 
Lavquen  ,  e  Naguelguapi  .  Il  Lago  Lavquen ,  che  da- 
gli Spagnuoli  vien  chiamato  di  Villarica ,  ha  24.  le- 
ghe di  circuito,  e  nel  di  lui  centro  fi  vede  un*  Ifo- 
Ietta  con  una  bella  collina  ,  che  s'  erge  a  maniera 
di  cono.  Quello  di  Naguelguapi  n*  è  poco  inferio- 
re ,  ed  abbraccia  ancora  un'  altra  Ifola .  Entrambi 
formano  due  grandi  fiumi;  il  primo  quel  di  Tolteti , 
che  imbocca  nel  Mar  del  Sud  5  e  1*  altro  quel  di  Ka- 
guelguapi,  che  va  a  terminare  nel  Mar  del  Nord  . 
Altri  laghi  fono  più  piccoli  di  queiti .  Avvi  anco- 
ra un  gran  numero  di  fontane ,  e  di  bagni  utili  per 
curare  diverfe  malattie . 

XIV. 


(1)  Gli  altri  fiumi  più  rimarchevoli  da  Tramontana  a 
Mezzodì  fono  il  Salado  ,  Copiapò  ,  Guafco  ,  Coquimbo  , 
Tong$i ,  Lìmarì ,  Chuapa  ,  Lengotoma  ,  tigna  ,  Aconca- 
gua  ,  Mapochb  ,  Maipo  9  Cachapoal  Rioclarillo  ,  Tinguì- 
ririca  ,  Teno  ,  Lontue ,  Rioclaro  ,  Loncomilla  ,  Acbiguen*9 
Longavì  ,  Nuble  ,  Cato  5  Chillan  ,  Dìguillin  3  Danical- 
quin  j  Itata  ,  Laxa  ,  Duqueco  ,  Vergar  a>  CuratftVft  ,  Leu* 
vu ,  Ralemu  3  Menili  n  3  Queule  5  Maullin  . 


)(!*   X 


XIV.  te  Campagne ,  ed  i  Monti  di  quefto  Re- 
gno abbondano  di  pafture  eccellenti  pel  nodrìmento 
degli  animali,  le  quali  fi  confervano  la  maggior  par- 
te del?  anno  verdi ,  e  frefche .  Quindi  la  carne  del 
beftiame  domeftico  ,  che  vi  rimane  anche  nelle  Inver- 
nate a  cielo  fcoperto  ,  è  di  buon  fapore .  Vi  fi  truo- 
uano  quafi  tutte  le  piante  felvatiche  dell'  Europa ,  e 
molte  ancora  di  quelle  ,  che  qua  fi  coltivano  ,  vi  fo- 
no felvatiche ,  come  farebbero  P  erbamedica ,  il  car- 
do,  il  lupino,  P  appio,  la  borraggine,  la  menta.* 
Romana ,  il  finocchio  ,  la  moftarda  ,  le  rape  ,  e  pa- 
recchie altre .  Vi  fi  vede  inoltre  una  gran  quantità 
d'  altre  proprie  del  Paefe,  tra  le  quali  fono  nota- 
bili P  Erba  del  Sale  ,  il  Maìii,  o  pianta  dell'  olio, 
il  ? angue  ,  il  Culli,  la  Papa  ,  il  Zapallo  ,  la  Quinua, 
il  Tahacc9  della  terra  ,  il  Relvun  ,  il  Quinchamali ,  il 
Cuadalaguen ,  P  Erba-loca  ,  e  la  Tembladerilla  . 

XV.  V  Erba  del  Sale  nafce  nelle  pianure,  e  s* 
erge  fin  all'  altezza  di  un  piede  incirca;  le  fuc  fo- 
glie fono  cenerognole ,  e  fimili  a  quelle  del  bafilico* 
Quefta  pianta  fi  cuopre  tutt'  i  giorni  nella  fiate  di  gru- 
mi di  fale  rotondi,  che  fembrano  perle,  i  quali  vengo- 
no  raccolti  da'  Contadini,  fcuotendone  le  foglie ,  e  ado- 
perati come  il  fale  ordinario  fanno  un  bel  fapore  (x)* 
B  3  II 

(i)  In  alcune  delle  Valli  del  Continente  ,  e  nelV  If$l* 
dì  Chìht  fi  truova  in  certi  tempi  dell'  anno  la  Manna  » 


4    *,£.  •    *-*•'- iW**^*^  * 


-'gjygisag 


> 


II 


)(m)( 


Il  Madi ,  pianta  annuale  ,  fi  divide  in  coltivato  ,  ed 
in  felvatico .  Il  Madi  coltivato  dalla  fu  a  radice  EU 
brofa  pullula  parecchj  tronchi  alti  tre  in  quattro  pie- 
di,  vellofi,  cannellati,  rivediti  di  foglie  bislunghe, 
pelofe  come  i  tronchi,  vifeofe  e  brunette;  ì  fiori, 
che  nafeono  fulla  cima  de'  furti ,  dìvifi  in  quattro,  o 
cinque  ramicelli  fono  gialli ,  e  formati  a  maniera  di 
rofa.  A  coretti  fiori  fuccedono  certe  tette  rotonde, 
aventi  un  pollice  di  diametro  ,  divife  in  molti  boc- 
civoli ,  entro  i  quali  fi  trovano  parecchie  femenze  o 
nericcie,  o  biancaftre,  conrclfe  da  un  lato  ,  e  coper- 
te di  una  pellicola  fottile .  Quelle  femenze  pettate  > 
e  mefTc  a  bollire  rendono  un  olio  da  mangiare,  gu- 
ltofo  ,  e  niente  inferiore  a  quel  dell'  uliva .  Il  Madi 
felvatico ,  chiamato  comunemente  Mehfx  ,  viene  da 
per  tutto  nei  campi ,  e  nei  monti ,  e  s'  alza  più  del 
coltivato  ,  ma  finora  non   fé  ne  fa  ufo  alcuno  . 

XVI.  Il  P angue  ,  pianta  vivace,  ama  i  pantani, 
ed  i  luoghi,  ove  non  manca  P  acqua:  anzi  dove  e- 
gli  fi  vede,  è  un  fegno  che  ve  n' è  qualche  forgenfc 
occulta.  La  fua  radice,  che  fi  fpande  fotto  il  ter- 
reno uno,  o  due  piedi  all'  intorno,  è  bruna  ,  pefan- 
te ,  fcabra,  di  nn  fapore  acre  ,  ed  attingente  :  Que- 
lla radice  caccia  fuori  tre,o  quattro  gambi  alti  cin^ 
que  piedi  incirca,  e  talvolta  più  fecondo  la  qualità 
del  terreno,  grofli  quattro,  o  cinque  pollici,  rive- 
ttiti 


ìSmHHI 


)(M)C 


Aiti  di  una  fcorza  afpra  9  pclofa,  e  grigia,  contenenti 
una  polpa  bianca  ,  addetta ,  e  piena  d'  un  fugo  gra- 
to ,  e  rinfrefeante  .  I  vecchj  hanno  la  polpa  traver- 
sata da  fili  fonili,  e  difficili  da  rompere.  Le  foglie, 
che  nafeono  folamente  nella  fommità  de?  gambi  3  fo- 
no di  un  verde  carico  ,  dure ,  vellofe  ,  trinciate  ,  ed 
hanno  più  di  tre  piedi  di  diametro .  La  radice  del 
Txnguc  è  ottima  per  acconciare  ogni  forta  di  pelli  5 
e  per  quefto  motivo  fé  ne  fa  un  confidérabilc  corn» 
mercio .  Quc*  che  la  pefìano ,  non  poffono  reggere 
al  lavoro  più  di  un'  ora  a  cagione  della  fortezza  del 
fuo  odore  .  Ella  mefTa  in  infufionc  fa  un  inchiostro  ec- 
cellente da  fcrivere .  I  calzolai  ne  fanno  ancora  le 
loro  forme ,  che  fono  di  lunga  durata .  Ne*  luoghi  fab- 
biofi  ,  ed  umidi  crefee  un'  altra  fpecie  di  quefta  pi- 
anta chiamata  Dìn&ch* ,  il  cui  gambo  non  viene  mal 
fuori  della  Terra  :  foltanto  fé  ne  vede  un  fiocco  ài 
foglie  fìmili  in  tutto  a  quelle  della  prima  fpecie ,  ma 
picciole  affai;  quefto  gambo  è  groflb  quanto  un  brac- 
cio ,  alto  più  di  un  picce ,  tenero  ,  e  molto  dilicato 
al  gufto  . 

XVII.  Il  Culli  vien  divifo  in  due  fpecie  5  di  cui 
P  una  ha  i  fiori  morelli ,  e  V  altra  gialli .  Il  Culli 
morello  crefee  fra  i  cefpugli ,  ne*  fiti  ombrofi  ,  e 
germina  un  tronco  alto  due  piedi ,  fuccofo ,  e  rin- 
frefeante. Il  giallo  fi  truova  ordinariameate  ne'  luo- 
8  4  gh: 


■i 


V- 


BtMSSl! 


ghi  coltivati ,  e  non  è  limile  all'  altro  ,  che  nel  gii- 
ito  ,  e  negli  effetti  della  fua  radice  fibrofa  efcono 
parecchj  tronchi  diftefi  a  terra  ,  corredati  di  foglie 
piccole,  verdi,  e  appuntate.  Dell'  uno,  e  dell' 
altro  pefiati  fé  ne  fanno  certe  pafte,  le  quali  {tem- 
prate nelP  acqua  giovano  affai  nelle  febbri  ardenti, 
e  fi  adoperano  ancora  per  farne  forbetti ,  e  per  tigne- 
re  in  violetto  ,  ed  in  giallo  .  La  Papa  ,  pomo  di  ter- 
ra, ovvero  battata  (  fotto  i  quali  diverfi  nomi  fi  co- 
nofee  in  Europa  la  radice  ,  che  nel  Chile  ,  dond'  è 
originaria,  fi  chiama  folamente  Papa  )  viene  al  pre- 
fente  coltivata  in  molte  Provincie  dell'  Europa  .  Nel 
Chile  crefee  naturalmente  ne'  campi  ,  ma  il  frutto,  o 
radice  di  quefte  felvatiche  è  piccolo  .  Quelle  che  vi 
fi  coltivano  riefeono  aliai  grolle,  e  fanno  uno  de' 
principali  alimenti  degP  Indiani  .  Tra  più  di  trenta 
fpecie  ,  che  fé  ne  distinguono  ,  le  più  ricercate  fono 
quelle  ,  che  (i  nominano  cariche ,  le  quali  fono  tur- 
chiniccie ,  lunghe,  e  dolci.  Il  Signor  di  Bomarenel 
fuo  eccellente  Dizionario  di  Storia  Naturale  racco- 
manda la  coltura  delle  pape ,  e  infegna  la  maniera 
di  profittarne  ,  ove  le  diftìngue  bene  col  nome  di  po- 
mi di  terra  dalle  vere  battate.  (  Diz.  di  Stor.  Nat» 
v.  Battate  )  . 

XVIII.  Il  Zapaìlo  è  una  pianta  fimile  affatto  a 
quella  della  Zucca  gialla  da  mangiare  ;  ma  il  {rutto 

àif- 


wmmmmmtmmmmm 


)(i7)( 


difFerenziafi  da  quello  in  certa  mammella,  con  cui 
d*  ordinano  vien  terminata  la  fua  punta ,  e  nella^ 
polpa,  eh'  è  confidente  5  farinofa,  e  dolce  :  mangia» 
fi  o  arrofiito ,  o  cotto .  La  Oumua ,  di  cui  fi  ttuo 
va  una  fpecie  felvatica  ,  e  V  altra  coltivata ,  fuol  ere- 
feere  all'  altezza  di  un  uomo  ,  e  le  fue  foglie  raflb* 
migliano  a  quelle  della  bieta  t  il  fuo  fiore  è  porpo- 
rino ,  e  la  fua  Temente  è  contenuta  in  fpighe  ;  Que* 
fta  Temente,  eh'  è  lunga,  e  bianchiccia,  fi  mangia 
come  il  rifo  .  Il  tabacco ,  che  vi  fi  chiama  della  ter* 
r#,  è  fimile  per  la  forma,  e  pel  gufio  al  tabacco, 
che  fi  coltiva  in  Europa ,  ma  le  fue  foglie  fono  pie- 
colirfime,  di  modo  che  fi  vendono  a  mifura  »  Si  tat- 
to tabacco  è  più  gagliar  dodel  comune  ,  il  perchè 
quei,  che  ne  fanno  ufo,  lo  fogliono  mefehiare  coir 
altro ,  affine  d*  attemperarne  la  forza  .  Il  tabacco  or- 
dinario vi  nafee  ancora  fpontaneamente  ,  e  coltivato 
diventa  così  buono  ,  come  quello  del  Brafìle  .  Il  Re/- 
vun^  pianta  vivace,  crefee  per  lo  più  ne*  campi  fab- 
biofi  tra  i  cefpugli  :  la  fua  radice  è  rodicela  ,  fibre* 
fa  lunga  fei  in  fette  pollici  j  e  groffa  proporzionai* 
mente  ;  ella  pullula  uno  ,  o  più  tronchi  all'  altezza 
di  un  piede,  rotondi  ,e  rivettiti  di  foglie  bruniccie, 
e  firette  .  Cotefta  radice  fi  adopera  per  tignere  iju 
roflb  ogni  forta  di  lana  ,  e  il  fuo  colore ,  eh'  è  vi* 
vo,  fi  conferva  quanto  la  roba  ,  che  lo  riceve;  quin- 
di 


4 


L 


ì 


x»«x 

di  da'  Contadini  vien  raccolta  con  attenzione  t  e  ven* 
duta  in  mazzetti. 

XIX.  Il  QuìnchamaU  nafee  ordinariamente  nel- 
le falde  delle  colline  appiè  degli  arbufti .  La  fua  ra- 
dice  è  lunga ,  verdognola ,  corredata  di  molte  fibre 
fottili,  e  germoglia  tre,  o  quattro  rami  diftefi  fui 
terreno,  ornati  di  foglie  piccole,  verdi  ,  e  dìfpofte 
a  due  a  due.  Dalle  cime  d*  ognun  di  quelli  rami 
sboccia  un  fiore  fimile  a  quello  del  zafferano .  Si  fat- 
ta pianta  prefa  in  decozione  colla  fua  radice  è  effi- 
cace per  efpellere  il  fanguc  interiormente  fviato  per 
qualche  colpo,  o  contusione,  che  s*  abbia  ricevuta. 
V  effetto,  come  cofta  da  replicate efpericnze,  fegue 
inftantaneamente,  rimanendo  l'ammalato  libero  da 
quel  fangue  nocivo.  Il  Guadalaguen  detto  dagli  Spa- 
gnuoli  Erba  di  Santa  Giovanna  s'  incontra  nei  mede- 
lìmi  luoghi,  che  il  QuìnchamaU:  Queir*  erba  è  S& 
fai  piccola:  le  fue  foglie  vanno  coperte  di  una  la* 
nuggine  bianchiccia  ;  il  fuo  fiore  è  grande  ,  e  bian- 
co :  Ella  fatta  bollire  tutta  intera  con  un  po'  di  fa- 
le  in  un  vafo  di  terra  nuovo  ,  e  prefa  a  maniera  di 
fcìloppo  la  mattina ,  fcaccia  le  pofteme  interiori ,  le 
Indigeftioni ,  ed  anche  il  fangue  corrotto. 

XX.  I  '  Erba-loca  ,  o  fia  Matta ,  è  chiamata  co- 
sì dagli  Spagnuoll,  perchè  i  cavalli,  che   ne    man- 
giano cafualmcnte,  diventano  furiofi,  e  corrono  co- 
me 


*m 


X  19  X 


me  I  matti  qua,  e  là,  fenza  fermarli  in  neitun  luo* 
no,  finché  fi  evapora  del  tutto  quella  fpecie  dì  ve- 
leno i  che  hanno  ingojato  .  Quefta  pianta ,  eh'  è  an« 
nuale ,  nafee  nelle  praterie  ,  donde  viene  diligente- 
mente fradicata,  pel  danno,  che  arreca  al  beftiame. 
Illa  fi  compone  di  molti  tronchi  angulofi ,  e  alti  due 
piedi  incirca  :  le  fu  e  foglie  difpoite  a  due  a  due  fo- 
no lunghe ,  ftrette ,  e  cenerognole .  La  TembUderillx 
è  un'  altra  erba,  che  fa  tremar  i  Cavalli,  allorché 
incautamente  la  trangugiano  tra  il  pafcolo .  Ella  a- 
ma  i  luoghi  umidi,  e  i  fuoi  rami,  che  ferpeggiano 
per  terra ,  portano  verfo  la  loro  cima  una  fpiga  di 
fiori  turchini.  I*  effetto  Mi  quefta  pianta  è  più.  per- 
manente di  quello  dell'  Erba-loca,  ma  né  1'  uno,  né 
1'  altro  è  mortale. 

XXI.  Nelle  rupi  del  Mar  Chileno  fotto  l'acqua 
crefee  un'  erba  detta  Luche  ,  le  di  cui  foglie  fono  bis- 
lunghe ,  lifeie  ,  e  brunette;  i  Naturali  del  Paefe  le  man- 
giano fritte ,  o  lelTate .  Vi  nafee  ancora  un*  altra  pi* 
anta,  chiamata  Cochajuju , la  quale  da  un  fufte  gial- 
lognolo, che  fi  radica  fra  le  flerTe  roccie,  caccia  del- 
le foglie  lunghe  più  di  fei  piedi,  larghe  quattro  o 
cinque  pollici ,  grolle  ,  fpugnofe ,  Coperte  di  uria  pel- 
licola nericcia  .  Quelle  foglie ,  che  fembrano  altre»* 
tante  ftrifeie  di  cuojo,  abbruftolite  prima  al  fuoco, 
dove  feoppiano  con  uno  fìrepito  fimile    a   quello  d* 


* 


> 


-*r 


—   ~       wJBL 


» 


I 


\ 


X  20  )( 


una  fchioppcttata ,  e  poi  condite  di  varie  maniere  fi 
mangiano  come  quelle  del  Luche  maffime  ne'  gior- 
ni di  magro  .  Oltre  a  quefte  piante  vi  fi  trova- 
no molte  altre  vulnerarie  ,  antifeorbutiche  ,  feb- 
brifughe, fudorifiche,  diuretiche  &c. ,  le  quali  fi 
adoperano  con  fucceffo  dagl'  Indiani  ,  che  fono 
eccellenti  Empirici,  e  conofeono  le  virtù  di  una_> 
infinità  d'  erbe, col  mezzo  delle  quali  fanno  talvol- 
ta delle  curazioni  forprendenti .  Quefli  medefimi  In- 
diani danno  alle  loro  tele  quafi  tutti  i  colori ,  che 
conofeiamo  ,  con  diverfe  radici ,  e  piante  ,  che_# 
V  efperienza,  o  piutoflo  la  neceffità  loro  ha  infe- 
gnato  (1). 

XXII.  Dagli  Spagnuoli  vi  fono  flati  introdot- 
ti tutti  gli  Ortaggi  dell*  Europa,  Ì  quali  vi  riefeono, 
come  fé  fofiero  nel  loro  Paefe  natio.  Vi  fi  trafpor- 
tarono  ancora  i  fiori  ,  che  qua  C\  coltivano  ne*  giar- 
dini,  i  quali  pure  vengono  così  belli,  e  odorofi,  co- 
me in  quefte  parti .  Ma  oltre  a  quefii  foreflieri ,  in 
quelle  campagne  s'  incontra  una  sì  gran  varietà  di 
fiori  grandi,  piccoli,  di  diverfi  colori,  e  molti  di 
una  fragranza  deliziofa,  che  quello  Paefe,  fpecial- 
mente  nella  Primavera  ,  fembra  piutoflo  un  giardino , 

che 


Ci)  V  erbe  odoro/e  ,  e  medicinali  fono  fingo!  ari  ,  come 
pure  i  balfami  ,  che  fintano  da  molti  Meri  ne1  ho/chi.  Gio. 
Domenico  Coletti  v*  Qhile . 


X  *  oc 


che  un  campo  incolto  (i) .  Quafi  tutti  i  fiori ,  che 
qua  vengono  coltivati,  là  fi  trovano  ne'  prati  con^ 
qualche  piccola  differenza  o  nel  fogliame,  o  nell'o* 
dorè,  che  a  molti  di  loro  manca.  Vi  fi  vedono  de* 
gigli  bianchi ,  rcfll ,  gialli ,  turchini ,  e  punteggiati 
di  vari  calori.  Quando  principiano  a  fpuntar  V  er~ 
be ,  nafce  da  per  tutto  infieme  con  efTe  un  fiorelli- 
no giallo  di  color  d'  oro  chiamato  delle  Pernici,  poi- 
ché effe  ne  fono  affai  ghiotte  ,  il  quale  fa  rifaltar 
più  la  nafcente  verdura  della  terra .  Vi  crefcc  anco- 
ra un'  altro  violetto ,  che  fi  adopera  per  colorire  IL 
rofolj .  Mettefi  uno  folo  di  quefti ,  che  fono  molto 
piccoli ,  in  un  fiafco  d'  acqua  vite,  e  fubito  fé  ne  veg- 
gono ufcire  certe  particelle  coloranti ,  che  vanno  per- 
fettamente tignendo  tutta  la  quantità  del  liquore, 
che  ù  contiene  nel  fiafco. 

XXIII.  Il  Chile  non  è  meno  fecondo  di  arbu- 
fti ,  che  di  piante  ,  i  quali ,  eccettuatone  il  Mirto  ,  e 
la  Salvia ,  fono  tutti  differenti  da  quefti  d*  Europa. 
Ve  ne  fono  molti  ftimabili  cosi  per  la  fragranza,  e 
bellezza  de*  loro  fiori ,  come  per  le  altre  utilità,  che 
ne  cavano  quegli  abitanti  .  I  più  fingolari  tra  quei, 
che  fi   conofcono,  fono    ls   Arhofcello     dell'  Incenfo  9 

la 

[i)  I  fiori  vi  fono  d*  ogni  ftagìone  ,  e  le  più  beliti 
Rofe  dell'  Europa  qui  nafcono  nei  c*mpi ,  e  nelle  fendici 
amene  de  Colli .  G;#.  Dom*  Coletti  ibidem  • 


X")( 


la  €hìlca  ,  la  Jarilla  ,  il  Qollìguai ,  la  Marti  Ila  ,  il  Cxr- 
dùn  ,  il  Romerillc ,  il  Guaicuru  ,  il  QuUn  ,  e  il  Pai- 
qui. 

XXIV.  L'  arbofccllo  dell'  Incenfo  nafce  nelle 
Jrovincie  Settentrionali  dei  Regno  .  Egli  s'  erge  da 
terra  tre ,  o  quattro  piedi  :  le  lue  foglie  fono  lun- 
ghe j  circa  quattro  pollici ,  larghe  due  in  tre  ,  gial- 
liccie ,  groife,  e  rigide:  i  fu©i  fiori  piccoli,  e  gial- 
li. Durante  la  State  fuda  da  per  fé  abbondantemen- 
te la  preziofa  gomma,  che  chiamiamo  incenfo  ,  iru 
piccoli  grumi,  o  globetti,  i  quali  fi  vanno  adunan- 
do lungo  i  rami,  e  il  tronco  ,  donde  poi  vengono 
raccolti ,  allorché  cominciano  a  cadérne  le  foglie  . 
Quefl*  incenfo,  fé  pur  non  viene  dal  medefimo  ar- 
bufto  ,  è  così  buono ,  come  quello  che  {[  porta  dall' 
Oriente. 

XXV.  La  Chilca  crefce  lungo  le  rive  de' fiumi, 
e  de'  rufcelli ,  e  s'  innalza  da  tei  in  fette  piedi .  Ella 
lì  divide  in  molti  tronchi  diritti ,  i  quali  vanno  rive- 
diti di  una  fcorza  di  un  verde  fcuro  ,  e  di  foglie  lun- 
ghe ,  «rette ,  e  verdognole  .  Queflo  arbufcolo  trafu- 
da  ancora  da  tutti  i  fuoi  rami  una  ragia  aromatica? 
la  quale  prima  è  bianca ,  e  poi  diventa  gialliccia .  I 
terrazzani,  per  approfittarne  più,  fan  bollire  i  rami 
colle  loro  foglie ,  il  che  comunica  alla  refina  un  co- 
lor brunazzo.  Si  offerva  che  la  Cbilca  piccola,  che  na- 
fce 


i^iSSHfi 


X*j)C 


ice  nei  luoghi  falfugginofi  ,  è  quella  che  fa  più  re- 
fina.  Onde  nelle  contrade,  che  s*  accoftano  al  Tro- 
pico ,  è  dov'  ella  rende  vantaggiofamente  .  Vi  fi  tro- 
va ancora  un'  altro  arbofcello  detto  Pajaro-bobo ,  dal 
quale  fcola  qualche  cofa  di  refìna  .  Lo  iteiTonelCw- 
jr>  ne  produce  in  quantità,  e  la  Chìlca,  che  vi  è  pu- 
re comune ,  ne  fa  aitai  poco  . 

XXVI.  La  JarilU  fi  eleva  all'  altezza  di  fei  pie- 
di incirca:  il  fuo  fufto  è  alquanto  grigio ,  rame  io,  e 
verfo  la  cima  fi  cuopre  di  fogliuzze  fottili,   ftrette, 
trinciate ,  e  di  un  verde  allegro .  Egli  è    tutto    refi- 
nofo  ,  balfamico  ,  e  fpira  una  fragranza  grata .  Le  Aie 
foglie  prefe  a  guifa  di  Tè  liberano  dalle  putrefazio- 
ni interne ,  {temperate  nello  fpirito  di  vino ,  ed  ef- 
pofte  al  Sole  per  venti  giorni  danno  un  balfamo  ec- 
cellente per  le  ferite  recenti  :  ben  peftate ,  ed  appli- 
cate calde  fanano  in  poco    ten.po    qualunque   contu- 
sone :  giovano  anche  nella  fordezza ,    e   corruzione 
delle   orecchie  ,   e   negli    accidenti   apopletici,  pre- 
parate nella  maniera  feguente  :  In  una    porzione  di 
olio  d'  oliva  s'  infonde  il  doppio  di  cotefte  foglie, 
e  fi  lafcia    al  Sole  per  dieci  giorni  di  feguito  :    indi 
tutto  quefto  mifcuglio  fi  fa  bollire ,  finché   fé   n*  e- 
vapori  T  umidità ,  che  refta ,  e  poi  fi  conferva  in  u- 
na  boccia  ben  turata  per  applicarlo„quando  lo  richie- 
da il  bifogno . 

XXVII. 


< 


7 


)(M)( 


I 


XXVII.  Il  Colliquai  è  comune  in  tutto  il  Re- 
gno, e  viene  così  fu  i  monti,  come  nelle  pianure  : 
le  lue  foglie  fono  fimili  a  quelle  della  porcellana  per 
la  figura,  di  un  verde  pallido,  dure  ,  e  fi  conferva- 
no anche  durante  V  inverno  »  Il  fuo  frutto  è  trian- 
golare ,  confidente  ,  e  grande  quanto  una  noccivola, 
e  rinchiude  tre  tementi  brunette,  che  raffomigliano 
nella  conformazione  ai  ceci  .  Quello  frutto ,  allorché 
arriva  alla  fua  perfetta  maturità  ,  fcrepola  ,  e  lafcia 
frappare  le  femenze  con  violenza  .  La  radice  ,  ed  il 
tronco  di  quefto  arbofcello  fono  d'  un  color  roflb- 
feuro,  e  bruciati  efalano  un  odore  foaviflìmo  cornea 
quel  della  rofa  ,  ma  più  vivo  ,  e  penetrante  .  Lai 
Muntila  nafee  nelle  contrade  marittime  ,  e  non  ha 
d'  altezza  che  tre,  o  quattro  piedi;  le  fue  foglie 
fono  fimili  a  quelle  del  boflblo,  e  i  fuoi  rami  fi  ca- 
ricano di  un  frutto  ,  o  bacca  maggiore  di  quelle  del 
mirto ,  la  quale  pel  colore ,  e  per  la  figura  s*  affo- 
miglia  alle  melogranate  ;  quefta  bacca  è  odorofa  , 
e  fé  ne  fa  un  vino  dilicato ,  durevole ,  e  ftoma- 
cale  . 

XXVIII.  Il  Cardon  ama  per  lo  più  i  luoghi  a- 
ridi,  ed  ha  due  forte  dì  tronchi ,  gli  uni  grotti  come 
la  cofeia  di  un  uomo ,  tortuofi ,  e  che  s*  alzano  po- 
co da  terra,  e  gli  altri  diritti ,  groffi  diametralmen- 
te quattro,  o  cinque  pollici ,  e  alti  cinque  in  tei  pie- 

di. 


jÈmmmmmmmJmjL. 


X  25    )( 


di .  I  primi  vanno  rivettiti  di  fquame  graffe  due  li* 
nee,  o  più,  fpugnofe,  incapate  le  une  nelle  altre, 
e  roffigne  :  fiffatte  fquame  s'  abbruciano  nella  fiate 
a*  raggi  folari  ,  e  divengono  nere  come  il  car- 
bone .  Le  foglie ,  che  nafeono  all'  intorno  di  quefti 
tronchi ,  fono  lunghe  tre  piedi  incirca  ,  larghe  due, 

0  tre  pollici;  dure,  cenveffe,  appuntate,  e  corre- 
date ne'  loro  orli  di  fpini  ricurvati  come  un    amo  . 

1  tronchi  diritti ,  che  s'  innalzano  dal  mezzo  degli 
altri ,  fono  duri  al  di  fuori ,  e  pieni  al  di  dentro  di 
una  fottanza  fpugnofa,  come  quella  della  corteccia-, 
del  fugherò ,  in  vece  di  cui  viene  adoperata  .  Que- 
lli tronchi  nella  loro  fommità  vanno  terminati  da_* 
una  gran  tetta  fimile  a  quella  del  Carciofo,  la  qua- 
le nella  Primavera  caccia  fuori  un  fiore  giallo,  gran- 
de ,  e  compofto  di  otto  ,  o  dieci  petali  ,  e  va  piena 
di  una  midolla  bianchiccia ,  grata  al  gutto  ,  e  Pil- 
lante un  mele  gradito  • 

XXIX.  Il  Romerìllo  fi  rafTomiglia  di  molto  al 
rofmarino  d'  Europa,  che  là  viene  eziandio  coltiva- 
lo •  e  per  quefto  motivo  ebbe  il  nome ,  che  porta , 
dagli  Spagnuoli .  Egli  crefee  comunemente  nelle  ter- 
re fabblofe  ,  dove  s*  erge  affai  alto ,  I  fuoi  rami  pro- 
ducono nelle  loro  cime  delle  noccivole  compofle  di 
una  fchiuma  bianca ,  balfamica  ,  entro  alla  quale  s' 
incontra  un  olio  chiaro ,  e  odorifero ,  di  cui  finora 
C  non 


ii 


. 


:/* 


)(  *  X 


ira  «iWfciiaiBg 


non  fi  fa  ufo .  Il  legno  di  qucflo  arbufcolo ,  ficcome 
ragiofo,  vicn  preferito  a  tutti  gli  altri  per  1'  attivi- 
tà  della  fua  fiamma  nelle  fonderie  del  rame  .  Il  Guaì- 
curù  nafce  nelle  Provincie  Settentrionali  del  Regno, 
e  non  s*  erge  più  di  due  piedi .-  le  fue  foglie  raffo- 
migliano  a  quelle  del  mirto  :  la  fua  radice  ,  eh'  è 
ro/ficcia  j  peftata ,  e  applicata  fopra  le  ferite ,  o  pla- 
ghe ,  per  grandi,  eh*  elleno  fiano,  le  fana  talmen- 
te nello  fpazio  di  24.  ore,  che  appena  ne  retta  il 
fegn©.-  Quefta  efficace  virtù  è  fiata  comprovata  di- 
verte volte  da  perfone  giudiziofe ,  e  gì"  Indiani,  fic- 
come fono  fprovveduti  di  Chirurgi,  fé  ne  fervono 
con  fucceflo  nelle  loro  guerre  ,  e  fempre  ne  porta- 
no feco  loro  una ,  o  due  di  quefte  radici  . 

XXX.  Il  Culèn  s'  incontra  in  tutto  il  Chile ,  e 
ricerca  d'  ordinario  le  terre  graffe  ,  ed  umide  ,  dove 
fuol*  elevarfi  a  un*  altezza  confiderabile  s  Se  ne  di- 
flinguono  due  fpecie,  cioè  il  verde,  e  il  giallo .  Il 
verde  è  più  comune  ,  e  già  è  fiato  trafportato  in  I- 
talia  ,  ove  alligna  ottimamente  .  Le  fue  foglie ,  di 
cui  fi  fpoglia  nel!'  Inverno ,  fono  di  un  verde  luci- 
do ,  odorifere ,  attaccate  a  tre  a  tre  a  unfolo  gam» 
betto  ,  e  fimili  per  la  figura  al  bafilico  ordinario,  il 
che  fece  agli  Spagnuoli  dargli  il  nome  d'  albaquilla. 
Dalle  afcelle  di  quefte  foglie  nafeono  i  fiori  in  for- 
ma di  fpiga ,  che  fono  turchinicci  3  a1  quali  fuccedo- 


itti  mi  ininpii\iiww   ^-mamam-  ■  v 


■)(*7)( 


no  i  frutti ,  o  le  Temenze ,  che  raflbmigliano  a  unu 
fagiolo  piccolo  .  Il  Culìn  giallo  non  differenziafi  dal 
precedente,  che  nel  colore,  e  nella  fottigliezza  del- 
le Aie  foglie  ,  le  quali  fono  gialligne ,  e  talmente^ 
crefpe ,  che  avviluppandoli  in  tutti  i  verfi  formano 
nella  cima  del  Toro  furto  un  globo  viftofo ,  avente 
dì  diametro  più  di  un  piede,  e  sì  pefante ,  che  lo 
h  incurvare  in  giù.  QueSH  arbufcelli  hanno  tutte  le 
proprietà  del  Tè  Chinefe;  le  loro  foglie  prefib  a_ 
poco  hanno  Io  Stello  gufto ,  e  la  ftefla  fragranza ,  e 
fi  adoperano  in  bevanda  appunto  come  quelle  del  Tè. 
Effe  fono  Somatiche,  facilitano  la  digestione,  fgra- 
van®  Io  ftomaco ,  e  liberano  dalle  ostruzioni  :  fono 
anche  vulnerarie ,  e  s*  applicano  felicemente  fopra_, 
le  ferite.  Tutte  le  parti  del  Culìn  hanno  le  medesi- 
me virtù  .  La  feorza  ftemperata  eon  un  pò  di  falc» 
icaccia  fuori  le  mdigefticni  inveterate,  che  non  ce- 
dono alla  virtù  fola  delle  foglie.  JLa  cenere  del  fu© 
tronco  prefa  interiormente  libera  dalle  oppilazioni  , 
e  purgazioni.  Gì'  Indiani  m  fomma  fono  tanto  por» 
tati  per  queflo  arbufcolo ,  che  lo  applicano  quali  ad 
ogni  forta  di  malattie  m  affini  e  interiori ,  e  molte^ 
volte  eon  buona  riufeita. 

XXXI.  Il  Palquì  è  Simile  al  fambuco  ;   le  fue_# 
foglie,  e  le  fue  bacche,  non  pertanto,  fono  più  lun- 
ghe .  Egli  è  il  miglior  rimedio  3  che  vi  Si    conofea  > 
C  %  con» 


•/* 


ì 


)(*»)( 


contro  le  febbri  ardenti.  Se  ne  fpreme  il  fugo  delle 
f  glie,  e  della  corteccia,  e  fi  dà  agli  ammalati  a- 
bere  *  Quefta  bevanda  è  fommamente  rinfrefeante  . 
I  Paefani  dicono ,  che  le  foglie  dei  Palquì  fono  un 
veleno  fi  funefto  per  le  vacche,  che  quando  effe  le 
mangiano  tra  le  altre  erbe ,  muojono  in  poche  ore. 
Qucfta  proprietà,  che  mi  fembra  incredibile,  s'  op- 
pone alla  virtù  certa ,  e  collante  ,  che  il  fugo  di  fif- 
fatte  foglie  ha  in  prò  del  corpo  umano  .  In  una  del- 
le Ifole  di  Gio.  Fernandes  nafee  l*  arbufcello  del 
Tepe.  Il  Guajacano,  dette  dagl'Italiani  legno-Sante, 
fi  truova  nelle  parti  Boreali  del  Regno  .  La  Sena 
Orientale  ancora  s*  incentra  verfo  le  forgenti  del 
fiume  Maìpo . 

XXXII.  Aggiugneremo  alla  claffe  degli  Arbufti 
la  CannaChìlena ,  e  il  Boqui  fpecie  particolare  di 
vinco  .  La  canna  ChìUna  fi  divide  in  tre  fpecie  ;  la 
prima  fi  chiama  Coleu ,  la  feconda  Ktla,  e  la  terza 
Coleu ,  o  canna  dì  VaUlvìa ,  perchè  crefee  nel  ter- 
ritorio di  quella  Piazza  .  Tutte  quefte  fpecie  fono  fo» 
des  e  vanno  interiormente  ripiene  di  una  foftanza_ 
legnofa,  nel  che  fi  differenziano  effenzialmente  dal- 
le canne  ordinarie  d'  Europa, che  ivi  ancora  fi  col* 
tivano  .  Il  Coleu  s*  innalza  infino  a  quindici ,  o  fc- 
dici  piedi  ;  la  fua  feorza  è  dura ,  lifeia ,  e  giallo- 
gnoU  :  i  fuoi  nodi  fono  dittanti  tra  loro  due  fpanne 


jì9BM^S5mN$bM9HHMÌ 


X  29  X 


incirca:  le  foglie  ,  che  nafcono  folamente  nella fom- 
mltà  del  tronco  divife  In  parecchi  rumufcoli ,    fono 
lunghe ,  e  ftrette ,  e  fimili  a  quelle  della  gramigna. 
La  fua  groffezza  è  quanto  quella  della  canna  d'  Eu- 
ropa .  La  Kila  è  tre  o  quattro  volte  più  grofla    del 
Coleu ,  a  cui  per  altro  raffomiglia  in  tutto  .  La  $*««? 
na  dì  Valdìvta  è   di  un  giallo  aranciato ,  ed  ha  i  no- 
di vicini  ¥  uno  all'  altro  .  Cotefte   canne   fommini- 
ftrano  a1  Nazionali  molte  utilità.  Il  Coleu  ferve  is** 
vece  d*  affi  per  coprire  i  tetti  delle  cafe  ,  dove,  pur- 
ché non  vada  efpofto  ali*  umidità,  fi    mantiene   in- 
corrotto .  La  KÌU  fornifce  gli  Spagnuoli ,  e  gì'  In- 
diani di  afte  per  le  loro  lancie,  e  picche .  La  c*nn$ 
di  Valdìvi*  s*  impiega  in  baftoni  da  mano ,  che   fo- 
no flimati . 

XXXIII*  Il  Boqul  nafce  nelte  bofcaglie  più  om- 
brofe,  ed  umide,  ove  ferpeggiando  intorno  agliai- 
beri  ,  ne  monta  fino  ai  rami  più  alti  ,•  indi    ricader 
perpendicolarmente  ,  e  vi  ritorna  di  nuovo  afcenden- 
do ,  e  difendendo  alternativamente  .  Siffatto  legac- 
cio'è  un  filo  per  lo  più  fottile,   fleffibile ,    e    duro 
che  non  fi  rompe,  fé  non  vien  tagliato  con   ferro, 
Le  fue  foglie,  che  nafcono  feparate    le   une   dallo» 
altre  più  di  tre  piedi,  fono  più  lunghe  di  quelle  dell' 
edera,  di  un  verde  carico,  lifcie,  e  fraftagliate    in 
tre  parti.  I  frutti,  che  pendono  dalle  afcelle   delle 


. 


X  3°X 

iaBpMB«ÌMM«BMMBMÌ|M  i  l  ■uwn— inni  ttmtH Mi 

foglie ,  fono  certi  baccelli  brunetti ,  quando  fono  a- 
cerbi ,  e  gialli  allorché  vengono  a  maturarfi ,  lunghi- 
cinque  ;n  r<H  pollici ,  groifi  uno  ■   e  mezzo ,     conte- 
nenti una  polpa  bianca ,  burrofa ,  e  grata  al  guflo , 
dove  fi  trovano  tre  ,  o  quattro  femenze  limili  in  un- 
to a  quelle  del  cotone.    Quello    filo    ipogliato    nel 
fuoco  della  lua  fcorza  diventa  più  pieehevole ,  e  fé 
ne  fanno  delle  corde  affai  buone  .  Adoperali  ancora 
in  altri  ufi  domeftici ,  come   in  far  celle ,    ed  allac- 
ciare le  palizzate,  dove  fi  conferva  bene  anche  fott' 
acqua  per  molti  anni .  Vi  fi  veggono  inoltre    molte 
fpecie  di  edere  differenti  da  quelle  di  qua ,  e    alcu- 
ne di  una  bellézza  Angolare,  o  per  la  flruttura  del- 
le loro  foglie,  o  per  la  forma,  e  fragranza  de'    lo- 
ro fiori .  Quello  Regno  eziandio  abbonda   di    molte 
forte  di  giunchi,  tra  i  quali  è  notabile    quello    che 
vi  fi  chiama  Totóra-  Egli  è  affai  alto  ,  e  fempre   tri- 
angolare. Gì*  Indiani  cuoprono  con  effo  le  loro  ca- 
panne, sì  perchè  dura  più  degli  altri,  come  ancora 
perché  il  fuoco  vi  fi  attacca  difficilmente ,  e  non    fa 
fiamma ,  né  i  rapidi  progrefiì ,  che  fuol    fare    nelle 
altre  fpecie  di  ftrami . 

XXXIV.  Il  Chile  è  pieno  di  bofeaglie  prlnci. 
palmente  tra  i  gr.  33,  e  4J  ,  dove  s'  ammira  una 
gran  varietà  di  alberi ,  di  cui  la  maggior  parte  non 
perde  mai  il  verde  delle  proprie  foglie  »  Tutti  que, 

ili 


X  3  OC 


ftì  alberi  felvatici,  eccetto  il  Gelfo,  il  Cipreffò,  il  Lauro, 
e  il  Salice,  che  né  pur  è  del  tutto  fimile,  fono  diverfi  da 
quefti  d'  Europa  .  Effi  fi  dividono  in  due  clafiì.  La  pri- 
ma comprende  quegli  alberi  ,  che  nell*  Inverno  fi 
fpogliano  delle  loro  fendi,  e  la  feconda  quelli,  che 
le  confervano  in  tutte  le  ftagìoni  dell'anno  .  Le fpe- 
cie  de'  primi ,  per  quanto  potei  oflervare ,  arrivano 
a  13.,  e  quelle  de'  fecondi  a  74 .  I  piùriguardevo- 
li  tra  quei  della  prima  claffe  fono  il  KllUì ,  lo  $?'/- 
no,  il  Roble,  e  il  Matite  • 

XXXV»  Il  Milla*  ama  i  luoghi  montuofi.  Lc~* 
foe  foglie  raflbmigliano  a  quelle  della  quercia  pel 
colore  ,  e  per  V  afprezza ,  ma  fono  meno  fraftaglia- 
te:  I  callosi ,  dove  vanno  inchiufe  quattro,  o  cin- 
que femenze  piccole ,  fono  iellati  •  Il  fuo  legno  è 
roffigno ,  duro ,  e  mai  fi  fpacca ,  quindi  i  Contadini 
ne  fanno  le  loro  tfaffe  .  Ma  la  parte  più  preziofa  di 
quello  albero  è  la  corteccia  ,  la  quale  ammaccata,  e 
fternperata  in  acqua  ferve  di  fapone,nè  fàpiùfchiu- 
ma ,  leva  bene  le  macchie ,  e  pulifce  ottimamente  o- 
gnl  forra  di  pannilani ,  0  lini .  Lo  Spino  detto  così 
dagli  Spagnuoli  per  la  quantità  di  fpini ,  che  porta, 
▼iene  da  per  tutto .  Egli  s'  innalza  molto  ,  maffime 
nelle  terre  graffe*  Il  fuo  tronco,  eh'  è  bruniccio  , 
marmorato  ,  pefante ,  e  duriflimo  ,  va  rivestito  di  u„ 
sa  feorza  fimik  a  quella  del  gelfo  »  Le  fue  foglie 
C  4  fon© 


4 


% 


v. 


.      -- -r-'-W- 


)(P)( 


jpesasggss  •     •  V/rUBE*-"? 


fono  piodoliillme  ,  frattagliate ,  di  un  verde  chiare* 
e  unite  parecchie  affieni  e.  I  fuoi  fiori ,  di  cui  fi  cuo- 
prcno  interamente  i  rami  ,  raffomigliano  a  un  bot- 
tone di  feta  gialla ,  e  fpirano  un  odore  aromatico  , 
onde  vengono  chiamati  aromatt .  A  quefti  fiori  fucce- 
dono  dei  baccelli  lunghi  un  palmo  ,  groifi  come  il 
pollice,  prima  verdi,  poi  nericci  ,  contenenti  una  mi- 
dolla bianca ,  piena  di  fementi  brune,  di  cui  vanno 
affai  ghiotti  i  pappagalli .  Il  tronco  dello  Spino  è  la 
legna  ufuale  del  Paefe  ,  il  carbone,  che  fé  ne  fa,  è 
eccellente .  I  fiori  vengono  adoperati  dalle  Donne 
per  profumare  i  loro  abiti ,  a'  quali  comunicano  un 
buon*  odcre.  I  baccelli  fanno  un*  inchiofiro  affai  ne- 
ro da  fcrivere . 

XXXVI.  Il  Roble  crefee  nelle  maremme,  e 
negli  Andes,  dove  s'  erge  a  una  Apprendente  altez- 
za .  Il  fuo  tronco  è  diritto  ,  di  un  roffo-feuro,  com- 
patto ,  pefanre  ,  e  fi  conferva  intatto  nell'  acqua-  * 
Le  fue  foglie  fono  limili  a  quelle  deli'  olmo  .  Sopra 
i  rami  teneri  fi  formano  certe  eferefeenze  purpuree 
piene  di  occhietti  gialli,  quafi  rotonde,  aventi  quat- 
tro in  cinque  pollici  di  diametro ,  e  dolci  ,  al  dire 
de'  Contadini  ,  i  quali  le  mangiano  con  piacere  .  Il 
legno  di  quello  albero  viene  impiegato  nella  fabbrica 
delle  Cafe  ,  e  de'  basimenti .  Gli  Spagnuoli  gli  die- 
dero il  nome  di  RQbk^  0  rovore,  forfè  per  la   fu* 

du* 


•^MTiMigsaegtMHB 


X  1 1  )( 


ìm? 


durezza  ,  poi  che  egli  per  altro  è  molto  diverfo  dall* 
àlbero ,  che  fi  conofce  fotto  queflo  nome  in  Europa* 
GÌ'  Indiani  lo  chiamano  Pelli  n  .  Il  Maque  è  di  un'  al* 
tezza  mezzana .  Le  fue  foglie  fono  grandi ,  fibrofe  9 
dentate  ,  aventi  la  figura  di  usi  cuore ,  e  dolci  •  Le 
frutte  ,  che  porta ,  fono  fimili  alle  bacche  del  mir- 
to ,  faporite  ,  rinfrefcanti ,  e  di  un  color  violetto  ca* 
rico ,  che  tigne  le  mani  3  e  le  labbra  di  quelli  ,  che 
le  mangiano  .  Le  foglie  di  quefto  albero  mafticat® 
fono  un  rimedio  efficaciffimo  contro  il  male  di  gela* 

XXXVII.  Gli  alberi  della  feconda  claffe  fi  fud- 
dividono  in  altri  due  ordini ,  vale  a  dire ,  in  quel» 
li ,  che  non  portano  frutti  buoni  da  mangiare  ,  €  in 
quelli ,  che  li  portano  .  Tra  i  primi  fono  degni  di 
confiderazione  il  dartelo  ,  V  Alerte  ,  il  Maitìn  ,  la^, 
Fatagu*  ,  il  Temo  ,  il  Litre ,  il  Bollen ,  e  il  Per  qui» 
lauquen.  Tra  i  fecondi  il  Pino-Chìleno  ,  la  Palma  9 
la  Lucuma ,  V  Avellano,  il  Keulc  ,  il  Peum§ ,  il  Mei* 
do  y  e  il  Kifco  » 

XXXVIII.  Il  Canelo  fa  cosi  chiamato  dagli  ?p$- 
gnuoli,' perchè  s5  affomiglia  in  tutto  all'  albero,  da 
cui  fi  cava  la  cannella  Orientale  *  Egli  crefee  d&# 
fette  in  otto  pertiche  .  Il  fuo  Legno  ha  il  colore  di 
quello  del  faggio,  e  fi  conferva  bene  negli  edifizj. 
La  fua  feorza  ,  eh*  è  groffa ,  al  di  fuori  è  bianchic- 
cia 3  e  al  di  dentro    fimile  pel  colore  j  e  per  la  foi- 

ma 


-  - 


X34)C 

ma  alla  Cannella ,  di  cui  ha  pure  V  odore ,  e  11  gu. 
fto,  ma  più  forte,  e  piccante.  Le  lue  foglie  ratto- 
migliano  di  molto  a  quelle  del  lauro  :  I  fiori  fono 
piccoli ,  flettati ,  biancheggianti ,  con  fei  petali  ,  e 
difpofti  in  mazzetti  nell*  cflremità  de'  rami.Aque- 
fli  fiori  fuccedono  certe  bacche  ovali  lunghe  cinque 
in  fei  linee,  e  di  un  azzurro  che  tira  al  nero.  Io 
mi  perfuado,  che  quello  albero,  fé  pur  non  è  il  ve- 
ro albero  della  Cannella ,  almeno  ne  fia  una  fpecie 
fubalterna  ,  o  la  Cannella  che  incontrò  Winter  nel- 
lo Stretto  Magallanico  .  Il  Cannello  è  preffo  gl'In- 
diani un  albero  facro  ,  e  relig/ofo  .  In  tutte  le  loro 
fefte ,  e  cerimonie  fempre  fé  ne  offerva  un  ramo  col- 
locato in  alto  .  Egli  ancora|vien  portato  nelle  mani 
di  quei  che  domandano,  o  fanno  la  pace  in  fegno 
d*  amicizia  appunto  come  tra  gli  antichi  qua  fi  por- 
tava T  oliva . 

XXXIX.  V  Jlerze  ,  fpecie  dì  cedro  rotfb;  na- 
fte negli  Andes  tra  i  gr-4o,e  45- e  nell' Ifola  chi. 
loe  .  Le  fue  foglie  fono  fimili  z  quelle  del  Cipref- 
fo.  Il  fuo  tronco  è  talmente  graffo ,  e  alto,  che  gì* 
Indiani  di  Chiloe  con  cunei  cavano  da  uno  folo  fet- 
tecento  in  ottocento  tavole  lunghe  diciotto  piedi ,  e 
larghe  uno  e  mezzo.  Se  in  vece  del  cuneo  adope- 
rane™ la  fega  ,  ne  caverebbero  molto  più  .  Qwefte 
tavole^  feno  flimate  così  pel  colore ,  che  ì  di  un  rof* 

fo 


mtommmm  ,wwm .  ^Kk^awigWW^ 


X  SI  X 


fo  {curo ,  come  per  là  lofo  foavità,  €  incoffuttibl- 
lira.  Negli  fletti  luoghi  s'  incontra  ancora  il    cedro 
bianco  odorofo .  Il  Matte»  è  uno  de*  più   begli    al- 
beri,  che  vi  il  veggono, il  quale  fuol  elevarli    infi- 
no a  quaranta  piedi;  il  fuo  legno  è   duro,    unito  , 
roffo  variato  dì  giallo,  il  perchè  viene  impiegato  il* 
diverfi  lavori  curiofi .  le  fue    foglie  fono   piccole  f 
dentate  nei  loro  orli ,  di  un  bel  verde  lucido  ,  e  tan- 
to folte  j  che  le  beftie  fi  ricoverano  al  di  {otto  quan- 
do piove .  Siffatte  foglie  vengono  in  tal  gulfa  ricer* 
cate  dalle  vacche ,  che  quefti  animali  abbandonano  qua- 
lunque altro  pafcolo*  allorché  effe  lof  fono  prefentate* 
XL.  La  Patagua  crefee  lungo  le  rive  de*  fiumi, 
e  de'  rivi ,  e  in  tutti  i  fiti  umidi  ,  dove   s*  innalzi 
affai,  e  talvolta  ingroffà  di  maniera ,  che  quattro  uo- 
mini appena  poffono  abbracciare  il  fuo  tronco  *Il  le* 
gno  n'  è  bianco  ,  e  di  poca    durazione  ,    parficolar- 
mente  allorché  va  efpofto  all'  umidità  ,  Le  fue    fo- 
glie fono  lunghe  tre ,  o  quattro  pollici ,  un    po'  af- 
pre,  e  di  un  verde  brunetto.  I  fiori,  di  cui  fi    ca- 
ricano tutti  i  fuoi  ramufcoli,  hanno  la  figura, il  co- 
lore ,  e  la  fragranza  de'  gigli  ,  ma  ne  fono  due  ter* 
zi  piti  piccoli ,  pendono  in  giù  ,  e  il    loro    odore    è 
tenue  .  Il  Temo  di  cui  fono  note  due  fpecie  ,  cioè  il 
bianco  ,  e  il  giallo ,  viene  dapertutto  ;  Il    fuo  tron- 
co va  rivefìito  di  uita  feona  giallognola,  ma    inte- 
rior*» 


. 


- 


'•  „. 


)(  3*X 


riormentc  è  d'  un  grigio  cenerognolo,  duro,  e  affai 
compatto  ,  onde  viene  impiegato  dai  carrozzieri ,  € 
dagli  altri  artefici,  che  richiedono  del  legname  fodo, 
e  duro  .  Le  fue  foglie  raffcmigliano  pel  colore  ,  e  per 
la  forma  a  quelle  dell'  arancio ,  ed  hanno  tutto  V  o- 
dorè,  e  il  gufto  della  noce  mofeada  «  I  fiori  ,  che* 
distinguono  le  due  fpecie,  fono  negli  uni  bianchi,  e 
negli  altri  gialli,  e  fi  compongono  di  molti  filamenti 
lunghi  Vda  quattro  in  cinque  pollici  .  Quefti  fiori  fpi- 
rano  un*  odore  foaviffimo ,  che  fi  fa  fentire  alla  di- 
flanza  di  più  di  dugento  paflì,  allorché  il  vento  fof- 
fia  da  quella  parte  . 

LXI.  Il  Lttre  è  di  mediocre  altezza,  ma  divie- 
ne affai  groffo  .  Il  di  lui  legno  è  folido ,  e  marmo- 
rato  di  bruno ,  di  giallo  ,  e  di  verde  .  Le  fue  foglie 
fono  rotonde  afpre  ,  rare,  e  di  un  verde  pallido  . 
V  ombra  ài  quefV  albero  è  nociva.  Quelli  che  iran- 
no ,  o  paffano  al  di  fotto  de*  fuoi  rami ,  contraggo- 
no dagli  effluvj  ,  che  ne  fortono  ,  certe  puftule  rof- 
figne  ,  e  morsicanti ,  le  quali  fubito  fi  manifefiano 
per  la  faccia  ,  e  per  le  mani .  Il  Bolle»  ,  e  il  Ttr- 
qulUuquìn  fono  due  alberi  frondofi  ,  ed  alti  ,  che  po- 
co fi  differenziano  fra  loro  ,  ed  amano  i  luoghi  mon- 
tuofi  .  Il  loro  legno  è  un  vero  veleno .  Non  orlante 
da'  Nazionali  viene  Stimato  erme  un' eccellente  pur- 
gante in  certe  malattie  ;  ina  fé  ne  dà  agli  ammala- 
ti 


)(37)( 


ti  una  dofe  piccioliffima ,  la  quale  è  fufficiente    per 
farli  evacuare  per  di  fono  ,  e  pel  vomito  con    gran 
veemenza  gli  umori  denfi ,  e  qualunque  altra   oflru« 
zione .  Quando  fé  ne  vuol  fermare  1'  effetto ,  bafta 
prendere  un  bicchiere  di  acqua  naturale .  Le  foglie^» 
di  quelli  alberi  fono  fimili  per  la  figura  a  quelle  del 
limone,  ma  il  loro  colore  è  più  vivo,  e  fpezialmen* 
te  quelle  del  Bollir*  fono  di  un  verde  lucido  ,  e    al- 
legro .  Nelle  Ifole  di  Gio.  Feraandes  fi    trovano   le 
tre  fpecie  di  Sandalo  finora  conofeiute,  cioè  il  bian- 
co ,  il  rodo,  e  il  citrino.  Queil*  ultimo,  che  è  tan- 
to ricercato  nella  medicina  ,  è  al  dire  di  un  valen- 
te Botanico  Tedefco  ,    migliore  di  quel,  che  fi  por- 
ta dall'  Oriente.  I  monti  interiori  degli  Andes,  che 
per  la  maggior  parte  fi  mantengono  tuttoi a  inscctiH 
fono  pieni  di  bofehi  immenfi  ,  dove  fi  vedono    mol* 
te  fpecie  d*  alberi ,  di  cui  non  fappiamo   ne    pur    % 
nomi .  Se  ne  incontrano  quivi  alcuni  di  una    corpu- 
lenza fmifuratà .  Un  Miffionante  fece   una  Chiefa^  , 
lunga  più  di  60.  piedi  col  legno  di  un  folo  albero, 
che    trovò   nelle    falde   degli    accennati  monti ,  ca- 
candone le  travi  ,  le  affi  ,  e  tutto  il  legname  necef- 
fario  per  le  porte ,  fineftre ,  altari  3  e  Glie   Confef-» 
fionali- 

XLII.  Il  Vino-Chìhno  e  uno  de'  più  fingolari,e 
f>iù  vaghi  alberi  3  che  vi  nafeono.  Gli  Spagnuoligli 

éit- 


1 


)(3*)( 


diedero  qnefto  nome  impropriiflìmamente ,  perchè  c- 
gli  non  ha  Còfa  alcuna,  che  V  affamigli  al  lino  Eu- 
rope© ,  che  colà  è  flato  ancora  trafportato .  Gì'  In- 
diani Jo  chiamano  Veguen  .  Egli  viene  naturalmente 
«elle  Provincie,  che  abitano  gli  Araucani  ,  e  colti* 
vato  nel  reftante  del  Regno ,  ma  ci  vuole  un  tem- 
po eonfiderabile  ,  acciocché  eflb  acquiftì  la  fua  gran- 
dezza ordinaria  ,  eh'  è  di  più  di  cinquanta  piedi  • 
Come  va  erefeendo  ,  fi  va  fpogliando  de'  ramufcelli 
baffi,  e  delle  foglie,  di  cui  mentre  è  piccolo,  va 
interamente  coperto  :  arrivato  all'altezza  di  due  per- 
tiche in  circa,  principia  a  germogliare  i  rami  groifi, 
i  quali  di  quattro  in  quattro  efc&no  emoniamente 
formando  fra  loro  angoli  retti  .  I  quattro  ,  che  fuc- 
Cedono  più  in  su  ,  fono  più  corti  degli  inferiori ,  e 
così  fuccefllvamente  ,  di  maniera  che  tutto  V  albero 
diventa  una  piramide  perfetta,  Tutt:  qiKfti  rami  ver* 
(o  la  loro  eftremità  fi  ripiegano  in  su  ,  e  da  tutti  i 
loro  lati  buttano  altri  ramufcoli  collocati  parimenti 
*d  angoli  retti.  I\nto  i  rami  maertrj  ,  quanto  gli 
altri  fecondar]  9  vanno  totalmente  rivediti  di  foglie, 
Je  quali  ftanno  come  incaniate  Ig  une  nelle  altre., 
Quefte  foglie  fono  Junghe  più  di  un  pollice  ,  punti- 
te,  convefTe,  lifeie,  di  un  verde  brillante,  e  tal* 
mente  dure ,  che  fembrano  di  legno  «  I  frutti  fi  tro» 
imo  xmhmfi  in  un  globo  legnofo  della  grandezza 
»  dei* 


! 


r " 


X  39  X 


della  tefta  di  un  uomo .  Effi  fono  lunghi  due  polli- 
ci incirca,  conici,  coperti  di  un  gufeio  fimileaquel 
della  caftagna  ,  a  cui  pure  raffomigliano  un  poco  pel 
gufto  ,  e  divifi  fra  loro  per  mezzo  di  una  membra* 
na  fottile-  Tai  frutti  fono  affai  foftanziofi ,  e  gli  A* 
raucani  non  portano  ordinariamente  altra  vettova- 
glia nelle  loro  efpedizioni  militari,  che  la  farina  di 
quefti  pinocchi  •  Gli  Spagnuoli  li  mangiano  cotti ,  & 
arroftiti  come  le  cafìagne. 

XLIII.  La  Palma  è  fimile  nel  tronco ,  e  nelle 
foglie  alle  Palme,  che  fi  veggono  in  Europa  .1  frut- 
ti   per®   ne    fono   molto  differenti .  I  Terrazzani  li 
chiamano  Coro,  Elfi  fon©  rotondi,  più  groffi  d'  unaj» 
noce  comunale ,  ed  hanno  due  gufei ,  il   primo    de* 
quali  è  fpugnofo ,  e  il  fecondo  legnofo ,  come  quel- 
lo delle  noccivole,  ma  più  duro.  Entro  queft*  u/tU 
mo  gufeio  vi  è  una  mandorla    parimente    rotonda  , 
bianca,  e  piacevole  al  guflo,  la  quale,  effendo  fre« 
fca ,  contiene  nel  fuo  centro  un  fucco  latticinofo ,  e 
rinfrefeante  .  Quefli  Qochì  ftanno  attaccati  firettamen- 
te  a  quattro  grappoli  lunghi  più  di  tre  piedi ,    che 
pendono  dai   quattro   lati    della   Palma  ,    i   quali  , 
quando   principiano    a  fare  i   frutti,   vengono    co- 
perti da  una  caffa  ovale  legnofa,  grigia,  e  convef- 
fa  •  Conforme  i  frutti  vanno  maturando ,  la  cafla  va 
per  fé  fteffa  aprendoli ,  e  allorché  diventano  perfetv 

tameo- 


JM 


\^-tìr-,wwraaa»  ' 


X  40  X 


tamente  maturi,  fi  fpacca  In   due  parti  ,    che   refr 
tano  pendenti  dall'  uno ,  e  dall'  altro  lato  de'  grap- 
poli .  Ogni  grappolo  porta  più  di  mille  Cechi .  I  Na- 
turali del  Pacfe ,  oltre  le  confetture  eccellenti ,   che 
fanno  con  quelli  frutti ,  ne  traggono  un  olio  fapori- 
to  ,  e  dalle  cime  tenere  delle    Palme   un    mele  più 
guftofo  di  quello  delle  canne  da   Zucchero.   Quelle 
Jalme  vi  nafeono  fpontaneamente ,  e  fé  ne  veggono 
de*  bofehi  interi .  Nelle  Provincie  Settentrionali  del 
Hegno  fi  trova  aaeora  la  palma  dattilifera .    Fra   le 
bofeaglie  ,  che  fi  avvicinano  al  Mare ,    fi    vede   un» 
altro  albero  fimile  da  lontano  alla  Palma  ,  le  di  cui 
foglie  fono  lunghe  cinque  in  fei  piedi ,    larghe    due 
palmi  incirca,  ricurvate  in  giù,  lifeie ,  e  di  un  ver. 
de  allegro.  Il  tronco  n'  è  della  groflezza  della  co- 
feia  di  un  uomo  ,  e  coperto  di  varie  feorze  fquamo* 
fé .  Dai  quattro  lati  ancora  di  quello  tronco ,  donde 
riafeono  le  foglie  ,    pendono    altri    quattro   grappoli 
carichi  di  granelli , che  ralTomigliano  in  tutto  all'u- 
va nera  .  Io  trovai  queft'  albero ,  ma  come    ignora- 
va la  qualità  de5  fuoi  frutti,  non  mi  attentai  a  man- 
giarne - 

XLIV.  la  Lucum*  crefee  naturalmente  nelle 
Provincie  Boreali  del  Chile ,  fpecialmente  nel  Ter- 
ritorio di  Coquimbo ,  onde  vico  detta  Lucum*  di 
§o$uimbo ,  e  fi  coltiva  nelle  contrade,  pia  Auftrali. 

EU' 


X  4  i  X 


Eli'  è  fìmile  di  molto  al  lauro.  Le  fue  frutte  fono 
della  groffezza  d'  una  pertica  ,  e  vanno  coperte  di 
una  buccia  prima  verdiccia,  e  poi  brunetta  variata 
dì  un  pò  di  giallo.  La  loro  polpa  èbiancaftra,  bur- 
rofa  ,  grata  al  gufto  ,  e  rinchiude  due  ,  o  tre  noc- 
cioli duri,  lifcj,  di  color  roffo  bruno,  e  lucidi. 
Nelle  felve  s'  incontrano  molte  altre  fpecie  di  que- 
lle lucume,  le  quali  dilferenzianfì  dalla  precedente  o 
nelle  foglie  ,  o  nel  colore  delle  frutte  .  V  Avellan% 
s'  affomiglia  un  poco  ai  Noccivoli  d'  Europa ,  e  pe- 
rò ebbe  quello  nome.  Egli  viene  negli  Andes ,  e 
nelle  contrade  marittime.  Le  fu  e  foglie,  fimili  per 
la  figura  a  quelle  del  noccivolo  ,  ne  fono  più  grof- 
f e  ,  più  lifeie  ,  e  più  verdi.  Le  fue  noccivole ,  che 
nafeono  in  fili  feparati ,  e  fenza  quel  genere  di  feuf- 
fia,  che  fi  offerva  nell'  Europee  ,  hanno  il  gufciefpu- 
gnofo  prima  verde  ,  poi  roffo  ,  indi  nero  ,  e  fono 
un  pò  maggiori  di  quelle  di  qua  .  La  mandorla ,  o 
fia  il  cibo,  è  a  un  di  preffo  lo  fleffo . 

XLV.  Il  Keule  s'  innalza  più  di  60.  piedi:  le 
fue  foglie  fono  più  lunghe,  e  più  larghe  di  una  ma- 
no,  lifeie,  tenere,  e  di  un  verdegaio  brillante.  I 
frutti ,  di  cui  fi  cuopre  da  per  tutto  ,  fono  come  quel* 
le  della  Lucum*  ,  ma  più  rotondi,  e  interamente 
gialli,  onde  fra  il  verde  delle  foglie  fanno  una  fi- 
gura piacevole  alla  villa .  La  polpa  di  quelli  frutti 
D  è  biaa- 


I 


)(4»X 


è  bianchiccia,  untuofa,  e  dolce.  Il  Peut»c  ha  le  fo- 
glie odorofe,  grolle,  di  un  verde  carico,  e  fimili 
nella  conformazione ,  e  grandezza  a  quelle  del  gel- 
Io  .  I  faoi  frutti  fono  come  Jè  giuggiole  f  ma  la  Io. 

ro  buccia  è  per  lo  più'rofla,  talvolta  bianca,  e  tal 
altra  cenerognola .  Tai  frutti ,  che  fono  affai  burro. 
fi,  e  di  buon  fapore,  fi  mangiano  cotti  in  acqua 
tiepida.  li  loro  nocciolo  è  fragile,  e  penato  rende 
un'  olio  buono ,  di  cui  finora  non  fi  fa  ufo .  Il  liUi 
è  un  albero  tutto  aromatico.-  Il  legno  ,  la  fcorza , 
le  foglie ,  e  I,  frutti  tramandano  un  odore  molto 
grato .-  le  foglie  fono  grandi  ,  bruniccie ,  afpre  ,  e 
vifcofe  .  Le  frutte  rotonde  gialle  ,  dolci ,  e  più  graf- 
fe delle  bacche  del  mirto.  Il  loro  oflb ,  o  nocciolo 
è  aflai  duro,  e  impiegafi  per  fare  delle  corone,  che 
diventano  belle  coli'  ufo  .  Le  fcorze  comunicano  al- 
le botti  del  vino  una  fragranza  foave . 

XLV.  Il  Klfeo ,  conofciuto  fotto  il  nome  di  Gr- 
«o  Ferule  nei  Giardini  Botanici ,  vi  viene  nel  mon- 
ti ,  e  nei  fiti  pia  aridi.  Queft'  albero  va  fempre pri- 
vo di  foglie ,  ma  perchè  fi  conferva  in  tutte  le  fia- 
gioni  nel  medefimo  fiato ,  entra  in  quefta  clafle  .  E- 
gli  vi  s»  alza  piìi  di  venti  piedi ,  e  diventa  molto 
grofio .  Il  fuo  tronco  è  dalla  radice  alla  cima  tutto 
fcanalato ,  e  guarnito  di  lunghi  fpini ,  tra  i  quali  s' 
incontrano  alcuni ,  che  hanno  di  lunghezza  più  di  u- 

na 


t   \ 


)(43)( 


na  fpanna .  Siffatti  {pini  fembrano  dì  offo,  e  nafcono 
parecchi  afileme  in  forma  di  ftella .  La  corteccia  del 
tronco  è  di  un  bel  color  verde ,  tenera ,  lifeia ,  e 
cuopre  una  foftanza  bianca,  morbida,  e  fuccofa ,  in 
mezzo  alla  quale  trovafi  un  corpo  legnofo  duro  ,  e 
corabHftibile  come  le  torcie  ,  che  fi  fanno  di  Pino  m 
Il  fuo  fiore  è  fenza  odore,  comporto  di  molti  peta- 
li lunghi  circa  due  pollici,  tinti  di  colore  purpureo 
chiaro  nella  loro  eftremità  .  A  quefto  flore  fuccede  un 
frutto  rotondo,  grande  come  una  mela,  dolce,  vi- 
feofo,  pieno  di  un'  infinità  di  Temenze  nere,  e  co- 
perto di  una  membrana  vellofa .  La  foftanza  bianca, 
o  polpa  del  tronco  conviene  negli  ardori ,  e  dolori 
delle  fpalle  .  Quefta  polpa  ,  tuttoché  lì  Kìfco  nafea  , 
come  fi  è  detto  ,  ne'  luoghi  più  fecchi ,  va  talmente 
ripiena  di  fugo  ,  che  foracchiata  con  un  baffone  ne 
getta  una  gran  copia  fino  alla  diftanza  d'i  tre  ,  o  quat- 
tro piedi.  Vi  fi  trovano  inoltre  alcune  fpecie  di  Car- 
rubi ,  i  quali  fi  differenziano  tra  loro  nella  figura 
lunghezza,  o  larghezza  delle  loro  filique  . 

XLVII.  Allignano  ottimamente  In  quefto  Re- 
gno gli  alberi  pomiferi  dell'  Europa  ,  come  farebbe- 
ro Meli ,  Perfici ,  Albicocchi ,  Peri ,  Prugni ,  Cirie- 
gi ,  Fichi ,  Melocotogni ,  Melagrani ,  Mandorli ,  No- 
ci,  Ulivi,  Caftagni  ,  Melaranci,  Limoni  ,  Cedri  ec. 
Le  frutte  di  tutti  quefti  alberi  vi  vengono  così  bue- 
D  i  ne 


I 

i 


)(44)( 

ne  come  qua  in  Europa.  I  Meli  fi  fono  talmente 
moltiplicati  ,  che  nelle  Provincie  Auftrali  nafcono 
frontaneamente  nelle  Campagne  ,  e  formano  de'  bof- 
chi  immenfi  .  Le  Perfidie  ,  di  cui  fé  ne  numerano 
più  dì  dodici  fpecie,  fogliono  venir  tanto  groffe  , 
malfime  nella  Capitale,  che  fé  un'  incontrano  molte, 
che  pefano  fedici  onde  ognuna.  Le  più  celebrate  di 
quefte  pel  loro  fapore,  e  per  la  loro  bellezza  ,  e 
grandezza  fono  quelle,  che  fi  chiamano  Alberchigos, 
x  dì  cui  alberi ,  dopo  averne  fatte  pel  mefe  di  Feb- 
braio di  quelle  grolle  ,  fanno  uri'  altra  volta  ,  fic- 
come  i  Fichi,  fui  fine  d'  Aprile  altre  piccole  fimili 
per  la  figura,  e  groffezza  alle  Mandorle  ,  dette  per- 
ciò  Almendrucbe ,  le  quali  fono  affai  faporite.  Ve  ne 
fono  altre  rotonde  un  pò  maggiori  di  quefte  Almen- 
drucbe,  le  quali  vengono  nella  Primavera,  e  fi  nomi- 
nano della  Vergine  .  Le  cotogne  diventano  ancora 
affai  grofie,  e  fé  ne  trovano  non  poche,  che  pefa- 
no ciafcheduna  più  di  tre  libbre  .  Se  ne  difiinguo- 
no  due  fpecie  ,  cioè  le  agre  ,  e  le  dolci  .  Le  prime 
fono  come  P  Europee  :  Le  feconde  hanno  la  medefi- 
ma  figura ,  ma  la  loro  polpa  è  del  tutto  gialla  ,  e 
affai  dolce.  Gli  alberi  dJ  ambedue  fono  interamen- 
te fimili.  Le  dolci  fi  chiamano  ancora  Lucume,  come 
quelle  di  Coquimbo. 

XLVIU.  Le  Pere,  le  Ciriegie,  e   le  Prugne ^ 

per 


)C  4  5  X 


per  la  negligenza  dei   Nazionali ,  finora  non  fonimi, 
niftrano  tutte  quelle  varietà,  o  fatte,  che  P  arte  per 
via  degP  innevamenti    ha  introdotto  in  Italia  .    Gli 
alberi  fruttiferi  per  lo  più   vi    fi   abbandonano   alla 
natura,  la  quale,  ciò  non   ottante \    fecondata    così 
dalla  benignità  del  temperamento ,  come  dalla  fecon- 
dità del  terreno  ,  li  fa  produrre  dei  frutti  eccellenti. 
Quindi  è  che  quafi  tutti  quefti    Alberi    foreHieri   v* 
ingroffano  ,  e  crefcono  più  che  in  quefte  parti  :  Ma 
tra  gli  altri  {piccano  per  la  loro  altezza  le  ficaie,! 
peri,  i  noci,  e  gli  ulivi.  .Quantunque  il    P.  Ovalle 
Storico  del  Chile  feriva ,  che  al  fuo  tempo  ,    cioè  1* 
anno  1640.  le  noci  vi  erano  dure,  e  di  meno    pol- 
pa ,  o  cibo  di  queft*  Europee  ,  al  prefente    fi    è  ab* 
bandonata  quafi  del  tutto  quella  fpecie  ,  e    nel    fuo 
luogo    è    entrata    quella   delle   Noci    grandi ,    ben_* 
piene  ,  e  di  un  gufeio  affai  fonile  .  I    Melaranci  ,  I 
Limoni,  le  Lime,  e  i  Cedri  vi  nafeono  ,  e   fi    con- 
fervano  da  per  tutto  al  difeoperto  piantati  in  terra^ 
come  tutti  gli  altri  alberi  ;  Bill    divengono    alti ,    e 
groffi  ,  e  fruttano  grandemente .  Vi  fono  ancora  dei 
limoni,  delle  lime,  e  delle  melarancie  dolci  di  due 
o  tre  fpecie  .  Tra  i  limoni  agri  fi  truova  una    forta 
di  limoncini  rotondi ,  e  poco  maggiori  di  una  noce3 
i  quali  fono  affai  frigidi  ,  e  fi  chiamano  Limoni  fot* 
tilt.  V  albero,  che  li  portale  più  grande  di  quel 
D  5  de\ 


\*,— *£*&&£* 


X  4^  )( 


de*  limoni  ordinari,  ed  ha  le  foglie  piccole  fomigli- 
antifi  a  quelle  del  Melarancio.  Quefti  Hmoncinl  per 
la  lor  fomma  frigidezza  vengono  preferiti  agli  altri 
nelle  febbri  ardenti,  e  tutt*  interi  conditi  in  zuc- 
chero fono  filmati .  I  Nefpoli ,  i  Sorbi ,  i  lazzcruo- 
li ,  ed  i  giuggioli  3  benché  le  loro  frutte  non  fieno 
fpregievoli ,  tuttavia  non  furono  creduti  degni  d'  ef- 
fervi  trafportati . 

XLVIII.  Le  viti  3  che  vi  fono  fiate  ancora  in- 
trodotte dagli  Spagauoli ,  riefcono  a  maraviglia,  e 
le  vigne  fi  fono  moltiplicate  in  tutto  il  tratto  di 
Paefe  ,  che  effi  abitano .  Il  vino  ,  che  fé  ne  fa  ,  è 
generalmente  di  buon  corpo  ,  e  fi  conferva  bene  nel- 
le navigazioni  -  Egli  è  per  P  ordinario  nero  ,  e  fi 
fa  fenza  mettervi  dell'  acqua  .  Sopra  tutti  gli  altri 
viene  ftimato  quello  delle  Provincie  vicine  allaCo«- 
cezicne,  il  quale  ha  tutte  le  buone  qualità  ,  che  pof- 
fono  defiderarfi,  e  non  cede  ad  alcuno  de'  migliori 
vini  dell'  Europa  (1)  .  Il  vino  mofcadello  ,  che  ivi 
anche  fi  fa,  è  efquifito  *  Diftillafi  ancora  una  graru 
quantità  di  acquavite.  Le  Vigne  nella  parte  Borea- 
le 


(1)  I  Vini  fi  fanno  quivi  (  a  S.  Giacopo  )  di  di- 
ver/e  forte  ,  e  benché  non  così  eccellenti  ,  come  quelli 
della  Concezione  fono  per  altro  guflofijfimì ,  hanno  un 
buon  corpo,  e  fé  ne  dìftììla  ancora  V  aqu avite  .  V  \n~ 
ghfe  Aut.  dd  Gaz..  Amer.    v*    Chili- 


OC  47  )( 


le  de!  Regno  fono  alte  da  tre  In  quattro  piedi  ;  e 
nella  parte  Meridionale  affai  baffe»  In  quali  tutt*  i 
bofchi,  maffimamente  lungo  I  rivi,  s'  incontrano 
delle  viti ,  le  quali  fendendoli  per  i  rami  degli  al- 
beri  fruttano  molto  bene  .  Credei! ,  che  ciò  proven- 
ga dagli  uccelli,  i  quali  vi  vanno  a  deporre  le  fé- 
menze  delle  uve,  che  mangiano. 

L.  Il  grano  in  quello  Paefe  viene  sì  abbondane 
mente,  che  fuol  rendere  più  di  cencinquanta  per  uno 
(i) .  Ogni  femenza  per  lo  più  germoglia  molte  fpi- 
ghe ,  e  alcune  ne  cacciano  fuori  un  gran  cefpuglio 
(2).  Il  frumento  per  quefto  motivo,  quantunque  fe 
ne  trafporti  ogni  anno  una  gran  quantità  al  Perù  f 
vi  è  a  buonilfimo  patto .  Il  formentone ,  di  cui  fé 
ne  diftinguono  parecchie  fpecie,  fruttifica  colla  me- 
delìma  fecondità  .  Ogni  gambo  porta  d'  ordinari© 
D  4  quat- 


(1)  Le  terroìr  efl  excellent ,  &  fertile  ,  bien  qu 
uvee  quel que  dijference,  fuivant  qu  il  efl  plus ,  ou  m9~ 
ins  elotgnè  de  V  equateur  .  . ,  •  La  Vallee  de  Cópiapè 
tend  fouvent  ttois  ceni  pour  un  :  celles  de  Guafco  ,  &> 
de  Coquimbo  ne  luì  ceder.l  de  gueres  ;  Celle  de  Chili  (  cioè 
la  valle  dov*  è  la  Capitale)  efl  fi  excellent^  qu9  elle  cornmu* 
ìtique  fon  nom  au    Pays  .  Sanfon  d1  Abbeville  i\  Chili* 

(2)  Le  pianure  ,  /'  eminenze  ,  e  le  valli  ,  ed  in 
breve  tutto  il  Ch'ile  ,  fino  alla  piti  pìccola  porzione  di 
terreno.}  un  oggetto  dì  maravtlia.  Ogni  particella  di  terr& 
in  quefla  fua  Sorprendente  fertilità  par  che  fi  converta 
in  femenza  .  V  Inglefe  Aut.  del  Gazz*  Amer.  v.   Chih  * 


1 


( 


g       ; 


X48X 


quattro ,  o  cinque  pannocchie  affai  groflfe .  I  Legu- 
mi ,  e  gli  altri  generi  di  biade  di  Europa  fi  trova- 
no in  grande  abbondanza  in  tutto  il  Regno  (1) . 

LI.  Avvegnaché  la  canapa  ,  e  il  lino  vi   ere/ca- 
ro bene  da  per  tutto  ,  ore    fi  feminano  ,    contutto- 
ciò  la  canapa  che  fi  coltiva  nella  Provincia  di  Quii- 
Iota  è  più  ricercata  dell'  altra ,  che  nafee  nei  reito 
del  Paefe  ,  ficcome  il  lino  dell'  Ifola  di  Chiloe  vien 
preferito  per  la  fua  altezza  ,  e    bellezza  a  quello , 
che  coltivali  nel  Continente .  Nelle  contrade  ,  che  fi 
accodano  al  Tropico  ,  riefeouo  ottimamente  il   coto- 
ne,  e    la  canna  da  zucchero .  I  cocomeri ,  di  cui  fi 
numerano  fette  ,  ovvero  otto    fpecie  ,   fono    comuni 
nelle   Terre,    che    abitano  gli  Spagnuoli ,  ed  anche 
fra  gV  Indiani ,   e  divengono    perfettamente  buoni  , 
e  molto  grandi .   I  Melloni ,    che    ugualmenre  vi  (i 
trovano  di    molte    forte,  fono    per   lo  più   lunghi, 
faporiti ,  e  di  un  gufeio  affai  fottile  .  Veggonfene  al- 
cuni lunghi  tre  piedi ,  e  corrifpondentemente  grotti. 
Tra  la  gran  varietà,  che  vi  s'  incontra   di    zucche, 
è  notabile  quella  che    s*  appella  del    Sidro  ,  perche 
gì'  Indiani,  avendola  prima  preparata  con  certi  prò* 

fumi, 


[1)  Le  Terre  di  quefio  Regno  fono  ahboniantifjìmt 
d'  ogni  genere  di  gran;,  frutta, -erbaggj,  piante,  radici  ec. 
Il  frumento  ,  il  mah  ,  le  vigne  ,  gli  ulivi  vi  fruttificano 
eccejfivament?  •  Gio.  Dom.  Coletti  v>  Qbik . 


X  49  X 


fumi ,  vi  Iafciano  fermentare  il  loto  Sidr©  •  Eli*  è 
rotonda ,  e  tanto  capace ,  che  contiene  da  trenta  in 
trentacinque  boccali  di  quel  liquore .  Le  fragole  vi 
fi  dividono  in  due  fpecie  ,  le  felvatiche  ,  e  le  colti- 
vate. Le  felvatiche,  che  nafcono  nelle  contrade  Au- 
ftrali ,  fono  per  la  grandezza ,  colore  ,  figura ,  e^ 
pianta  fimili  a  quefte  di  Europa  .  Le  coltivate  àU 
ventano  groffe  come  le  noci  più  grandi  5  e  fé  ne 
trovano  alcune  ,  matfìmamente  nel  Territorio  della 
Concezione,  e  fulle  rive  del  fiume  Eiobio ,  come 
un  uovo  piccolo  di  Gallina  (i)  .  Tra  quefle  fragole 
fi  vedono  delle  gialle  ,  e  delle  bianche ,  benché  il 
lor  colore  ordinario  fia  il  roiTo  purpureo  y  e  così  le 
felvatiche  ,  come  le  coltivate  ,  fono  affai  odorofe^ 
e  dolci  . 

LII.  Le  frutte  de3  Paefi  fituati  nella  Zona  Tor- 
rida 


(i)  Le  frutte  ,  di  cui  il  Chìle  ,  è  abbondavi ijjimo  ^ 
fono  le  mede/ime  ,  che  fi  conofcono  in  Europa  ,  tra  le 
quali  produce  molte  cifiègie  grandi  ,  e  di  un  gufi 6  dilì- 
cato  e  fragole  di  due  fpecie;  V  une  dette  Fruttile  fupera- 
no  nella  grandezza  le  pia  grojfe  del  Quito  ,  trovando* 
fene  come  uova  piccole  di  gallina  ,  e  /'  altre  ,  che  non 
d'frenzianji  nella  grojfezza?  odore,  e  guflo  da  quefle  di 
Sp agita  ,  vengono  felvatiche  nelle  pendici  delle  colline. 
Vi  nafcono  della  ftefia  maniera  tutte  le  fpecie  di  fiori 
fehzjt  altra  coltura  ,  o  diligenza  9  che  quella  che  im- 
fiega  la  Natura.  D.  Antonio  Vlha  tom.  k.  parte  i,  h 
2,  cap^  %.  de   fuoi  Viaggi  * 


y 


i 


X$o)( 

rida  come  fono  la  Chìrlmoìa ,  la  Sa;**»*  ,  il  Ca*„*.. 
***  0  s  la  Granatili* ,  la  G**/*z/* ,  il  C«»ore  ec.  al- 
Ugnano  egregiamente  nelle  Provincie ,  che  s'  avvi- 
cinano al  Perù.  Il  Fico  d»  India,  che  vi  fi  chiama 
luna ,  crefee  In  quafi  tutto  il  Chile ,  e  le  frutte  , 
che  porta,  fono  grandi  come  I  maggiori  fichi  dell* 
Europa,  e  di  buon  fapore.  Non  so  fé  quello  frutto 
Ila  ancora  proprio  del  Paefe ,  o  trafportatovi  dal  Pe- 
rù ,  poiché  avvien  di  trovarne  alcune  piante  ne' 
luoghi  incolti  .  Coir  acqua ,  dove  fi  è  {temperata  li 
foglia  di  queir  arbufcolo,  eh'  è  fommamente  vifeo- 
la,  fi  prepara  la  calcina  per  imbiancarle  mura  del- 
le cafe  . 

UH.  J^E  cofiiere  del  Chile  abbondano  di  conchi- 
glie di  tutte  le  tre  claflì ,  J„  cui  gl;  AutorJ  fog]io. 
no  dividerle.  Le  rive  del  mare  fé  ne  veggono  co- 
perte,  e  a  mifura  ,  che  fi  va  rimontando  verfo  il 
Polo ,  ne  va  mai  fempre  crefeendo  il  numero .  In 
iìffatta  gran  quantità  fé  n'  oflerva  una  varietà  f or- 
prendente  di  colori,  e  di  conformazioni.  Ve  ne  fo- 
no ancora  molte  miniere  profonde  in  luoghi  sì  vi. 
cini.  come  diftanti  dal  mare,  d'  onde  i  Naturali 
del  Paefe  le  cavano,  e  le  calcinano  per  farne  calce, 
che  dipoi  impiegano,  o  nei  loro  edilizi,  o  perim- 

bian- 


X  5  i  X 

biancore  le  muraglie  ,  Fra  quefte  conchìglie  fi  tre*» 
vano  molte  di  un  fapore,  e  di  una  dilicatezza  et 
quifita.  V  Oitriche^  di  cui  s*  annoverano  parecchi© 
fpecie ,  fi  pefcano  In  tutta  la  cofta .  Le  Telline*  ch^ 
vi  fi  nominano  Gftorós ,  fono  affai  comuni ,  ma  le» 
più  ftimate  fono  quelle ,  che  s'  incontrano  attorno 
dell'  Ifola  Qtéiriquin*,  le  quali ,  oltre  ad  effere  ben 
graffe  ,  hanno  di  lunghezza  una  fpanna  incirca  ,  e 
fono  proporzionatamente  groffe.  Se  ne  veggono  del» 
le  gialliccie  5  e  delle  nere5  le  gialliccie  fono  le  più 
ricercate  .  In  entrambe  fi  trovano  delle  perle  dì 
beli'  acqua  3  benché  minute .  I  fiumi  anche  ne  nu- 
tricano ,  ma  quefte  telline  fluviali  fono  piccole  9  e 
feipite  * 

LIV.  Vi  fono  eziandio  riputate  le  Tachjìl  lo* 
co  ,  il  Becco  dì  Pappagallo  ,  i  Comes  9  i  Ricci  ,•  C  ol- 
tre a  motte  altre  il  Piur  per  la  fu-a  fingolarità .  Le 
Tach?  fi  dividono  In  due  fpecie  ,  e  tutte  le  due  fo- 
lio bivalve-  Querce  fono/  quelle  5  che  ritengono  il 
nome  proprio  di  Tache ,  e  quelle  che  fi  nominano 
Macbe  .  Le  Tache  fono  fatte  a  femicircolo  verfo  l'aper- 
tura ,  ed  hanno  dì  lunghezza  da  tre  In  quattro  pol- 
lici .  Le  Mache  fono  più.  lunghe  ,  che  larghe.  I  gu- 
fcl  d'  ambedue  hanno  al  di  dentro  il  colore  della-. 
Madre-perla  .  Elleno  fi  mantengono  fepolte  nella  fib- 
bia del  fondo  dei  niare^  e  quando  quello  fi  ritira  ai 

tem- 


i 


7 


X    5  2   )( 


I 


tempo  del  rifluifo,  vengono  /coperte  dal  pefcatori 
per  certi  zampilli  di  acqua,  che  cacciano  fuori  .  Gli 
Olandefi  trovarono  delle  perle  nelle  Mache  verfo  lo 
Stretto  Magallanico,  ma  i  Chileni  non  fi  fono  dedi- 
cati a  quefto  capo  di  comercio . 

LV.  Il  Loco  vien  detto    anche   dagli    Spagnuoli 
Thde  d'  Afino  per  la  fua  figura  .  Egli  non  per   tan- 
to è  differente  dalla    conchiglia  ,    a  cui  i    Crnchio- 
logifti  danno  quello  nome,  poiché  quella  è  bivalva, 
e  quefto  al  contrario  è  univalvo.  Deffo  vive    attac- 
cato per  la  fua  apertura  alle   roccie .  La  fua  conchi- 
glia è  biancaftra  ,  tubercolofa  ,  lunga  più  di  cinque 
dita,  diametralmente  groffa  quattro  incirca.  La  fua 
carne  è  ugualmente   biancaftra  con    alcune    ftrifeie^ 
più  dure,  e  cileftri .  Ella  è  faporita  ,    fuftanziofa  ,  e 
talmente  dura,  che  non  fi  ammorbidifee  né    peftata 
fra  due  fafiì,  ne  cotta  ad  un  fuoco  vivo  .  Non  oftan- 
te  i  Naturali  del  Paefe  trovarono  lì   fecreto    d'  am- 
morbidarla .  Lffì  la  battono  cun  una     bacchetta   pri- 
ma foavemente ,  e  poi  con  un  pò  più  di  forza  ,    e 
così  la  fan  divenir   tenera  affatto  .  Onde  credo,  che 
gli  Spagnuoli  gli  diedero  il  nome  di  Loco  ,  cioè  Mat- 
to. V  animale  porta  una  fpecie  di  tromba  ,  ò  prò- 
bofeide  ,  dalla  quale  fcola  un  liquore  fino  di  porpo- 
ra ,  che  tinge  indelebilmente  la  lana .  Egli  pare  una 
fona  di  buccino. 

LVL 


X  5  3  X 


IVI.  Il  Becco  dì  pappagallo  fi  chiama  così  ,  per- 
chè nella  figura,  e   grandezza  raflbmiglia  alla  tefta 
di  queflo  uccello  .  Crefce    nei     buchi  d*    una  fpecie 
dì  arnia  {pugno fa. ,  che  ftà    attaccata  alle  roccie  ,  e 
quando  lo  fi  vuol  mangiare,  fi  arroftifce  nella  ftef- 
fa  fua  arnia  .    Il  fap0re  ,  e  la   dilicatezza   delle  fue 
carni  fono  eccellenti  .  I  Comes  vivono  ancora  in  certe 
tane,  che  fi  formano  nelle  rupi  della  fpiaggia  di  Chi- 
lo e  ,  à*  onde  ,    per    cavameli  ,     bi fogna   adoperare 
dei  picconi  di  ferro  .  Eglino  fono    lunghi  poco  meri 
di  una  fpanna  ,  e  di  diametro  hanno  due  onde  .  Van- 
no rivettiti  di  due  conchiglie  poco  dure  .  PorTono  col- 
locarli nella  claiTe     dd  dattili    marini.  Quelli,  che 
fono  flati  nelle  Ifole  di  Chiloe  3    affermano  concor- 
demente ,  che  fiffatti    teflacei    fono  i  più  faporiti  di 
tutti  quei  che  fi  pefcano  nella  cotta  dd  Chile  -  I  Ric- 
ci marini    d    diflinguono    In  bianchi  ,  ed  in  neri  ;  l 
primi    fono  quelli    che    per    P  ordinario  {i  cercano  I 
Entrambi* vanno  corredati  di  fpini  lunghi,  e   aguzz. 
per  mezzo  dei  quali  fi  attaccano  fortemente  alle  roc- 
cie .  Il  loro  diametro  è  di  quattro  in  cinque    polli- 
ci .  Si  mangiano  certe  linguette ,  che  fi  trovano   al 
di  dentro  del  gufcio, 

LVIL  II  Piur  abita  eziandio  in  una  fpecie  d*  ar- 
nia coriacea ,  groffa ,  dura ,  e  coperta  al  di  fuori  di 
mufco .  Quefte  arnie  fono  bizzarre  .  Trovanfene  al- 
cune 


X  54  X 


cune  In  forma  di  cono  avente  d*  altezza  tre  piedi 
incirca.  Ce  ne  fono  altre  ovali  >  altre  cilindriche, 
e  non  poche  rotonde  ,  attaccate  alle  rupi  fotto  r  ac- 
qua, d'onde  1  flutti  le  fradicano,e  le  cacciano  fuo^ 
ti*  V  animale  vive  dentro  di  certe  cellule  ovali  fer- 
iate perfettamente  .  Egli  è  lungo  più  di  due  pollici, 
roffo ,  fatto  a  guifa  di  borfa  con  due  mammelle  ,  e 
contiene  un  liquore  falfugginofo ,  e  grato  al  gufto  . 
Quando  fi  apre  la  membrana  delle  cellule  ,  fchizza 
un  zampillo  del  liquore  con  molta  veemenza  .  In-» 
ciafeuna  dell'  arnie  grandi  s*  incontrano  da  quattor- 
dici in  quindici  Filtri.  I  Naturali  del  Paefe  li  man- 
giano o  arrogiti  nella  loro  arnia  ,  o  fecchi  leiTati  . 

LVIII.  Vi  fi  vede  ancora  una  gran  quantità  di 
granchi  ,  e  di  gamberi  sì  marini  ,  come  fluviali  .  Fra 
i  Granchi  marini  fono  {limati  quelli  ,  che  nel  lin- 
guaggio del  Paefe  fi  chiamano  Xaìve  ,  Jp&ncore ,  o 
Santollc .  Tutti  hanno  dieci  piedi  ,  dei  quali  gli  an- 
teriori ,  fatti  in  forma  di  tanaglie  ,  fono  affai  grof- 
lì  .  Le  loro  erotte  fono  piutofto  rotonde  .  Le  Xaive 
hanno  di  diametro  fui  dorfo  più  di  quattro  pollici, 
e  la  loro  erotta  va  corredata  all'  intorno  di  denti , 
ò  punte •  Le  Apancore  fono  più  grandi  delle  Xaive, 
e  fi  rìiftingiiono  in  iifeie,  ò  fenza  pelo,  in  quelle, 
che  io  hanno  ai  di  fotto ,  e  in  coronate .  Quelle  ul- 
time portano  al  di  fopra  una  forte  di  corona  .  Tut7 

te 


X55X 


te  tre  d.fferenzianfi  dalle  x*he  nella  crofta ,  che 
non  è  dentata.  Le  Santolk  fono  il  doppio  più  grofle 
delie  Apanme,  e  vieppiù  dilicate.  Le  loro  crofte.» 
vanno  armate  di  pungiglioni  lunghi  un  pollice ,  e  fa- 
cilmente fi  fiaccano  al  fuoco,  renandone  la  carne 
coperta  d'  una  membrana  roffa ,  e  facile  da  rompe- 
re .  I  p,edi  anteriori ,  che  non  diiferenzianfi  nel- 
la  figura  da  quelli  delle  altre  fpecie,  ne  fono  più 
groffi,  ed  hanno  in  luogo  di  crofla  una  pelle  mor- 

1IX.  I  Granchi  fluviali  fono  piccoli,  e  follan- 
te fervono  d>  alimento  ai  pefci  dei  fiumi.  I  Gambe- 
n  fluviali  al  contrario  vengono  più  ricercati  dei  ma- 
""'  *  f1./0"0  lunShl'  P«'A  di  una  fpanna,  e  fi  pren- 
dono facilmente  con  una  cefta  ,  dove  fi  mette  uiu 
pezzo  di  carne.  Nelle  cofle  delle  I/oh  di  aiwm- 
FertMdn  fi  trovano  in  abbondanza  le  Locufte  ma- 
rine .  11  modo  di  pefcarle  è  facile .  I  Pefcatori  al 
tempo  della  crefcenza  del  mare  fpargono  fulla  riva 
dei  pezzi  di  carne, ai  quali  da  tutte  le  parti  ne  con- 
corrono tante ,  che  elfi  hanno  ben  da  fare  nel  voi- 
tarle  con  un  baftone  per  impedir  loro  la  fuga .  p0- 
fcia  ne  tagliano  folamente  le  code ,  le  quaH  fccche 
hanno  di  lunghezza  un  piede  incirca ,  e  di  diametro 
da  due  in  tre  pollici.  Quelle  code  fono  affai  fuftan- 
ziofe ,  e  più  faporite  di  qualunque  altro  pefce  fecco» 

LX. 


! 


£ 


r— - 


X5<5)( 


se^saa^iscs^sEssBgHMHMi 


LX.  Il  mare  Chìleno  è  altresì  ricco  di  pelei 
grandi ,  e  piccoli  .  Se  n*  annoverano  più  di  fefTanta 
fpecie  ,  le  quali  per  la  maggior  parte  fono  differen- 
ti da  quefte  d'  Europa  ,  o  per  dir  meglio  ,  trattine 
il  Congro  ,  la  Sfoglia,  il  Tonno  ,  il  Salamene,  il 
Civalo,  la  Seppia,  V  Anguilla,  il  Delfino,  e  le 
Sardelle,  tutti  gli  altri  pefei  ne  fono  diverfi  .  Iflu 
quefta  grande  varietà  fé  ne  trovano  molti  eccellen- 
ti,  e  non  fi  vede  neppur  tino  né  trabiccoli,  né  fra 
i  grandi ,  che  abbia  le  lifche  forcute  .  La  moltipli- 
cazione degl'  individui  d'  ognuna  delle  fpecie,  ofia 
per  proprietà  di  quel  mare  ,  o  per  il  poco  numero 
rifpettivo  di  gente,  eccede  ogni  ponderazione.  Av- 
vien  tal  volta,  di  veder  le  rive,  maflìme  dai  grado 
33.  fin  al  41.,  tutte  coperte  di  pefei  ammonticchia- 
ti gli  uni  fopra  gli  altri  ,  i  quali  fuggendo  dai  pefei 
groffi  ,  loro  nemici ,  s'  accoftano  alla  riva  ,  d'  onde 
vengono  fpinti  fuori  dall'  impetuofe  onde  del  mare. 
Molti  dei  Naturali  fi  perfuadono ,  che  quefto  proven- 
ga da  qualche  pefte ,  che  fiafi  appicciata  fra  i  pefei, 
e  per  ciò  s'  attengono  dal  mangiarne ..  Ma  la  mag- 
gior parte  li  mangia  cosi  frefehi ,  come  fecchi ,  e 
ne  fa  una  grande  provigione  ,  fenza  rifeatirne  in* 
eommodo  alcuno  . 

LXI  II  Fiume  Caute**  ,  che  è   largo    novecento 
piedi  3  e  profondo  da  poter  foftenere  battimenti  grof- 

fi, 


f 


X57X 

fi  ì  in  certi  tempi  dell'  anno  fi  riempie  talmente    di 
pefci  grandi  fino  a  fette  leghe   dalla  fu  a   imboccati:- 
ra ,  che  gì'  Indiani ,  fchierati  nell'  una  ,  e  nelP  al- 
tra riva ,  ne  prendono  in  quantità ,  infilzandoli  fol- 
tanro  con  delle  canne  aguzze ,  cioè  con  quelle  can- 
gie folide  del  Paefe  ,  che  altrove  dicemmo  chiamarfi 
Colèu  .  Lo  fteffo  accade  nella  maggior  parte  de*  fiu- 
mi auftrali.  Neil'  Arcipelago  di  Chiloe,  dove  il  mol- 
tiplico dei  pefci  è  forfè  maggiore  di  quel  del  reftante 
del  Chile  ,  gì'  Indiani  ufano  un  modo   di    pefcare.* 
itraordinario  .  Nella  bocca  de'  fiumi,   o  nelle  fpiag- 
gie  del  mare,  fanno  certi  fìeccati  di  legni   robufti  , 
che  intrecciano  infieme  con  virgulti  ben  filli ,    acciò 
non  poffa  fcapparne  neffuno.    A  fiffatti    fleccati    la- 
fciano  verfo  il  mare  delle  porte,  che  chiudono    per 
mezzo  di  funi  lunghi ,  quando  il  mare    comincia  z^ 
calare.  Entro  vi  rimane  fi  gran  quantità    di    pefci  , 
che  talvolta  ,  così  pel  numero  ,  come    per    la    loro 
corpulenza  fogliono  con  lo  sforzo ,  che  fanno  ,    fpi- 
antare  i  legni ,  e  fuggirtene ,  I  Pefcatori  fcelgono  i 
più  groffi  tra  i  RovàU ,  (  pefce  di  buon  gufto ,  e  d' 
ordinario  affai  corpulento  )  che  poi    feccano  ,    e    lo 
vendono  a  buon  mercato.  Nelle  Ifole  di  Gio.    Fer- 
nandez,  oltre  a  molti  altri  pefci,  fi  pefca    il    Bac- 
calà jen'è  tanta  V  abbondanza,  che  il  gittar l'a- 
mo ,  e  ritirarlo  colla  fua  preda  è  tutt'  uno .  Non  vi 
E  fi  ado- 


r— 


i 


! 


)(58)( 

fi  adopera  la  rete  per  motivo   de*  frequenti   fcogli , 
che  attorniano  quelle  Ifole. 

LXII.  La  deferizione  per  altro  de'  pefei  Ango- 
lari,  che  fi  ritrovano  nel  mar  del  Chile,  farebbe 
affai  lunga,  e  contro  V  intento  di  quello  opufcolo, 
tuttavia  non  poffo  difpenfarmi  dal  dire  qualche  co- 
fa  del  Polpo  ,  e  del  Pefce  Diafano  ,  c©k  alcu- 
ne particolarità  di  due  ,  o  tre  altri  .  Il  Polpo 
è  di  una  figura  così  bizzarra,  che  veggendolo  fer- 
mo fenza  che  fi  muova ,  fi  prende  per  un  ramo  d' 
albero  coperto  di  una  feorza  ,  fimile  a  quella  di  un 
caftagno  .  La  fua  groffezza  non  eccede  quella  de]  di- 
to mignolo  ,  ed  è  lungo  la  quarta  parte  di  un  pie- 
de ,  divifo  in  quattro  ,  ò  cinque  articolazioni  ,  che 
vanno  diminuendo  dalla  parte  della  coefa  ,  la  quale, 
come  fimilmente  la  tefla ,  non  apparifee  altrimente , 
che  come  una  cima  di  ramo  infranta .  Quando  egli 
difpiega  le  fue  fei  gambe  ,  che  tiene  unite  verfo  la 
tefta ,  fi  prenderebbero  per  altrettante  radici ,  e  la-, 
tefta  per  un  perno  fpezzato  ;  maneggiandolo  colla., 
mano  nuda  la  intorpidifee  per  un  momento  ,  fenza 
far  altro  male .  Truovafi  in  quefto  animale  una  plc- 
ciola  vefeica  piena  di  un  liquor  nero,  che  è  un  in- 
chioftro  affai  buono  da  fcrivere .  Il  Pefce  Diafano  a- 
bita  verfo  V  imboccatura  del  fiume  Tolti n  .  Egli  è 
piccolo  5  e  quafi  ovale  3  di  buon  fapqre  .  Ebbe  il  no- 
me 


)(59)( 


sawnMìsNWTOStf^&va^aa^^ 


me  di  Diafano  ,  perchè  in  fatti  è  così  trasparente 
come  il  criilallo,  e  quantunque  fé  ne  mettano  pa- 
recchi gli  uni  fopra  gli  altri ,  confervano  la  loro 
diafanità  .  In  codeiìo  mare  fi  truova  ancora  la  Tor- 
psdine  ,  e  fé  ne  fperimentano  gli  fteffi  effetti ,  di  cui 
fanno  menzione  i  Naturaiifti  ,  in  quelli  che  la  toc- 
cano . 

LXIII.  Il  Pefcc-Gzllo  è  lungo  da  due  in  tre  pie- 
di fenza  fquame  ,  e  vien  detto  così  a  cagione  di  li- 
na creila  rofigna  ,  che  porta  fui  capo .  Attorno  alle 
Ifole  di  Gio.  Fernandez  fi  prende  un  pefee  chiama- 
to Tolto ,  come  un  altro,  che  fi  pefea  in  quei  mari, 
benché  queflo  ne  fia  una  fpecie  più  dilicata,il  qua- 
le in  ciafeuna  delle  due  nuotatole ,  che  tien  fuld^r- 
fo,  ha  uno  fprone  luftro  ,  triangolare,  aguzzo,  ri- 
curvato un  pò  verfo  la  punta ,  duro  come  P  avo- 
rio ,  lungo  due  pollici  e  mezzo  ,  e  largo  in  ognu- 
no dei  tre  iati  da  quattro  in  cinque  linee  .  La  radi- 
ce di  fi  fatt'  oliò  è  fpugnofa.  Quello  fprone  è  effica- 
ce contro  i  dolori  dei  denti ,  come  ne  fece  parec- 
chie volte  T  efperienza  D.  Antonio  di  Ulloa  Capi- 
tano di  Nave  di  S.  M.  Cattolica  .  Se  ne  mette  ili-, 
bocca  la  punta  verfo  il  dente  dolorato,  e  addormen- 
tandoti la  guancia  ,  fé  ne  diffipa  il  dolore  in  capo  à 
una  mezza  ora  .  A  molti  fa  dormire ,  e  dopo  il  fon- 
ilo fi  {vegliano  interamente  guariti.   Mentre  V  offa 


i 


X  6o  )( 

Uà  in  bocca,  fi  offe r va ,  che  la  parte  fpugnofa  del- 
la  ridice  fi  gonfia  à  poco  à  poco  ,  e  diventa  più  mor- 
bida ;  il  che  non  fi  può  attribuire  unicamente  alla., 
faliva ,  perchè  la  punta  dell'  olTo ,  che  foltanto  vi 
entra ,  è  dura  affai  ,  come  abbiamo  detto .  Quindi  fi 
può  inferire  ,  eh'  egli  abbia  qualche  virtù  attrattiva, 
per  mezzo  della  quale  fucchia  V  umore  nocivo,  <La 
Io  comunica  alla  parte  fpugnofa  o 

LXIV.  I  laghi,  ed  i  fiumi,  fpecialmente  dal 
grado  34.  verfo  il  Polo,  abbondano  ancora  di  pefei, 
a  quali,  benché  non  fiano  tanto  variati ,  quanto  quei 
del  mare,  moltiplicano  ecceffivamente .  Quelli,  che 
più  comunemente  vi  $'  incontrano  ,  fono  la  Trutta  , 
il  Pefce-Rè  ,  la  tifa  ,  e  il  Vagre  ,  La  Trutta  ,  il  di 
cui  fapore  è  veramente  efquifito ,  vi  viene  lunga  due 
piedi  incirca  ,  e  proporzionatamente  grolla  .  Pefcafi 
con  rete  ,  o  con  un'  amo  ,  la  di  cui  punta  in  luogo 
di  cjbo  porta  due  penne  rotfe  di  gallina.  lÌPefce-Re 
meritò  quefto  nome  dagli  Spagnuoli  per  1*  eccellen- 
za delle  fue  carni .  Egli  rafTomiglia  un  poco  al  Lue- 
$ìo  per  la  figura  ,  benché  non  abbia  lungo ,  come.* 
coflui  ,  il  mufo  •  La  lunghezza  del  fuo  corpo 
fuol  arrivare  ad  un  piede  ,  e  la  grofiezza  a  due  in 
tre  pollici .  Le  fue  fquame  fono  di  color  d'  argento, 
e  non  ha  altri  fpini ,  che  i  dorfali .  Se  ne  trova  an- 
che nel  mare  3  e  nella  Concezione  fé  ne  fuol    dare 

una 


\mimi<^m^\2mm^mmm 


)(•*:«  x 


una  centina  per  un  mezzo  paolo  moneta  romana- • 
Nei  fiumi  fé  ne  vede  un'  altra  fpecie  chiamata  Ca«- 
ques,  i  quali  non  diftinguonfi  dai  Vefci-RÌ  ,  che  nel- 
la grandezza ,  eh*  è  di  due  piedi  incirca  .  La  tifa  , 
di  cui  fé  ne  pefcà  ancora  gran  quantità  nel  mare,  è 
fimile  nel  fapore,  e  nella  figura  al  C?Wo,ma  n*  è 
tre,  o  quattro  volte  più  grande*  Quella  ,  che  ere* 
fee  nei  fiumi,  è  più  ih'mata  della  marina.  Il  Vagre 
è  brutto  affai ,  brunazzo  al  di  fopra ,  e  biancaftro  9 
o  giallognolo  al  di  fotto,  fenza  fquame,e  vive  per 
T  ordinario  nei  fiti  più  fangofi  dei  fiumi  ,  e  dei  ri- 
vi >  La  fua  teflà  è  rifpettivamente  al  reftante  del  cor- 
po di  troppo  groffa .  Suol  crefeere  fin*  ad  un  piede, 
e  mezzo  .  La  fua  carne  è  tenera ,  graffa ,  gialliccia, 
e  faporofa  al  gufto  * 

LXV.  Vi  fi  veggono  quafi  tutti  gì*  Infetti,  che 
£  conofeono  in  Europa,  le  Api  ,  di  cui  fi  trovane* 
parecchie  fpecie,  maffime  neli'  Arcipelago  di  Chiloe, 
lavorano  le  loro  arnie  nei  buchi  degli  alberi ,  e  fi- 
nora i  Terrazzani  non  fi  fono  indotti  à  domefticarlc. 
Le  Cimici  cos?  di  campagna  ,  come  da  letto  non  vi 
erano  .  Queir  ultime  pacarono  dalP  Europa  nella  roba 
dei  battimenti ,  e  da  quaranta  anni  in  qua  principia- 
rono a  moltiplicai  nelle  parti  fettentrionali ,  e  nel 
Porti  del  Regno.  Le  Cavallette  ,  o  Locufte ,  fona 
^  poche,  e  non  formano  quelle  denfe  nuvole ,  che  gua- 
E  §  la- 


) 


X  6i  )( 

itano  1§  campagne  da  quefta  banda  degli  Ande*  ,  Le 
Zanzare  ancora  no»  fi  veggono  ,  fé  non  nei    panta- 
ni,  o  paludi  j  e  fono  differenti  da  quelle,  che    mo- 
lefiano  gli  abitanti  della  Zona  Torrida  .  Nel  diftret- 
t©  della  Città  di  Coquìmbo  s'  incontrano  i  Pìques  del 
Perù  ,    (  cioè  quelli  piccoli  infetti  5  che   f  introdu* 
cono  nella  carne,  e  fé  vi  fi  lafciano  ,    moltiplicano 
ecceilìvamente  )  ma  nel  refto  del  Regno  non  fi   co- 
nofcono  .  Il  territorio  di  quella  Città  è  limile  affat- 
to pel  temperamento  al  Perù  s  quindi  è ,  che  queft@ 
beftiole  vi  fi  fono  confervate  finora ,  fenza  fare    ule 
tenori  progredì ,  poiché  la  temperatura   delle    altre 
Provincie  $  o  Territori  più  allibrali  ,    effendone    più 
fredda  ,  è  loro    contraria  . 

66.  Oltre  a  quefti  infetti  vi  fi  veggono  molti  al- 
tri peculiari  del  Paefe  ,  tra'  quali  fi  notano  non  po- 
chi affai  curiofi ,  e  degni  delle  fpeculazioini  Filofofi- 
che.  Sulle  te  rie  ,  o  fiori  della  Mifnaga. ,  o  pianta.* 
da  nettare  i  desti,  fé  ne  truova  uno  coleoptero  a  due 
ali  talmente  dorato ,  che  pare  fatto  i*  oro  il  più  bril- 
lante |  e  rifplende  all'  ombra  non  che  al  fole  .  I 
Contadini  ne  fanno  delle  croci  pulite  infilzandoli  1'  ufi 
dopò  r  altro  .  Fra  le  Lucciole ,  di  cui  fé  ne  difiin- 
guono  parecchie  fpecie,  effendone  alcune  alate,  al* 
tre  fenza  ali ,  ve  n'  è  una  grande  ,  come  usa  far- 
falla ordinaria ,  che  di  notte  pare  uria  bracia  volan- 
te. 


- 


)(*3  X 


te.  Nolte  campagne  in  certi  buchi,  che  fi  fa  inter- 
ra ,  vive  un  ragno  vellofo",  bigio  ,  il  di  cui  corpo 
è  grolfo  come  il  pugno,  ed  i  piedi  lunghi  da  tre  in 
quattro  pollici.  Egli,  oltre  a*  denti  piccoli,  ha  due 
zanne,  o  denti  canini  affai  prominenti  ,  che  alcuni 
credono,  che  fiano  medicinali.  Siffatto  ragno  non  è 
punto  malefico . 

LXVII.  Gli  Uccelli ,  che  da  me  vi  fi  poterono 
enervare  così  terrefhi ,  come  acquatici ,  fi  dividono 
in  novanta  due  fpecie  ,  le  quali  comprendono  una^, 
quantità  forprendeiite  d'  individui .  le  montagne  ,  le 
felve  folitarie,  le  cofle  difabitate,  i  fiumi,  ed  i la- 
ghi poco  frequentati  del  Regno  loro  facilitano  gran- 
demente la  propagazione  .  Fra  quefte  fpecie  fi  veg- 
gono alcune  di  quelle ,  che  fi  trovano  In  Europa  9 
come  farebbero  le  Aquile,  i  Milvi ,  i  Falconi,  iFo- 
tiveiti,  gli  Aitori,gli  Uccelli  notturni ,  le  Pernici,, 
i  Palombi  detti  da'  Latini  Torquatì  ,  le  Tortorelle,  l 
Picchi,  i  Tordi,  le  Rondini ,  le  Anitre  acquatiche  di 
cui  fé  ne  contano  da  fei  in  fette  fpecie ,  le  Beccac- 
ele, le  Beccaccine,  le  Gallinelle,  gli  Aironi,  le  Ci- 
cogne, i  Corvi,  gli  Smerghi,  e  le  Cavie,  di  cui 
parimenti  fi  annoverano  di  otto,  o  nove  forte.  Vo 
ne  fono  alcune  altre ,  le  quali ,  benché  fiano  le  mc- 
defime  fpecie ,  contuttociò  fi  diftinguono  da  quell* 
Europee  in  certe  particolarità,  Il  Cigno,  effendo pel 
B  4  refto 


> 


3 


)(  *4  )( 

^■■■■■■■■BiiiHiWiirwiMiiiiiiiiiii  i  wjémtmmmmm 

refto  bianco ,  ha  la  tefta  nera  .  V  Ufignuolo  è  più 
piccolo  di  quefto  di  qua  ,  e  il  /ho  canto  non  è  si 
continuato,  né  sì  armonioso .  Le  Tortorelle  di  mon- 
tagna hanno  le  ali  nere.  Le  Pernici  aquatiche  fono 
più  piccole  delle  terreftri  .  I  Cardellini  fono  più 
gialli,  e  più  rolli  degli  Europei  ,  hanno  barba  fotto 
il  becco ,  la  quale  fi  compone  di  certi  peli  neri  ,  e 
crefce  fecondo  gli  anni  ;  i  giovini  ne  vanno  fenza  , 
come  gli  uomini:  il  loro  canto  è  più  alto  ,  più  con- 
tinuato, e  più  dolce  di  quello  del  Cardello  di  qua. 
Le  femmine  fono  cenerognole  con  certe  macchie  gial- 
le fulle  ali ,  non  hanno  barba  ,  né  la  tefta  nera_  , 
aemmen  cantano  come  i  mafchi  ;  abitano  nelle* 
maremme,  o  negli  Andes ,  d'  onde  per  paura  del- 
le nevi  fi  fpargono  a  ftormi  1*  inverno  pel  Regno. 
Fra  le  altre  fpecie  peculiari,  che  non  fi  trovano  in 
Europa,  fé  ne  veggono  molte  rimarchevoli  così  per 
la  loro  figura,  e  per  la  bellezza  ddìe  loro  pen- 
ne ,  come  per  la  foavità  del  canto  ,  e  pel  fapore 
delle  loro  carni .  Quivi  però,  per  non  contravenire 
al  metodo  preferitto  ,  non  ne  parleremo ,  che  d'  al- 
cune ,  che  ci  fembrano  più  degne  di  memoria, 

LXVIXL  II  Condoro  è  un  uccello  à^  preda  ,  di 
una  forza  prodigiofa  ,  che  corrifponie  alla  fu  a  da- 
tura ,  poiché  le  fue  ali  afiieme  tanno  quattordici 
piedi  in  circa  dall'  una  eftrernità  air   altra  »  Égli  è 

ne- 


X<*5)( 


nero  ,  fuorché  nel  dodo ,  eh*  è  bianco  ,  e  nel  collo, 
dove  ha  uri  circolo  ,  o  collare  parimenti  bianco  *  La 
fua  tefta  va    guernita   di  una  fpezie  di   ciuffo  ;  Le» 
penne  delle  ali  /brio  grolle  come  il  dito  mignolo  '.  Il 
becco  è  forte,  groilb,  e  curvo.  Annida  nelle  mon« 
ragne  nelle  roccie  più  ripide,  e  feofeefe  -    La   fem- 
mina è  minore  del  rnafchio  ,  e  non  ha,  com'    elfo, 
né  collana  5  né  tutto  il  dorfo  bianco  i  né  il  refto  del 
corpo  nero  .  Il  fuo  colore  tira  più  al  bigio  <  Quello 
Pirata  dell'  aria,  che  così  poniamo  chiamarlo  perla 
fua  rapacità,  fa  di  Contiriuo  una  guerra  crudele   alle 
mandre  di  pecore,  e  di  capre,  e  non  di  rado  attac- 
ca  ì  vitelli  *  Allorché  vogliono  far  preda    di    quello 
beflian, e  ,  fi  adunano  fel ,  o  più  di  elfi  ,  e    fienden* 
do  le  loro  ali,  lo  circondano  da  per  tutto,  e  il  pia 
ardito  gli  cava  gli   occhi ,  poi  lo  ftrozzarìo  ,e  lo  man- 
giano fra  tutti .  I  Contadini  fi  fervono  di  due  ftrat- 
tagemmi  per  prenderli  ;  il  primo  3    fi  è   di    far  uno 
fìeccato,  dove  mettono  il  corpo  di    qualche    beftia^ 
morta*  I  Condor?,  che  hanno  un  odo  rato  prodigiofo, 
fubito  dall'  intorno  feertdono  allo  fteccato  ,  e    vi    fi 
fatollano  talmente  ,  che  accorrendovi  1  Contadini  con 
barioni  ,  non  poffono  prendere  la  carriera  neceflfaria 
per  alzarli  all'  aria  aperta,  e  vengono  uccifi  ♦  Quan» 
do  poi  vogliono  prenderli  vivi ,  fi  nascondono  i  Con- 
tadini a  una  piccola  diftanza,  mentre  uno  di  elfi  cori- 
ca- 


|!' 


X 


l 

1 


\ 


X  66  )( 


v^s^ivr^s^^^^^oE^asssssai!» 


cato  in  terra  fi  cuoprc  con  un  cuojo  di  vacca  frefco, 
il  quale  colle  mani  foderate  piglia  per  le  gambe  i 
ponderi.,  che  ingannati  vi  fi  accodano  a  beccare. 
Quelli,  che  ftanno  nafcotfi  ,  vi  corrono  di  fretta  , 
perchè  altrimenti  colui,  che  li  tiene  ,  non  potrebbe 
foftenerli  per  lungo  tempo .  Quello  formidabile  Uc~ 
cello  non  differenziali  3  che  nel  colore  é  dal  Ltemmer* 
Geyer  degli  Svizzeri ,  come  bene  ferivo  Mr.  di  fio- 
mare. 

LXIX,  Il  tiuquìn  è  più  alto  ,  e  più  grotto  dell' 
Oca  :  il  fuo  colore  al  di  fopra  è  bigio  variato  di  bi- 
anco ,  e  al  di  fotto  tutto  bianco  .    La    fra    carne    è 
bianca,  dilicata  ,  e  di  buon    fapore .    Quello   UcceL 
lo  ama  le  pianure  ,  dove  fi  nutrica  ,  o  di  erbe  ,  o  d' 
infetti ,  e  facilmente  fi  addomeftica  .  Lo  Struzzo  vi- 
ve nelle  vallate  degli  Ande, ,    fpecialmente   air   in- 
torno  del  Lago  H*guelguapi .  Egli  è    piantato    fopra 
altiffime  gambe  ,  ha  un  collo  lungo,  e  un    capo  af- 
fai piccolo,,  e  la  fra  ftatura  uguaglia  ad  un  uomo  a 
cavallo.  Tiene  quattro  dita  per  zampa,  tre  innan- 
zi, e  uno  in  dietro  ,  nel  che  differenziafi  dallo  ftruz- 
xo  Affricano,  che  ne  ha  folamente  due.  Le  fu  e  co- 
feie  fono  robufte  ,  1'  ali  piccole,  e  mutili  per    vo- 
lare, ma  gli  fervono  al  corfo  ,  nel  che  egli  vale  mol- 
ti (fimo.  Perciocché  riguarda  al  colore  ,  deffo  è  firni- 
le  a  quelli  dell'  Affrica .  Scarica  le   fue   uova  nella 

fab- 


■ 


X*7X 


ST£&3  ffrfRSSOTI'STSKVfi? 


labbia ,  e  le  cu  apre  con  effa  t  avvien  di  trovarne  la 
alcune  covate  fino  a  feffantai  onde  molti  fi  perfua« 
dono  ,  che  parecchi  vi  concorrano  a  depofitarte  loto, 
Quefte  uova  fono  così  grandi,  che  contengono  una 
pinta  dì  liquore  ,  e  talmente  dure  ,  che  fé  ne  poflb- 
no  fare  dei  vafi  ,  che  fervono  in  luogo  di  porctìla- 
na  t 

LXX.  il  Ramingo  è  un  Uccello  belliflìmo  acqua* 
ileo  ,  il  di  cui  corpo ,  che  non  è  molto   groHo  ,    il 
alza  fopra  due  alee  gambe  affai  lottili  5  e  la  fua  fi- 
tta, eh'  è  piccola  ancora,  s'  erge  in  cima  di  un  col- 
lo lunghiffimo ,  corredato  di  un  becco  parimente  lun- 
go ,  arcuato ,  affai  duro  ,  e  armato  di  denti  ;  i  fam 
occhi  fono  piccoli  ,  e  roffi*  Le  tre  dita  anteriori  del 
piedi  vanno  unite  da  membrane ,  come   quelle    degli 
altri  Uccelli  acquatici  .  Le  piume  del  dorfo ,  e  delle 
ali  fono  di  color  di  fuoco  vivo  affai ,  e  piacevoli  al- 
la vifta  :  quelle  del  reftante  del  corpo    traggono    al 
bianco.  Gì*  Indiani  adornano  le  cime  delle  loro  lan- 
de ,  e  i  loro  cappelli  con  quefte  piume.  Come  dejC- 
fo  è  alto  quattro  piedi  incirca  ,  coftruifee  il  fuo  ni- 
do di  fango,  e  gli  dà  la  forma  d'  un  ceno  troncato* 
Io  inrialza  oltre  un  piede  ,  e  mezzo  al  di  fopra  dell' 
umidirà  ,  e  vi  fcava  nella  parta  ftiperiore  un  buco  9 
«el  quale  depone  le  fue  uova,  che  non  fono  più  di 
due.  Allor  quando  egli  cova  le  uova  j   pofa  1   fuoi 

fise 


; 


X  6S  x 

piedi  fulla  terra ,  e  il  ventre  fui  nido 

J, XXI.  V  Alcatraz  è  una  fpecie  di  Pellicano,  il 
fuo  corpo  è  minore  di  quel  del  Pollo  d'  India  ,  ma 
le  fue  gambe  fono  lunghe  più  di  due  piedi,  e  il  fuo 
becco  largo  da  due  m  tre  pollici ,  e  lungo    un    pie- 
de, e  mezzo  all'  incirca,  quefto  becco  tanto   dalla 
parte  fuperiore  ,  come  dall'  inferiore  è  fornito  di  pie- 
colidenti  in  forma  di  fega  affai  taglienti,  e  al  di  fot- 
to  di  effo  cade  un  facco  sii  lo  ftomaco ,  a  cui  è  an- 
che attaccato ,  come  pure  lungo  il  collo  con  piccoli 
legamenti,  affinchè  non  vada  da  una  parte  ,  e  dall'altra. 
Quefto  fecco  è  compofto  di  una  membrana  grotta,  e 
graffa ,  affai    carnofa  ,  e  pieghevole  come  un  cuojo, 
e  va  coperto  di  un  picciolo  pelo  fino,  e   morbido  , 
come  il  rafo'  Qualora  quefto  facco  fia  vuoto,    non 
fi  vede  molto  ;  ma  quando  1*  uccello  truova  un'  ab- 
bondante  pefcagione  ,  di  cui  fi  nutrica  ,  è  cofa    for- 
prendente  il  vedere  la  quantità  di  pefei  sì  grandi   , 
come  piccoli ,  che  vi  fa  entrare,  o  per  confervarli  pel 
fuo  vitto,  o  per  portarli  ai  fuoi  figliuoli.  Il    colo- 
re dì  quefto  Uccello  è  bruno  .  Le    (uq   penne    fono 
migliori  di  quelle  dell'  Oca  periferivere .  I  Naturali 
del  Paefe  fi  fervono  del  facco  ben  conciato  per   far- 
ne Lanterne.  V  Jlcatraz  pare  ,  che  fia  affai  di] Ica- 
to ,  perchè  nelP  invernate  awien  di  trovarne  molti 
morti  fulle  roccie  vicine  al  mare . 

LXXIL 


A 


X  69  X 


LXXII.  Il  Fa-xaro-Hìnno ,  o  fia  Uccello  bambi- 
no, fu  detto  così  dagli  Spagnuoli ,  perchè  da  tonta, 
no  pare  un  bambino  fafciato  .  Egli  vive  nel  mare  , 
ed  è  della  groiTezza  d'  un  Tacchino  ,  o  pollo  d' In- 
dia  :  ha  le  piume  del  dorfo  nere  ,  e  quelle  di  fot- 
to  il  ventre  bianche.  Il  fuo  collo  è  ovale,  groffo  % 
e  va  cinto  come  da  un  collare  di  piume  bianche  . 
la  fua  pelle  è  grotta  ,  come  quella  di  un  porco  ,  e 
fi  fiacca  facilmente  tutta  intera  dalla  carne .  Tiene 
per  ale  due  falde  di  cuojo ,  che  pendono  da  ambe- 
due  i  lati  in  maniera  di  piccole  braccia.  Quefta  fpe- 
cie  d'ali  è  coperta  in  alto  da  piume  bianche,  corte, 
e  ftrette,  e  frammefcolate  di  nere.  Quefti  cuoj  gli 
fervono  per  nuotare  ,  non  già  per  ergerli  a  volo  * 
Annida  fulle  rive  in  certi  buchi  affai  profondi ,  che 
fi  trovano  nella  fabbia  ,  e  vi  fi  fcarica  di  tre,  o  quat- 
tro uova  punteggiate  di  macchie  ner<e  .  il  fuo  bec- 
co è  ft retto  ,  e  più  grande  di  quello  del  Corvo .-  la 
coda  corta  ,  i  piedi  aeri ,  e  piatti  ,  e  come  quelli 
dell'  Oca.  Cammina  col  corpo  alto,  e  diritto  ,  lafcl- 
andò  pendere  i  due  pezzi  di  cuojo  da  tutti  i  due  Iati. 
Si  dice  ,  che  la  fua  carne  non  ha  il  cattivo  odo* 
re  ,  che  hanno  tutti  gli  Uccelli  marini  ,  e  eh'  è  fa* 
porita . 

LXXIII.  Il  Tbreguel,  o  Kekreu  è  della  groflez- 
za  d*  un  colombo ,  ma  le  fue  gambe  fono  il  doppio 

pi» 


i 


=*,/ 


* 


X  7o  )( 


più  alte.  Il  colore  delle  fu  e  piume  è  al  di  fopra  ce- 
nerognolo variato  di  nero  ,  e  al  di  fotto  del  ventre 
bianco  ,  eccetto  dalla  metà  in  su  ,  eh'  è  tutto  nero. 
Jn  ciafeuna  delle  piegature  delle  ali  porta  un  offò 
lungo  un  pollice  ,  groiTo  quattro  iu  cinque  linee,  a- 
guzzo  ,  e  duro  ,  con  cui  combatte  furiofamente  con- 
tro gli  altri  uccelli  ,  ed  aachc  contro  i  quadrupedi, 
quando  fi  accollano  al  fuo  nido ,  eh'  egli  fa  nei  bil- 
obi, che  truova  a  cafo  in  terra.  Quivi  fi  fcarica  di 
tre  uova  bigie  punteggiate  di  nero ,  le  quali  fono 
buone  da  mangiare  .  Quando  vede  arrivare  un  uo- 
fno  ,  fi  ritira  chetamente  dai  nido  ,  e  non  grida  ,  fé 
non  ad  una  diftanza  confiderabile  da  elfo,  affinchè  non 
poffa  trovare  colui  le  fue  uova.  Vive  nelle  pianu- 
re, e  mai  fi  trovano  infieme  più  del  mafehio  ,  e 
della  femmina  ,  ne  fi  fono  veduti  pofarfi  fugli  al- 
beri . 

iXXIV-  La  Trenca  è  grande  come  un  tordo  , 
ài  color  cenerognolo  frammefcolato  di  nero  ,  e  il  fuo 
becco ,  tefta  ,  e  piedi  rarTomigliano  ancora  a  quei 
del  Tordo .  Le  fue  ali ,  e  la  fua  coda  ne  fono  più 
lunghe,  e  più  larghe.  Quello  Uccello  canta  egre-' 
giamente,  taria  la  fua  voce  come  1*  Ufignuolo  ,  e 
contrafà  per  ifcherzo  il  canto  di  tutti  gli  altri  Uc- 
celli, cui  fugli  alberi  fta  a  fentire  ,  e  fubito  comin- 
cia %à  imitarli  :  è  viviamo,  e  non  può  fiare  cjuafi 

mai 


* 


Xt  X 


VBSSMgBBaEBBBBiSZrZZSA  sascaaff 


mai  fermo  In  un  luogo,  faltellando  qua,  e  là  anche 
quando  canta.  Il  Kereu ,  che  impropriamente  vieii^ 
nominato  dagli  Spagnuoli  Tordo  ,  è  un  pò  più  grof- 
fo  della  Trenta .  Egli  ha  la  carne  ,  le  penne  ,  gli 
occhi ,  il  becco,  e  le  gambe  nere .  Impara  a  parlare 
come  il  PappagalIo>  benché  il  fuo  becco  fia  fottile,  e 
un  pò  più  lungo  di  quel  del  Tordo  proprio.  Il  fuo 
canto  è  continuato  ,  e  foaviflnno  ,  e  fi  addomeftica 
facilmente.  Perfeguita  gli  uccelli  piccoli,  e  ne  man- 
gia con  piacere  il  cervello*  Si  fabbrica  il  fuo  nido 
fugli  alberi  di  fango ,  che  porta  nel  becco  ,  nei  pie- 
di ,  e  nella  coda  ,  la  quale  gli  ferve  di  cazzuola  • 
Quefto  nido  è  una  fcudella  perfetta. 

LXXV.  Nel  Chile  fi  veggono  due  fpecie  di  Pap- 
pagalli: 1'  una  ritiene  il  nome  di  Pappagallo,  e  1» 
altra  ha  quel  di  Catit*.  Il  Pappagallo  t  come  tntti 
gli  altri  Pappagalli  ordinari  dell*  America.  Annida 
in  certi  buchi  tortuofi ,  che  fi  fa  nei  dirupi ,  d'  on- 
de i  Contadini  ne  cavano  i  piccioni  con  uncini,  por- 
tandovifi  per  una  corda .  Quefti  piccioni  fono  uno 
dei  cibi  più  dilicati .  Il  Pappagallo  non  ne  fchiudc 
più  di  due ,  ma  fé  quefti  ne  vengano  cavati ,  torna 
a  far  dell'  uova  ,  finché  arriva  a  portar  feco  i  fuoi 
figliuoli  liberi  dal  pericolo  .  Quindi  è ,  che  a  dis- 
petto della  gran  quantità,  che  nella  fiate  fé  ne  man- 
gia per  ogni  dove  3  k  ne  veggono  in  tutto  il  Re- 
gno 


I 


i 


i 


)(70( 

gno  in  abbondanza  .  Eglino  fanno  gran  danno  al  gra- 
no ,  e  a  tutte  le  frutte  ,  Quando  qualche  itormo  di 
efli  fcende  a  mangiare  ,  ne  fa  uno  di  loro  fopra  un 
albero  la  guardia,  e  dì  quando  in  quando  fi  cam- 
biano le  fentinelle  ,  occupando  uno  di  quelli  ,  che 
hanno  mangiato ,  il  luogo  del  primo  ,  e  feendendo 
coftui  a  partecipare  della  preda  .  Se  la  fentinella  ve- 
de accoftarfi  jl  cacciatore  ,  fubito  grida  ,  e  tntti  fi 
alzano  ♦  La  Cutìta  è  tutta  verde  ,  e  della  grandez- 
za di  una  Tortora ,  ma  n*  ha  la  coda  più  lunga  ; 
pel  refto  è  fimile  al  Pappagallo  ;  nella  fiate  dimora, 
e  annida  negli  Andes  ,  donde  nel  tempo  delle  nevi 
fi  ritira  in  truppe  grandiflìme  alle  pianure  del  Re- 
gno ,  le  quali  pofandofi ,  maflìme  dal  grado  34 ,  fo- 
pra un  gran  tratto  di  campagna  ,  lafcianlo  intera- 
mente fcavato  ,  e  diftrutto  .  Senza  iperbole  fi  può 
dire  ,  che  ogni  truppa  contiene  più  di  un  milione 
di  quefti  uccelli  .  La  loro  carne  è  eccellente  .1  Con- 
tadini gli  ammazzano  con  un  battone  ,  portandofi  a 
tutta  briglia  a  cavallo  nel  luogo ,  ove  fi  fono  po- 
fati ,  perchè  per  la  loro  moltitùdine  s*  impedifeo- 
no  gì*  uni  a  gi*  altri ,  allorché  vogliono  prendere  il 
volo .  Il  Pappagallo  ?  e  la  Q&tìt*  domesticati  impara- 
no bene  a  parlare  . 

LXXVI.  Il  Pha-fior  è  un  piccolo  capo   di ope- 
xa  della  natura  per  la  fua  bellezza,  per  la  fua pie- 
ciò- 


-W7T35: 


X73X 


ciolezza  ,  e  per  la  vivacità  del  colori  d'  oro ,  di  cui 
fono  guernite  le  fue  piume  .  Ce  ne  fono  di  tre  fpe- 
cie,  i  grandi,  i  mezzani,  ed  i  piccoli.  I  mezzani, 
ed  i  piccoli  fono  i  più  belli,  ed  i  più  rifplendenti . 
Gli  ultimi  appena  eccedono  nella  grandezza   a   una 
farfalla  .  Il  loro  colore,  come  abbiamo  detto,  è  d* 
oro  ,  che  imita  ,  fecondo  le  refleflìoni  della  luce ,  il 
brillante    dì    alcune    pietre   preziofe .  Il    becco    dei 
più  piccoli  non  è  più  groffo  di   una    fpilla.    Queftf 
vaghi  augelletti  volano  con  tanta  rapidità,  che  s' in- 
tendono più  pretto  dì  quel  che  fi  veggano  .  Volan- 
do fanno  intendere  una  fpezie  di  ronzio  :  fi  fofien- 
gono  lungo  tempo  in  aria ,  e  fembra ,  che  vi  riman- 
gano immobili  .  Non  fi  nutricano  d'  altro,  che  del 
fucco  dei  fiori,  onde    vengono    chiamati    Pie -ca -fiorì , 
Succia-fiori,  Uccello-ape ,  e  Mellifuga  .  Dopo  la  Cagio- 
ne dei  fiori  rimangono  intorpiditi ,  e  in  una    fpecie 
di  letargo  fin  alla  primavera  ;  fanno  i   loro    piccioli 
nidi  fu  i  ramofcelli  degli  alberi, e  li  guarnirono  di 
pelume  fino  ,  e  non  pongono  più  di  due  uova  bian- 
che punteggiate  di  giallo .  Quelli  Uccelletti  fono  no- 
minati Colibrì  in  alcune  delle  Provincie    dell'  Ame- 
rica .  Fra  le  novantadue  fpecie  di  Uccelli ,  che  di/fi 
aver  ofTervato  nel  Chile,  fé  ne  trovano  molti,   che 
fi  diftinguono  dagl*  individui  della  medefima    fpecie 
fieli*  avere  ò  la    tella  ,  ò   le  ali ,  ò  tutto  il   corpo 
F  bian- 


)(74)( 

bianco,  il  che  può  provenire  dalla  dimora,  che  elfi 
fanno  fra  le  nevi  degli  Andes  .  Quefto  accade  parti- 
colarmente fra  i  Tordi  propri  .  Oltre  a  quefti  uccelli 
peculiari  del  Paefe  vi  fi  veggono  ancora  in  abbondan- 
za i  volatili  domeftici  introdottivi  dagli    Spagnuoh. 

LXXVII.  Il  Chile  non  è  tanto  ricco  di  animali 
Vivipari ,  o  quadrupedi  indigeni ,  quanto  gli  altri 
Paefi  dell'  America .  Egli  non  per  tanto  n'  ha  alcu- 
ni ,  che  non  fono  fpregievoli  .  Quefti  fi  dividono  in 
Aquatici  ,  e  Terreftri .  Gli  Aquatici  fono  la  Balena, 
il  Lione  marino,  il  Lupo ,  il  Cavallo  ,  il  Sfitto,  il 
Guillin ,  e  il  Goipu  .  I  terreftri  il  Lione  ,  il  Huanà- 
co  ,  il  Chilihueque  ,  il  Guemul ,  la  Vicogna  ,  la  Vol- 
pe, la  Guigna ,  il  Djtino  ,  la  Lepre ,  la  Vifcachiu, 
il  Chinne ,  il  KM ,  V  Arda  ,  e  il  Piguchen  .  La^ 
Balena  viene  da  me  collocata  piutofto  in  quefta  claf- 
fe  ,  che  in  quella  de'  Pefci  ,  perchè  quantunque  effa 
fia  fimile  a  quelli  per  la  figura  efterna  ,  tuttavia  fi 
accolla  più  agli  animali  quadrupedi  aquatici  per  la- 
bruttura  interna  ,  e  per  le  fue  proprietà  .  Ella  fi  ac- 
coppia,  come  elfi,  è  vivipara,  fa  latte  ,  e  i  fu  oi  fi- 
gliuoli poppano. 

LXXVIII.  Le  Balene  Chilene ,  di  cui  fi  vede 
d*  ordinario  il  mare  coperto  ,  hanno  in  generale  la 
medefima  conformazione  di  quelle  di  Groelandia,  ad 
accezione  forfè  <T  alcune  picciole   differenze.    Veg- 

gonfi 


'/ 


ì 


X  7  5  X 

gonfi  qualche  volta  quefti  moftruofi  animali  morti 
buttati  dal  mare  falle  rive  .  Il  loro  maggior  aemi- 
co  è  il  Fefce-Spada  ,  chiamato  così  per  un  offe  lun- 
go da  tre  in  quattro  piedi  fatto  in  forma  di  fpada  ? 
o  di  lama  offea,  piana,  e  piramidale,  che  porta  fui 
capo,  Quefto  Pefce  è  della  lunghezza  di  dieci  ìeu 
dodici  piedi ,  e  di  un*  agilità  forprendente  .  Le  fue 
inafcelle  vanno  armate  di  piccioli  denti  appuntati  . 
Ven'  è  una  altra  fpecie,  che  non  diiferenziafi  dal 
primo  fé  non  nella  fpada,  eh*  è  dentata  da  ambe- 
due i  lati  come  uh  doppio  pettine  •  Fra  le  Balene , 
che  vengono  morte  alla  riva ,  fi  veggono  molte  di 
una  grandezza  prodigiosa.  Mi  ricordo  di  averne  ve- 
duta una  coftola  ,  eh*  era  15.  piedi  lunga,  larga  un 
piede  ,  e  mezzo  ,  e  grolla  cinque  dita  .  Molti  pen- 
fano  ,  che  la  gran  quantità  di  ambra  grigia  ,  che  fi 
trova  in  pezzi  più  ,  ò  meno  grandi  particolarmente 
fulle  fpiaggie  dell'  Ifola  di  Chiloè,  venga  dalle  Ba- 
lene ;  ma  io  mi  perfuado  con  Mr.  GeofFroi ,  eh'  el- 
la non  è  altro ,  eh'  una  fpecie  di  bitume ,  che  feo* 
la  dal  feno  della  terra  nelle  acque  del  mare. 

LXXIX.  Il  Lione  Marino  è  un  animale  anfi- 
bio \  e  viviparo  ,  che  raffomiglia  un  poco  al  vitello 
marino.  Quand'  egli  è  pervenuto  al  fuo  maggiore 
accrefeimento  può  avere  dai  quattordici  fino  ai  di- 
ciotto  piedi  di  lunghezza  ,  e  dai  dieci  fino  ai  quin- 
F  a  di* 


;/ 


X  7«  X 


J 


j 


dici  di  circonferenza  .  La  fua  pelle  non    è    fquamo- 
fa,  ma  va  crperra  di  un  corto  pelo  di  color    giallo 
chiaro  .  La  fua  tefta  è  piccola  rifpettivamente  al  fuo 
corpo  j  alquanto  aguzza  ,  e  fingile  à  quella  dei  Lupi 
terreftri  ;  la  bocca  prcporzicnata  alla  tefta  ,  la  lin- 
gua groffa  ,  e  quafi  rotonda  ,  le  mafcelle  guernite  di 
denti  forti,  grandi,  ed  aguzzi,  di  cui  le  due  terze 
parti  fono  come  incaftrate  negli  alveoli ,   e   V.  altra 
pronimente.   Ai  due  lati  della  bocca  ekc  una  barba 
folta ,  e  divergente  come  quella  delle  Tigri .  Gli  oc- 
chi fono  piccoli ,  e  le  orecchie  talmente  corte  ,  che 
dalla  loro  radice  fino  all'  eftremità  hanno    appena- 
da  fei  in  otto  linee  .  Il  nafo  è  ancora  affai  piccolo  , 
glandulofo ,  e  fenza  pelo .  Quefto  animale    ha  du<L* 
mani,  o  alette  cartilaginofe,  che    gli   fervono    così 
per  nuotare ,  come  per  andare  in  terra .  La  fua  co- 
da ,  eh*  è  pure  cartilaginofa  ,  è  grande  a  proporzio- 
ne del  corpo  ,  grolTa  ,  e  forcuta ,  di  maniera     che  , 
piegando  la  fchiena  per  V  ultima  vertebra  ,  fa  con- 
effa  i  due  piedi,  con  cui  accompagnale  alette,  o  le 
mani  per  camminare  fenza  ftrafeinare  il  ventre  .  V 
eftremità  di  quefta  fatta  di  mani ,  e  di  piedi  non  ma- 
le raflbmigliano  alle  dita  umane  fin'  alla  loro   parte 
media  ,  e  vanno  munite  dy  ugne  .  Quefte  dita  fono 
cinque  così  in  ogni  piede ,  come  in  ogni  mano ,  e  fi 
formano  di  offa  minute,  o  cartilagini  dure.    Le  ar« 

ticu- 


)(77)( 


articulazionipiùfenfibili,che  ha  nelle  alette,  fono  due, 
dì  cui  la  prima  fi  trova  nell'  unione  dell'  omoplato,  e 
fa  come  un  omero,  e  la  feconda  nel  fine  delle  alette, 
dove  principiano  le  dita.  Io  fteflb  fi  vede  nella  co- 
da, e  per  quefto  mezzo  cammina  per  terra,  e  quan- 
tunque non  abbia  1*  agilità  ,  di  cui  fono  dotati  i  qua- 
drupedi terreftri ,  contuttociò  fale  arrampicandofi  al- 
le roccie  più  alte ,  e  ripide ,  e  fcende  ccn  la  mede- 
fima  facilità»  Le  parti  naturali  di  sì  fatte  befiie  fo- 
no nell*  eftremità  inferiore  del  ventre ,  e  quando  vo- 
gliono accoppiarli ,  fi  affiedono  fopra  la   ceda  ,    e  lì 
abbracciano  colle  alette.  La  femmina   partorifee  ,  e 
allatta,  come  gli  animali  terreftri,  i  fuoi  figliuoli  ,| 
quali  non  fono  mai  più  di  due  . 

LXXX.  Il  Lione  marino  vien  chiamato  così  a^, 
cagion  di  una  criniera  ,  che  porta  intorno  al  collo  • 
Egli  è  sì  graffo ,  che  dopo  aver  fatta  una  incisione 
nella  pelle,  la  quale  ha  circa  un  pollice  di  groffez- 
za ,  fi  trova  almeno  un  piede  di  graffo  innanzi  di 
pervenire  alla  carne ,  e  alle  offa  .  Perciò  fono  anco- 
ta  chiamati  Lupi  d'  olio  .  il  graffo  dei  piùgrolB  fom- 
miniftra  fino  a  cenciquanra  pinte  d3  olio.  Queft'  a- 
nimale  è  affai  fanguigno  ,  e  quando  è  ferito  fi  but- 
ta prontamente  all'  acqua  ,  che  tigne  dapertutto  col 
fuo  fangue.  Subitoche  i  Lupi  marini  lo  veggono  in 
quello  flato  fi  lanciano  a  truppe  fopra  di  elfo ,  e  in 
F  %  me- 


i 


X  ?s  )( 


meno  dì  un  quarto  d*  ora  lo  sbramano,  e  Io  man- 
giano .  Ciò  pertanto  non  fi  offerva  nei  Lupini  qua- 
li feriti  fi  gittano  ugualmente  all'  acqua ,  e  benché 
fpargano  ancora  molto  fangue  ,  non  vengono  affaliti 
uè  dagli  altri  Lupi,  né  pure  dai  Lioni  marini. 

LXXXI.  Quelli  ultimi  trafcorrono  tutta  V  ella- 
te  per  lo  più  in  mare ,  e  tutto  P  inverno  fopra  ter- 
ra ,  dove  fi  nutricano  dell'  erba,  che  trovano  nei 
luoghi  vicini  al  mare  ,  al  quale  fogliono  di  quan- 
do in  quando  defcendere  per  pefcare  .  Dormono 
nel  fango  ,  o  fopra  le  roccie  ,  e  ronfano  sì  fat- 
tamente ,  e  fi  godono  del  loro  fonno ,  eh'  è  diffici- 
le il  rifvegliarnegli  .  Avvi  perciò  fempre  fra  il  loro 
numero  qualche  mafehio,  che  fa  fentinella  ,  il  quale 
allorché  n'  è  d*  uopo  con  un  grido  molto  dindonan- 
te rifveglia  i  fuoi  compagni  ,  e  fpaventa  coloro,  che 
ad  elfi  fi  accollano .  Gli  uccelli  marini  fi  fpaffeggia- 
no  fenza  eifer  inquietati  fopra  i  loro  corpi ,  quando 
fono  fdrajati  .  E*  cofa  heilc  V  ucciderli  ,  comec- 
ché frano  quali  incapaci  di  diiFenderfi  per  la  pe- 
fantezza  dei  loro  corpi.  Al  menomo  moto  ,  che  fan- 
no ,  fi  vede  il  loro  graffo  molle  fluttuare  fotto  la„, 
pelle  ,  che  li  ricuopre  ;  non  pertanto  conviene  ftar 
in  guardia  contro  i  loro  denti  ,  che  fono  terribili , 
e  non  lafciano  mai  ciò  ,  che  hanno  prefo  .  Quello  a- 
nimale  è  talmente  fenfibile   nell'  efìremità    del    foo 

na« 


)(19)( 


nafo ,  che  V  effetto ,  che  non  fanno  nel  reftante  del 
corpo  le  ferite  più  profonde ,  fi  ottiene  con  un  lie- 
ve colpo,  che  gli  fi  dia  in  quefta  parte,  Tettando- 
ne morto .  I  grandi  gridano  come  1  vitelli ,  ma  il  lo- 
ro grido  n'  è  più  rauco,  i  piccoli  come  le  pecore. 
Le  loro  madri  li  portano  al  collo,  quando  voglio- 
no fuggire  da  qualche  pericolo  .  Quefti  Lionì  mari- 
ni abitano  fpecialmente  attorno  delle  Ifole  di  Gio. 
Fernandez  .  Il  Lord  Anfon  dice  ,  che  i  fuoi  Mari- 
na) vene  ammazzarono  molti  per  mangiarne  la  car- 
ne ,  e  particolarmente  il  cuore  ,  e  la  lingua ,  che-* 
trovarono  preferibili  alle  medefime  parti  tratte  dal 
Elie  . 

LXXXII.  I  Lupi  marmi  non  differenzlanfi  dal 
Lionì  marini,  che  nel  colore,  nella  ftatura  ,  che  n9 
è  più  piccola,  e  nel  collo,  dove  non  hanno  crinie- 
ra. Ve  ne  fono  di  due  fpecie  ,  i  grandi  ,  ed  i  picco- 
li.. I  grandi  hanno  di  lunghezza  otto  piedi  incirca^ 
e  fono  bigi .  I  piccoli  tre  in  quattro ,  e  il  loro  co- 
lore è  bruno  .  Trovanfene  in  quantità  fulle  colle  dei 
Chile ,  ed  anche  nelle  Ifole  di  Gio.  Fernandez  .  I 
Naturali  del  Paefe  gli  ammazzano  con  un  baffone, 
e  fi  fervono  delle  loro  pelli  per  far  dei  palloni  pie- 
ni d*  aria ,  nei  quali ,  che  fono  lunghi  cinque  in  fei 
piedi ,  e  groflì  diametralmente  due ,  legandoli  infie- 
me ,  tragittano  i  fiumi,  ed  anche  fi  ardifcono  ad  en- 
F  4  tra- 


» 


v 


X  so  x 


trare  nel  mare  per  farvi  la  pefea  .  Il  Cavallo  mari- 
ne  è  lo  fteiTo,che  il  Cavallo  fluviale  ,  o  Ippopota- 
mo, che  fi  trova  nei  fiumi  dell'  Affrica»  Egli  dif- 
ferenzianfi  foltanto  da  quello  in  certa  criniera  ,  che 
porta  al  collo.  Il  Gatto  Marine  è  limile  nella  gran- 
dezza ,  e  nella  conformazione  al  gatto  terreftre  :  il 
fuo  pelo ,  che  è  affai  folto ,  e  morbido  ,  è  di  color 
bigio  .  Oltre  ai  quattro  piedi ,  che  fono  cartilagino- 
fi  ,  ha  una  Coda  groffa  ,  lunga ,  e  folta  .  E'  feroce  , 
e  fi  difende  co*  fuoi  denti  acuti  dagli  uomini ,  e  dai 
cani . 

LXXXIII.  Il  Guìllin    è  un  animale  affai  comu- 
ne,  che  vive  ne'  laghi,  nei  fiumi,  e  nei  rivi,    e  fi 
ciba  o  di  pefei ,  o  dell'  erba  ,  che  nafee  fu  i  margi- 
ni .  Egli  è  grande  come  un  cane  ordinario  :    il    fuo 
corpo  va  ricoperto  di  peli  di  due  forti  ,  cioè  ,  di  pe- 
lo lungo  ,  e  di  pelo  corto  :  il  pelo  corto  è  fino  ,  e 
folto  eftremamente  ;  non  oltrepaffa  in  altezza  un  pol- 
lice ,  e  ferve  a  confervare  il    calere    dell'  animale. 
Il  pelo  lungo  è  un  po'  ruvido  :  il  fuo  colore  fui  dor- 
fo  è  bruno  feuro  ,  e  fui  ventre  bianchiccio  .  La  tefta 
è  quafi  rotonda  :  le  fue  orecchie  fono  ancora  roton- 
de ,  e  brevi ,  e  gli  occhi  piccoli  .  La  fua    bocca    va 
armata  di  quattro  denti  lunghi,  ed  acuti,  due  in  al- 
to ,  e  due  abbaffo  .  I  piedi  ,  e  le  mani  fono  membra- 
ne^, e  piatti  ,  e  la  coda  larga  .  La  fua  pelle   è  ftij 

ma- 


• 


>  -      >- 


)(8i  )( 


mata,  e  fé  ne  fanno  dei  cappelli  affai  buoni  .  Egli 
pare,  che  fia  una  fpecie  di  Caftore .  Il  Coipu  è  più 
piccolo  del  Guillino ,  a  cui  è  fimile  nella  figura,  e 
nel  modo  di  vivere  .  Il  colore  della  fua  pelle  è  ne- 
ro ,  e  va  ancora  rivenuto  di  due  peli  ;  P  interiore^ 
del  quali  è  foave.  Quello  animaletto,  benché  anfi- 
bio, fi  alleva  nelle  cafe ,  e  fi  addorneflica ,  come  i 
cani  .  Vi  fi  trovano  ancora  delle  Lontre,  maifime_» 
nelle  Ifole  di  Chiloè ,  le  quali  non  differenzianfi  da 
quelle  di  Europa  . 

LXXXIV.  Il  Lione  terreftre ,  detto  dagl'India- 
ni Pag*  9  è  fimile  nella  conformazione  al  Lione  dell* 
Affrica,  a  eccezione  della  giubba  ,  dì  cui  va  fprov ve- 
duto ,  ed  è  grande  quanto  la  Lioneffa  Africana.  Il 
colore  del  fuo  pelo  è  grigio  biancaftro  .  Quello  ani- 
male fi  trova  in  tutto  il  Chile  dal  gr.  24.  fin  al  45  9 
e  non  Ir  sa  fé  s*  incontri  più  avanti.  Egli  vive  nel- 
le bofeaglie  più  folte  ,  e  fulle  montagne  più  feofee- 
fe,  d*  onde  feende  a  procacciarfi  il  vitto  colla  mor- 
te di  qualche  animale  ,  malfimamente  dei  cavalli ,  di 
cui  va  ghiotto  .  Il  modo  ,  di  cui  fi  ferve  nella  cac- 
cia, è  affai  inciuftriofo  .  Quando  non  gli  riefee  !a_ 
forprefa ,  di  cui  fi  prevale  più  comunemente  ,  fi  pre- 
fenta  ai  cavalli ,  o  a  gli  altri  quadrupedi  fcherzan- 
do,  fdrajandofi  per  terra,  e  movendo  la  coda,  e 
così  fi  va  accollando  a  poco  a  poco,    finattanto  che 

8»     , 


ì 


I  / 


)(8*  )( 


gli  fembra  il  tempo  opportuno:  allora  fplccando  un 
fa  Ito  iimpetuofo  ,  fi  fcaglia  fopra  il  dorfo  dell'  anima- 
le 3  e  lo  fcanna  prontamente  colle  zampe  .  Ma  fe>» 
non  può  fcannarlo  a  cagione  dei  falti ,  eh*  eflb  fa  , 
gli  aggrappa  il  mufo,  e  torcendolo  verfo  di  fe<  gli 
rompe  il  collo  .  Indi  prendendolo  con  una  zampa  lo 
itrafeina  fin*  ad  un  bofeo  ,  dove  ne  mangia  quello,  che 
gli  piace ,  e  cuopre  il  reflante  con  rami,  che  taglia 
dagli  alberi  vicini .  Quetto  fa  nonché  cogli  animali 
minori ,  ma  ancora  colle  beftie  più  grandi  ,  onde  fi 
vede  la  forza  di  quella  orribile  fiera  .  Una  volta  in- 
contrandoli uno  di  quelli  Lioni  in  una  coppia  di  Ca- 
valli, ch'erano  legati  infìeme ,  ne  ammazzò  l'uno, 
e  flrafcinò  tutti  i  due  per  un  gran  tratto  ,  percuo- 
tendo colle  zampe  il  vivo  di  quando  in  quando,  ac- 
ciocché coi  falti ,  eh'  egli  faceva  ,  gli  agevolale  lo  ttra- 
feico.  Egli,  non  ottante  la  faa  intrepidezza  ,  evita 
di  azzuffarfi'coi  Tori  ,  e  colle  Vacche,  benché  quando 
trova  foli  i  vitelli ,  li  mangia  con  piacere  .  Le  vac- 
che ,  quando  egli  fi  accofla  ,  fanno  un  circolo  ,  met- 
tendo dentro  i  loro  figliuoli ,  e  colle  corna  verfo  di 
lui  j  lo  afpettano ,  e  fé  ofa  attaccarle ,  non  di  rado 
lo  lafciano  morto  nel  campo  .  Le  Cavalle  fi  valgo- 
no della  tteifa  indurirla ,  ma  per  1'  ordinario  loro 
non  rlefce  . 

LXXXV.  V  Afmo?  ficcorne  conofea  la  fua  po- 
ca 


)(83)( 


—    0 


ca  abilità  pel  corfo ,  fi  mantiene  fermo  nel  campo 
all'  approffimarfi  queft'  implacabile  nemico,  e  corri- 
fponde  alle  lue  finte  carezze  con  altre  limili  5  afpet- 
tando  P  occasione  di  lanciargli  tre,  o  quattro  calci 
coi  quali  jfu'ol  lafciarlo  diilefo  in  terra,  e  fuggirne 5: 
ma  fé  il  Lione  è  più  pronto,  e  gli  monta  addoffa, 
fi  lafcia  precipitofamente  cadere  fupino  In  terra  3  e^ 
Io  fchiaccia  i  fé  quello  pure  non  gli  riefce  ,  corre 
con  furia  fotto  gli  alberi  più  folti ,  finattantoche  fi 
polla  sbrigare  per  mezzo  dei  rami  pendenti  da  que- 
lla fbma  gravofa .  Così  fono  pochifìimi  gli  Afini  9 
che  diventano  preda  del  Lione.  Non  orlante  la  guer- 
ra continua,  che  queft*  animale  fa  a  tutti  i  quadra- 
pedi ,  finora  non  fi  è  ardito  ad  attacare  P  uomo,  co* 
me  abbiamo  detto  altrove  ,  benché  da  effo  fia  affai 
perfeguitato  ,  e  fovente  tratto  a  morte  pel  danno 3 
che  fa  alle  di  lui  m  and  re .  I  Naturali  del  Paefe  gli 
danno  la  caccia  con  cani  ammaeflrati .  Egli ,  fé  non 
può  fcappare,  o  fi  arrampica  fugli  alberi  più  alti  ^ 
e  va  faltando  con  gran  leggerezza  dall'  uno  alP  al- 
tro ,  o  fi  ritira  ad  una  rupe  ,  o  ad  un  tronco ,  che 
gli  cuopra  il  dorfo ,  dove  fi  difende  coraggiofamen- 
te  dai  cani  ,  dei  quali  fuol  fare  una  grande  itrage3 
fé  non  fono  bene  agguerriti ,  finché  P  uomo  da  lon- 
tano gli  tira  un  laccio  al  c©hèk  allora  vedendoli  p#k 
fo  ,  verfa  delie  lagrime  grolle ,  che  gli   cadono  pet 

le 


.? 


X  §4  )( 


le  due  guande  .  La  fua  pelle  conciata  è  ottima  per 
far  delle  fcarpe  ,  e  il  graffo ,  al  dire  di  molti ,  O 
utile  per   la  fciatica  . 

LXXXVI.  Il  Guanaco  ,  il  Chiltbueque  ,  il  Guemul, 
e  là  Vhegria  fono  fpecie  fubalterne  del  genere  dei 
Cammelli  ,  da  cui  fi  diftinguono  particolarmente  nel 
dorfo  ,  eh'  è  privo  di  gobba  .  Il  Huanàco  ,  o  Guanaco, 
ha  fel  in  fette  piedi  di  lunghezza  ,  e  n'  è  alto  da 
quattro  in  cinque,  raffomiglia  quafi  al  Cammello  per 
la  tefta  ,  pel  collo  ,  pel  labbro  fuperiore  feffo,  e  non 
dentato,  per  la  coda,  e  per  la  parte  naturale;  il 
fuo  dorfo  è  unito  :  i  fuoi  piedi  fono  biforcati  ,  ed 
armati  di  unghie  appuntate,  e  groffe  :  il  fuo  pelo, 
che  fopra  il  dorfo  è  bigio  ,  e  fotto  il  ventre  bian- 
caitro  ,  è  affai  fcave  ,  e  fé  ne  fanno  dei  cappelli . 
Queft'  animale  non  ha  altre  armi  per  diffenderfi  , 
che  la  leggerezza  dei  fuoi  piedi ,  coi  quali  fi  foftie- 
ne  anche  fu  i  balzi  i  più  ripidi .  Egli  vive  per  lo  più 
fnlle  montagne  degli  Andes  ;  non  pertanto  è  affai 
dolce,  e  fi  addomeitica  facilmente,  ma  fé  viene  ir- 
ritato ,  fputa  in  faccia  a  quei ,  che  P  infultano.  Lz 
fua  carne,  al  dire  dei  Campagnuoli  del  Paefe  ,  è 
abbaftanza  buona  ,  e  poco  inferiore  a  quella  del  Ca- 
brato .  Dal  ventre  del  Guanaco  fi  cava  il  behuarc 
più  lino  . 

IXXXVH*  Il  Chilibueque  partecipa  del  Guanàc*, 

e  del 


)(85)( 


* 


c  del  Montone  di  Europa.  Egli  ha  la  tefta  ,  il  collo^ 
e  la  coda  di  Guanaco  ,  e  il  refto  di  Montone  ,  di  cui 
è  al  doppio  più  grande  .  Quindi  è  ,  che  dagli  Spa- 
giudi  vien  nominato  Pecora  del  Paefe ,  e  dagP  In- 
diani Chilihueque  ,  che  vuol  dire  Montone  del  Ch'ile^ 
forfè  per  difìinguerlo  dai  Montoni  ,  o  damar  del 
Perù.  Il  Chilihueque  è  animale  domestico,  ed  affai 
flimato  dagl'  Indiani,  fra  i  quali  nei  loro  trattati  di 
pace  ,  e  nelle  cerimonie  della  loro  Religione  vien* 
ammazzato  come  in  fegno  di  facrifizio  .  La  fua  car- 
ne non  è  inferiore  per  la  bontà  a  quella  dei  Cabra- 
ti ,  e  la  fua  lana  è  eccellente.  Tre -vanfene  dei  bian- 
chi, dei  neri  ,  dei  grigi ,  e  dei  cenerognoli  .La  fpe- 
cie  di  quefV  animale  non  fi  è  propagata  di  molto  , 
per  la  difficultà  ,  che  ha  la  femmina  nel  concepire  , 
onde  affinchè  riceva  il  mafehio  ,  bifogna  foftener- 
la  . 

LXXXVIII.  Il  Guemul  è  fimile  nella  conforma- 
zione ,  e  nella  grandezza  al  Chilihueque  ,  a  eccezio- 
ne della  coda  ,  eh'  è  come  quella  del  Cervo  .  Egli 
è  più  felvatico  del  Guanaco  ,  e  quafi  fempre  dimora 
nei  (iti  più  feofeefi  degli  Anàes .  La  Vicogna  è  gran- 
de come  una  capra  ,  e  rafforaiglia  affai  al  Guanaco  : 
il  Aio  colore  è  di  caffè  :  la  fua  lana  è  fina ,  e  mor- 
bida ,  e  fé  ne  porta  in  quantità  air  Europa  .  La  fua 
carne  è  ancora  faporofa.La  Vìco^ha  vive  nella  par- 
te 


w 


> 

i 


te  più  temperata  del  Regno,  cioè  nelle  Provincie  di 
Coplapò,  e  di  Cequimbo  .  Bifogna  eh'  ella  fia  affai 
feconda,  perchè  malgrado  la  ftrage  continua  ,  che-* 
fé  ne  fa  tutti  gli  anni,  fi  trova  in  abbondanza.  E 
molto  timida,  e  baila  per  fermarla  nel  fuo  corfo  ti- 
iia  fune  ,  eh'  abbia  pendenti  alcuni  flocchi  di  lana  . 
Allevata  fi  addomeftica  ,  come  una  pecora.  Ond'  è 
degna  di  vituperio  la  negligenza  ,  o  cattiva  condot- 
ta dei  Naturali,  i  quali  potendo  nodrirle  in  mandre 
per  tofarle  alloro  tempo,  ne  ammazzane  delle  mi- 
gliaia pel  folo  intereife  delia  lana:  quindi  accaderà, 
che  col  tempo  fé  ne  diftriiggerà  affatto  un  animale 
cotanto  preziofo  . 

LXXXIX.  Oltre  alla  Volpe  ordinaria  vi  fi  ve- 
de un'  altra  ,  detta  Culpèu  dagl'  Indiani,  la  quale  è 
due,  o  tre  volte  più  grande  di  quella  :  ma  n'  è  in 
tutto  limile  per  la  conformazione  ,  colere  ,  e  proprie- 
tà .  Vive,  come  la  Volpe,  della  caccia  di  uccelli 
domeftici  ,  e  qualche  volta  ammazza  gli  Agnelli,  quan- 
do li  trova  feparati  dalle  loro  madri  .  Si  oppone  ai 
cani  ,  e  fuol  ammazzarne  alcuni  ,  quando  fi  vede_* 
troppo  agitata  da  effi .  Per  altro  quefta  fpecie  n@n  è 
tanto  comune  ,  quanto  quella  della  Volpe  ordinaria. 
La  Ou'ignct  è  una  tigre  piccola,  che  non  eccede  nel- 
la grandezza  un  gatto  grofib  .  Il  fuo  colore  è  bigio 
cariato  ài  macchie  nere  rotonde  .  Fa  guerra  foltanto 

ai 


' 


)(S7)( 


ai  volatili,  e  vìve  nelle  bofcaglie  .  Vi  fi  veggono 
ancora  molte  fpecie  di  gatti  felvatici ,  che  differen- 
ziatili fra  loro  nella  grandezza  ,  o  nel  colore ,  ben- 
ché neffuno  ecceda  di  molto  i  gatti  ordinari .  I. Dai- 
ni,  i  Cervi,  e  le  Lepri  fono  fimili  a  quell'iddi'  Eu- 
ropa. 

XC.  La  Vìfcacha  è  della  groffezza  ,  e  quafi  del- 
la figura  di  un  Coniglio  grande,  benché  nJ  abbiale 
gambe  più  brevi  :  il  fuo  pelo  ,  eh*  è  foave  ,  è  mi- 
Ito  di  bigio ,  e  nero  .  La  fua  coda  raffomiglia  %* 
quella  della  Volpe  ,  e  va  provveduta  di  fetole  tal- 
mente dure  ,  che  fembrano  fpini ,  e  con  effa  aggi- 
randola velocemente  difeaccia  da  fé  i  fuoi  nemici  ♦ 
La  fua  carne  è  buona  da  mangiare  .Vive  in  certe 
tane  ,  che  fi  forma  in  terra .  Tutta  la  notte  s' im- 
piega in  portare  all'  ufeio  del  fuo  abituro  tutto  quel- 
lo ,  che  trova  nei  campi .  Quindi  i  viaggianti,  quan- 
do perdono  ò  unofprone,ò  qualche  altra  cofa  ,  van- 
no a  cercarla  alle  tane  delle  Vifczchc  ,  che  vi  fi  tro- 
vano ,  ficuri  d'  incontrarvela . 

XCI.  Il  Chinne  è  ancora  della  grandezza  di  un 
Coniglio  ,  ma  la  fua  figura  n*  è  affatto  differente, 
e  ralfomiglia  piutofto  a  un  cagnuolo  .  Il  colore  del- 
la fua  pelle  è  un  turchino  feuro ,  fuorché  nel  dorfo, 
ove  dalla  tetta  fin'  alla  coda  fi  vede  una  lifta  cqhì- 
pofta  di  molti  anelli,  o  circoli  bianchi  :  la  fua  coda 

èaf- 


1 


ì 


X  «  X 


è  affai  proveduta  di  pelo,  e  va  ricurvata  in  su,  e 
nel!'  eftremità  fi  apre ,  e  fi  ferra ,  come  quella  del 
pavone  .  Quefto  animaletto  è  dolce  ,  ed  amante  degl' 
uomini ,  che  cerca  dapertutto  •  Egli  entra  nelle  lo- 
ro cafe  ,  mallime  nel  campo ,  vi  mangia  quello  che 
trova ,  e  fpalfeggia  tra  i  cani  con  ogni  libertà ,  che 
non  gli  vien  mai  difputata  né  da  quefti  ,  ne  dall' 
uomo  ;  anzi  tutti  gli  portano  rifpetto  ,  e  lo  temono, 
benché  non  faccia  male  a  neffuno  ne  coi  fuoi  denti, 
ne  colle  fue  ugne  .  Egli  fi  è  meritato  quefto  falvo- 
condotto  per  un  liquore  oliofo ,  differente  dall'  uri- 
na ,  che  porta  in  una  vefcichetta  fituata  preifo  T  a- 
no  ,  dove  principia  la  coda  .  Quefto  liquore  ha  un  o- 
dore  sì  acuto ,  sì  puzzolente  ,  e  sì  Soffocante  ,  che 
con  difficoltà  fi  troverà  nelle  produzioni  naturali  co- 
fa  ,  che  gli  fi  raflbmigli .  Oltre  ciò  egli  è  sì  tenace, 
che  non  fi  diffipa  fé  non  difficilmente,  e  paffato  mol- 
to tempo.  Quando  1*  animale  fi  vede  attaccato ,  al- 
zando prontamente  i  piedi  pofteriori  ,  lancia  fopra  1* 
aggreffore  con  violenza  quefto  fugo  peftilente,  e  per 
via  di  efso  riman  libero  dal  pericolo  .  Il  veftito,  che 
n'  è  bagnato  o  fi  abbandona  del  tutto  ,  o  non  s'  u- 
fa  fé  non  dopo  reiterate  lavature  con  del  ranno  for- 
te .  Il  luogo  refta  inabitabile  per  molto  tempo,  poi- 
che  non  e'  è  aromato ,  o  mufehio,  che  pofsa  fupe- 
rarne  il  fetore .  I  Cani ,  che  ne  fono  fpruzzati ,  sba- 

lor- 


X  «*  X 


twpi 


lordifeono,  fi  rivoltano  nella  fabbia ,  o  nel  fango, 
fi  tuffano  fovente  nell'acqua,  corrono  urlando   co- 
me furiofì  per   la    campagna  ,    e    diventano  magri  , 
perchè  durante  la  puzza  ,  non  mangiano  quali    nul- 
la .  Perciò  eglino  fi  guardano  bene  di    attaccar  Af- 
fa tta  befh'a,  e  foltanto  per  errore,  credendola    un*, 
altro  animale,  la  affalgono.il  Chìnm  per  altro  non 
adopera  quefV  arma  Angolare,  fé  nen    quando    vien 
irritato  da  quelli ,  che  non  fono  della    fua    fpecie  s 
giacche  non  fpruzza  mai  gli  altri  Chìnm  ,  quantun- 
que abbia  fovente  i  fuoi  contraiti  con    elfi  .    Quefto 
cattivo  odore  non  fi  fente ,  fuorché  nel    cafo  di  ef- 
fer  lanciato  ,  la  pelle ,  e  la  carne  ne  vanno  onnina- 
mente efenti  •  GÌ*  Indiani ,  per  impedirgli  V   ufo  di 
iiffatto  liquore,  lo  prendono  per  la  coda;  poiché  al- 
lora ,  ftirati  con  effe  i  nervi  della  vescichetta ,  fene 
chiude  1*  orifizio .  Eglino  colla  pelle  di   quello  ani- 
male,  il  cui  pelo  è  molto  foave3  fanno  delle  belle 
coperte  da  Ietto  . 

XCII.  Il  KM  è  grande  come  una  Volpe ,  a  cui 
t affomiglia  per  la  coda  ,  e  pel  refto  del  corpo  al  Coc- 
codrillo .  Le  fuc  gambe  fono  corte ,  il  fu©  pelo  fino, 
e  il  fuo  colore  cenerognolo  variato  di  macchie  bian- 
che .  Egli  è  ferociffimo  ,  e  finora  non  fi  è  potuto  ad- 
domefticare .  L'  Arda  è  una  fpecie  di  Sorcio  cam- 
f  agnuolo  della  grandezza  di  un  gatto ,  che  folamen- 
G  te 


:/ 


) 


\ 


X  9°  X 

-rjgrcrooMMMJW'''1"*"*1''111111'111'*1''1'111'1"1,1'11'1' ■1■1a^fT^W^'»"^'-^^"—^ "     '    "  '  J 

te  il  trova  nella  Provincia  di  Copiapò  .Ella  è  doci- 
le affai,  e  va  riveflita    di   una    lana   cenerognola  , 
folta  ,  e  morbida  come  il  miglior  cotone  .    Il  w*gu- 
chen  è  P  animale  più  ciiriofo  del  Chile  .  Egli  è  qua- 
drupede interré,  e  alato,  e  unifce  perfettamente  V 
uccello  al  quadrupede  .    La    fua    grandezza  è  come 
quella  di  un  Coniglio  ordinario,  grotto  al  di  dietro, 
e  ftretto  davanti  :  Va  coperto  di  un  pelume  fino  di 
color  carico   di  cannella  .  Il  fuo  mulo  è  appuntato, 
i  fuoi  occhj  grandi ,  rotondi ,  e  luccicanti  •  Le  lue  orec- 
chie appena  fi  vedono  .  Le  ali  fono  membranofe    come 
quelle  del  pipistrello  ;  le    gambe    corte,  e  fìmili  a_. 
que'le  della  lucertola  ;  la  coda  rotonda  nella  fua  o- 
rigine  ,  e  poi  larga  a  guifa  di  quella  del    pefee  :  fi- 
fchia  come  le  bifeie ,  e  vola  quanto  le  pernici  :  abi- 
ta ne*  buchi  degli  alberi ,  da'  quali  non  e(cQ  fé  non 
di  notte  tempo  .  Non  fa  male  a  neffuno ,  ne    pur  fi 
fa  qual  fia  il  fuo  vitto .  Io  non  ebbi  mai  P  occafio- 
ne  di  offervar  Affatto  animale,  ma  da    perfone     de- 
gne di  fede ,  che  lo  efaminarono  ,  ko  avuta  quefia_. 
deferizione  concorde.  Vi  è  fama  coftante    della  fua 
efiftenza  così  tra  gli  Spagnuoli,  come  fra  gP  India* 
ni,  i  quali  gli  diedero  il  nome,  che  porta.  In  tut- 
to il  Chile  fi  trovano  eziandio  i  porcellini  d' India, 
i  quali  fi  accoftano  più  alla  figura  del  Coniglio,  di 
qutfti  che  fi  csnefeono  qua  in  Italia  s  Incontranfi  an. 


7 


! 


) 


1* 


X  9  0( 


'  cora  nelle  campagne  molte  fpecie  di  Sorcj  differen- 
ti nel  colore,  e  nella  conformazione  de*  loro  cor- 
pi. 

XCIII.  Dagli  Spagnuoli  vi  fono  flati  trafporta- 
tati  i  Cavalli,  gli  Afini  ,  le  Vacche,  le  Pecore,  le 
Capre,  i  Porci,  alcune  fpecie  di  Cani,  i  Gatti, ed 
anche  i  Topi  domeflici .  Tutti  quefti  animali  fi  fono 
moltiplicati  grandemente  in  queft©  Paefe  fenza  de- 
generare in  nulla  dalle  loro  fpecie  primitive  .  (a)  I 
Cavalli  fono  generalmente  belli,  forti,  ben  fatti  „ 
fpiritofi,  ed  infaticabili.  Le  loro  unghie,  mercè  la 
folidità  del  terreno,  fono  affai  dure  s  onde,  fuor  di 
alcuni  ,  che  mantengono  i  Signori  nelle  loro  flalle, 
tutti  gli  altri  vanno  fenza  ferri .  Se  ne  vede  una  gran 
quantità  non  folamente  fra  gli  Spagnuoli ,  ma  an- 
cora tra  i  barbari ,  che  li  ricevettero  da  coftoro.  Di- 
itinguonfene  tre  razze .  La  prima  è  de*  Cavalli ,  che 
G  2,  van* 


(a)  1  beftiami  fono  in  gran  numero ,  come  pure^ 
gli  uccelli  .  Cioè  Pernici  ,  Tortore  ,  Beccaccie  ,  &c.  e  te 
carni  fono  dy  un  ottimo  ftp  or  e  .  I  Cavalli  delebile  fo- 
no ì  piò  flimatì  di  tutta  V  America  per  la  loro  gran- 
dezza ,  bellezza  ,  e  fpirito  ,  e  fé  ne  condurrò  ancora 
per  cofa  affai  fingolare  in  Spagna  .  Gie.  Eom,  Coletti 
v.   Chile  . 

Par  tout  il  fé  trouve  un  fi  grand  nomhre  de  he* 
(liaux ,  qu  ilf  apeudePais  dans  le  Monde  ,  qui  enaìt 
ttnt .  M,  Sanfon  d'  AbbzvilU  Geog.  v.  Chili* 


7 


» 


ì 


)(9*X 

vanno  di  trotto ,  ovvero  ordinari ,  i  quali    fogliono 
venderti*  a  etto  ,  o  dieci  pàoli  V  uno ,  e  le  Cavalle 
a  treo  quattro.  Quefti  vengono  preferiti  a  tutti  gli 
altri  da'  Contadini ,   perchè    dicono  ,    che   fono  più 
pronti,  e  più  veloci  nel  corib  .  La  feconda  è  deJ  Ca- 
valli ambianti ,   i  quali  nafeono  con  quefta  proprie- 
tà .  Veggonfene  i  puledri  di  uno  ,  o  di  due  mefi  (  di 
cui  fa  menzione  con  meraviglia  il  Signor  Ulloa   nel 
fuo  viaggio  )  feguire  ambiando  le  loro   madri ,    che 
vanno  di  galoppo ,  fenza  fepararfene  punto .  V  an- 
datura dì  tai  Cavalli  è  foavifllma ,   e    al    medefimo 
tempo  veloce .  La  terza  razza,  e  più  ftimata   delle_» 
due  precedenti  fi  è  quella  de'  Cavalli  ,  che  vi  fi  chia- 
mano  di  Brazos  ,  perchè  all'  andare  alzano  con  leg- 
giadria alternativamente  le  braccia  .  Quantunque  ef- 
fi  abbiano  naturalmente  quefta  particolarità ,  vengo- 
no pure  ammaeftrati  da*  Cozzoni,  affinchè  fi  perfe- 
zionino nel  loro  movimento  naturale,  e  allora  non 
fi  vendono  a  manco  di  3©o,o  400  feudi  V  uno,  maf- 
fimamente  nel  Perù ,  dove  fono  molto  ricercati .  Gì' 
Indiani  barbari  infegnano  ancora  a*  loro  Cavalli  un 
certo  modo  di  ballare  ,  mentre  camminano  ,  che  non 
è  difpiacevole .  Gli  Araucani ,  e  gli  Spagnuoli  Chi- 
leni  ,  allorché  domano  i  puledri  ,  loro    cavano    uno 
de*  nervi ,  0  mufcoli   fituati   nella  radice  della   co- 
da. 3  acciocché  elfi  non  la  fcuotano  *  o  alzino    nel? 

aru 


)(9J  X 


andare  ,  il  che  chiamano  caligarli  * 

XCIV.  Le  Vacche  pure  fono  ili  tanto  mimerò, 
che  d'  ordinano  fi  comprano  a  tre  feudi  V  una  (a)  • 
Le  campagne  vafte  ,  che  vi  fi  trovano  6  ricche  di  bel- 
le pafture ,  ne  facilitano  la  propagazione  «  Vi  fono 
de*  Signori,  i  quali  nelle  loro  poifefiioni  $  che  fono 
di  molte  leghe  ,  hanno  chi  dieci  mila ,  chi  dodici 
mila  Vacche .  Cofforo  ogni  anno  ne  feparano  500. 
e  talvolta  mille  9  e  mandandole  ai  pafcoli  più  pin- 
gui ,  affinchè  vi  $*  ingranino  meglio ,  le  ammazzano 
tutte  infieme  nella  State .  Quando  arriva  il  tempe» 
determinato  per  quefìo  macello  ^  fi  fa  uno  beccata 
di  legni  forti  in  una  pianura  ,  dove  s*  inferrano  tut- 
ti i  di  le  Vacche  *  o  Manli  ,  che  debbono  uccidere 
in  quella  giornata  «  Indi  a  buon*  ora  fi  lafciano  an- 
dare a  una  a  una  nella  pianura  .  I  Contadini  3  per 
cui  Affatto  meftiere  è  lo  fpettacolo  più  allegro,  che 
mai  fi  poffa  dare  %  correndo  indietro  a  tutta  briglia 
G  3  in 


(a)  Alcuni  degli  Autori ,  che  hanno  ferino  dell*  A~ 
merica ,  dicono  che  nel  Chile  vale  una  Vacca ,  0  Man* 
%o  dieci  feudi  per  quello  3  che  videro  pratìcarfi  net  Por- 
ti del  Regno  .  £'  vera  ,  che  nei  fuddetti  forti  fi  fan  paga- 
re così  dai  Battimenti  per  una  convenzione  antica  ,  che 
dura  finora  .  Il  governatore  del  Porto  ne  ritiene  quattri 
Scudi  per  lui ,  e  //  reflo  è  pel  Padrone  .  Il  prezzo  or» 
dìnario  delV  interiore  del  Regno  è  di  tre  Scudi  foli , 
come  abbiamo  detto* 


'■! 


; 


» 


•/ 


1 


■j 


)(94)( 


in  buoni  Cavalli ,  tagliano  loro  1  garetti  con  uno 
fpiedo  lungo  da  dieci  in  dodici  piedi ,  e  munito  di 
un  ferro  tagliente  fatto  a  guìfa  di  mezza-luna  .  I 
beccaio  gli  uomini  a  ciò  desinati ,  le  ammazzano, 
come  vanno  cadendo  ,  ficcando  loro  nella  nuca  la^ 
punta  del  coltello  ,  e  poi  le  fìrafcinano  con  bovi  fot- 
to  un  gran  frafcato,  o  portico  coperto  di  ramid' al- 
beri,  dove  le  macellano  fpeditamente  .  Pofcia  fepa- 
rando  la  carne  dal  fevo,  o  graffo  ,  la  tagliano  in- 
fìrifcie  fottili  lunghe  due,  o  tre  piedi,  e  larghe  li- 
no, e  falandola  la  tendono  all'  aria,  o  al  fole,  af- 
finchè vi  fi  rafciughi .  Quefta  carne  ,  effendo  ben 
fecca  ,  s*  imballa  ,  e  fi  manda  alle  miniere ,  e  a'  Por- 
ti pe*  Battimenti  ,  e  pel  Perù  .  Lo  fieffo  fi  fa  del  fe- 
vo .  Se  qualcuna  delle  Vacche  più  leggiera  dell'al- 
tre fcappa  nel  tempo  dell'  azione  ,  i  Contadini  cor- 
rendo parimente  a  cavallo  la  prendono  con  un  lac- 
cio,  che  gettano  venti,  ov trenta  piedi  lontano,  il 
«quale  va  legato  alla  fella  del  cavallo  .  Quefto  ber- 
cio ,  che  ha  di  lunghezza  50  3o  60  piedi  3  è  fatto  di 
cuojo  vaccino  torto  ,  che  effi  dirompono  con  del  fe- 
vo ,  finché  divenga  morbido  ,  e  allora  diventa  così 
forte  ,  che  tiene  un  toro  feroce  capace  di  rompere 
un  capeftro  di  canapa  il  doppio  più  groffo .  I  Cavai* 
li  fono  talmente  avvezzi  a  queft©  efercizio  ,  che  fu- 
bito  che  vien  prefo  il  toro,  fi  fermano,  ed  apren- 
do 


^Macello  cl&Lle  Vacche 


3 avola  4. 


^3«L*:  |gk_ 


G.Fabbrìf 


'/ 


)(95)( 


do  le  gambe  lo  foggettano,  mentre  che  II  padrone 
ne  fcende  ad  ucciderlo  .  Oltre  alla  fpecie  ordinaria 
vi  fi  vede  un'  altra  fpecie  di  Vacche  ,  le  quali  van- 
no (provvedute  di  corna ,  e  f@no  brutiffime  .  Que- 
fte  formano  razza  Sparata,  e  fi  difendono  co  idea- 
ti, il  di  cui  morfo  è  più  formidabile  a'  bifolchi,  che 
le  corna  di  quelle  dell'  altra  fpecie  . 

XCV.  La  quantità  di  Pecore,  e  di  Capre  5  che  qui 
s' incontra,  non  è  meno  grande,  anzi  fupera  di  molto 
quella  delle  Vacche  per  la  loro  fecondità  .  Le  peco- 
re partorirono  indifpenfabilmente  due  volte  all'an- 
no ,  e  non  di  rado  fanno  due  agnelli  per  volta.  Le 
Capre  ancora  fé  ne  fgravano  due  volte  nello  iteffo 
anno ,  e  rariillma  è  quella ,  che  partorlfce  un  folo 
Capretto  ;  ne  fanno  d'  ordinario  tre  ,  quattro  ,  e  tal- 
volta fi  è  veduta  qualcuna  farne  più  in  un  folo  par- 
to .  Le  Pecore  diventano  più  grandi  nelle  Vallate 
degli  Andes ,  ahe  nelle  pianure  del  Chile  proprio  0 
onde  vi  fono  molto  limate  le  pelli  di  pecora,  che 
vengono  da'  Feguenches^o  fia  dagl'  Indiani  monta- 
nari. La  lana  di  quefte  pecore  Andine  è  ancora  piti 
lunga  ,  e  più  bella  di  quella ,  che  fomminiftrano  le 
pecore  delle  contrade  marittime  ,  la  quale  nondime* 
no  ha  tutte   quella  buone  qualità  3  che  fi  richiedono. 


G  4 


f.III 


ì 


X  96  )( 


• 


I 


§<   III. 

CVI.  IL  Ch'Ile,  attefa  la  fua  fertilità  ,  doveva  efclu- 
dert  dal  fuo  feno  ogni  fpecie  di  minerali  ,  1  quali 
fempre  ricercano  le  terre  aride,  e  fterlli .  Ma  non 
è  così  :  Egli  è  più  ricco  al  di  dentro  di  quello  che 
ila  al  di  fuori .  Vi  fi  truovano  quafi  tutti  i  metalli, 
femimetalli,  e  minerali,  che  fi  conofeono.  L'  Oro 
è  tanto  comune,  che  un  Autore,  che  vi  abitò  più  di 
quaranta  anni ,  fcriffe  con  un'  iperbole  ben  fondata, 
€he  tutto  quefto  Paefe  era  una  piaftra  d'  oro .  (a)  In 
fatti  quafi  non  e'  è  monte  in  tutta  la  fuaeftenfione, 
dove  quefto  preziofo  metallo  non  s*  incontri  in  mag^ 
giore,  o  minor  quantità,  (b)  Trovafene talvolta  an- 
che in  polvere  nelle  pianure,  e  bene  fpeflb  nella^ 
labbia  de'  fiumi  ,  e  de'  rivi  .  (e)  Queft*  oro  del  Chi- 

i£r 

{a)  Fr.  Gregorio  di  Leon  nel  fuo  Opufcolo  intitolai 9 
Mappa  dei    Chile . 

(b)  Si  trovano  qui  le  miniere  -più  ricche  dell9  Oro  ,  e 
in  gran  numero  ,  e  fi  può  dire  ,  che  tutte  le  J uè  montagne 
fono  piene  dì  quefto  preziofo  metallo  .  Quelle  ancora  dell* 
Argento  ,  del  Rame  ,  della  Calamita  ,  delV  Argento  vìvq9 
del  Zolfo  ,  delCarbon  fofftle  et.  fono  fenza  numero  ino» 
gnì parte  .  Gio.  Dom.  Coletti  <v.  Chile  . 

(e)  Au  deffus  de  ces  vallee  s  il  y  a  des  mines  d*  Ar~ 
gent ,  de  vif-argent ,  de  cuìvre  ,  de  plomb  ,  &  un  fi  grand 
nombre  de  mines  d*  or  &  icy  ,  <$?  par  to'/t  aiUeurs  dans  le 
Chili  ,  encore  fi  grande  quantìte  d'  or  dans  te  fobie  de  la 
plupart  dtf  xìvwes ,  que  certaìn  Auteur   a  deb  dire ,  que 


)(97)( 


le,  al  dire  di  M.  Pitiche,  del  P.  Buffer,  e  di  pa- 
recchi altri  Autori  Francefi ,  e  Inglefi ,  è  il  più  pu- 
ro del  Mondo .  (a)  Egli  veramente  fi  regola  d;  ordi- 
nario a  più  di'  venti  carati ,  e  fovente  fi  truova  di 
ventitré  ,  e  mezzo  . 

CVILNelle  Provincie  Auftrali  s' erano  {coperte  mól- 
te miniere  di  un  Oro  eccellente,  dalle  quali  gli  Spa- 
gnuoli  cavavano  fomme  immenfe  .  (b)  Ma  gli  Arau- 
cani,  che  abitano  quelle  contrade,  dopo  averne  fcac- 

cia- 


tout  le  Chili  rì  efl  qu  une  piacque  d'  or.  M.  Sanfo»  d*  Al* 
beville  Geog.  v.  Chili .  ... 

(a)  Que fio  Regno  delebile  è  abbondante  di  miniere 
d*  ognifpecie  ,  ma  fpecialmente  d'  Oro  5  e  di  Rame  .  Le^ 
miniere  di  quefla  fpecie  fono  comunijfime  .  Coquimbo  ,  Co- 
piapò  ,  e  Guafco  hanno  miniere  d3  Ore ,  il  di  cui  metalli 
viene  per  eccellenza  chiamato  Oro-Capote,  efiendo  il 
più  pregiabìle  di  qualunque  altro  [coperto  fin  qui  .  V  In* 
glefe  Aut.  del  Gazz*  Amer.  v.  Chile  . 

(b)  Valdivia  ,  quiy  fut  apres  Almagre  .  , .  à  tire  une 
tres  grande  quantitè  d*  Or  de  ce  Pàys  .  Ilfit  travailler  a 
diverfes  miniere s  d'  Or  fi  riches  ,  que  chaque  Indien  Jm 
tendoìt  trente  ,  cu  quarante  Ducats  parjour  .  Quand  il  n* 
y  auroit  eu  ,  que  douze ,  ou  quinze  Indìens  dans  ce  tra* 
vaìl  y  cela  pouvoit  rendre  trois  ,  ou  quatre  cens  ducats  par 
jour  ,  &  dans  le  mois  environ  dix  mille  ducats  ,  &  dans 

V  annee  cent,oufix  vìngt  mille  .  Cela  convieni  a  ce  qu? 

V  Ine  a  Garcilazo  rampone  dans  fon  h^fioire  ,  que  le  Come- 
te Valdivia  e  ut  pour  fon  partage  une  pmie  du  Chili  (  u~ 
na  Contea  ) ,  &  que  fes  fujets  lui  rendoient  par  an  plus 
de  cent  mille  pezos  dy  or  d?  trìbui  .  M.  Sanfon  d'  A!bs~ 
ville  •  Geog*  v*  Chili  * 


)(9S)( 


• 


«Iati  coftoro  ,  le  chiafèro  affatto  ,  e  non  permette- 
rò a  chi  che  fìa  d'  intraprenderne  lo  fcavo  .  Le  pili 
famofe  miniere ,  che  al  prefente  fi  lavorano  nella 
parte ,  che  poffedono  gli  Spagnuoli ,  fono  quelle  di 
Copìctpo  ,  Cuttjco  ,  Coquimbo  ,  Andaeollo  ,  Petorca  ,  Li- 
gua ,  Pennuelns  ,  Tìltìl ,  Caren,  Aìguè  3  Talea  y  e  H#/7- 
Irpataga- . 

XC Vili. Ritraggefi  quivi  l'Oro  in  duemaniere,cioè 
o  fpezzando  con  picconi  di  ferro,  e  talvolta  con  del- 
la polvere  ,  i  fallì ,  che  ne  fono  impregnati  ,  o  lavan- 
do la  fabhia  de'  fiumi ,  dove  fi  vedono  delle  parti- 
celle di  quefto  metallo.  La  prima  è  fempre preferi- 
ta all'  altra  dalle  perfone  beneftanti  pel  gran  van- 
taggio,  che  loro  ne  deriva  .  Non  citante  ella  è  af- 
fai difpendiofa  ;  perchè  ,  oltre  alla  fanca ,  fi  richie- 
dano molti  finimenti  ,  e  un  Mulino  particolare  per 
ridurre  in  polvere  le  pietre  metalliche .  Quefto  mu- 
lino ,  che  fi  chiama  Trapìche ,  ha  due  macine  collo- 
cate a  guifa  di  quelle  dell'  Infrantolo  ,  dove  fi  ma- 
cinan  le  olive.  Un  gran  canale  d'acqua  fa  girare  la 
macina  fuperiore  entro  un  caffone  circolare,  ove  fi 
mette  il  metallo.  Un  altro  canaletto  v'  introduce  al 
di  fopra  un  pò  d'  acqua  ,  la  quale  ,  bagnando  conti- 
nuamente i  fafn ,  ne  agevola  la  macinatura ,  e  traf- 
porta  per  un  buco  in  certi  pozzi,  detti  maritate,^ 
parti  più  fonili .  Eflendo  tutto  il  minerale  polveriz- 
za- 


)(99)( 


zàto  vi  sJ  infonde  il  mercurio ,  il  quale  raccoglie^ 
tutte  le  particelle  d'  oro,  che  incontra,  formandone 
un  globo  biaricaftro,  à  cui  poi  il  fuoco  reftituifce^I 
bel  color  giallo  ,  e  la  durezza  . 

XCIX.  La  feconda  fpecie  di  miniere  s' abbandona 
per  lo  più  a  quelli,  che  non  hanno  un  capitale  {uffici- 
ente per  le  fpefe ,  che  domandano  fui  principio  k-» 
precedenti .  Coloro  mettendo  la  fabbia  in  una  fpe- 
cie di  navetta  fatta  di  corno  3  che  chiaman©  Vorun* 
r>a  ,  la  lavano  bene ,  e  poi  raccolgono  i  granelli  d* 
oro,  che  pel  loro  pefo  rimangono  al  fondo  ;  ma  co* 
me  n  n  adoperano  il  mercurio,  ne  perdono  più  del- 
la metà  .  Non  oftante  il  profitto  n'  è  afTai  confide- 
rabile.  Unr  uomo  dabbene,  che  s*  impiegava  nelle 
invernate  in  si  fatto  lavoro ,  mi  diife  9<  che  la  tetti* 
mana,  che  gli  fruttava  meno  ,  gliene  dava  cinque 
feudi.  In  fatti  vi  s' incontrano  qualche  volta  de' pez- 
zi alfai  grofli .  Io  ne  vidi  alcuni ,  che  pefavano  da 
tredici  fin  a  quindici  oneie . 

C.  L'Oro,  che  annualmente  fi  cava  nel  Chile  s| 
dai  monti,  come  dalle  fabbie,  facendo  un  computo 
prudente,  arriverà  bene  a  quattro  milioni  .  Ogni  an- 
no fé  re  batte  un  miiion  ,  e  mezzo  alla  Zecca.  Par- 
te del  refto  va  fuori  ad  Regno  in  polvere  9  o  inJ 
mafie  ,  e  parte  s'  impiega  in  fupelletili  sì  di  Ghie- 
fa,  come  di  cafa,  cioè  in  fibbie,  anelli  ,  pendentif 

ed 


;/ 


X  IO° 


) 


ed  altri  arredi  donnefchl ,  giacché  non  vi  è  donna  al- 
cuna, eccettuatene  le  mendicanti,  che  fono  pochif- 
fìme ,  la  quale  non  abbia  i  pendenti  almeno  d'  O- 
ro.  (a) 

Le 


(a)  11  ninnerò  di  gente  ,  che  sy  impiega  nelle  mì- 
mere  ,  è  affai  piccolo  ,  perchè  la  maggior  parte  de*  Ter- 
razzani,  vedendo  morir  poveri  molti  de'  Minatori,  fi 
perfuade,  che  quejìo  meBìere  lungi  da  arricchire, [pian- 
ti piutoflo  quelli  ,  che  vi  s'  applicano  .  Ma  s*  ingannano 
mi fer  abilmente ,  attribuendo  un  effetto  reale  a  una  ca- 
gione chimerica  .  Le  vere  cagioni  della  povertà  de*  Mi- 
natori fono  i  vizj  ìnfepar abili  da  fiffatta  razza  di  gen- 
te .  Cojloro  vedendo  tutti  ì  giorni  V  oro  fra  le  loro  mani 
fi  avvezzano  a  difpregiarlo  .  Così  tutto  quello  che  gua- 
dagnano lo  fcìalacquano  con  una  prodigalità  incredibi- 
le in  ifiravizi ,  e  nel  giuoco  ,  avendo  fempre  in  bocca 
un  proverbio  inventato  da  loro  >  cioè  che  i  monti  non 
dimandano  conti.  Eglino  fono  giunti  a  tal  punto  di  ec- 
cedo in  quefia  materia ,  che  qualora  v*  entra  un  nuovo 
lavoratore  ,  e  proccura  rifparmiar  qualche  cofa  ,  cerca- 
no tutti  z  modi  poffibilì  per  {piantarlo,  affinchè  fi fpoglì  , 
come  effi  dicono  ,  di  un  vizio  cotanto  dtf onorevole  alla  no- 
hil  profetfìone  metallica  ,  quaV  è  V  amore  al  danaro  .  1 
Troprietarj  ancora  delle  miniere  perdono  pììi  della  metà  dì 
quello  che  fruttano  i  loro  metalli  %  perchè  ì  lavoratori 
che  fono  gli  unici  ,  che  pojfono  entrare  nelle  cave  ,  na- 
f condono  i  pezzi  più  e  ùnfider  ab  ili  ^  che  fé  ne  incontrano  . 
Oltre  ciò  qui  fi  cofluma  ,  che  i  Padroni  delle  miniere  conce- 
dano a*  low  minatori  tutti  i  dì  un*  ora  ,  e  le  fefle  tutta  la 
notte  ,  acciocché  efp  ne  ritraggano  per  loro  quella  quantità 
dì  metallo  ,  chepofiano  dentro  quel  tempo  preferito  .  Co- 
jloro 9  nel  mentre  che  lavorano pe'  loro  Padroni ,  la/ciano 


Vi 


X*oO( 


CI.  Le  miniere  dell' .argento  vi  fono  ancora  co- 
muni ,  ma  perchè  P  effrazione  n'  è  più  faticofa  ,  e 
dì/pendiofa  di  quella  dell'  oro ,  fé  ne  lavorano  po- 
che. Tra  quefte  è  molto  rinomata  quella  ,  che  fi  fco- 
perfe  nella  Valle  di  Ufpallatayh  quale  è  fituata  fra 
i  monti  degli  Andes  tra  i  gr.  31  ,e  33.  di  Iat.  Aufh 
Qiiefta  miniera  fu  ritrovata  t*  anno  1638.  ma  allo- 
ra ,  quantunque  foflero  grandi  indizj  della  ricchezza^ 
che  vi  è,  fi  trafcurò  di  lavorarla  o  fia  per  mancan* 
za  di  Operaj,  o  di  danaro ,  finche  nell'  anno  1762. 
due  perfone  intelligenti ,  che  vi  arrivarono  mandate 
dal  Viceré  del  Perù  ,  riconofciuto  il  teforo ,  che  vi 
fi  occulta  9  incoraggiarono  allo  fcavo  d'elfo  gli  abi- 
tanti di  Mendoza ,  Città  della  Provincia  di  Cujo  di- 
pendente dal  Prefidente  del  Chile  ,  e  poco  dittante 
da  Ufpallata.  I  Mendozini  s'  impiegano  al  prefente 
neir  effrazione  di  sì  ricco  metallo  con  un  profitto 
immenfo. 

CU.  Laminiera  fi  diftende  nella  Valle  a  maniera  dì 
fafcia  per  lo  fpazio  di  40.  leghe  incirca,  effendo  lar- 
^a  da  nove  in  dieci  piedi .  Quella  vena  va   accorci* 

pa- 

ivdietro  le  pani  più  ricche  dette  vena  ,  che  poi  [cavano  , 
quando  arriva  il  loro  turno  .  Quindi  i  Proprietarj  ricevo- 
nt>  un  danno  grandifjtmo  .  Il  peggio  fi  è  ,  che  tal  difordi* 
3*  fono  irremediabilì,  pnìrhè  fi  '> '  p&drnn*   ttytaJSftsm   dì  por m 

vi  riparo  3  non  troverebbero  chi  volere  Uro  ferwire  • 


1 

1 

> 

r 

i 

1 


i 


? 


).(    102   )( 

pagliata  di  molte  altre  piccole ,  che  fi  diramano  qua, 
e  là  per  tutto  quel  terreno  .  Erta  fi  divide  fecondo  la 
uia  lunghezza  in  cinque  parti ,  o  filoni  inuguali  • 
Quello  ,  che  ila  nel  mezzo ,  è  largo  due  oncie  ,  e 
diiferenziafi  dagli  altri  nel  colore. Delfo  vien  ftima- 
to  da'  minatori  come  la  matrice  del  metallo,  il  che 
gli  ha  fatto  dare  il  nome  di  Guida  ;  eflendone  come 
il  fiore ,  o  la  parte  più  ricca .  Le  due  lille ,  che  gli 
ftanno  accanto  ,  fi  chiamano  Vìntene  ,  ed  i  loro  me- 
talli fono  inferiori  a  quello  della  Guida .  Le  altre.» 
due  efteriori  finalmente  fi  nominano  Brojfa,  e  ren- 
dono meno  delle  Pinterie  .  Quefta  miniera  non  è  fu- 
perficiale  ;  ella  s'  interna  profondamente  in  terra ,  e 
T  anno  1766.  alcuni  degli  fcavi  avevano  già  160. 
braccia  di  profondità.  Si  è  feoperto  ancora  che  la 
ricchezza  del  metallo  crefee  in  ragione  dell'  altez- 
za del  buco  . 

CHI.  Il  metodo  ,  di  cui  fi  fervono  que'  Cittadini  per 
feparare  I-  argento  dalle  parti  eterogenee  ,  è  il  fe- 
guente  .  Primo:  riducefi  il  metallo  in  polvere  minu- 
tirfima  in  un  Mulino  detto  anche  Tipiche  come  quel 
dell'  Oro  ,  benché  ne  fia  un  pò  differente  nella  co- 
rruzione .  Secondo  :  crivellali  quefta  polvere  in  una 
fpecie  di  ftaccio  fatto  di  fila  fiottili  di  ferro ,  e  poi 
fi  diitende  in  Cuoj  di  vacca,  dove  fi  mefcola  con^ 
fa!e,  mercurio^  e  fango  ben  putrefatto  3  e  verfando* 


vi  dell'  acqua  fé  ne  fa  una  malfa ,  la  quale  per  lo 
fpazio  di  otto  ,  o  dieci  giorni  fi  batte  ,  calpefta  ,  e 
rivolge  diligentemente  due  volte  al  giorno .  Terzo; 
Mettefi  la  mafia ,  dopo  le  operazioni  precedenti ,  in 
un  caffone ,  o  truogolo  di  pietra ,  donde  per  mezzo 
dell'  acqua,  che  vi  fi  verfa  ,  difeiogliendofi  fcolaper 
un  buco  in  alcuni  pozzi  fcavati  appiè  del  caffone  , 
nel  fondo  de'  quali  1*  argento  amalgamato  col  mer- 
curio retta  come  un  globo  bianco .  Quarto:  cavafene 
quefto  globo,  e  meffo  in  un  facco  di  lino  fi  compri- 
me fortemente,  affinchè  pe'  fori  del  facco  feorra  1' 
argento  vivo  •  Quinto  :  gli  Operaj  in  certi  modelli 
fatti  a  capriccio  danno  alla  maffa ,  che  in  quefto  fia- 
to  è  tanto  morbida ,  quanto  una  parla  di  farina,  tut- 
te quelle  figure,  che  lor  vengono  in  tefta  o  di  uccel- 
li ,  o  di  animali  ,  o  di  fiori,  ec.  Una  gran  parte* 
dell'  argento  vivo,  che  reità,  fcappa  fratanto  pe* 
buchi,  che  fi  lafciano  appofta in  quelli  modelli.  Se- 
ilo:  come  il  mercurio  a  difpetto  di  tutte  quefte  com- 
preffioni  non  abbandona  del  tutto  _P  argento  ,  la  maf- 
fa finalmente  fi  getta  in  un  forno  ben  accefo  ,  doy* 
elfo  fvanifee  interamente ,  e  1'  argento  rimane  puro, 
bianco  ,  e  folido  . 

CIV.  Elfendo  flati  efaminati  a  Lima  ì  metalli  di 
quella  miniera  ,  gli  Operaj  più  periti  del  Poto/i  di- 
chiararono 3  che  la  Guida  rendeva   per  ogni  Caffo- 


f 


i 


)C1°4)( 

IpWBBBMBMBaBBBaBMI 

*<?  (a)  più  di  dugento  marchi  d'  argento  puro;  che 
quefto  ileiTo  metallo  mefcolato  con  quello  delle  Jtò*. 
tem  ne  dava  cinquanta  incirca  ;  che  la  Brofa  ne  foni, 
miniftrava  quattordici.  Non  fo  fé  le    Pinterie    fiano 
tote  efaminate  da  per  fé  fole.  Ora  riducendo  i  mar- 
chi  al  prezzo  corrente  delle  miniere,  il  CafTone  del- 
la Guida  rende    1600.  feudi .  Quel  delle  Pinterie  me- 
fchiate  400.,  e  quel  della  Brojfa  m,  Se  paragonia- 
mo   quefto    prodotto    con    quello  della   famofa  mi- 
niera del    Potosì,  troveremo,  che   quefta    miniera, 
che  è  fiata  la  più  celebre  del  mondo  ,  mai  arrivò  a 
fruttare  quaranta  marchi  per  Cafone  s  Che  i  Proprie- 
tarj,  che  ne  ritraggono  otto  ,    diventano   ricchi;  e 
the  quelli,  che  non  ne  cavano  che  fei,  flanno  be- 
ne •  Il  pregio  maggiore  delle  miniere  Potofine  fi  è 
la  durazione  .  Ma  i  ChilenI  ancora  pofTono  fperare, 
che  quefte  del  loro  Paefe  dureranno  almeno  al  pari 
di  quelle,  perchè  V  eftenfione   è  più  grande,  e   gi' 
jndizj  finora  loro  promettono  un  fondo    inefauribi- 
le .   Oltre  a  quefta  miniera  fi  lavorano  nel  Chile  al- 
cune altre ,  tra  le  quali  quelle  di  Gòrmaz  non  lun- 
gi dalla  Capitale,  e  quelle  di  Cor*  nel  Copiapò  ren- 
do- 


^  (a)  Qhìamafi  CafTone  tra  ì  Minatovi  una  quanti- 
tà di  metallo  ,  0  minerale,  che  pefa  cinquanta  quin- 
tali .(  Ogni  Quintale  fi  compone  di  cento  libre  di  onde 
fedscì  ognuna  * 


*tec 


)(   105  )( 


dono  trenta  marchi  d*  argento  netto  per  cartone  . 

C  V.  Le  miniere  di  rame  non  fono  meno  frequenti 
in  quello  Paefe  di  quelle  dell'  oro,  e  il  rame  che 
fé  A  cava  viene  collocato  dal  Signor  di  Ulloa  im- 
mediatamente dopo  quel  di  Corinto  tanto  vantato 
dagli  Antichi .  (a)  In  fatti  oltre  a  molte  altre  qua- 
lità ,  che  lo  rendono  eccellente  ,  elfo  fi  ritrova  per 
lo  più  mefcolato  coli'  oro.  Laonde  i  Francefi,  che 
vi  fecero  al  principio  di  quefto  fecolo  un  traffico  con- 
fiderabile ,  ne  procurarono  acquiftar  tutto  quel  che 
poterono  ,  per  ritrarne  poi  quefto  preziofo  metallo  * 
Quantunque  fifatte  miniere  fieno  innumerabili ,  aon 
fi  lavora  fé  non  a  quelle  ,  ove  i  Proprietari  trova- 
no in  ogni  caiTone  la  metà  al  manco  di  rame  net- 
to ,  perche  altrimenti  pretendono ,  che  perdono  la^, 
loro  fatica  .  Nulla  ottante  tra  le  Città  di  Copiapò , 
H  e 


(a)  Nelle  Contee  di  Coquimbo  ,  e  di  Guafco  fon  . 
comunijfime  le  miniere  di  tutte  le  fpecie  dì  metalli  ,  di 
maniera-  che  tutta  la  Terra  pare  interamente  compofta 
di  minerale  ,  ed  è  qua  dove  fi  lavora  a  quelle  di  rame , 
dalle  quali  fi  cava  tutto  quello  ,  che  provvede  il  Perù  ,  e 
il  Chile  .  Ma  quantunque  quejlo  rame  ecceda  ogni  altra  co- 
fa  dì  quefia  fpecie  finora  conosciuta  ,  fi  lavora  per  altro  con- 
gran cautela  alle  miniere ,  e  non  fé  n  eftrae  più  di 
quello  che  ferva  per  V  ordinario  bifogno  ;  frattanto  che 
le  altre  miniere  quantunque  conofciute  per  egualmente 
ricche,  fono  lafciate  intatte.  V  Inghfe  Aut.  del  Gazz* 
Amer.  v.  Chili. 


1 


:/ 


)■ 


I 


X  io<5)( 

«—in iiimiiiiih  ■lumi  i  w^aga^pme^np; 

e  di  Coquimbo,  fé  ne  veggono  al  prefente  più  dì 
mille  lavori .  (a)  Nella  Provincia  di  Aconcagua  fé 
ne  trovano  altretanti  ;  in  quella  di  Qillota  fi  fco- 
perfe  in  quefti  ultimi  anni  una  vena ,  che  fuper%tut- 
te  le  altre  nella  qualità  del  rame  ,  e  nelP  abbon- 
danza. Nella  Provincia  di  Maule  ve  ne  un*  altra 
eccellente  .  La  più  celebre  però  è  fiata  quella  del  Pa- 
jeny  alla  quale  non  fi  lavora  più,  perchè  il  Terri- 
torio, in  cui  fi  trova,  è  abitato  da'  Barbari.  Quan- 
do la  poffedevano  gli  Spagnuoli ,  vi  s'  incontravano 
pezzi  di  cinquanta ,  o  cento  quintali  di  rame  puro  # 
(b)  Le  relazioni ,  che  ci  rimangono  di  quel  tempo  , 
ci  dicono,  che  quello  rame  era  di  fi  bel  colore ,  che 
pareva  un  fimiloro  ;  fi  ricco ,  che  dominava  più  in 
effo  T  oro,  che  lo  fteffo  rame,  e  fi  facile  da  cavar- 
li ,  che  per  avernclo  baftava  fare  del  fuoco  appiè  de* 
faffi ,  che  n*  erano  impregnati , 

CVI.I  Terrazzani,  per  avere  il  rame  netto  fi  vagì  io  - 
no  delle  operazioni  feguenti.  Primo;  fanno  una  fof- 
fa 

(a)  Kominanfi  lavori  nelle  miniere  le  buche ,  o 
e xv  e  . 

(b)  Tutte  le  parti  della  Cordillera  ,  verfo  Santia- 
go, e  la  Concezione  abbondano  di  miniere  di  quello  me- 
tallo (  rame  )  e  particolarmente  un  luogo  chiamato  Pa- 
jen  ,  dove  a    varie    anticamente  fi  lavorava  ,   e  dovc^ 

fi  fon  trovati  pezzi  di  cinquanta  ,  o   cento  quintali  di 

puro  rame.   V  Inglefe  eh.   v.    Chili. 


I\«< 


)(  i°7)( 


fa  affai  profonda ,    il  cui  pavimento  fi  forma  con  in 
na  fpecie  di  malfa  compofta  di  geflb,  e  di  offa  bru- 
ciate, e  ben    polverizzate.    Quefta    pafta    refifte  al 
fuoco ,  non  fi  fende  ,  riè  lafcia  poro  ,  o  buco    alcu- 
no per  dove  poffa  frappare  il  metallo  .  Da'  quattro 
lati  della  foffa  alzano  quattro  mura,    le  quali  al  di 
fuori  della  terra  fi  curvano  a  guifa  di  forno  -    Nella 
parte  fuperiore  lafciano  una  fineftra  fi  per  mettervi 
il  metallo  ,  come  per  offervare  lo  flato  della   lique- 
fazione ♦  Fanno  inoltre  nella  volta  parecchi  altri  ba- 
chi ,  affinchè  n'  efea  il  fumo ,  Secondo  :  Per  avvivar 
più  il  fuoco  adoperano  certi  grandi  mantici,  che  ven- 
gono poftl  in  movimento  da  un  canale  d'  acqua.  Ter- 
zo :  Rifcaldano  bene  il  forno  alcuni  giorni  innanzi  di 
mettervi  il  metallo  ,  e  allorché  ve  lo  mettono,  frapon- 
gono  alcuni  fofei  di  legna  folida  infino  alla  volta .  Quar- 
to :  Qualora  feorgono  ,  che  il  metallo  è  già  ben  li- 
quefatto ,  aprono  uno  fportello  fatto  appiè  del    for- 
no ,  per  dove  il  rame  feorre  ,    come  un  torrente  di 
fuoco ,  e  riempie  i  modelli ,  che  gli  fi  mettono    ao 
oanto  . 

CVII.  Io  non  fono  certo  della  quantità  dì  rame,  che 
fi  cava  annualmente  da  cotefte  miniere  ,  folamente 
pollo  dire  che  quattro  in  cinque  Navi ,  che  vi  arri- 
vano ogni  anno  dalla  Spagna  ,  ne  trafportano  in  ve- 
ce di  faorna  talvolta  dieci  mila  ,  e  tal  altra  venti 
H    2.  mi- 


I 


I 

A 


i 


)(  108  )( 

mila  quintali  per  ciafcheduna  .  Le  Navi  Peruane  ne 
ritraggono  trenta  mila;  i  quali  s'  impiegano  nel  Pe- 
rù nelle  Fàbbriche  dello  zuchero  ,  e  negli  altri  uten- 
figli  domeftici  .  Nel  Chile  fé  ne  fa  un  gran  confu- 
mo In  caldaie,  lambicchi  e  varj  altri  vai!  così  da  fa- 
re il  vino  j  e  !"  acquavite,  come  pel  ferviggio  del- 
le cafe,  e  delle  pofleffioni .  Tutta  1'  artiglieria  an- 
cora del  Chile  ,  e  del  Perù  ,  che  è  affai  numerofa , 
e  tutte  le  campane  d'  entrambi  i  Regni  fono  fiate 
fatte  del  rame  di  quello  Paefe. 

CVIII.Nella  Provincia  di  Coqulmbo  s' incontrano 
delle  miniere  di  ferro  abbondanti,  e  di  bella  qualità; 
ma  perchè  lo  fcavo  n'  è  proibito  ,  portandovi  dalla 
Spagna  il  ferro ,  che  fi  abbifogna  ,  fono  finora  ab- 
bandonate. Le  Contrade  Araucane  ne  abbondano  an- 
cora ,  e  credei!  che  fé  ne  troverebbero  in  molte  al- 
tre parti  del  Regno,  poiché  vi  fono  comuni  le  mi- 
niere della  Calamita  .  In  quelli  ultimi  anni  fi  è  co- 
minciato a  lavorare  ne'll'  effrazione  ddV  argento  vi- 
vo ,  di  cui  fono  ripieni  alcuni  de*  monti  di  Coquim- 
bo  .  Le  miniere  di  Stagno,  Piombo,  Arfenico ,  Co- 
balto ,  Antimonio  ec.  fi  mantengono  tuttora  intatte . 
(a)  Tra  le  molte  cave,  che  vi  fi  trovano  di  marmi, 


(a)  Oltre  le  miniere  d*  oro   che  quivi  trovanfi ,  vi 
fono    interno   a  Copiato  diverfe  miniere  di  Ferro,  Otto- 


X  >°s>X 


— — ■ 


e  di  diafpri  di  varj  colori,  appena  fé  ne  lavora  una* 
Le  montagne  della  Provincia  di  Copiapò  abbondano 
di  miniere  di  faie  bianco  3  giallo  ,  turchino  ,  e  rofTo, 
le  quali  fono  trafcurate  ,  perchè  i  Nazionali  fi  fer- 
vono del  fale  ,  che  fi  fi  in  molte  parti  delle  Cofhe- 
re  del  Regno,  e  di  un'altro  bianchi/fimo  ,  che  fi  ca- 
va da  alcuni  rufcelli  fituati  fra  gli  Andes .  Dentro 
di  quelle  fìeife  montagne  s' incontrano  molte  minie- 
re di  pece ,  di  Zolfo  j  e  dì  Salnitro  .  In  tutto  il 
Hegno  fi  vedono  differenti  '{tratti  di  argille,  e  di 
terre  bianche  ,  rolfe  ,  gialle ,  turchine  ,  nere  ,  e  ver- 
xìi,  delle  quali  fi  fa  poco  ufo.  Le  fu  ore  della  Ca- 
pitale fanno. d'  una  fpecie  di  argilla,  o  terra  bollare 
affai  leggiera  bicchieri  ,  chicchere  ,  bottiglie ,  e  ca- 
raffe ,  a  cui  danno  il  colore  ,  cke  vogliono  ,  e  bene 
fpefTo  le  indorano  dipingendovi  o  fiori,  o  uccelli  - 
H  3  V  ac- 


ne  ,  Stagno  ,  e  Piombo  ,  alle  quali  non  fi  lavora .  Vi  è 
ancora  una  gran  quantità  di  calamita  ,  e  lapislazzu- 
li che  la  gente  del  Paefe  non  crede  efier  di  alcun  v#+ 
lore .  Sulle  alte  montagne  della  Cordillera  vi  fono  mi- 
niere del  miglior  zolfo  ,  che  fi  poffa  dare  ,  e  che  fi  ca- 
vi puro  puro  da  un  filone  largo  due  piedi  ,  fenza  che^ 
abbia  hi  fogno  di  effer  ripurgato  .  .  .  In  fiomtna  tutto  ti 
Jtaefe  è  pieno  di  miniere  di  falgemma  .  Il  Salnitro  non 
Z)i  ì  in  minor  quantità  trovandofi  nelle  Valli  delitti 
grojfezza  di  un  pollice  fopra  il  terreno  .  V  Ingleje  ci- 
tato v.  Chili  . 


:/ 


) 


V  acqua  contragge  in  effe  un  gradito  odore,  e  fapore. 
Qiiefti  vali  fi  trafportario  jrì  quantità  al  Perù ,  ed 
anche  in  Spagna  ,  dove  fono  molto  ftimati .  Le  don- 
ne Peruane  li  mangiano  con  piacere ,  ficcomc  le_# 
Mogolefi  mangiano  il  vafellame  fatto  di  terra  di  Pat- 
ina .  I  Tintori  vi  adoperano  una  terra ,  o  fango  bru- 
no ,  che  fi  trova  nelle  bofcaglie  5  per  tignere  in  nero* 
CIX.  La  Montagna  degli  Andes  è  piena  di  miniere 
di  Criftallo  ,  e  di  lapiflazzuli  .  (a)  Nella  Provin- 
cia di  Maule  fi  vede  una  di  amatifte  fine  ,  di  cui 
non  sì  fa  conto  alcuno  .  Nei  letti  dei  fiumi  s' incon- 
trano qualche  volta  alcuni  pezzi  di  Smeraldi ,  di  Ru- 
bini ,  e  d'  altre  pietre  preziofe ,  i  quali  indicano  , 
che  nei  monti  ,  donde  nafcono  cotefti  fiumi,  fono 
delle  miniere  di  sì  ricche  pietre,  ma  1'  indolenza  de' 
Nazionali  è  tanta,  che  nefiuno  fi  avvifa  d'indagar- 
ne le  origini  .  La  mancanza  ancora  di  artefici  intel- 
ligenti in  quefte  materie  fa  ,  che  non  fi  fcuoprano 
molte  altre  miniere  utili,  che  forfè  vi  fi  occultano, 

poi- 


(a)  Vi  fono  ancora-  delle  miniere  {limabili ,  e  [pe- 
nalmente delle ^  cave  di  lapiflazzuli  ,  e  di  calamita, ,  e 
quantunque  vi  fieno  ancora  dìverfe  miniere  d'  oro  e 
di  rame  ,  gli  abitanti  trascurano  di  lavorarle  fufficien- 
temente  contenti  della  grande  abbondanza  di  tutte  le 
co  fé  neceTarie  alla  vita  ,  delle  quali  la  natura  ha  for- 
nito duello  Paefe  .  L  Inglefe  Aut.  del  Cazz.  Amerk. 
v.   Chili. 


-   .  ^^. 


-^ 


)(in)( 


- 


poiché  una  gran  parte  de9  monti,  principalmente  di 
quei  ,  che  compongono  gli  Andes  ,  rion  fono  flati 
anche  calcati  da  umano  piede ,  per  quello ,  che  fem- 
bra ,  e  ilccome  ogni  di  fi  ritrovano  minerali  nuovi 
nelle  contrade  frequentate ,  così  fi  può  fondatamen- 
te penfare ,  o  credere,  che  nelle  montagne  più  al- 
te ,  e  nei  liti  più  afpri  3  dove  i  metalli  ,  e  le  gem- 
me fi  dilettano  di  nafconderfi ,  pofifan©  trovarli  delle 
ricchezze  immenfe , 


■ .   - 


Tim  della  Prima  Parte . 


H  4 


COM- 


ì 


I 

s 


. 


/ 


X  "3  X 


COMPENDIO 

Della.  Jloria  Geografica  ,  Katurale  ,   e    Civile 
del  Regno  del  Ch'ile. 

PARTE     IL 


§.    I. 


I.  «^iS$y^L  ChJle ,  quando  vi  entrarono  gli  Spa~ 
gnuoli,  era  talmente  popolato,  che  tutti  i  monti, 
non  che  le  valli  ,  e  le  pianure  5  erano  pieni  di  gen- 
te ;  la  quale  viveva  difperfa  qua  3  e  là  fotto  molti 
piccioli  principi,  ò  regoli  chiamati  nella  lingua  del 
Paefe  Vlmenes .  Tutti  quefH  abitanti  non  formavano, 
che  una  fola  Nazione  ,  benché  divifa  m  molte  Tri- 
bù ,  porche  tutti  parlavano  lo  fieffo  linguaggio  ,  a- 
vevano  lo  fteffo  colore  ,  e  gli  fteifi  coftumi  %  e  fi 
conducevano  preflb  a  poco  per  la  medefima  forma^ 
di  governo.  Eflcndovi  arrivati  gli  Spagnuoli ,  ed  a- 
vendo  fignoreggiato  tutto  quel  tratto  di  Paefe  5  che  ca- 
de tra  i  gradi  24.  e  %&  di  latit.  Auftr.  i  Cofiapnì  5 
i  Coquimbctnì.  i  Quììlot&ni ,  i  Mapochìni/i  Promocaes  s 
ì  Curi,  i  6auqnes°,  ed  i  fenconì  5  che  vi  abitavano,, 

ne 


? 


■V 


.  v^-j--    1 


.? 


X  114  X 

ne  difparirono  a  poco  a  poco,  o  fia  perchè  s'  incor- 
porarono coi  loro  vincitori,  o  perchè  perduto  il  Do- 
minio delle  loro  terre  ,  fé  ne  ritirarono  appreffo  gli 
altri  loro  compatriota ,  che  difendevano  con  vi- 
gore la  loro  libertà.  I  piccoli  avanzi ,  che  reftano 
àdle  accennate  tribù,  vivono  infieme  coi  loro  con- 
quiflatori  ,  o  in  borgni  feparati  fotto  diverfi  Si- 
gnori Spagnuoli  ,  a  cui  pagano  un  certo  tributo 
fotto  il  titolo  di  Commendatalo  fteffo  accadeteli' 
Arcipelago  di  Chiloe,  ma  vi  fi  conferva  ancora  un 
gran  numero  dei  primitivi  abitanti ,  la  maggior  par- 
te dei- quali  è  f oggetti  ai  Gommefldafarj  Spagnuoli. 
Te  ne  fono  altri  tra  i  Naturali  del  Continente  ver~ 
fo  le  frontiere  Auftrali,  che  dividono  gli  Spagnuoli 
dagli  Araucani,  di  cui  parleremmo  più  abbatto,  i 
quali  abbandonata  V  alleanza  di  quefti  ultimi,  fi  col- 
legarono co*  i  primi,  e  vivono  al  preferite  fotto  la 
loro  protezione,  liberi  affatto  da  ogni  fpecie  d'  ag- 
gravj ,  e  folamente  obbligati  ad  affiflere ,  come  au- 
iiliari,  nelle  loro  truppe.  la  forte  però  ad  Mon. 
lanari,  e  di  quei  che  abitano  nelle  pianure  tra  i  gra- 
dì 37- ,  e  41*  è  molto  di/Ferente.  Quefti  godono  fi. 
jiora  della  loro  libertà ,  e  fi  mantengono  in  quel  ge- 
nere di  vita  in  cui  furono  trovati  dagli  Spagnuoli  . 
Tutto  il  Chile  dunque  è  al  prefente  abitato  i.  dagl' 
Indiani,  o  Nazionali   Primitivi,  a.  Dagli   Spagnuoli 

3- 


Il  t 


X  * 1  5  X 

3.  Dai  Negri ,  che  vi  fono  trafportati    dall'  Africa. 

4.  Dai  mifti ,  che  Vengono  dalla  mefcolanza  di  que- 
lle differenti  clafli  di  genti . 

II.Gl*  Indiani  Barbari  (  per  diftiiìguerli  così  da  quel- 
li, che  vivono  tra  gli  Spagniioli,dicui  teftè  abbiamo 
parlato  )  fi  dividono  in  montanari,  ed  abitanti  del- 
le pianure.  I  Montanari  >  che  fono  i  Chi  quill  cinedi 
Feguencbes,  ed  i  Pueìches  dimorano  nelle  vallate  de- 
gli Andes  fotto  tende  di  cuojo  di  Huaxato  $  che  tra- 
fportano  ,  quando  loro  torna  a  conto ,  da  uh  fito  a 
T  altro  ,  e  fi  foftentano  con  carne  di  cavallo.  I 
ChìquilUnes  fi  flendono  nella  parte  più  orientale  di 
quella  montagna  dal  grado  34-  fino  al  34»  e  mezzo 
incirca»  Quefta  tribù  poco  numerofa  è  la  più  barba- 
ra di  tutte  le  Chilene  :  va  quafi  ignuda  ,  e  il  fuo 
linguaggi©  è  un  gergo  del  Chileno  affai  guaito  ,  e 
gutturale  I  Veguenches  principiano  all'  Occidente.* 
dai  Chìquillanes  ,  e  arrivano  fin  al  grado  37.  Sono 
divifi  in  molte  dinafìie  indipendenti  V  una  dall'  al- 
tra; fi  veftono  di  lana,  ed  in  luogo  di  brache  fi 
avvolgono  un  pezzo  di  tela  quadrilunga ,  che  pende 
dalla  cintura  in  giù.  Quefti  popoli  fono  gli  unici 
fra  gì'  indigeni  Cliileni ,  che  fi  fervono  di  fcarpe-» 
contro  1'  ufanza  indifpenfabile  dei  loro  compatriot- 
ti ,  che  fempre  vanno  fcalzi .  Per  far  quefte  fcarpe 
levane  dalle  gambe  polienori  della  vacca   il    cuojo 

da! 


;i 


X '"  6  )( 

dal  garetto  in  giù  ;  indi  mettono  il  piede  in  quefto 
cuojo  tutto  frefeo  per  modellarlo  ,  e  quando  fi  afeiu- 
ga  bene,  lo  ungono  con  del  fevo  ,  di  maniera,  che 
diventa  morbido  ,  come  una  pelle  conciata  .  Le  lo- 
ro armi  fono  la  lancia  ,  la  fciabla  ,  ed  i  L&ques  * 
QucfH  laques  ,  che  fempre  portano  alla  cintura  ,  fo- 
no óuq  f&ffi  rotondi ,  pefanti  da  cinque  in  fei  libbre, 
coperti  di  cuojo  ,  e  legati  infieme  con  un  laccio  ,  o 
flrifcia  parimente  di  cuojo  lunga  quattro  in  cinque^ 
piedi .  Quando  vogliono  fervifene  ,  prendono  P  uno 
de'  fafli  colla  mano  ,  e  aggirando  P  altro  ali*  intor- 
no li  gettano  con  gran  violenza  fopra  i  nemici  ,  o 
alle  gambe,  dei  loro  cavalli,  col  fine  di  avviluppar- 
li ,  come  quafi  fempre  loro  riefee  .  Adoperangli  an- 
cora nella  caccia  ,  e  con  etti  prendono  gli  uccelli 
grotti ,  e  gli  animali  felvatici  .  I  Teguenches  fono  i 
più  trafficanti  dei  Chileni  ,  e  fanno  il  loro  commer- 
cio cogli  Spagnuoli  ,  ma  tutto  per  via  di  baratto  , 
perchè  non  tifano  moneta  alcuna.  Le  Colonie,  che 
fé  n' erano  ftabilite  nelle  campagne  vicine  alle  falde 
orientali  degli  Andcs  negoziavano  cogli  abitanti  del- 
la Provincia  di  Cujo  ,  e  talvolta  faccheggiavano  le 
tenute,  ed  i  borghi  appartenenti  alla  Citta  ài  Bue- 
xos-ayres ,  ed  affalivano  le  Carovane  Spagnuole,  che 
vi  andavano  per  motivo  di  commercio  ;  ma  quelle 
Colonie  f  dopo  una  guerra  oftinata    di    dieci    anni , 

fu- 


I 


X*i7)( 


^(■R^E3M»esKrsa'WKVasW*«!SMITar,K!iU ^^'-..^fi^'  - ^\.^  aagiKHIIIUIUtfl 


furono  affatto  rovinate,  ed  i  loro  abitanti  perfegtii- 
tati  fin  dentro  degli  Andes  dai  Vampas  popoli  orien- 
tali, e  vagabondi .  I  Puelcbes  confinano  coi  Peguew- 
ehes  ,  e  fi  fendono  fino  al  grado  43.:  fi  dividono  in 
Orientali,  ed  Occidentali  :  .quefti  abitano  nelle  vai- 
li  degli  Andes,  e  quelli  nelle  pianure  , che  ftanno  a 
Levante  di  quefta  montagna,  che  abbandonarono,© 
per  la  moltitudine  della  gente ,  o  per  cercarli  ilabi- 
limenti  più  comodi  .  Quefti  popoli  furono  nel  feco- 
lo  paffato  alleati  coftanti  degli  Araucani ,  e  al  pre- 
fente  fono  interamente  uniti  al  loro  dominio,  e  ne 
formano  una  delle  quattro  grandi  parti  in  cui  elfo 
fi  divide.  I  barbari  abitanti  delle  pianure  fono  i  KuU 
lìches  ,  i  Gìunqui  ,  o  Juncos  ,  e  gli  Araucani .  I  Huil- 
ììches  dimorano  tra  il  Fiume  Bueno  e  V  Arcipelago 
di  Chiloe  :  1  Gìunqui  tra  il  fiume  di  VaUivìa  ,  e  lo 
fretto  Arcipelago  lungo  le  coftiere  del  Mare  .  Que- 
ite  due  Tribù  alleate  degli  Araucani  fono  valorofe, 
e  molto  contrarie  agli  Spagnuoli ,  a  cui  chiudono 
le  ftrade,  che  per  terra  conducono  alle  Ifole  di 
chiloe  . 

III.  Gli  Araucani  confinano  al  Settentrione  col 
fiume  Bicbio  ,  che  li  divide  dagli  Spagnuoli  *•  ali* 
Occidente  col  mar  Pacifico  ;  a  mezzodì  col  fiume 
di  Valdivia  ,  che  li  fepara  dai  Juncht ,  e  all'  Orien- 
te colle  contrade  Patagonìch? ,  di  maniera  che  ven- 
gono 


! 


)(  i  i  8  )( 


gono  comprefi  fra  i  gradi  36-45  ,  e  40  incirca. 
Quella  e  la  Nazione  più  celebre  di  tutta  1'  Ame- 
rica ,  non  che  del  Chile  ,  pel  fuo  valore ,  pel  fuo 
governo  militare ,  e  per  le  quali  continue  guerre  , 
che  ha  foltenute  contro  gli  Spagnuoli  dal  principio 
della  conquida  fino  a  noftri  dì  .  Quelle  guerre  fo- 
lio fiate  celebrate  da  loro  ftelfi  contrarj  ,  e  in  par- 
ticolare da  Don  Alfonfo  d'  Ercila,  e  da  Don  Fer- 
nando Alvarez  de'  Toledo  nei  loro  Poemi  Spagnuoli 
intitolati  V  Araucana  ,  de*  quali  il  primo,  eh'  era 
perfona  d'  alto  rango  ,  e  fé  ne  trovò  in  fette  bat- 
taglie campali  ,  ne  loda  grandemente  V  arte  mili- 
tare,  e  la  coftan^a  con  cui  quello  popolo  difende.* 
la  fua  libertà  .  Il  nome  di  Araucani  Jor  viene  dalla 
Provincia  di  Arauco  piccola  ,  ma  che  tiene  il  pri- 
mato fopra  tutte  le  altre,  come  P  Olanda  rifpetto  alle 
Provincie  unite ,  o  fia  perchè  elfa  ne  fece  antica- 
mente la  Conquida  ,  ò  perchè  fu  la  prima  a  colle- 
garfi  colle  fue  vicine.  Il  nome  più  ordinario  però 
con  cui  elfi  fi  dimandano  ,  è  quello  di  Aucà  y  che 
vuol  dire  uomo  di  guerra  , 

IV.  Quelli  Araucani  fono  ordinariamente  di 
ftatura  regolare  ?  membruti  ?  ma  ben  proporzionati. 
La  loro  tefta,  e  faccia  fono  rotonde ,  la  fronte  piccio- 
la,  il  nafo  un  pò  fchiacciato ,  gli  occhi  piutofto  pic- 
coli, e  vivi,  il  petto  ,  e  le  fpalle  larghe,  le  mani 

eie 


*  I  »» 


--"* 


X"9)( 


e  le  dita  grofie  ,  e  corte  ,  i  piedi  piccoli ,  e  piatti. 
Nel  loro  vifaggio  non  fi  vede  mai  barba  alcuna,  co- 
sì perchè  ne  fono  naturalmente  privi  ,  come  perchè 
qnando  vi  viene   qualche  pelo ,  lo   fterpano    pronta- 
mente con  certe  mollette ,  che  portano  fempre  al  col- 
lo .  Quantunque  eglino  fiano  j  più  bianchi    di  tutti 
i  Naturali  dell'    America    Meridionale  ,  contuttociò  ' 
hanno  la  carnagione  un  pò    olivastra,  ed    i    capelli 
neri ,  e  ruvidi ,  Gli  abitanti  però  della  Provincia  di 
Boroa  ,  fituata  nel  centro  delle   loro    terre   fono    af 
contrario  bianchi ,  rolli ,  ed  hanno  gli  occhi  cileftri, 
ed  i  capelli  biondi  come  quelli  degli    Europei ,  che 
nafeono  dal  grado  44.  in  sii ,  Eifendo  la  compie/fio- 
ne  degli  Araucani  robuftiffima ,  non  cagiona    in.  eni 
il  tempo  ,  fé  non  tardi, quelle  mutazioni ,  a  cui  van- 
no foggetti  gli  attempati.    Dopo    i    feffanta    o    fet- 
tanta  anni  di  età  cominciano  a  incanutire ,  e    non-, 
diventano  calvi,  fé  non  quando  fi  avvicinano  ai  cen- 
to anni  .  La  loro  vita  è  più  lunga  di    quella    degli 
Spagnuoli ,  e  fé  ne  veggono  molti  ,  manime  fra    le 
donne  ,  che  campano  oltre  ai  cento  anni ,  ed  iniìno 
all'  età  più  decrepita  confervano  pure  fana  la  denta- 
tura ,  la  vifta  ,  e  la  memoria  . 

V.  Per  ciò,  che  riguarda  alle  doti  dell' animo,  ef- 
fi  fono  generofi ,  ofpitali,  fedeli  nei  contratti,  inge- 
gnofi,  intrepidi,  animofi  3  collanti  nelle  imprefe ,  e 

nelle 


li 


120 


<S*£??3S£lBaSH3S 


nelle  fatiche  ,  e  difgrazie  della  guerra  ,  gelofi  del 
proprio  onore  ,  fprezzatori  della  vita  ,  quando  il  trat- 
ta della  confervazione  della  patria  ,  amanti  fuor  dì 
modo  della  libertà  ,  e  della  guerra  ,  che  riputano 
come  la  forgente  della  vera  gloria  dell'  uomo . 
Quefte  qualità  però  vengono  offufcate  fovente  dall* 
ubbriacchezza  ,  à  cui  fi  abbandonano  fenza  mifura, 
sali'  infingardaggine  rifpetto  air  economìa  domefti- 
ca  ,  e  da  un  amore  frenetico  di  vendicarti  de'  loro 
nemici  .  V  incontinenza  prerTo  loro  non  è  un  vizio  co- 
mune ,  e  nelle  converfazioni  più  familiari  quafi  mai 
fi  odono  delle  parole  difonefte.  Benché  la  poligamia 
fia  autorizzata  dalle  loro  leggi,  e  coftumi,  il  nu- 
mero delle  donne  s'  indirizza  più  all'  oftentazione, 
e  all'  intererte  ,  che  quindi  loro  proviene  ,  che  alla 
fodisfazione  dell'  appetito.  Le  virtudi  più  (limate 
tra  loro  fono  il  coraggio  ,  la  fagacità  ,  il  fecreto  , 
V  aftuzia,  la  fcicnza  militare,  1'  amore  della  patria, 
I'  odio  ad  ogni  genere  di  fervitù  ,  la  coftanza  nelle 
fatiche,  ed  in  fomma  tutte  quelle  che  formano  uhl. 
uomo  guerriero:  di  tutte  le  altre  fan  poco  conto. 
VI.  La  loro  lingua  ,  che  non  è  diverfa  dalla_ 
generale  del  Chile  ,  è  forfè  una  deHe  più  ammira- 
bili ,  che  li  trovano  al  Mondo .  Ella  è  dolce  ,  efpref- 
iìva,  abbondante,  e  compofla  con  un'  armonia,  ò 
sieccanifmo  fi  artifiziofo ,  che  pare    inventata  dopo 

un 


)(!*!    X 


un  ftudio  continuo  da  perfone  dotte,  ed  intelligen- 
ti nelle  fcienze  geometriche.il  fuo  alfabeto  ha  due 
lettere  di  più  incognite    agli    Europei ,  ciò  è  un  G 
nafale,  e  un  th  che  fi  pronuncia  toccando  il   pala-» 
to  colla  lingua.  Vi  fono  ancora  due  17,  comenell* 
alfabeto  Francefe .  La  F ,  e  la  Z  non  fi  trovano  in 
alcuna  delle  loro  parole,  fé  pure  non  fi  voglia  fa- 
re Fi'  U  confonante  *  Tutti  i  nomi  fi  declinano  per 
una  declinazióne ,  e  tutti  i  verbi  per  una  fola  con- 
jugazione.  La  maraviglia    maggior  fi  è,   che    ncli* 
abbondanza  prodigiofa  de'  nomi,  e  de9  verbi  di  que- 
fta  lingua,  non  $'  incontra  un  nome,    neppur    ur^. 
verbo   defettivo  ,  ò  anomalo  .    Onde  fé  ne   poffono 
fcrivere  tutti  i  precetti  in  una   carta  ,  e  impararne 
la  Teoria  in  otto  giorni .  Ella ,  come  la  Greca ,  ha 
i  duali  nei  nomi,  e  nei  verbi  in  tutte  le  tre  perfo- 
ne del    plurale,  gli  Aorifti ,  e  1'  ufo    frequente    dei 
participi ,  e  delle  compofizxoni  ,  nel  che  è  più  ricca 
ancora  di  quella  lingua .  Come  la  Latina ,  ha  tutti 
gli  altri  tempi ,  i  modi  ,\  e  la  voce  attiva  ,  e  paffiva . 
I  cali  dei  nomi,  e  le  perfone  dei  verbi  fidiftinguo* 
no  per  via  di  particole  pofpofte,  I  tempi,  ed  imo- 
di  per  mèzzo  d*  altre  particelle  trapofte  .  Le  parti- 
celle,   che  terminano  le  perfone  del  prefente    dell* 
indicativo ,  terminano  eziandio  le  perfone  degli   al- 
tri tempi  dello  ftefTo  indicativo  ,  i  quali  non  varia- 
I  no 


)• 


■I 


X  ■»)( 


mmamaammamaamm 


no  fra  loro ,  fé  non   per  la   particola  caratteriftica^ 
di  ogni  tempo  .  Lo  fieflb  accade  negli    altri    modi . 
L'  indicativo  del  verbo  Elun ,  che  fignifica  dare,  ci 
fervirà  di  faggio  di  fi  fatto  artifizio. 
Vref.  Sig,  Elun  dò 

E  luì  mi  dai 
£/#/  dà 
Duale  Elulu  Noi  due  diamo  -   *  < 

Eluimu  Voi  due  date 
Uluìghu  Quelli  due  danno 
Più.  Eluìgn  diamo 
Uluimn  date 
Eluìghen  danno 
La  particola  caratteriftlca   dell'  Imperfetto  è  Vu9  del 
Perfetto  /e,  del  futuro  a,  le  quali  collocate  avanti 
la  n  finale  della  prima  pcrfona  del  verbo  \  ne  for- 
mano le  prime  di  quefti  tempi  vg.  Eluvun  ,  Elujen, 
Eluctn  .  Quindi  lafciando  la  »,  effi  prendono  le  par- 
ticelle pofpolte  delle  altre  perfone  del  prefente   vg. 
Mluvuim:  ,  Elujeimi ,  Eluaìmi ,  e  cosi  di  feguito  .  O- 
ra  come  il  più  che  Perfetto  partecipa    nella    fua   fi- 
gnificazione  dell'    Imperfetto  ,  e  del  Perfetto,  fi  for- 
ma colle  particole  dy  ambedue  :  Elujeavun,  io  aveva 
dato.  Il  Futuro  Perfetto  Umilmente  fi  conpone  delle 
particelle  del  Futuro ,  e  del  preterito  Perfetto  :  £/«- 
js*n ,   avrò  datq  .  Gli  Aorifìì  poi  ricevono  le  partico- 
le 


)("3)( 

le  di  quei  tempi ,  a  cui  più  fi  accollano  nel  modo 
dì  lignificare ,  cioè  il  primo  9  quelle  del  Futuro  ,  e 
dell'  Imperfetto  vg.  Eluavun  ;  e  il  fecondo  quelle  del 
Preterito  Perfetto,  Futuro 3  e  Preterito  Imperfetto  vg. 
Elujeavun.  Quello  flefib  ordine  fi  oflerva  colle  me- 
delìme  finali  nella  voce  paffiva ,  dì  cui  la  particola 
ghe  collocata  tra  la  u  ,  o  le  altre  finali  delle  perfo- 
ne  ,  n*  è  la  caratteriHica  .•  vg. '  Etugbe»  ;  Elugfaimi  ; 
io  fono  dato  :  tu  feì  dato  ,  Eluvughen  ,  Elujeghen  :  io 
era  dato  ;  io  fui  dato  . 

VII.  Ogni  verbo  in  quefV  artifiziofa  lingua  di- 
venta coir  interpofizione  di  varie  particelle ,  di  al- 
iri  verbi  ,  e  dei  nomi  ,  radice  di  migliaja  di  verbi, 
le  particelle  Tran  in  vano  ,  la  non ,  Pe  forfè  ,  Ciò 
Infieme  ,  Pa  venire  ,  Val  potere;  formano  col  fuddet- 
to  verbo  Elun  ì  verbi  feguenti  :  Elupran,  db  in  vano; 
Elulan>  non  dò  :  Elupen,  forfè  dò  :  Eluclon,  db  infieme  con 
un  altro  :  Elupany  vengo  a  dare  :  Eluvaln,  pojfo  dare . 
loffono  ancora  formarli  altri  verbi  con  due,  ò  più 
di  quelle  particelle  :  vg.  Elupelan  ,  forfè  non  dò  . 
Ve  ne  fono  infinite  altre  particole ,  che  con  una^. 
grazia  indicibile  producono  con  quello  metodo  dei 
nuovi  verbi .  Quella  lingua ,  amante  fopramodo  del- 
le compofizioni ,  ordinariamente  li  compiace  di  fa- 
re coi  verbi  ,  e  coi  loro  accufativi  altri  verbi  com- 
polli :    vg.  col  verbo  Elun,  e  col  nome   Ruca ,  che 


ili 


/ 

1 

Jf 

V 


'  '■    -C 


X  124  X 


vuol  dire  la  caia,  forma  il  verbo  Elurucan,  dono  lacci. 
fa  .  Oltre  ciò  converte  tutti  i  nomi  in  verbi,  e  tutti  i 
verbi  in  nomi,  e  da  tutti  i  nomi  deduce  verbi,  e  da  tutti 
i  verbi  nomi;  vg.  Ruca,  la  e  afa,  Rucan,  far  la  cafa;  Cujt, 
ia  Luna ,  cujen  ,  rifplendere  la  Luna  ;  Cume,  buono  , 
Cumen,  effer  buono  ;  Cudau,  fatica ,  Cudauny  durar  fati- 
ca ;  Antu,  il  giorno;  Anturi,  farfi  giorno  :  duamen,  inten- 
dere ,  duam.V  intelletto .  Colla  ftefla  libertà  congiun- 
gendo due ,  o  tre  nomi  fenza  unione  alcuna  inter- 
media  ,  ne  forma  un  altro  ;  vg.  Loncomilla  ,  tefla  d* 
Oro,  viene  dalle  parole  Lonco  ,tejla  ,e  milla,  V  Oro  . 
Molte  volte  riduce  tutto  un  periodo  ad  un  folo  ver- 
bo  ;  e.  g.  per  dire  ;  lutatemi  a  dirgli  U  verità  ,  fi 
ferve  del  verbo  folo  Muplicolelen  j  e  del  verbo  Ru- 
catunmaclopaen  per  dire  :  fatemi  la  finezza  di  veni- 
re ad  aiutarmi  a  fabbricare  una  cafa  .  I  fu0i  verbi 
non  folamente  rapprefentano  le  azioni  in  generale  > 
ma  ancora  fotto  diverfe  modificazioni  ;  vg.  il  verbo 
Tbanthun  fignifica  tirare,  o  gettare;  huithan  tirare 
verfo  di  fé  ;  huithun  tirare  al  contrario;  buìchunthun 
verfo  la  terra  • 

Vili.  La  Keligione  degl'  Araucani  confifle  ne? 
feguenti  articoli .  i.  Credono ,  che  ci  è  un  Effero 
iupremo,  a  cui  danno  il  nome  di  Guenupillan ,  che 
vuol  dire  1'  anima  del  Cielo  .  %.  Dicono ,  che  da^ 
eucflo  Effere,  o  Nume  fovrano  dipendono    gli  altri 

loro 


* 


)(Hi)( 


loro  Numi ,  i  quali  fono  il  Meulen  Dio  benefico  ;  il 
Huecub  fpirito  maligno  ;  a  cui  attrlbuifcono  tutte  le 
difgrazie,  e  malanni  che  accadono  qua  giù;  V  Epu~ 
namun,  eh'  è  come  il  loro  Marte  ,  e  di  cui  narrano 
quafi  tutte   le  favole  $    che  fi  raccontano   degli   fpi- 
riti  folletti .  V  Antumnlguzn  ,  o  fia  la  moglie  del  So- 
le ,  alla  quale  concedono  la  divinità,  che  negano  al 
fuo  marito,  cui  neppure  credono,  che  fia  un   effere 
vivente .  Di  tutti  quefti  Dei  non    hanno    immagine 
alcuna,  ne'  templi,  né  altri  luoghi  a  loro  confata- 
ti. Nel  fare  la  pace  foglioso  ammazzare  alcune  deì.-J 
4e  loro  pecore  particolari  ,  chiamate  ,  Chllllhueques  % 
come  abbiamo  detto  ,  e  fpruzzare  col  loro  fangue  il 
ramo  di  Cimelio  fignificativo  della  pace  .  Nel  tempo 
ancora  delle  malattie  gravi  i  loro  Medici    appellati 
Mctehì ,  che  efercitano  infieme  1*  uffizio  di  Sacerdo- 
ti,  cavano  il  cuore  da  una  pecora,  ne  fucciano  il  fan- 
gue ,  ed  afpergono  di  elfo  gli    ammalati  :    guardan- 
doli poi  orribilmente  con  un  certo  giuoco   di    mano 
moftrano  di  aprir  loro  il  petto .  In  quefto    mentre.* 
le  donne  ,  che  vi  fi  trovano  prefenti,  intuonano  ua^ 
canto  il  più  lugubre,  che  pofTa  mai  fentirfi  .  I  Ma- 
chi  incenfano  verfo  i  quattro  cantoni  della  ftanza  con 
fumo  dì  tabacco  5  che  è  V  incenfo ,  che  ufano  in  fif- 
fatte  cerimonie  ;  Indi  fingendoli  fpiritati  fi    lafciano 
cadere  in  terra  ,  fanno  des  falti  terribili  ^  e  con  un 

I  3  fif- 


*> 


<w.  i 


V 


X  »»«:x 


1 


• 


fischio  ,  che  pare  ufcito  da  una  caverna ,  espongono 
1*  origine,  i  progredì ,  e  le  confeguenze  del  male, 
che  poi  interpretano  a  loro  arbitrio »  fé  fi  trovano 
cffer  falfe  »  Gli  ammalati  frattanto  invocano  il  Dio 
Uealen .  Quefia  cerimonia  impetratola  fi  chiama^ 
id&chitun  . 

IX.  Il  più  ftravagante  facrifizio  però  è  quello , 
che  fanno  per  liberare,  come  pretendono,  dal  Huz- 
€uh\  loro  grani.  Quando  quelli  fono  infettati \ o dai 
forei,odai    vermi ,  ne  mettono    tutti    quelli,    che 
poiTono  avere  di  quelli  animali ,    in    un    facco  ,  che 
portano  poi  a  un  certo  prato  ,  luogo  determinato  per. 
quello  affare  ,  dove  tutti  i  circonvicini    fi    fchlerano 
in  due  file  diverfamente  vefliti  da  quello,    che    ce- 
fiumano,  poiché  fi  cuoprono  la  faccia  con  certe  ma- 
fchere  dì  legno,  e  il  dorfo  con  un  cuojo  di  bue  ben 
fecco ,    dal    quale    dipendono    molti  pezzi  di  quelle 
canne  dette  Cele»  difpofti  di  maniera,  che  fanno  un 
grande  firepito.  Tutto  il  reilo  del  vellito  è  alTai  ri- 
dicolo .  Nel  mezzo  delle  due    Rie    fi    collocano   gli 
VÌme»c,9  o  Principi.  Elfendo  tutto  preparato  ,  una* 
delle  file  cammina  verfo  V  Oriente  ,  e  V  altra  ver- 
fo  I'  Occidente,  ma  non  tanto  ,  che  fi  feparino  to- 
talmente V  una  dall'  altra;  perchè  quando  V  ultima 
di  quella  fila,  che  va  all'  Oriente,  affronta  V  ulti* 
*no  dell'  altra,  che  gira  verfo  il  Ponente,    qutflfc, 

tttòr- 


* 


)(  i*7  X 

■■■pp— — ■!■■ 

ritorna  all'  Occidente,  e  quella,  verfó  1*  Oriente* 
Durante  quefto  fucceflìvo  movimento  ,  le  due  file  fi 
dicono  mutuamente  tutte  quelle  ingiurie  ,  ed  obbro- 
bri y  che  loro  vengono  in  tefta,  di  cui  le  donne 
partecipano  più  degli  Uomini.  Quando  fi  fono  così 
incolleriti ,  gli  Ulmenes  fé  ne  feparano  ,  e  quelli  , 
che  compongono  le  file  >  cominciano  a  batterli  co  ì 
pugni,  e  co  i  baftor.!  ,■  che  portano  feco  ,  di  modo 
che  molti  n'  efeono  colle  braccia  rotte  ,  e  con  feri- 
te confiderabili ,  e  talvolta  rimane  qualcheduno  mor-* 
to  fui  campo .  Dappoiché  fi  fono  barbaramente  ba- 
lionati  i  gli  Ulmenes  fan  la  pace ,  e  allora  lafciando 
andar  i  forci ,  lor  corrono  dietro  ,  e  gli  uccidono 
colle  loro  mazze» 

X.  Quefli  popoli  credono,  <?  confeflano  1'  im- 
mortalità delle  loro  anime  ;  e  dicono  ,  che  dopo  la 
morte  vanno  fopra  una  balena  dall'  altra  banda  del 
Mare  3  dove  ali*  entrare  ,  detono  pagare  un  certo 
dazio  a  una  vecchia  doganiera  ,  che  vi  è  ,  la  quale 
cava  un  occhio  a  quelli ,  che  non  lo  pagano;  chele 
anime  vi  godono  di  tutte  le  delizie  poffibili ,  e  ok' 
eternamente  vi  vivono  mangiando  delle  Papero  po- 
mi di  terra  nere  ,  fenza  ìollecitudine ,  né  affanno  al- 
cuno .  V  anima  in  quello  ftato  di  feparazione  qA 
corpo  è  chiamata  Pillan.  Ce  ne  fono  dei  Pillarli  buo- 
ni, e  dei  cattivi ,  come  dicono  loro;  I  buoni  fon® 
I  4  U 


. 


I   ( 


X    I28)( 


le  anime  degli  Araucani;  i  cattivi  quelle  dei  loro  ne- 
mici ,  come  per  efempio ,  quelle  degli  Spagnuoli . 
Affermano  inoltre  5  che  i  Pillavi  poffono  ripaffare  il 
Mare  \  e  venire  ad  ajutare  i  loro  amici ,  o  compa- 
triotti .  Laonde  quando  vedono  fugli  Andes  qualche 
tempefta  lampeggiare  ,  e  tuonare  ,  dicono  ,  figuran- 
dovili  una  battaglia  reale,  che  i  loro  Pillavi  com- 
battono centro  i  Pillavi  Spagnuoli  là  fu  le  nubi  :  il 
romore  delle  nuvole  è  il  calpeflio  dei  cavalli  ;  il 
frequente  rimbombo  dei  tuoni  il  fuono  dei  tambu- 
ri ;  e  il  fragore  dei  fulmini  lo  ftrepito  dell'  artiglie- 
ria .  Se  la  tempefta  agitata  dall'  Oflro  va  verib  le 
parti  ,  che  abitano  gli  Spagnuoli ,  fi  rallegrano  gran- 
demente, dicendo,  che  i  loro  Pillavi  fan  fuggire  i 
Pillavi  Spagnuoli  ,  e  con  grandi  applaufi  gli  anima- 
no gridando  :  ivabimv  ,  ivabimv  ,  fuen  ,  ìaghemtimn  , 
tiYequivilmv,  che  vuol  dire.-  fogniteli,  feguiteli,  amici,  non 
ne  obliate  compaljiove .  Ma  fé  la  tempera  al  contrario 
va  dal  Settentrione  al  Mezzodì  ,  fi  contriflano,  di- 
cendo, che  i  ÌQW&Pìllavi  vanno  fuggendo  vinti  da* 
Pillani  Spagnuoli  ,  ed  efclamano  :  Eia  volumv,puev, 
namuvtumv  ,  cioè,  sin  s  svi ,  fermatevi  3  amici  ,  sfor- 
zatevi . 

XI.  Da  quella  perfuafione,  in  cui  fono  dell' im- 
mortalità delie  loro  anime  ,  dipendono  alcune  delle 
cerimonie  P  che  adoperano    nei  mort@ri  dei  loro  de- 


X  *  *s>  )( 


M 


fonti.  Quando  qualcuno  muore*  fubito  ne  circonda* 
fio  il  cadavere  le  donne  ,  i  figliuoli  ,■  ed  i  parenti  <, 
e  lo  piangono ,  cantando  delle  canzóni  funefte  peff 
un  buon  pezzo  di  tempo  *  Indi  le  donne  veftendolo 
coi  fuoi  migliori  abiti ,  ed  arredi  lo  collocano  ìfl  un 
letto ,  che  in  quello  tempo  è  alto  ;  6  gli  mettono 
attorno  le  fue  armi,  e  qualche  cofa  da  mangiare  5 
nel  qual  fito  fuol  rimanere  otto,  e  talvolta  venti 
giorni  5  finché  fi  adunano  tutti  1  parenti  -  Prima  di 
portarlo  al  fepolcro  il  Mmhì ,  iffeàste  l  parenti -ali* 
intorno,  lo  difnuda ,  lo  lava  ,  e  guarda  diligentemcfl« 
te ,  fé  vi  fia  qualche  veftigio  di  veleno  3  poiché  que* 
fti  Medici  ignoranti,  o  malefìci  atfribuifcono  a  ^e« 
«efizio  quafi  tutte  le  malattie  *  Se  cafo  mai  vi  6dm 
fc-uopre  qualche  fegno  di  feritalo  di  cofitufione3-an^ 
corchè  fia  antica  s  afferma  effere  entrato  per  quel* 
la  parte  il  veleno  datogli ,  apre  il  cadavero ,  ne  ca« 
va  il  cuore  5  e  pretende  vedere  In  elfo  gì*  inditi  e*» 
videnti  di  ciò,  che  atficura  «  Mentre  fi  fatano  quefte 
cerimonie  indifpenfabfli  due  giovini  corrono  furiefa* 
mente  a  cavallo  dirimpetto  alla  porta  della  ca/L,  *' 
Quindi  veftito  di  nuovo  il  cadavere  ,  lo  portano  prò* 
ceflìonalmente  in  una  cajfa  di  legno  al  fepokro  pre* 
parato  :  due  donne  vanno  innanzi  con  due  piatti  di 
cenere,  che  fpargono  per  la  Grada 5  acciò  che  effo 
«onpoffa  tornar  a  tefa.  Giunti  che  fono  alla  £efia? 

ne 


ì 


m 


1 


< 


ne  girano  due  ,  o  tre  volte  all'  intorno  ,  e  tutti  i 
prefenti  fanno  i  loro  regali  al  morto  ,  che  gli  met- 
tono accanto  nella  caffa ,  o  bara  .  La  catta  finalmen- 
te fi  mette  nella  fofla,e  attorno  delle  vivanderei 
fidro,  e  tutto  il  viatico  bisognevole  a  un  viandante. 
Non  di  rado  vi  feppellifcono  ancora  un  cavallo  ,  af- 
finchè il  defunto  fé  ne  ferva  nel  fuo  viaggio,  fé  la 
balena  non  gli  piace.  Fatto  tutto  quefto,  fi  cuopre 
la  fofla  con  terra ,  e  al  di  fopra  fi  alza  di  falli ,  e 
di  zolle  usa  fpezie  dì  piramide. 

XII.  Sì  conferva  fra  quefti  popoli  qualche  me- 
moria del  Diluvio  univerfale .  Quando  ci  viene  uru 
terremuoto  più.  gagliardo  degli  ordinari,  corrono  tut- 
ti a'  monti  detti  da  loro  Tenten  ,  cioè ,  a  quelli,  che 
terminan3   in    tre  punte,  e  vi    portano    dei   viveri 
per  molti  giorni ,  e  dei  piatti  di  legno  fopra  le  lo- 
to tefte.  Dicono,  che  aaticamente  venne    un    gran 
diluvio,  che  inondò  tutta  la  terra,  ed  anche  i  mon- 
ti più  alti ,  eccettuatine  i  Tenten  ,  che  ne  furono  e- 
fenti ,  per  certa  virtù  ,  che  hanno  dì  galleggiare  fili- 
le acque,  che  per  quefto  motivo  vi  procurano  frap- 
pare, effendo  da  temerfi ,  che  il  Mare,    dopo    una 
feoffa  violenta  della  terra ,  torni  ad  aanegarla,  e  che 
portano  fulle  tefte  quei  piatti  di  legno ,  perchè  può 
accadere,  che  le  acque  diventino  tanto  alte,   che  S 
Tenten  giungano  fino  al  Sole,  ove  fi  brucherebbero 

fé  n- 


X  '  i  OC 


*enza  dubbio  le  tefle  *  fé  non  ufaflerò  dì  fiffàtM  pre- 
cauzione .  Ma  quando  loro  fi  oppone  $  che  pef  què* 
ito  effetto  farebbero  migliori  i  piatti  ài  maiolica  d! 
quei  di  legno ,  che  col  fommo  ardore  del  Sole  He* 
ceflariamenfe  dovrebbero  abbracciarli  j  rifponddfidj 
che!  loro  antenati  fernpre  preferirono  i  piatti  di  k* 
gno  a  tutti  gli  altri, 

XIII.  Il  Governo  Civile  di  quefto  popolo  IA«* 
lifìocratico  con  qualche  rniftura  di  Democratico  6  tuta 
ta  la  terra ,  eh'  elfo  poHIede ,  fi  divide    feconda  U 
fua  lunghezza  in  quattro  grandi  parti  ugualmente  lar* 
ghe  ,  e  paralelle  ,  dette:  nella  lingua  del  Paefe  Ì$$M% 
rnapu .  Quefti  Utammapu  prendono  il  nome  dalli  lo* 
io  fituazioiie  .  Il  primo  fi   chiama,    havquen-rtiapu  $ 
cioè  terra ,  o  paefe    maritimo  .•    Il    fecondo   Ulbun* 
mapu  terra  piana  :  Il  terzo  firen-mapu  terra  nevico^ 
fa:  Il  quarto,  che  n*  è   il  più    Orientale,   éguéfa 
mcipu  terra  dei  Pini  <  Ogni  Utammapu  fi  fuddivide  ìtì 
parecchie  Provincie ,  ed  ogni  Provincia  in  parecchi® 
contrade .  In  cadauno  'degli    Utammapu  vi  è  un  Co* 
mandante  fupremo  detto  Toqui  dal  verbo  Hwm%  che 
lignifica  comandare  .  Ogni  Provìncia  ha  il  fuo  Vìmmf 
o  Ha  Principe  ;  ed  ogni  contrada  ancora  il  fuo  Ulmen 
dipendente  dal  grande  Ulmen  della  Provincia  $  ficea* 
me  quelli  dipende  dal  fuo  Toqui.  Tutti  quefti  Uffizi 
fono  ereditari,  ed  i  primogeniti  5  tfclufe  I*  donne, 


1  J  « 


H 


:/ 


I 


: 


%aMMB«BWWBEwiiiuwiHfc  wtiiiiiwnwwiiiiiiii  iiiiiii  imi  ii  i  mma^stommummumMim  ■muaf 

Succedono  ai  loro  Padri  nel  Toqui  erto ,  o  Dimenato  * 
Quando  ne  viene  a  mancare  la  lìnea  mafculìna,  i 
Vallali!  eleggono  un'altra  familia,  dalla  quale  fanno 
II  loro  Ulmeny  il  quale  non  può  efercitare  la  fua  au- 
torità 3  finché  non  fia  flato  confermato  dal  Toqui  dell* 
Utarnmapu .  Qiiefti  ne  informa  gli  altri  Utamma-pu, 
ed  anche  gli  Spagnuoli ,  affinchè  il  nuovo  Principe 
-venga  riconofeiuto  in  coteflà  qualità  da'  compatriof- 
tì ,  e  dagli  amici  •  Il  fegno  dell'  autorità  fuprema 
dei  Toqui  è  una  feure,  o  afeia  di  marmo  nero  ,  e 
quello  della  dignità  degli  Vlmenes ,  un  baftone  col 
pomo  d'  argento. 

XIV.  Quando  fi  dee  trattare  d*  un  affare  ap- 
partenente a  tutto  lo  flato  9  fi  fa  un  gran  congreffo 
di  tutta  la  Nazione  ,  dove  quantunque  gli  Ulmenes 
iiano  quelli ,  che  vi  debbono  dire  il  loro  fentimen- 
ao ,  è  ancora  permeilo  ai  vafalli  di  proporre  quelle 
lagioni ,  che  fìano  importanti  perla  decisone.  Que- 
llo congreffo  fi  chiama  Aucacoìau^  cioè  concilio  degli 
Araucani ,  o  Butha-Cojau  gran  concilio . 

XV.  Il  compleffo  delle  loro  leggi,  che  fi  con- 
ferva per  tradizione ,  fi  nomina  Almapu  .  Fra  que- 
lle leggi  fi  trovano  alcune  affai  barbare.  I  delitti 
riputati  degni  di  gafligo  in  effe  ,  fono  il  tradimen- 
to, P  omicidio,  P  adulterio,  il  furto  ,  e  i  venefizi. 
Il  tradimento  della  Patria  vien  punito  con  pena  ca- 
pi- 


x 


)(  *  ?,  i  X 


pitale  ad  arbitrio  del  To^uì .  V  omicidio  di  rado  me- 
nta quefta  pena;  purché  i  parenti  del  morto  fi  con- 
tendo della  fomma,  che  loro  efibifce   V   omicida, 
qneib  ne  refta  libero.  I  Parricidi,  e  gli  uforlcldi  non 
fono  gafhgati,  poiché,  fé  i    figliuoli   ammazzano    £ 
loro  Padri,  o  quelli  i  loro  Figliuoli,     dicono  ,   che 
colloro  fpargono  il  loro  fangue ,  e  fé  i  mariti  ucci- 
dono le  loro  donne,  eh'  erti  ne   fono   i   Padroni,  e 
che  difpongono,  come  tali,  della  loro  roba,  polio- 
che  per    averle   fpendono    i   loro   quattrini  .   V  a- 
dultetio  per  1'  ordinario  fi  paga  colla  vita .  Il  furto 
fogglace  ancora  alla  medefima  pena ,  fé  II  ladro  non 
ha  una  parentela  numerofa ,  che  poffa   diffenderlo  » 
Quando  la  parte  offefa  ,  e  1'  offendente  fi    trovano 
ugualmente  forti,  tutte  le  due  fi  fanno   vicendevol- 
mente la  guerra  ,  procurando  1'    una   rlaquiflare   la 
fua  roba  ,  e  1"  altra  ritenerla  .  Durante  quelle    ofti- 
lità  inteftine  ,  che  fi  chiamano  fra  loro  Maloche,  gli 
Vlmenes  per  Io  più  fi  mantengono  quieti ,  fenza   in- 
terporre la  loro  autorità  .  Così  quefle  correrie ,  o  Mx- 
loche,  fi  continuano  per  molti  anni ,  efogliono  paffare 
dai  Padri  ai  Figliuoli .  Per  gaftigare  i    rei  dei  delit- 
ti menzionati  non  fi  adopera  forma  alcuna  giudica- 
rla ,  né  confrontazioni ,  né  citazioni  delle  parti  .  Ci- 
gni cofa  fi  fa  tumultuariamente  .  La  fentenza  di  mor- 
te fi  efeguifee  prontamente  nel  reo,  ò   mettendogli 

un 


i 

.lì 

' 

.7 


i 


)(I34)C 

yn  pugnale  nel  petto  ,  o  un  laccio  al  collo ,  e  ftra* 
panandolo  alla  coda  del  cavallo. 

XVI,  Non  fi  sbrigano  sì  facilmente  dai  pretefi 
fEyegoni .  La  ftregherìa  è  tra  quefti  popoli  uno  dei 
delitti  più  abominevoli  »  Nulla  ottante,  vi  fono  per- 
inefll  i  Machì,  che  abbiamo  detto  pofc"  anzi  effere  i 
loro  Medici,  quantunque  pallino  per  ì  più  periti  ftre- 
goni  ,  poiché  proteitano  al  dottorarfi ,  che  i  loro  in- 
^antefimi  non  avranno  altro  fine  ,  che  il  bene  della 
Nazione.  Goftoro  dunque  feguendo  il  loro  Mema, 
allora  che  non  poffbno  per  la  loro  ignoranza ,  o  per 
la  forza  del  male  fanare  gli  ammalati,  che  loro  ven- 
gono confidati ,  n'  attribuirono  la  morte  a  incanta- 
mento ,  e  come  gì*  Indiani  fono  fommamente  fuper- 
itiziefi  ,  gli  obbligano  a  feoprire  gli  autori  di  quel 
malefizio .  I  Macbì  trovando  occaflone  opportuna  per 
vendicarfi  dei  loro  nemici  privati  ,  fanno  ricadere.* 
fopra  di  elfi  V  accufazione  .  Quefto  accade  partico- 
larmente nella  morte  degli  Ulmeies,  la  quale,  pur- 
ché non  venga  da  qualche  cagione  vifibile ,  è  Tem- 
pre imputata  a  quefta  ,  o  a  quella  forta  di  venefi- 
zio  loro  fatto  .  Dichiarato  il  pretefo  reo  della  mor? 
te  d^ll'  Vlmen  ,  vien  fubito  legato  fra  tre  legni  fic- 
cati triangolarmente  in  terra ,  e  al  dì  fotto  delle  co- 
feie  brucciato  a  fuoco  lento,  finché  confelfi  il  htto, 
ed  5  compiici .  V  isfr lice  per  abbreviare  il  tormen- 
to 


i 

to  fe  ne  confeffa  1'  aurore,  e  dichiara  per  fuoi  com- 
plici i  primi,  ehe  gli  vengono  in  tefta,  così  innocenti, 
come  egli.  Fatta  queita  falfa  dichiarazione  i prefen- 
ti  gli  trapalano  il  petto  con  un  pugnale,    e    vanno 
in  traccia  dei  afferabili  dinunziati  ,  a'  quali    danno 
Io  tfeiTo  fuplizio,  fe  non  lo  prevengono  colla  fuga* 
XVII.  L*  Almapi  permette  a  tutti  gli    Arauca- 
ni  la  FoligMmìa .  Quindi  eglino  prendono  per   mogli 
tutte  le  donne ,  che  pofTon©    comprare  ,   poiché    gli 
fpofi ,  e  non  le  fpofe ,  fono  quelli ,  che  debbono  dar 
la  dote  ,  la  quale  loro  non  torna  più  .  Le   cerimo- 
nie del  matrimonio  per  lo  più  il  fan  dì  quefla    ma- 
niera .  V  amante  d*  accordo  col  Padre  della    futura 
fpofa  ,  e  talvolta  fenza  la  fua  faputa  ,  fi    nafeonde^ 
con  un  buon  drappello  di  amici  in  un  flto ,  per  do- 
ve fa ,  che  ella  fuol  paflare  d*  ordinario  ,    e   pren- 
dendola la  mette  per  forza  alla  groppa  del  fuo    ca- 
vallo j  ove  legatala  erettamente  feco  la  conduce  al- 
la fua  cafa  ,-  vi  concorrono  i  Padri ,  ed  i  Parenti  del- 
la fpofa,  a  tutti  i  quali  lo  fpofo  fa  dei  regali,  che 
arriveranno  alla  fomma  di  50  feudi  ;  mediante  que- 
llo paffaporto  il  matrimonio  è  rato.  La  prima   fpo- 
fa   è    fempre  preferita  a  tutte  le  altre ,  e    vien    ri- 
fpettata  da  effe  come  la  vera  conforte  del  Marito. 

XVIII.  Il  Governo  Militare    degli    Araucani  è 
più  ragionevole  del  Civile ,   benché  non   vada  del 

CUI- 


!|il 


J 


;/ 


■ 


tutto  effente  da  difFetti  •  I  quattro  Toqui  hanno  la-, 
prerogativa  d'  intimar  la  guerra ,  quando  loro  pare 
laeceffaria  *  Quefto  diritto  però  non  è  affolutamente 
^fclufivo.  Si  fono  veduti  degli  Ulmenes  di  Provincia 
arrogarci  quefto  privilegio  .  Quando  qualcheduno  dei 
Toqui  vuol  fare  quefta  intimazione  manda  agli  altri 
Toqui ,  e  a  tutti  gli  Ulmenes  i  fuoi  corrieri  chiama- 
ti Guarpencs  con  certe  lettere  curiofe.  Quelle  fono 
varie  funicelle  rofte  con  parecchi  gruppi .  Il  coloro 
moftra  il  negozio ,  di  cui  (I  dee  trattare  :  i  gruppi 
indicano  il  tempo ,  e  il  luogo  del  congrefi©  ♦  Que- 
lla fpecie  di  lettere  fi  chiama  Quìppu ,  E'  cofa  vera- 
mente maravjgliofa  ciò  che  fi  offerva  in  Affatto  mo- 
do di  comunicazione  .  Quefto  popolo  non  fi  ferve 
delia  divifione  ,  che  noi  abbiamo  del  tempo  in  Set* 
timane,  ed  in  Mei!  :  tutto  il  loro  Calendario  confi- 
tte ne*  giorni ,  che  ia  Luna  appari/ce ,  ò  non  fi  ve- 
de ilei  loro  Orizonte  •  Effendo  quefto  calcolo  foni- 
camente equivoco  per  loro  ,  contuttociò  mai  maa- 
cano  al  giorno  indicato ,  Quando  fi  fono  cominciate 
V  oftilità  prima  di  pubblicare  formalmente  la  guer- 
ra, i  Toqui  mandano  ancora  colla  funicella  un  dito  di 
qualcheduno  de*  nemici  morti ,  il  che  fi  dice  correr 
in  freccia.  Tutte  quelle  negoziazioni  fi  fanno  con  uà 
Segreto  ammirabile. 

XlXo  Arrivato  il  giorno  profiUo  vengono  tutti 

i  Te* 


1 3  7  )( 


i  Toquì ,  e  gli  Vlmenes  al  luogo  del  congreilb   .    Vi 
il    tratta    prima  delle  cagioni  della  guerra  ,  le  qua- 
li le    vengono  approvate    dal  Aucacojau  y    o    Butha- 
cojau  ,  cioè  dal  Concilip  degli  Araucani ,  o  dal  gran 
Concilio  ,  fi  parla  fubito  air  elezione  del  Generalif- 
fimo  ,    a    cui   deve    confidarli    il    comando   fupremo 
dell'  armata  ,  e  V  efito  della  guerra  .  Quelta  elezio- 
ne fuol  cadere  fopra  uno  dei  Toquì  3  che  fono  i  Ge- 
nerali nati. dello  flato;  ma  fé  neffuno  di  loro    è   a 
propofito  pel  comando  3  porto  da  parte  ogni  ri fp et- 
to ,  o  confiderazione  ,  fi  conferifce    il    Generalato  a 
uno  degli  Vlmenesy  e  talvolta  a  uno  dei  Soldati  gre- 
gari ,  che  abbia  le  parti  requifite  per  quella  impor- 
tante carica.  Così  nella  guerra  dell' anno  1723.  con- 
tro gli  Spagnuoli  Vìlumlìù  femplice  foldato  ,  ma  di 
gran  tefta ,  fu  eletto  Toquì,  e  comandò  con  onore.* 
le  truppe  Araucane .  Fatta,  e  accettata   V  elezione 
il  nuovo  Toquì  riceve  il  fegno  della  fuprema    auto- 
rità ,  cioè  la  fc ure  di  marmo  ,  e  tutti  i    Toquì   nati 
lafciano  le  loro  fcuri,  non  elTendo  loro  lecito    por- 
tarle durante  il  comando  di  queflo  Dittatore.  I  Toquì, 
e  gli  uimenes  gli  fanno  giuramento  di    fedeltà  ^    ed 
ubbidienza  . 

XX.  Il  nuovo  Generale  impone  a  ciafcuno    dei 
Toquì  il  numero  di  Cene,  cioè  di  Soldati ,    che    dee 
mandargli  dal  fuo  Utarnmapu  .  I  Toquì  t affano  gli  Ul- 
K  me* 


\\\\ 


7 


\iLi4ghii— '"  ■"■*'"»*'  v* ". 


X  M§)( 


5 


menes  della  loro  giurifdizione  fecondo  P  esenzione 
dei  loro  Principati .  Così  in  poco  tempo  fi  aduna  tut- 
ta 1'  armata,  che  dimanda  il  Generale.  I  Toqui  an- 
tichi ,  e  gli  Ulmenes  non  rimangono  efenti  dalla  mi- 
lizia per  ragione  della  loro  dignità.  Il  Generale, 
radunato  P  efercifo ,  n'  elegge  il  fuo  luogotenente, 
e  tutti  gli  altri  Uffiziali  maggiori  ,  e  minori ,  che 
debbono  comandare  i  corpi ,  e  le  compagnie  di  trup- 
pe ,  che  loro  verranno  confidate .  Indi  deftina  uno, 
o  due  giorni,  affinchè  tanto  i  Principi,  quanto  i 
Soldati  peafino  a  quei  mezzi,  che  loro  parrano  pili 
opportuni  da  proporgli  per  P  ottima  riufcita  della 
guerra,  afficurando  ,  che  pafTato  quefto  tempo  ,  non 
riceverà  gli  avvifi  di  nefTuno  ,  fé  non  che  egli  ope- 
rerà conforme  a  quello ,  che  allora  gli  fembrerà  più 
conducente .  Ricevuti  i  configli  fi  ritira  co'  fwoi  Uf- 
fiziali ,  e  fegretamente  vi  fi  difpongono  tutte  le  co- 
fe ,  che  debbon  farfi  nel  tempo  dell'  azione ,  e  fi 
prevengono  tutti  gli  accidenti,  che  po/Tono occorre- 
re,  né  s'  intima  il  marciare  fé  non  dopo  cìiq  ogni 
cofa  è  ben  aggiuftata  .  Ogni  foldato  dee  portar 
feco  dalla  fua  cafa  i  viveri,  e  le  armi  neceffarie  al 
fuo  grado  •  Quefti  viveri  per  Io  più  fi  riducono  a 
un  facchetto  di  farina  di  frumento ,  o  di  formento- 
ne prima  abbruftolito  ,  o  di  Pinocchj  del  Paefe  . 
XXL  1/  armata  fi  compone  di  Cavalleria ,  e  di 

Fan- 


m 


X  i  l  9  X 


Fanterìa.  I  Cavalieri. vanno  armari  di  lancioni  ,  e 
dì  fpade  larghe  .  L'  una  parte  dei  Fanti  porta  delle 
picche,  e  V  altra  delle  mazze  di  legno  pefante,  e 
munite  di  chiodi ,  di  modo  che  tra  mazza  e  mazza 
va  una  picca.  Nel  principio  della  conquida  V  In- 
fanteria adoperava  ancora  1'  arco  e  le  freccie  ,  ma 
al  prefente  non  afa  più  quefto  genere  di  arme,  poi- 
ché fi  procura  venir  fubito  air  armi  corte  per  evi- 
tare 1'  ufo  di  quelle  da  fuoco  .  Quefto  popolo  bel- 
licofo  no»  è  arrivato  finora  a  feoprire  il  fegreto  del- 
la polvere  ,  benché  il  Paefe  ,  che  abita  ,  ne  fornifea 
tutti  i  materiali  in  abbondanza.  Nelle  battaglie  ot- 
tenute contro  gli  Spagnuoli,  s'  impadroni  talvolta 
dell'artiglieria^egli  ichioppi,e  di  qualche  piccola  quan- 
ità  di  polvere  ,  della  quale  feppe  far  ufo  con  gran 
vantaggio  .  Egli  nemmeno  conofee  le  macchine  da 
battere  le  piazze:  tutte  le  fortezze,  e  città  degli  Spa- 
gnuoli ,  di  cui  finora  fi  è  impofleiTato  le  ha  prefe, 
o  di  aiTalto,  o  con  qualche  firattagemma  militare 
(  nel  che  è  aftutiffimo  )  o  per  fame  dopo  un  lungo 
affedio.  Nel  campo  di  battaglia  la  cavalleria  fi  col- 
loca ai  fianchi  dell'  efercito ,  e  la  fanteria  nel  cen- 
tro divifa  in  file ,  e  in  compagnie ,  ognuna  delle 
quali  ha  il  fuo  Capitano  ,  Luogotenente  ,  Alfiere  col- 
la fu  a  bandiera  ,  e  gli  altri  caporali  rifpettivi .  Il 
To%ui  fuol  d'  ordinano  condurre  1'  ala  deftra  ,    e  al 


i 


;^ 


I 


I-I 


X  M°)( 


•m&H'jgsm&tmwim^MÈgij.&r'  - 


L-co^oter^nte-Toqui  la  fini  (tri   . 

XXII.  Gli  finimenti  militari  ,  di  cui  fi  fervo- 
no j  fono  tamburi,  cornette  ,  piiferi  ,  e  certi  mez- 
zoflauti. I  Soldati  vanno  veftiti  alla  maniera  popo- 
lare fenza  quella  diitinzione  di  abiti  ,  che  fi  ufa  in 
Europa  ;  portano  bensì  delle  corazze  ,  e  dei  mur- 
rionl  ài  cuojo  cotto  di  vacca  con  grandi  pennacchi 
di  belle,  e  vi  ilo  fé  piume.  Quando  vogliono  accam- 
pare, e  non  fono  molto  dittanti  da'  nemici ,  fortifi- 
cano i  loro  alloggiamenti  con  buone  palizzate,  e 
trincee  ,  e  mandano  delle  fentinelle  da  per  tutto  . 
Nel  campo  per  la  fera ,  ogni  foldato  fa  il  fuo  fuo- 
co feparato  dagli  altri  ,  di  maniera  ,  che  in  un'  ar- 
mata per  efempio  di  cinque  mila  uomini,  fi  vedono 

cinque  mila  fuochi . 

XXIII.  Prima  di  cominciar  la  battaglia,  emen- 
do tutte  le  truppe  collocate  nei  loro  rifpettivi  fiti, 
il  TQquì  loro  fa  un  difeorfo  patetico  ,  nel  quale  coli' 
efempio  dei  loro  antenati ,  che  tante  volte  vinfero 
quelli  fteifi  avverfarj ,  malgrado  la  fuperiorità  delle 
loro  armi,  gli  eforta  alla  vittoria,  o  ad  una  morte 
gloriofa  per  la  libertà  della  Patria  .  Finito  il  difeor- 
fo ,  fuonano  I  loro  tamburi ,  e  pifferi ,  e  fi  avven- 
tano contro  l  nemici  con  una  furia  tale,  che  fpa- 
venta  i  più  agguerriti  foldati .  I  più  formidabili  pe- 
2.Ò  fono  i  loro  fanti,  i  quali  colle  loro  mazze  fer- 
ra- 


*  v 


X  Mi  X 


rate ,  come  altri  tanti  Ercoli  ,  ^ramazzano  tutto 
quello,  che  loro  s*  oppone,  e  fi  fanno  ftrada  da  per- 
tutto  .  La  morte  nella  battaglia  è  per  loro  il  mag- 
gior onore,  che  poffono  acquiftarfi  in  vita  f  quindi 
lungi  da  temerla,  la  procurano  per  ogni  dorè,  man- 
dando però  avanti  di  loro  molti  dei  nemici  «  Gli  %h 
glj  appartengono  a  quei ,  che  fé  ne  refero  padroni  - 
I  prigionieri  diventano  tra  loro  fchiavi .  Il  Toqui 
può  Separarne  uno  per  Sacrificarlo  alle  ombre  dei  faci 
Soldati  morti  nella  guerra.  Quello  barbaro  Sacri  fi- 
zio,  non  orlante  V  odio,  che  la  Nazione  porta  a- 
gli  Spagnuoli  3  e  le  ordinanze  dell'  Mma>pu  ,  non  lì 
è  praticato  che  in  uno  ,  o  due  prigionieri  Spagnuo- 
li .  Gli  Araucani  conofcono  la  clemenza  ,  cheche  ne 
dicano  certi  Storici  incoerenti  ,  i  quali  coi  fatti  par- 
ticolari ,  che  ce  ne  raccontano  nelle  loro  ftorie ,. 
fmentifcono  P  efprefUoni  generali,  con  cui  ci  dipin- 
gono quello  popolo  come  inesorabile  contro  1  ne- 
mici « 

XXIV.  Il  ftiddetto  Sacrifizio  fi  fa  di  quefta  ma- 
niera .  Una  compagnia  di  Soldati ,  al  fuono  de' tam- 
buri ,  e  degli  altri  frumenti  militari  ,  conduce  1! 
prigioniere  deftinato  alla  morte  fopra  un  cavallo  pri- 
vo di  orecchie,  e  di  coda  (il  che  fra  loro  è  un  fornii!® 
affronto  )  ad  una  pianura,  dove  tutto  il  recante  dell' 
efercito  fchierato  in  cìrcolo  3  e  colle  armi  in  refla 
K  3  A» 


I 


XmOC 

mmàmmmmmmmÈÈÉmBm^mmitmmmmmmmmmmmm 

fià  ad  afpettarlo  .  Nel  centro  di  quefto  gran  circolo 
gli  Ulmenes ,  e  gli  Uffiziali  fanno  un  altro  più  pic- 
colo ,  e  nel  mezzo  collocano  la  fcure  del  gran   Tb- 
quì ,  a  lato  della  quale  pongono  a  federe  in  terra  1* 
infelice  prigioniere  colle  mani  legate  indietro ,  e   la 
faccia  voltata  al  di  lui  paefe,  che  obbligano  a  guar- 
dare  molte    volte  .    Indi    slegandogli  le  mani,  gli 
confegnano  un  mazzetto  di  pezzuoli    di    bacchette  , 
e  uno  ftecco,  o  legno    aguzzo  .    Con    quefto   legno 
dee  far  un  buco  nella  terra;  fatto  il  quale  è  corret- 
to a  nominare  per  ordine  i  foldati  più  valorofi    del 
fuo  Paefe  dal  Generale  fino    al    più  baffo  Ufficiale, 
e  ad  ogni  nome  ,  che  ne  proferifce ,  gettare  uno  di 
quei  pezzuoli  nel  buco  .  I  prefenti    con  grandi    gri- 
da ,  e  obbrobri  frattanto    maledicono  quei  prodi  ,  e 
anatematizzano  la  loro  memoria  .  Finiti  i    pezzuoli 
gli  comandano  coprire  il  buco  con  terra ,  quafì  che 
vogliano  feppellirvi  la  gloria  de'  nemici.    Pofcia    il 
Toquì ,  o  qualche  altro  degli  Ulmenes  ,  che    fi    fiano 
portati  meglio  nella  guerra,  a  cui  cqóq  quella  pre- 
rogativa, gli  fcaglia  un  furiofo  colpo  di  mazza  nel- 
la tefta  ,  e  fubito  gli  apre  il  petto  ,  ne  cava  il  cuo- 
re ,  e  Cucciandone  il  fangue  ,  lo  confegna    agli  Uf- 
fiziàli,  acciocché  effi  ne  facciano  lo  fteffo .  I  Solda- 
ti allora,  tagliano    le  gambe,  e  le  braccia    del   ca- 
davero ,  ne  fanno  dei  flauti  militar!  p  e  feparando  la 

te- 


)C'43)( 


tefta  dal  collo,  1'  alzano  in  aria  fopra  una  lancia* 
Tutti  i  prefenù  dietro  a  qucfta  orribile  infegna  fan- 
no attorno  attorno  delle  fcaramuccie  ftravaganti,  cai- 
pelando  fortemente  la  terra,  e  ripetendo  cantando 
le  ingiurie  contro  i  loro  nemici  al  fuono  di  que'  fa- 
nelli flauti  ,  che  hanno  fatto  delle  offa  del  morto  . 
Quindi  bevono  allegramente  il  loro  fidro  ,  e  il  vino» 
Durante  la  bevanda  fi  adatta  al  collo  del  cadavere 
in  luogo  della  propria,  una  tefla  di  montone  bian- 
co, fé  il  morto  fìa  flato  un  Spagnuolo,  e  nero  s* 
egli  fia  un  Indiano  ,  il  che  fi  crede  un  grandi/limo 
vilipendio .  Il  Tequì  frattanto  incenfa  verfo  le  quat- 
tro parti  del  Mondo  con  fumo  di  tabacco  7  borbot- 
tando, e  dicendo  mille  imprecazioni. 

XXV.  Quando  bifogna  far  la  pace,  o  quand» 
arriva  al  Regno  un  nuovo  Prefidente  Spagnuolo ,  fi 
fa  un  gran  congrego  tra  gli  Spagnuoli ,  e  gli  Aran- 
cini .  Quello  congreflb  vieti  chiamato  da  quelli  far* 
lamento ,  e  da  quelli  Hutnca-cojau  dalle  parole  Hkin- 
co- ,  o  bianco,  con  cui  eiìl  nominano  gli  Spagnuoli ,  e 
Cejw ,  che  lignifica  Concilio ,  ovvero  adunanza .  li 
tempo  dì  quello  Parlamento  è  ordinariamente  il  rnefe 
di  Novembre,  e  '1  fito  le  piarìure  fituate  tra  i  fiumi 
Bttìhìo ,  e  la  Laxa  nella  Provincia  di  HuìlquiUtnu  a- 
bitata  dagli  Spagnuoli  fui  confine  degli  Araucani  * 
Vi  fono  all'  intorno  le  fortezze 'Spaglinole Hafcimen- 
K  4  *  ti , 


! 


i  i  <  1 


f 


( 

§ 

I 


X  M4)( 

tv  j  Purem  ,  Angeli,  Tucapen  ,  e  Jumbel  «  Gli  Ami- 
carli fempre  han  pretefo  ,  che  Affatto  congreflb  fi  fac- 
cia nelle  loro  terre  ,  ma  eccettuato  1'  Ecc.  Sig.Pre- 
fidente  D.  Tommafo  Marin  de  Poveda,  che  volle 
acconfentire  alle  loro  pretensioni ,  neffuno  degli  al- 
tri Prefidenti  fi  è  mai  indotto  a  pattar  il  fiume  Bio- 
hio  y  temendo  qualche  forprelTa  dalla  parte  deglv In- 
diani .  Alcuni  mefi  innanzi  di  principiare  il  Parla- 
mento,  un  Ambafciatore  Spagnuolo  detto  Comìfiftrìo 
dì  Nazioni  va  ai  quattro  Utammapu  ,  dove  invita  i 
Toqui  3  ed  i  principali  Ulmenes  da  parte  del  nuovo 
Prefidente  ad  a  (fi  fiere  al  congreflb  ,  promettendo  lo- 
ro ,che  fi  tratteranno  in  elfo  delle  cofe  appartenen- 
ti alla  pace  perpetua  d'  entrambe  le  nazioni,  che  fi 
foddisfaranno  fcambievolmente  gii  aggravj,  e  che  fi 
fiabilirà  un'  armonia  permanente.  Quella  precauzio- 
ne di  avere  in  quelle  occafioni  tai  congreflì ,  è  Som- 
mamente neceffaria  ,  poiché  fé  qualche  Prefidente  fé 
ne  difpenfaffe,  gli  Araucani  fi  crederebbero  vilipefi 
dagli  Spagnuoli,  e  come  neffuna  cofa  gli  offende 
tanto ,  quanto  il  difprezzo  ,  ricomincierebbero  fenza 
dubbio  la  guerra.  Quindi  è,  che  i  Prefidenti  hanno 
nell*  Erario  Reale  un  affegnamento  fiffo  per  le  fpe- 
fe  del  viaggio  ,  e  del  congrefso  ,  e  una  fomma  da^ 
regalare  ai  Toqui,  e  agli  Ulmenes  . 

XXVI.  Quando  fi  avvicina  il  tempo  del  Parla- 
li! en- 


#t 


X  145  )( 


SiSwaSRiSESgW^B 


taento  j  il  Prefidente  fa  un'  adunanza  nella  Città 
della  Concezione,  alla  quale  affitte  il  Vefcovo  >  gli 
Ulfiziali  militari  ,  ed  anche  i  MiUIonarj  ,  ed  ili  ella 
fi  efaminano  le  cofe,  che  debbono  proporli  agli  A- 
raucani  ,  e  tutto  quello  che  il  crede  più  conducente 
per  confervare  la  pace  ,  e  ridargli  alla  Fede  Catto- 
lica. In  quello  intermedio  fi  fortificano  ancora  pia 
del  folito  le  frontiere  Spagnuole  3  e  tutti  i  paffaggj 
del  fiume  Biobio  ,  affinchè  gli  Araucani  non  vengano 
jn  numero  da  farli  temere,  0  portino  più  armi  di  quelle, 
che  fi  fono  pattuite  -  Mende  arrivato  il  tempo  preferir- 
to  il  Prefidente  accompagnato  da  tutti  gli  Uflkiali  dei 
Regno  ,  dai  Miflionarj  ,  e  da  molte  compagnie  di  ca- 
valli ,  e  dì  fanti ,  fi  porta  al  luogo  del  congrego  9 
Vi  arrivano  ancora  i  quattro  Tiqui  ,  e  gli  Vlmtnfs 
bene  feortati .  Nel  Parlamento  dell'  anno  1723*  il 
trovarono  130.  Vlmenes  colle  loro  rifpettive  comiti- 
ve ,  che.  afeendevano  al  numero  di  due  mila  3  e  qua- 
ranta quattro  perfone .  VI  concorrono  eziandio  da^ 
quafi  tutte  le  parti  dei  Regno  i  mercanti,  i  quali 
tutto  il  tempo,  che  dura  il  Parlamento  ,  vi  fanno  li- 
na fiera  affai  eppiofa  .  Gli  Araucani  accampano  due 
miglia  dittanti  dagli  accampamenti  Spagnuoli . 

XXVII.  Il  congreflb  fi  principia  con  molte  cos- 
tefie.dair  una,  e  dall'  altra  parte  .  Tutti  i  bafloni 
degli  Ulmtnesi  dei  Toqui ,  e  quello  del  Prefidente  Spa» 

gnuo- 


;i 


)(Mó)( 

gnuolo  fi  legano  in  un  mazzo  per  denotare  V  unio- 
ne fra  le  due  Nazioni  .  Qiiefto  mazzo  fi  colloca  nel 
mezzo  dell'  Aflamblca .  Un  Ulmtn ,    /"aiutando    pri- 
ma con  gran  riverenza  tutta   1'   adunanza  ,  tenendo 
nella  mano  manca  un  ramo  di  Canclo  ,  e    mettendo 
P  altra  fopra  il  mazzo  dei  baffoni,   fa    un    difcorfo 
affai  lungo  in  lingua  Chilena.  Un*  Interprete   Spa- 
gnuolo  ,  fatto  prima  giuramento ,  va  /piegando    ìjl, 
liRgua  Spagnuola  punto  per  punto  tutto  ciò  che  l'o- 
ratore Amicano  dice  .  Il  foggetto  di  fiffatti  dimor- 
fi è  ordinariamente  la  pace  ,  i  beni ,  che  elTa  procu- 
ra a  tutti,  i  mali  che  porta  feco  la  guerra,  e  una-, 
efortazione  ben  ragionata  alla    fcambievole    concor- 
dia .  In  quefte  orazioni  fi  oiTervano  con   maraviglia 
tutte  le  parti,  e  le  figure,  che  infegna  la  Rettori- 
ca  artificiale  .  Vi  fi  nota  un  efordio  adattato  al  [og- 
getto, un'  invenzione  feconda  ,  una  narrazione    pu- 
lita, un'  argomentazione  iolida  ,  e  un  epilogo  con- 
ci fo ,  ed  efpreiTivo  ,  La  Rettorica  è  V  unica  fciemz 
che  coMfcono ,  e  a  cui  fi  applicano   gli    Araucani . 
Da  ragazzi  fi  avvezzano  a  parlare  in  pubblico  .  Nei 
loro  Aucaeojw ,  o  adunanze  ,  che  fono    frequenti/li- 
me, tutti  hanno  la  libertà  di  aringare.  I  bravi  O- 
ratori  fono  fra  loro  tanta  filmati ,  quante  fra  ì    Ro- 
mani antichi.  Quindi  nafce  la  premura ,  che  tutti  vi 
hanno  dì  parlare  beae  la.  loro  lingua ,  e  di   confer- 
va,- 


X  M7  X 


#± 


varne  la  purezza  .  le  loro  Orazioni  fi  rafToraigliano 
un  poco  a  quelle  degli  Afiafici  pel  frequente  ufo  deU 
le  parabole,  e  delle  fi militudini.Effi adoperano  an- 
cora   fovente   gli    apoftrofi    ai    circoftanti  ,    indiriz- 
zando la  parola  o  agli  UfEziali  Spagnuoli  fé  vi    fo- 
no preferiti,  ovvero  ai  loro  Toqui,  ed  Vlmenes  con  u- 
na  varietà  di  frafi  ,  e  di  figure ,  che  forprende  .  Fi- 
nito il  difeorfo  dell'  Araucano  9  parla  il  Prefidento 
Spagnuolo  ;  indi  fi  viene  agli  articoli  della  pace,  i 
quali  debbono  effere  approvati  dai  quattro  Toqui  y  <* 
dai  Plenipotenziari  degli  Vtammafu  ,  perchè    fé    ne 
manca  qualcheduno,  perdono  il  loro  valore .  Il  Pre- 
fidente  pranza  ad  una  tavola  coi  Toqui,  e  gli  Vinte* 
nes  principali ,  e  vi  fa  loro  ,  ficcome  a  tinti  gli  al- 
tri Vlmenes  i  regali  della  fomma ,  che    dall'    Erario 
Reale  viene  desinata  a  quefto    fine .    Gli   Araucani 
ammazzano  parecchi  tèhUibueques ,  o  pecore  del  Pae- 
fe  per  Io  ftabilirnento  della  pace,  e  poi   fi    ritirano 
alle  loro  terre  . 

XXVIII.  Quefto  popolo  n©n  ha  fortezze  alcu- 
ne ,  che  portano  difenderlo  dalle  correrie  dei  nemi- 
ci ,  né  Città  ,  né  Eorghi  .  Egli  abita  difperfo  nelle 
campagne ,  credendo  eiTer  quefto  uno  de*  maggiori 
privilegi  della  libertà  .  Le  loro  cafe  fono  di  legno 
coperte  dì  paglia  fenza  divifione  di  camere,  o  anti- 
camere, fenza  fineftre,  e  con  una   fola  porta,,    che 

di 


)(M*)( 


.1 


|i     I 


I5       ! 


di  notte,  chiudono  con  un  cuojo  di  vacca.  Siffatte 
capanne  fervono  ancora  di  cucina ,  e  vi  ha  ognuna 
delle  donne  il  fuo  fuoco  feparato  da  quello  delle  al- 
tre ,  ove  fa  tutt'  i  dì  una  pietanza  pel  marito  ,  di 
modo,  che  quefti  ha  nella  fua  tavola  tante  pietan- 
ze ,  quante  fono  le  fu  e  mogli .  In  quefte  cafe  non 
fi  vede  ancora  letto  alcuno ,  perchè  tutti  dormono 
fbpra  pelli  di  montoni,  le  quali  quando  s'  alzano, 
levano  dal  fife ,  dove  fogliono  dormire  .  Le  maf- 
ferizie  domeniche  fi  riducono  ad  alcune  banchine, 
e  ad  una  tavola  di  legno  rozzo,  dave  mangiano  fen- 
za  tovaglie ,  e  fervietfe  .  Non  vi  fi  vede  pofata  al- 
cuna, una  conchiglia  ferve  in  luogo  di  cucchiajo  .  I 
tondi ,  ed  i  piatti  fono  o  di  legno ,  o  di  terra  .  E 
bicchieri  di  corno  vaccino.  Gli  Ulmenes  fogliono  avere 
dell'  argenteria  da  tavola ,  ma  non  fene  fervono ,  fé 
no»  per  ricevere  gli  ofpiti ,  a  cui  fanno  tutte  le  at- 
tenzioni potàbili  ancorché  fieno  Spagnuoli . 

XXIX.  Il  vitto  corrifponde  alla  povertà  della 
tavola.  Quella  confitte  ordinariamente  in  legumi  cot- 
ti con  un  pò  di  fale,  ed  In  luogo  di  pane  mangia- 
no delle  Pape,  o  pomi  di  terra.  Di  odo  fi  cibano 
di  Pefci,  e  di  Oftriche  ,  quantunque  i  loro  fiumi,  e 
il  Mare  ne  portino  in  grandifiima  quantità  .  Il  loro 
Paefe  abbonda -ancora  di  uccellame,  di  falvaggiume, 
e  di  animali  doraeftici ,  che  ricevettero  à^gìi  Spa- 
smi o- 


)(  '49  X 


gnuoli ,  e  pure  nei  loro  pranzi  ordinar;  non  fi  fer- 
vono della  carne ,  che  pochiflime  volte  ,  alla  quale 
non  danno  altro  condimento ,  che  quello  di  arroftir- 
la  ,  o  d'  allertarla  con  un  pò  di  fale  ,  e  qualche  pe- 
perone ,  di  cui  fono  ghiotti  .  Il  frumento  ,  che  rae~ 
colgono  ,  lo  mangiano  cotto ,  o  zbbruftolito ,  e  ri- 
dotto in  farina  . 

XXX.    Nel  corfo   però    dell'  anno   fi    difpenfa- 
no  qualche  volta  da  quella  dieta  ftretta .  Eglino,  fic- 
come  fono  amici  di  far  comparfa  ,  fi  fanno  fcambie- 
volmente,  mafiìme   nel    tempo    delle  raccolte,    de! 
conviti  fontuofi  ,  ai  quali  affiftono  più    di    trecento 
perfone  .  Quefti  conviti  fi  chiamano  Mlngacu^  e  Ca~ 
guln  .  Allora  non  fi  rifparmia  niente.  I  volatili,  e 
i  manzi  fi  ammazzano  con  una  profusione  incredibi- 
le. Il  vino  ,  che  comprano  dagli  Spagnuoli  >  e  il  fi- 
<lro  ,  che  fanno ,    o    di   mele ,  o  d*  altre   frutte  del 
Paefe,  fi  prefentano  a  tutti  abbondantemente  in  tutto 
il  tempo  ,  che  dura  il  convito  ,  che  fuol  effere  quin- 
dici  giorni .  Durante  quefto  divertimento  $1  gli  uo- 
mini ,  come  le  donne ,  fi  trovano  quafi   fempre   ub- 
briache .  Quindi  proviene  la  gran  mortalità  de*  bam- 
bini ,  che  fi  nota  in  quefto  popolo ,  e  la  fenfibile  di- 
minuzione di  gente ,  che  vi  è  rifpettivamente  al  nu- 
mero del  fecolo  paffato  s  perchè  le  madri  ubbriache 
per  molti  giorni  di  feguito  lafciano  di  allattare  ila* 


f 


Lì 


' 


I 


) 


■ 


X  *5°)C 

ro  figliuoli  5  i  quali  per  mancanza  dì  cibo  ,  periro- 
no .  Gli  Ofpiti  fono  trattati  colla  fteffa  liberalità  ,  e 
vi  poffono  ilare  il  tempo ,  che  vogliano  ,  fenza  pa- 
'gar  niente  pel  loro  vitto,  ne  per  V  alloggio  ,  che 
fempre  è  feparato  dal  refto  della  familia  .  I  grandi 
affari  fogliono  qualche  volta  trattari!  in  quefte  adu- 
nanze  feftive  negl*  intervalli,  che  permette  1'  ub- 
riachezza . 

XXXI.  Il  veftito  degli  Araucani  è  ancora  affai 
fempiice  ,  e  tutto  di  lana  ,  poiché  non  conofcono  1' 
ufo ,  che  fi  fa  della  Canapa  ,  e  del  Lino  .  Il  colore 
favorito  per  loro  è  il  turchino  .  Gli  uomini  ordina- 
ri portano  una  camifeia  ,  un  pezzo  di  tela  a  guifa  di 
camifciuola  ,  che  chiamano  pfoni ,  delle  bracche  ftret- 
te  ,  e  una  fpecie  di  tabarro ,  che  nominano  Poncho . 
Quello  Poncho  è  quadrilungo  fatto  a  maniera  di  pia- 
neta con  un'  apertura  nel  mezzo  permetterlo  alcol- 
Io  ;  ma  effo  n'  è  pili  lungo  ,  e  più  largo  di  quella  , 
éi  modo,  che  arriva  fino  a  mezza  gamba,  e  infino 
alle  mani.  Ve  He  fono  di  due  forta  ,  cioè  i  fempli- 
ci  ,  ed  i  liiiati  :  i  femplici  fono  tutti  turchini  :  il 
fondo  dei  liftati  è  del  color,  che  fi  vuole  ,  e  le  li- 
fte  ,  o  righe,  che  fono  più,  oraeno  largne ,  ammet- 
tono divertì  colori ,  rapprefentanti  per  via  della  t€(- 
fitura,  o  fori  ,  ovvero  altre  figure  .  L'  orlo  di  Af- 
fatto tabarro  va  tutto  fregiato  d*  un  fiocco,  o  nappa. 

{  V  lì- 


> 


k 


).C;.»s'0( 


V  ufo  di  quefti  Ponchi  pafsò  dagli  Araucani  ai  Con*- 
tadini  Spagnuoli,  e  alla  gente  b'afsa  ,  non    che    del 
Chiie,  ma  ancora  del  Perù ,  e  del   Paraguai     e    per 
quello  motivo  fé  ne  fa  un  gran  commercio.    Gli  A- 
rancarli  non  tifano  ordinariamente    il  cappello  ,    itu 
vece  del  quale  portano  una  fafcia  roffa  ,  o  diadema 
intorno  al    capo,  ornata    di  pallottoline    di    vetro j 
nemmeno  ufano  le  calzette,  ne  le  fcarpe.  La  mag- 
gior parte  ha  le  gambe  fempre  ignude  .  Alcuni  le  cuo- 
prono  con  certi  flivaletti ,  che  fanno  di  lana  di  va- 
rj  colori.  Gli  Ulmenes ,  benché  fi  veftano  delia  me- 
defima  maniera  ,  che  il  volgo ,  contuttociò  procura- 
no diftinguerfi  da  elfo  per  la  qualità   dei   veftiti  ,  e 
qualche  volta  adoperano  anche  gli  abiti  ailla  Franca- 
fé  ,  che  Comprano  dagli  Spagnuoli ,   particolarmente 
quei  tinti  in  grana;  fi  cuoprono  il  capo  con  cappel- 
li fregiati  di  grandi  pennachj ,  ufano  fproni  d*  argen- 
to affai  pefanti  ,  ftaffe  dì  ottone  ,  e  baioni  col    po- 
mo d'  argento,  ma  feguendo  la  coflumanza  del   lo- 
ro Paefe ,  vanno  fempre  fcalzi . 

XXXII.  Il  veftito  delle  donne  è  ugualmente 
femplice  ;  ma  affai  onefto  .  Elleno  portano  in  luogo- 
di  camifeia  una  tonaca  di  lana  fenza  maniche ,  che 
arriva  infino  ai  piedi ,  e  viene  ftrettamente  legata  al 
corpo  con  una  fafcia  affai  larga  .  Sopra  la  tonaca  fi 
mettono  una  fchiavina  pure  éi  ianà  latta  a  maniera 

di 


I 


s 


XiRx 


S32iai£5SV«?Ì4:  _?:  ■■,  ~i 


dì  queile  ,  che  ufano  i  pellegrini  qua  in  Europa  ,  e 
T  aggruppano  d*  avanti  con  certe  laminetted*  argen- 
to ,  che  chiamano  Tappe!.  Le  donne  Araucarìe  fono 
al  pari  di  "tutte  le  altre  del  Mondo  portate  a  far 
eompar/a;  e  ad  abbellirli  nel  modo  ,  che  poffono.  Di- 
vidono i  loro  capelli  ,  che  lafciàno  crefeere  affai,  in 
fèi  treccie,  le  quali  pendono  fopra  le  fpalle  .  Si  a- 
dornano  la  tefla  all'  intorno  con  certe  pietre  dette 
da  loro  Lìancas ,  le  quali  pel  colore  ,  e  per  la  figu- 
ra fembrano  una  fpecie  di  Smeraldi,  che  finora  non 
fi  sa  d'  onde  le  cavano  .  Portano  nelle  orecchie  pen- 
denti, che  chiamano  Uphs  ,  l  quali  non  fono  altro, 
che  una  laminetta  d'  argento  quadrata,  e  non  lì 
contentano  con  due  fole  ,  ma  fé  ne  mettono  fino  à 
jfei,  o  più  conforme  alle  loro  facoltà.  Ufano  anco- 
ra maniglie,  e  gargantiglié  di  pallottoline  di  vetro 
dì  varj  colori,  e  in  tutte  le  dita  portano  anelli. 
Parlano  la  lingua  Araucana  con  una  dolcezza  am- 
mirabile ,  particolarmente  quelle,  che  abitano  nelle 
Provincie  finiate  fra  i  fiumi  Cautèri,  e  Valdivia  ,  e 
f(pra.  tutte  le  altre  le  Boroane ,  o  quelle,  che  na- 
scono nella  Provincia  di  Boro* ,  ie  quali  fono  bian- 
che,  bionde  ,  e  di  belle  fattezze. 

XXXIII.  Gli  Araucani  credono,  che  gli  uomi- 
ni non  fono  nati ,  che  per  la  guerra  .  Quindi  è  , 
vàe  eglino  deteftan©  qualunque  fatica,  che  non  s' in- 

dirizzi 


)(M3  X 


dirizzi  alla  milizia ,  e  abbandonano  alle  donne  tutti 
quei  mefiieri ,  che  nel  refto  del  Mondo  fanno  gli  uo- 
mini ,  Le  donne  feminano  il  grano  %.  lo  mietono  ,  e 
lo  raccolgono  ,  pafturano  le  mandre  così  di  pecore  , 
come  di  vacche ,  e  di  cavalli ,  portano  la  legna,  fan 
da  mangiare,  e  da  veftire  ai  loro  mariti  .  Quelli  la 
mattina ,  pretta  la  collazione  ,  che  mai  lafciano,  mon- 
tano a  cavallo ,  e  andando  alla  campagna  vi  fi  ad- 
delirano  nel  maneggio  dell'  armi ,  e  dei  cavalli;  nel 
qual  efercizio  diventano  eccellenti.  Il  bagno  è  co- 
munismo fra  loro .  Neil'  inverno  fi  bagnano  una_ 
volta  al  giorno  ;  ma  nella  Hate  fi  mantengono  per 
molte  ore  nei  fiumi  nuotando  dall'  una  all'  altra  ri- 
va talvolta  fopra  V  acqua ,  e  talaltra  tuffati  intera- 
mente in  effa  9  e  così  divengono  nuotatori  deftriffi- 
mi.  Le  donne,  benché  fi  bagnino  ancora  tutti  i  dì, 
contuttociò  mai  lì  vedono  nei  fiumi  infìeme  cogli 
uomini  :  cercano  per  loro  dei  luoghi  feparati .  Subi- 
to che  partorirono  tanto  di  fiate,  quanto  nell'  in- 
verno, fi  tuffano  intrepidamente  nell' acqua  col  bam- 
bino ,  affinchè  effo  diventi  più,  forte  pel  meftiere  del- 
la guerra .  Gli  uomini  occupano  il  tempo  ,  che  lo- 
ro lafcia  libero,  o  V  efercizio  della  guerra,  ol' ub- 
riachezza in  diverfi  giuochi ,  che  fecondo  il  loro 
genio  marziale  hanno  fempre  qualche  cofa  del  mi- 
litare » 

I  XXXIV. 


snw 


{ 


s 


I 


X  154  X 

XXXIV.  Fra  Infiniti  altri,  che  fi  vedono    fra- 
loro  ,  ne  riferirò  fol  tanto  due ,  acciò  fene  formi  qual- 
che  idea  delle  recreazioni  di  quefta  Nazione  bellico- 
fa:  V  imo  fi  fa  nel  canpo  ,  e  1*  altro  in  cafa.  Per 
giuocare  al  primo  fi  elegge  una  pianura  lunga  alme- 
no un  miglio,  nelle  di  cui  efiremità  fi  pongono  cer- 
ti fegni  di  rami  d'  alberi .  Vi  concorrono  i  giuoca- 
tpri  divifi  in  due  bande  oppofte .  Ognuna   di  quelle 
bande  fi  compone  di  quindici  uomini  armati   di  ba- 
ioni ricurvati  nella  punta  inferiore  .  Nel  centro  del- 
la pianura  fi  fa  un  buco,  dentro  del  quale  fi    met- 
te una  palla  di  legno  ,  e  dall'  una  ,  e  dall'  altra  par- 
te del  buco  fi  fchierano  le  due  bande  ,  I  due  avver- 
sar j ,  che  fono  più  vicini  al  buco  ,  ne  cavano  co' lo- 
ro baffoni  la  palla,  ed  ogni  banda  procura  con  ogni 
sforzo  di  portarla  all'  una  dell'  eftremità  ,  che  le  toc- 
ca ,  giacche  in  quefto  confifte  la  vittoria  .  Quindi  na- 
fcono  dei  combattimenti  vivi ,  e  delle  zuffe  oftinate 
fra  le  due  fchiere  oppofte,  di  maniera,  che  paflano 
molte  ore  fenza  dichiararli  la  vittoria  per  niuna  del- 
le parti .  Quello  giuoco  ha  le  fue  leggi  ,  che   fcnno 
oflervare  efattamente  gli  arbitri  a  ciò  deftinati  ;  ma 
a  difpetto  di  effe  vi  fogliono  accadere  molte  difgra- 
zic.  I  contadini  Spagnuoli  del  Chile  ancora  1'  ufa- 
no,  e  fi  a  loro  fi  trovano  due  fazioni  contrarie  inu 
Affatto  divertimento,  le  quali  s'  eredano  nelle  fami- 
glie e 


Oivoco  la4 


*L  GhiueccL^) 


JavoLa  5 


.Javola,  6. 


Givoco  ti  CututumpeuciL 


X  M5)C 


glie  p  V  altro  giuoco  fi  chiama  Cututitn-peucu.  Sedici, 
o  venti  pedone  prendendoti  per  le  mani  formano  uà 
cìrcolo,  e  dentro  fi  mette  in  piede  un  ragazzo  .  Tut- 
ti gli  altri ,  che  vi  concorrono  ,  proccurano ,  o  con 
aftuzia,  o  con  sforzo  dj  rompere  quel  circolo  ,  e  impa- 
dronirfi  del  ragazzo  ;  nel  che  fi  fonda  la  vittoria  ; 
ma  prima  di  ottenerla  paffa  un  gran  pezzo  di  tem- 
po ,  e  molte  volte  gli  affedjanti  interamente  fatica- 
ti, fi  vedono  obbligati  ad  abbandonare  V  affedio  • 

XXXV,  Oltre  a  quefti  divertimenti    militari   il 
dilettano  ancora  del  canto,  e  dei  balli ,  La  lororau- 
fica  non  manca  d'  armonia ,  ed  hanno  molte  canzo- 
ni affai  affettuofe,  e  che  col  tuono  della  voce  efpri- 
mono  abbaftanza  o  il  dolore,  o  V  allegrezza.  I  lo~ 
ro  frumenti   muficaU    fono   gli    fteffi ,  che  fervono 
nella  guerra,  cioè  il  tamburo,  i  pifferi,  e  i  mezzo 
flauti ,  Ma  quando  cantano  delle  cpfe  lugubri    non^» 
gli  adoperano ,  perchè  dicono  ,  che  V  animo  diverti- 
to coli*  armonia  degli  finimenti ,  non  può  concepì- 
re  il  dolore  ,  che  fi  pretende  nelle  canzoni    malin- 
coniche .  Accompagnano  per  lo  più  il  canto  eoi  bal- 
lo ,  e  con  varie  danze  non  djfgradevoli ,  Entrano  a 
ballare  dieci ,  o  dodici  perfone ,  le  quali  non  balla- 
no tutte  infieme,  ma  con  certa  armonia,  ora  balla- 
no quattro,  ora  fei .  Nelle  danze  ordinarie  prenden- 
dofi  per  le  mani  fanno  un  circolo  3   nel    mezzo  del 
J-  2,  quale 


1 


I 


X«5*"X 


guale  fta  in  piede  un  Alfiere  col  fuo  fìendardo ,  e^ 
vanno  fallando  attorno  ,  bevendo  frattanto  del  vino, 
o  fìdro,  che  fempre  vi  hanno  accanto.  Le  donnea 
ballano  feparate  dagli  uomini,  e  talvolta  quando  fi 
rifcaldano  colla  bevanda  girano  ancora  attorno  de1 
circolo  degli  uomini ,  ma  fenza  accoftarvifi  molto  . 

9.    I  I. 

I.  JL  V  fcoperto  il  Chile  cent'  anni  in  circa  avanti 
le  conquide  degli  Spagnuoli  da'  Peruani  fotto  1"  Im- 
pero dell*  Inca  Jupanqui  ,  il  quale  vi  mandò  un'  ar- 
mata di  cinquanta  mila  uomini  a  gli  ordini  del  Ge- 
nerale Sinebirueà.  Quefti  (oggetto  le  Provincie  fet- 
tentrionali  del  Regno ,  ma  volendo  inoltrarli  davan- 
taggio,  fu  interamente  fconfitto  da  Fromaucaes  /Na- 
zione, che  abitava  nelle  contrade  vicine  al  fiume* 
Maule . 

II.  Neil*  anno  poi  153$  D-  Diego  Almagro  ac- 
compagnato dalP  Inca  Paullu  fratello  dell'  Impera- 
dore  del  Perù  ne  intraprefe  la  conquifta  con  cinque- 
cento Spagnuoli,  e  quindicimila  Peruani.  Giunto  ai 
confini  del  Chile  perde  cento  e  cinquaata  de  fuoi 
Spagnuoli  con  trenta  cavalli  ,  e  dieci  mila  dei  Pe- 
ruani ,  tutti  i  quali  morirono  di  freddo  nel  paffag- 
gio  della  gran  Montagna  degli  Andes  e  Col  recante 

dell* 


m 


■li 


gì 
v: 
o 
fe; 

sii 

ci 


I. 

le 

Pe 
m; 

ne 

ter 

ta: 

Zìi 
M; 

coi 
do 
eer 
coi 
Sp 
tu: 
gio 


* 


)(i$7)C 


dell*  armata  prefentò  la  battaglia  ai  Premane aet ,  di' 
quali  bravamente  rifpinto  fé  ne  ritirò   al  Perù. 

III.  Indi  V  anno  i$4o. v'entrò  più  felicemente 
Pietro  di  Valdivia  con  ducento  Spagnuoli ,  molti  Pe- 
rù ani ,  ed  alcune  donne,  ed  effendo  arrivato,  non-, 
fenza  contraiti  dalla  parte  degli  abitanti,  alla  bella 
pianura  di  Mapochò  ,  vi  fondò  nell'  anno  i$4x-  a'  24« 
Feb.  la  Città  di  S.  Giacomo,  Capitale    del  Regno. 
Nel  1550  colla  gente,  che  gli  fu  mandata  dal  Pera 
traversò  fenzà    oftacolo    le  terre  dei    Promaucaes ,  ì 
quali  da  lui  guadagnati  fervirono  come  aufiliari  fol- 
to le  bandiere  Spagnuole'.  Quefto  fteffo  anno  fondò 
fulla  riva  dei    Mare  a  gr.  36.42.  la  Città  della  Con- 
cezione ,  e  vi  cominciò  per  la  prima  volta  a    efpe- 
rimentare  il  valore  degli  Araucani ,  avendo  perduto 
il  fuo  Cavallo  ,  ed  elfendofi  veduto  in  gran  perico- 
lo di  perdere  ancora  la  vita  in  una   battaglia  ,    che 
gli  diede  il  Toqui  AilUuilu .  A    difpetto   però    dell* 
oppofizione  di  quefti   terribili  nemici ,  varcato  il  fiu- 
me Biobh  ,  d'  onde  cominciano  le  loro  terre ,  fabbri- 
cò la  Città  de'    Confini,  ovvero  Angol  ,z  gr.  37*  po- 
co dittante  dalla  riva  Auftrale  di  detto  fiume, quel- 
la dell'  Imperiale  a    gr.    38-45.    quella    di    Villane* 
a  gr.  39-ii-5  e  quella  di  Valdivia    a    gr.  39-5^.,    e 
per  reprimere  interamente  i  loro  sforzi,  fondò  nel- 
le tre  più    bellicose  Provincie,  che  elfi  abitano,  le 
L  5  &*- 


X»J8)C 


fortezze  d'  Arauco  ,  Tucapet ,  e  Purea  >  Iafciandovi  it- 
ila buona  guarnigione  • 

IV*  Frattanto  gli  Araucam  vedendo  con    impa-* 
ziefìzà  occupate  le  loro  contrade  dagli  Spagnùoli  e-» 
leiTero  per  loro  Toqui  il  gran  Caupotieanò ,  il  quale.* 
afiiftito  dal!*  attuto  vecchio  Colocolo  configliele  ariti-* 
co  dello  flato  con  tino  ftratagemmà   ben  concertate* 
5*  impadronì  della  Piazza  d'  Araucó  i  è  pei4    affedio 
di  quelle  di  Purèn  ,  e    di  Tucapel  *  Valdivia  marcia 
contro  Caupolicano,  che  lo  afpettavà  nella   pianura 
éi  Tucapel .    Vi    combatterono    per  lungo   tempo  le 
due  armate  ,  ma  finalmente  gli  Spaghuoli  furono  in* 
teràmeRte  feonfitti ,  e  Valdivia  reftò  prigione  ,  e  fu 
uccifo  con  un  colpo  di  mazza,  che  gli  diede  un  Ul-* 
mert  contro  la  volontà  di  Caupotìcctno  *  che    gli    vo- 
leva confervar  la  vita .  Dopo  quefta  vittoria    Caupo* 
llcctno  fece  fuo  Luogotenente  Generale  il  giovine  Lau- 
tharà  ,  il  quale  eifendo  paggio  di  Valdivia  lo  abban- 
donò nella  battàglia  ^  e  fu  la  principale  caufa   della 
vittoria  dei  fuoi  compatriota  *  Quindi  divifa     V  ar- 
mata   Caupohcano    affediò    inutilmente   le  Città  deli* 
Imperiale  j  è  Valdivia  ^    e  LautharU  disfece    Un'  al* 
tra  volta  V  armata  Spagnuola  fui  monte  Andalicàno, 
rovinò  in  due  occafioni  la  Città  della    Concezione  9 
e  intraprefe  P  attedio  di  S*  Giacopó  Capitale  del  Re- 
gno ;  ma  quando  marciava  contro  queflà  Città  3  do- 
po 


)(IJ9)( 


po  di  aver  fconfitti  tre  volte  gli  Spagnuoli ,  che  prò* 
curavano  di  opporglifijafialito  improvifamente,  mentre 
dormiva  fopra  un  monte ,  dove  fi  era  fortificato,  fu 
uccifo  con  una  freccia,  che  gli  lanciò  uno  degli  au- 
siliari de*  fuoi  nemici .  Quefto  giovine  fu  chiamato 
dagli  Spagnuoli  1'  Annibale  Qhtknt  ,  a  cagione  del- 
le  fue  rapide  vittorie  « 

V.  In  quefìo  tempo  arrivò  alla  Concezione  eoa 
buon  numero  di  truppe,  e  d'  armi  D.  Garzia  Hurta„ 
do  di  Mendoza  figliuolo  del  Viceré  del  Perù  ,  il  qua- 
le in  fette  battaglie  ,  che  diede  a  Caupolicano  ,  ne 
abbattè  le  forze  ;  Qnefio  valorofo  Araucano  veden- 
doti perfeguitato  dalla  difgrazia  ,  per  afpettare  qual- 
che occaficne  favorevole  5  fi  ritirò  in  un  bofeo  ,  do- 
ve feoperto  da  una  fpla  fu  prefo  dagli  Spagnuoli ,  e 
per  ordine  del  Capitano  Reinofo  impalato,  e  faef- 
tato  perderla  vita ,  avendo  prima  ricevute  le  acque 
del  Battemmo  «  Gli  Àraucani  fubito  diedero  la  di- 
gnità di  Toqui  al  giovine  Cftupelicané  figliuolo  del 
precedente,  il  quale  dopo  due  vittorie,  che  otten- 
ne contro  gli  Spagnuoli  s  avendo  perduta  la  terza»* 
battaglia ,  che  loro  prefentò  ,  fi  tolfe  da  fé  fteifo  la 
vita  per  non  cadere  nelle  mani  dei  fuol  nemici  . 

VI.  Antuguenu  ,  che  gli  fuccederte  vinfe  gli  Spa* 
gnuoli  in  altre  due  occafioni  nel  monte  Anà&lìcznr 
già  fatale  a  coftoro  ,  e  vi  uccife  il  loro  Generale  Pie- 


L  4 


tri*/ 


7 


)(•«»)( 


tro  Villagra ,  prefe ,  e  fmantelò  le  piazze  di  P«- 
ren  ,  e  di  Arauco,  che  erano  fiate  reedificate  ,  e  du- 
rante P  attedio  di  quefta  ultima  sfidò  a  duello ,  e  fi 
battè  a  corpo  a  corpo  col  Comandante  Spagnuolo 
per  ben  due  ore ,  dopo  le  quali  fi  fepararono  di  co- 
num  accordo  .  In  quefio  tempo  ancora  attediò  fenza 
frutto  per  mezzo  del  fuo  Luogo  tenente  Antunecul 
la  Città  della  Concezione  .  Indi  volle  prendere  la_, 
Città  d'  Angola  ma  vi  fu  metto  in  rotta  .  Ad  Antu- 
guenu  fuccederono  i  Toqui  Vaìnanancu,  Caiamcura  9 
Hanconìel  y  Cadeguala  ,e  dianoetica,  i  quali  foftennero 
con  varia  fortuna  la  guerra  contro  gli  Spagnuoli . 

VII.  V  anno  1597.  fu  fatto  Toqui  il  bravo  Fail- 
ìamachu ,  il  quale  dopo  d*  avere  uccifo  nell*  anno  fe- 
guente  il  Prefidente  Spagnuolo  D.  Martino  Lojola-* 
con  feffanta  Uffiziali ,  che  1"  accompagnavano  riduf- 
fe  in  fua  podeftà  ,  e  rovinò  affatto  le  Città  dell'  Im- 
periale ,  Valdivia  ,  Vìllarìca ,  Oforno  ,  Angol ,  Santa  Cro- 
ie dì  Coia  ,  Canneté  5  la  Concezione  ,  Chillan  ,  e  tutte  le 
piazze  ,  o  forti  ,  che  gli  Spagnuoli  avevano  tra  i  fiu- 
mi Biobio,  e  Valdivia ,  ovvero  in  tutto  lo  flato  de- 
gli Araucani.  I  Toqui,  che  dipoi  furono  foftituiti  , 
confervarono  la  riputazione  di  Paiìlamachu.  Lientur  ne- 
gli anni  1615  ,  e  1%  portò  la  guerra  dalla  banda  fet- 
tentrionale  del  fiume  Biobio,  Taccheggio  le  tenute, 
e  poffeffioni  Spagnuole  >  ne  disfece  un*  armata  ,  e  fi 

re- 


X  i*OC 


refe  formidabile  ai  fuoi  nemici  per  1*  attività  del- 
le Aie  operazioni  militari.  Dall'  anno  1619.  fino  al 
1631.  Putapkhun  fi  fegnalò  in  molte  battaglie,  che 
ebbe  parte  cogli  Uffiziali  Spagnuoli ,  e  parte  col 
loro  Prefidente  D.  Francefco  Lafiò. 

Vili.  L*  anno  poi  1640  il  Marchefe  di    VaideS 
fece  la  pace  cogli  Araucani ,  e  col   loro  Toqui  An- 
tugueno   II.  la  quale  non  durò,    che    quindici    anni, 
poiché  Iranno  »*5S  il  Toqui  Chntaru,  avendo    di- 
chiarata la  guerra  agli  Spagnuoli ,  disfece  interamen- 
te il  loro  Sarger.te  Maggiore ,  con  tutta  la   fua  ar- 
mata ,  vinfe  in  battaglia  campale  il  loro   Prendente 
D.  Antonio  Acunna  ,  rovinò  le  Fortezze  Coltura ,  S, 
Vetro,  Arauco,  S.    Refendo,  e  Boroa,   che   erano  fia- 
te edificate  dopo  la  pace  del  1640 ,  e  da  quella  par- 
te di  Biobio  i  forti  la  Stanzia  del  Rey ,  S.  Cristoforo  , 
Talcamavida  e  la  Città  di  Chillan  .  I  Prefidenti  Spa- 
gnuoli,  che  fuccederono  ad  Acunna ,  acquetarono  gli 
Araucani  fino  all'  anno  17x3-  nel  quale  il  Toqui  VI. 
Umilia,  intimata  di  nuovo  la  guerra,  fece  fmantel- 
lar  le  piazze  di  Puren  ,  e  di  Arauco,  e  rinovò  per 
la  terza  volta  la  pace  col    Prefidente    D.  Gabriele^ 
Cano  .  L'  anno  finalmente  1766.  il  Toqui  Curinancu. 
fcacciati  dall'  altra  parte  di    Biobio  gli  Spagnuoli  , 
che  vi  volevano  ftabilire  dei  borghi ,  fi  alleò  coi  Pe- 
htenches,  e  loro  fece  la  guerra  fino  all'  anno  1769, 

970, 


)(I62)( 


i 


I 


o  70.  Da  ciò  che  abbiamo  detto  in  compendio  fi  ve- 
de, che  il  Chile  è  flato  dall'entrata  degli  Spagnuo- 
li  fino  a  noftri  dì  il  teatro  della  guerra ,  dove    fi  è 
Segnalata  I-  una,  e  1*  altra  Nazione  con  azioni  vera- 
mente eroiche,  e  che  farebbero  affai    celebrate  ,   fé 
non  foffero  flate  efeguite  nélV  eflremo  della   terra  . 
Gli  Spagnuoli  vi  trovarono  quefto  popolo  indomito, 
che  ha  loro  difputata  con  tenacità  la  gloria  del  va- 
lore, e  che  ha  fatto  più  fpiccare  la  loro  fama  acqui- 
flata  nelle  altre  conquifle  dell'  America.  Ma  fi  può 
dire  fenza  efagerazione  alcuna,  che  quefto  pezzo  dì 
terra  loro  ha  coftato  più  di  fangue  ,  e    di   danaro  , 
che  tutto  il  rimanente  infieme  dell'  America  . 

IX.  Nulla  di  manco  gli  Spagnuoli  avendo  per* 
ante  le  Città,  e  Fortezze,  che  avevano  edificate  da 
Biebio  verfo  mezzogiorno  ,  fi  ù  no  riftrettia  ftabilir- 
fi  fondamente  nel  tratto  di  Paefe ,  che  fi  flende  dai 
confini  del  Perù  fino  al  fuddetto  fiume  Biobio  •  e  a 
e  nfervare  dall'altra  parte  foltanto    alcune    fortezze 
fulta  fponda  Meridionale  di  quefto  fiume   per   impe- 
dire le  feorrerie  degli  Araucari ,  la  piazza,  e  porto 
di  Valdivia ,  e  1'  Arcipelago  di    Chiloe .    Il    Paefe , 
che  abitano,  fi  va  ogni    giorno   popolando   grande- 
mente, e  quelle  felici    contrade  fi  vedono  già  piene 
di  abitanti  a  difpetto  delle  flragi,  che  vi  hanno  fat- 
to gli  Araucani  con  una  guerra  sì  continua  ,  nella 

qua- 


KtStX 


m 


quale  fono  ritorti  innumerabllj  Uomini  còsi  dell*  Urìà$ 
come  dell'  altra  parte  *  La1  benignità  ,  e  fallibilità  del 
Clima  però  ricompénfano  con  nuftierofà  pfópàgMiO* 
ne  le  perdite  iofferte  >  dì  maniera  ,  che  gli  Spàgrìuò* 
lì,  che  vi  abitano  *  lenza  portarvi  truppe  dall'  Ed* 
ropa5  poifonò  difenderfi  ottimamente  dà  cjtiàluftqììg 
nemico  ,  che  voglia  attaccare  le  loro  Còfté  4 

X.  Quelli ,  che  vi  iiàfcontì  dà  famiglia  EtifOpet 
fi  chiamano  Cteoll'ì  b  pef  diftingiìérfi  dagli  SpàgttUoU 
siati  iti  Europa  i  che  vi  fi  ftabiìifconò  «  Qi\Q&i  3pà* 
gnuolì  Chlleni  per  lo  più  hafirid  le  fattezze  à  il  CO* 
lore  3  e  là  ftaturà  a  un  dlpfeffo  come  quelle  degli 
Spagnuoli,  che  nafcono  nelle  parti  fettentrionàli  deììt 
Spagna  «  Eglino  fono  affabili,  amanti  dei  fbrèfiiefi^ 
generofi  j  coraggio!!  3  e  di  bello  fpifito^  ina  Coìiiu* 
nemetite  poco  applicati  à  far  del  danaro  *  e  a  coti* 
fervarlò ,  effendo  fommamente  portati  pel  liiffó  *  e 
per  palfare  una  vita  allegra  ;  il  che  proviene  dàll* 
abbondanza  delle  cofe  neceifarie  per  la  vita*  che  V* 
fi  trova  s 

XI.  I  loro  ingegni  riefcono  bene  in  tutte  le  (cU 
enzè,  a  cui  s'  applicano, e  fé  ne  vedono  dei  talen- 
ti forprèndenti  *  Là  filofofià  Peripatètica  $  che  $'  iti». 
fegriàvà  per  1*  infelicità  dei  tempi  É  la  Teologia  Seo* 
jafticà,  è  Morale,  i  Canoni  3  e  le  Leggi  vi  fi  ftu* 
diavano  colla  perfezione  a  che  fi   eflercitavano  nelle 


I 


)(>«4X 


) 


migliori  Unlverfità  dell'  Europa ,  ed  in  fiffatte  feten- 
ze fé  ne  diftinguevano  molti  uomini  veramente  bra- 
vi .  Vi  fi  fono  veduti  ancora  molti  Poeti  eccellenti 
nella  Poefia  Spagnuola  -9  e  Predicatori  infìgni  in  quel 
modo  di  predicare  ,  che  tanto  tempo  fu  della  moda. 
I  Chileni  hanno  date  pochi/lime  opere  alla  luce  , 
che  poffano  garantire  la  verità  di  ciò,  che  affermia- 
mo, così  per  la  mancanza  della  flampa  ,  come  per 
V  immenfe  fpefe  ,  che  bifogna  fare  per  far  lampare 
fuori  del  Regno  le  loro  compofizioni  ;  ma  dai  ma- 
nofcritti ,  che  ce  ne  recano,  conofciamo  il  fondo 
delle  loro  capacità  ,  e  talenti  .  Il  gufto  delle  feten- 
ze moderne  col  paffar ,  che  fanno  là  ,  i  libri  France- 
fi  ,  comincia  eziandio  a  fpargervi  alcuni  raggi  della 
fu  a  luce  ,  e  la  Predicazione  ,  fìccome  la  Filofofia  ,  vi 
a  poco  a  poco  riformandoli .  La  gente  plebea  ,  che 
fi  applica  alle  arti  meccaniche,  vi  fa  ancora  dei  pro« 
greffi  confiderabili  ,  i  quali  farebbero  molto  maggio* 
ji  fé  vi  arrivaffero  con  più  frequenza  degli  artigia- 
ni intendenti  ,  che  potenzerò  comunicarle  più  lumi» 
come  fecero  in  quefti  ultimi  anni  certi  Tedefchi  O- 
refici,  Fabbri,  e  Falegnami,  i  quali  vi  hanno  la- 
nciati difcepoli  affai  periti  in  quefte  arti . 

XII.  Gli  Spagauoli  oriundi  dagli  Spagnuoli  Eu- 
ropei, i  Negri,  e  gì'  Indiani,  che  vivono  fra  loro, 
parlano  la  lingua  Spagnupla  così  nelle  Città,  come 

nel» 


pw 


X  i^5  X 


nelle  Campagne.  I  contadini  vi  parlano  abbaftanza. 
bene  ,  ne  fra  loro  fi  fente  quella  corruzione  di  lin- 
guaggio, che  altrove  fa  parere  quafi  diverfa  la  lin^ 
gua  contadinefca  dalla  cittadina. 

XIII.  Gli  uomini    nelle    Città    fi    veftonó    alla 
Francefe  ;  ma  le  donne   vi    ufano    una   maniera  di 
veftire,  eh*  è  interamente  diverfa  da  quella,  che  fi 
ufa  in  Europa  ,  e  nelle  altre  parti  dell'    America  9 
fuorché  nel  Perù,  dove  è  la  medefima .  Quefta  fog- 
gia particolare  di  veftire  confifte  in  una    camifeia  » 
una  fottana  di  dobbletto  ,  una  foprafottana ,  e    una 
vefte,  che    è  diverfa   fecondo    la   ftagione ,  di  tela 
nella  fiate ,  e  di  ftoffa  nell*  inverno  .  La  fottana  di 
dobbletto  è  ordinariamente  orlata  o  di    fiocchi ,    © 
di  merletti  fini,  i  quali  vengono  fuori  della  fopra- 
fottana, e  tanto  quefta ,  come  quella  quafi    arriva- 
no  alle  fcarpe  ;  la  camifeia  ha  di  particolare  le  ma- 
niche ,  le  quali  erano  prima  circolari  ,   e   talmente 
larghe ,  che  formavano  un  gran  rotolo  verfo  i  gom- 
biti;  al  prefente  fi  ufano  più  firette,  e  arrivano  fi- 
no alla  metà  del   braccio .  Siffatte  maniche  fi  fanno 
o  di  trina  intrecciata  ,  o  di  pezzi  di  cambraja  .  So- 
pra la  camifeia  portano  la  vefie ,  le  maniche    della 
quale  fono  afTai  larghe ,  e   di   figura    circolare  .    Si 
compongono  quefte  ,  come  quelle  della  camifeia  a  o 
4i  trina ,  o  pure  di  cambraia  ,  lì  corpo  della  vefte 

e  al* 


Jr 


^■■^IS^MKBI 


ì 


C  staccato  alle  fpalle  con  naftri  del  colore ,  e  fui 
gallo  della  moda  .  Le  fu  e  maniche  vanno  alzate  fi- 
ino  alle  fpalle  ,  che  pare  formino  due  ali  •  La  fopra- 
fottana,  che  è  aperta  del  tutto  da  una  banda,  evie- 
ne incrocciata  j'  una  cplP  altra  parte ,  è  ordinaria- 
mente di  velluto  ,  o  di  qualche  altro  drappo  di  prez- 
zo, frangiata  tutta  intorno,  e  guarnita  con  ornamene 
ti,  che  fono  fempre  di  merito  riguardevole,  o  perla 
pioda?  o  per  la  qualità  Fuori  di  quefto  nella  ftate  hanno 
un.  velo  quadrilungo  della  fteffa  roba  della  camjfcia  , 
cioè ,  di  cambraja  ,  o  renfa  più  bella  ,  e  riccamente 
trinata,  e  talvolta  orlata  di  frangia  d*  oro  :  ma  d' in- 
verno fopra  quefto  portano  un  aJtro  di  bajetta  del 
colore  di  moda , 

XIV»  Fra  coterie  dame  è  una  delle  principali 
bellezze  la  piccolezza  dei  piedi ,  Per  quefìo  le  ma- 
dri hanno  gran  cura  di  avvezzar  le  loro  figliuole 
dalla  loro  più  tenera  infanzia  a  portare  fcarpe  ft re t- 
tiffime  ,  e  così  nella  loro  ftatura  perfetta  vengono 
comunemente  a  non  eccedere  otto  in  nove  dita,  Sif- 
fate  fcarpe  fono  larghe  ,  e  rotonde  tanto  all'  efìre*. 
mità  ,  che  al  calcagno  ,  non  hanno  che  poco  o  nul- 
la di  fuolo  ,  perchè  un  pezzo  di  cordovano  ferve 
tanto  pel  tomajo,  che  per  la  parte  di  fotto  *  Se  non 
fono  adattate  alla  figura  del  piede ,  col  portarfi  fi 
%  accomodano  .  Vanno  fempre  legate  con  fibbie  d'  o* 

ro? 


Vi 


X  i<*7)C 


ro,  e  alle  volte  temperate  di  diamanti.  Oltre  a que- 
Rq  fcarpe  per  andar  dentro  di  cafa,  o  quando  van- 
no fuori,  ufano  certi  zoccoli,  la  dì  cui  parte,  che 
pofa  in  terra,  è  fatta  di  fuolo  a  maniera  di  tacco» 
ni  ,  tagliati  a  mezzo  circolo,  e  le  parti  fuperiori  , 
che  cuoprono  il  piede  fono  di  velluto  ricamato  d'  o- 
ro  ,  o  d*  argento  ,  e  vengono  legate  con  naftri .  Que- 
lli zoccoli  fono  aperti  nella  punta  ,  e  non  hanno 
calcagno,  poiché  vi  fi  mette  il  piede  colle  fcarpe, 
e  fi  cava  con  facilità . 

XV.  Non  è  meno  particolare  la  conciatura  del- 
la teda.  I  loro  capelli  fono  o  neri,  o  biondi,  ma 
tanto  lunghi  che  arrivano  fino  all'  eitremità  delle 
vefti ,  perciò  fé  gli  tirano  fu  in  fei  ciocche  Intrec- 
ciate ,  attraverfo  le  quali  è  inferito  un  dirizzatolo 
d*  oro  un  poco  incurvato  con  una  borchietta  di  dia- 
manti a  ciafcuno  de*  Cuoi  capi*  A  quefto  fono  attac- 
cate le  treccie  dì  maniera  ,  che  arrivano  fino  alle 
fpalle .  Nella  fronte ,  e  nella  parte  fuperiore  della 
tefta  portano  dei  pennacchi  di  diamanti .  Quefta  con- 
ciatura però  non  è  fi  flabile ,  che  non  fi  muti  di 
quando  in  quando  fecondo  il  capriccio  della  moda, 
che  là,  come  qua,  è  affai  variabile  particolarmente 
fra  le  donne .  I  loro  orecchini ,  o  pendenti  ,  fono 
di  brillanti ,  a*  quali  fi  aggiunge  un  fiocco  di  fera 
nera  coperta  di  perle  delle  più  fine  »  Il  collo   final» 

men- 


•> 


\ 
¥  i 


I 


* 


X  x<58)C 


mente,  è  le  dita  delle  mani  vanno  corrifpondente- 
mente  abbigliate  di  pietre  preziofe .  Per  andare  in 
Chiefa  portano  una  foprafottana  di  feta  con  una  coda 
lungafei  in  fette  piedi ,  la  quale  va  foftentata  da  una 
ferva ,  e  un  mantelletto ,  che  varia  di  colore  fecon- 
do la  moda  ;  Ma  per  ufcir  a  una  vifita  ,  ovvero  a 
prender  1*  aria,  ufano  un'  altra  fpecie  di  foprafot- 
tana fenza  coda  ,  e  chiufa  dapertutto ,  la  quale  è  di 
feta,  o  di  velluto  ben  guarnita  di  frangie,e  porta- 
no un  gran  giojello  tondo  in  tefta  ,  braccialetti ,  e 
jnaniglie  d'  oro  contornate  di  brillanti ,  e  varj  altri 
abbigliamenti  di  fommo  valore  .  A  quefte  funzioni 
vanno  fervite  da  due,  opiù  fchiave  Mutate,  veftite 
piceamente  ,  e  con  uniformità .  Le  donne  delle  claffi 
inferiori  affettano  fecondo  la  loro  poflibiltà  d'  imi- 
tare nel  portamento  la  moda  delle  fuperiori  ;  ma 
sei  loro  veftiti  fi  vede  comunemente  poca  ricchez- 
za . 

XVI.  I  contadini  fi  veftono  diverfaraente  dai 
Cittadini .  Dopo  la  camifeia  di  lino,  o  lana  fi  met- 
tono una  camifciuola  corta  di  ftoffa  rofTa,  o  turchi- 
ria  contornata  di  naftri  di  feta ,  la  quale  s*  incroc- 
cia d'  avanti.  Le  brache ,  che  ufano  ,  fono  di  pan- 
no turchino ,  larghitfìme  particolarmente  verfo  Ie_# 
ginocchia  ,  e  le  legano  alle  gambe  con  cordelle  . 
Cuoprono  le  due  cuciture  efteriori  con    frangie  af. 

fai 


G-Fabbrij: 


Hfi6^ptoflpiipi 


4  y^^^^ 


I 


GFcibbrtJ. 


X  i*9  X 


fai  larghe  d*  oro  ,  o  d'  argento,  quando  hanno  qual- 
che pofiìbilità  per  farlo  ,  effendo  quefto  uno  del  lo- 
ro più  fb'mati  abbigliamenti ,  Indi  in  luogo  di  gab- 
bano ,  o  ferrajuolo  fi  mettono  il  Poncho  ,  o  Poncio, 
di  cui  abbiamo  data  la  descrizione  altrove  .  Per  mon- 
tar a  cavallo  ,  tifano  fopra  le  calzette  certi  ftivalet- 
ti  di  lana  di  varj  colori  ;  ma  quelli ,  che  guardano 
le  mandre  di  vache ,  li  fanno  di  cuojo  di  vitello ,  i 
quali  non  foiamente  cuopron  loro  le  gambe ,  ma  an- 
che le  cofcie  fino  alla  cintura  ♦  Gli  fprcni  ,  di  cui 
fi  fervono ,  fono  o  d'  argento  ,  o  di  ferro ,  talmen- 
te grandi,  che  hanno  una  oncia  di  larghezza  ,  e  piti 
d*  una  fpanna  di  lunghezza  .  Le  fiafife  fono  di  le- 
gno duro  d'  un  pezzo  ,_  chiufe  d*  avanti ,  lunghe  iì 
fronte  più  di  due  fpanne;  ma  tanto  fìrette ,  che  ap- 
pena vi  fi  foftiene  il  dito  maggiore  del  piede  .  Ali* 
groppa  fempre  portano  un  laccio ,  di  cui  abbiamo 
parlato  di  fopra,  nel  di  cui  maneggio  fono  deftriifi« 
mi  di  modo,  che  quafi  mai  fallano  ,  quando  lo  ado- 
perano per  prendere  le  vacche ,  ovvero  i  cavalli  fai- 
vatici .  Non  è  minor  la  deftrezza ,  che  hanno  nel 
maneggio  dei  cavalli  ;  da  ragazzi  vi  fi  avvezzano 
di  maniera,  che  fembrano  nati  infieme  cptieffi,  ne 
fi  ardiranno  mai  a  far  un  miglio  a  piedi,  potendo- 
fi  dire  ,  che  fi  fono  dimenticati  quafi  del  farne  ufo. 
Dacché  fi  alzano  dal  letto  mettono  la  fella  al  loro 
M  c^ 


| 


"W*|P 


< 


){    17  0   )( 

cavallo ,  ne  la  levano ,  che  per  dormire  . 

XVII.  Incredibili  fono  le  prove  ,  che  fanno  in 
iìffatto  maneggio ,  ora  correndo  pe*  monti  più  dirit- 
ti insù,  e  in  già  dietro  ai  tori  feroci,  ora  fallando 
canali ,  e  fiepì ,  ed  ora  per  ifeherzo  correndo    o    in 
pkdi  ,  o  colla  tetta  in  giù  nella  fella  del  cavallo  f  e 
prendendo  nel  mezzo  del  più  precipitato  corfo    una 
lettera,  o  carta  dalla  terra.  Ma  dove  fi  fanno    più. 
ammirare  fi  è  nel  domare,  che  fanno,  i    cavalli  fe- 
roci di  quattro  ,  o  cinque  anni  prefi    recentemente^ 
dalle  (cìve  ;  polche  per  grandi ,  è   per   furiofi ,    che 
fieno  i  falti ,  che  fa  il  cavallo ,  non  fi  fiaccano  mai 
dalla  fella,  nel  che  pongono  tutta  la  loro  riputazio- 
ne .  Se  ne  trovano  ancora    delle    donne    campefiri , 
che  fi  attentano  a  entrare  in  lizza  cogli  uomini   in 
fi/Fatti  efercizj ,  e  che  realmente  vi  fanno  delle  pro- 
ve forprendenti  .  Nelle  corfe ,  che  tifano  molto  que- 
fti  contadini  ,  I  ragazzi  di  nove  ,  o  dieci  anni  fono 
quelli ,  che  corrono  a  bifdolfo  i  barberi ,  con    gran 
pericolo  della  vita ,  come  fi  può  facilmente  intende- 
re ,  ma  che  mal  ,  o  di  rado  ne  cadono.  Tutta  que- 
fta  gente,  che  abita  le  campagne  del  ChiJe,  è   ro- 
ìauftiffima  ,  di  grandi  forze  ,  e  coraggio  ,    ed   eccel- 
lente per  la  milizia  ;  vi  fi  trovano  ancora  molti  me- 
ftìzi ,  cioè  nati  da  Spagnuolo  e  Indiana,  1  quali  fo- 
no arditi  3  forzuti  5  e  altieri ,  e    molto   a   proposto 

per 


X'tX 


per  ia  guerra ,  ed  In  cfli  1*  unione  del  fangue  Spa- 
gnuolo  ,  e  Indiano  riefee  ottimamente  partecipando 
con  felice  temperamento  dell'  intrepidezza,  e  del  co- 
raggio dell*  una  ,  e  dell'  altra  Nazione. 

XVIII.  Le  Città,  e  i  Borghi  ,  che  fono  flati 
edificati  dagli  Spagnuoli  nel  Chile  ,  hanno  tutte  le 
jftrade  diritte,  e  tagliate  ad  angoli  retti,  di  modo 
che  le  une  vanno  da  Levante  a  Ponente  s  e  1*  altre, 
-da  Tramontana  a  Mezzogiorno  .  Quefte  ftrade  fono 
larghe  36  piedi.  Nel  quadri,  che  fanno  effe,  vi  fono  le, 
«cafe  degli  abitanti  .  In  ogni  quadro  ne  fogliono  et* 
•fere  quattro,  o  otto.  QueiH  edifizj  fono  di  matto- 
ni ,  e  coperti  di  tegole ,  come  qua  in  Europa ,  ma^ 
per  lo  più  à'  un  folo  piano  a  cagione  dei  tremuoti» 
Xe  parti  c  che  riguardano  alla  flrada ,  ordinariamen- 
te fono  occupate  da  boteghe,  dopo  le  quali  fiegue 
enn  gran  cortile,  al  quale  fi  entra  per  una  gran  por- 
ta ,  che  cade  alla  ftrada  *  Dopo  il  cortile  vi  è  V  ap- 
partamento, dove  abita  il  padrone  della  cafa.  Que- 
sto appartamento,  fi  compone  comunemente  d'  una 
gran  fala ,  d'  un'  anticamera,  d'  una  camera,  e  poi 
<T  un'  altra  ftanza  per  le  ferve  .  V  anticamera  ha 
xiue  grandi  fineftre  con  ferrate  a  fiori ,  e  dorate  , 
che  guardano  al  cortile  .  Vi  ftanno  dì  giorno  le  don- 
ne y  e  vi  fi  ricevono  le  vifite  .  Accanto  alle  fine» 
ftre  vi  è  un  Arato  di  legno  lungo  quanto  1'  antica-. 


j 


X  k"7*X 


mera  ,  largo  la  metà  ,  e  alto  da  terra  fei  in  fette  di- 
ta, il  quale  va  coperto  .con  tappeti  di  feta  ,  dì  la- 
na, o  di  paglia  fecondo  la  qualità  delle  perfone,  e 
dei  tempi  •  Vi  fiedono  le  donne  o  in  cufcini ,  o  in 
ifcrannine  di  velluto,  ne  fi  permette  il  falirvi  agli 
uomini,  fé  non  quando  vi  hanno  una  gran  famiglia- 
Tità.  Dirimpetto  allo  Arato  fi  mettono  le  fcranr.o 
per  loro  •  Dopo  V  appartamento  fiegue  il  giardino, 
il  quale  è  adacquato  da'  canali  ,  che  partano  par  tut- 
te le  cafe.  Attorno  del  giardino  fono  le  flanze  ne- 
ceiTarie  per  il  fervigio  della  cafa,  la  cucina,  la  Ital- 
ia,  e  la  rimefla  con  porta  alla  ftrada  .  Al  di  die- 
tro vi  è  un  portone,  che  guarda  ancora  alla  Gra- 
da per  le  cofe  necelTarie  alla  cucina,  e  difpenfa . 

XIX.   Le   cafe  delle   perfone    ricche  fono    co- 
mode e  pulite,  e  fi  vedono  bene  addobbate  con  bel- 
le tappezzerie,  fpecchj  ,  quadri,  fedie  ,  e  tavolini  di 
valore*  Gli  utenfilj  così  da  tavola,  come  pel  fervi- 
gio della  cafa  ,  cioè  ,  piatti  ,  tondi ,  fottocoppe ,  ca- 
barè ,  placche ,  lampioni  ,  candelieri ,  ed  anche  i  va- 
li deftinati  ai  bifogni  comuni ,  vi  fono  d*    argento  . 
Le  coppe ,  fottocoppe  ,  e  cannellini ,  con  che  fi  pren* 
de  la  bevanda,  che  fi  fa  dell'  erba  del  Paraguay  fé- 
no  ancora  o  d*  oro,  o  d'  argento  ♦  I  tavolini ,  che 
tengono  accanto  le  Dame  nello  ftrato ,  fono  pare  di 
qucfto  ultimo  metallo ,  cioè  tutt©  il  legno ,  di    cai 

fi 


— •  -^ 


X  173  X 


fi  compongono  ,  è  coperto  di  lamine  d*  argento.  Le 
carrozze  vi  vengono  all'  ufo  di  Spagna  tirate  da 
Mule  ,  ed  i  Cocchieri,  e  le  livree  fono  Negri,  [ 
quali  portano  dei  collari  d* argento.  le  perfoRe  me- 
no ricche  ammobigliano  le  loro  cafe  a  mifura  della 
loro  poflfibilità ,  come  accade  in  altre  parti . 

XX.'  Vi  fi  vede  ancora  molta  ricchezza  nelle 
Chiefe  principali ,  così  nei  paramenti ,  come  nei  va- 
li desinati  al  culto  Divino  *  Nella  Capitale  vene  fo- 
no alcune  affai  grandi  ,  e  di  bella  architettura  *  La 
Cattedrale  recentemente  fatta,  è  tutta  di  fafTo  qua- 
drato biancastro  ,  e  lunga  quattrocencinquanta  piedi? 
la  Chiefa  di  S.  Domenico,  benché  più  piccola,  è 
ancora  dello  fìeffo  faffo  .  Quella ,  che  fu  dei  Gefui- 
ti ,  è  di  pietra  cotta,  ma  di  buona  architettura,  e 
la  fua  torre,  eh*  è  altillima ,  è  di  legno  dipinto  con 
duodici  buone  campane ,  e  un  Orologio  a  quattro 
nioftre,  che  fi  kntQ  in  una  gran  parte  della  Città, 
Quefta  torre  fu  fatta  di  legname  per  motivo  de'  ter- 
remoti .  Gli  architetti  buoni  per  altro  vi  fono  po- 
chi,  onde  P  altre  Chiefe  del  Regno  fono  per  lo  più 
di  fabbrica  ordinaria  « 

XXI.  Gli    Spagnuoli    Chileni   trafficano   2.  co* 

feaftimenti ,  che  vi  vanno  dalla  Spagna ,    i  quali  vi 

lafciano  le  mercanzie  di  Europa  ,  cioè,  panni  lani* 

e  lini ,  fete  3  tele  d*  oro ,  e  d*  argento  $  ferro  5  ve- 

M  3  tri 


>    ' 


<     fi 


5£53Bi 


1 


I 


tri  &c. ,  e  ne  ricevono  dell'  oro  ,  dell»  argento,  del 
£*ame,  e  qualche  coi*  di  lana  di  Vkognà,   e  di  co- 
rame. 2.  Coi  Peruani,  che  vi    mandano    20  ,  o  21 
>  alimenti,  tra  i  quali  molti  fanno   quefto    viaggi© 
tre  volte  1*  anno.  Quelle  navi  ritraggono    ogni  an- 
no dal  Chile  224  mila    Faneghe  (1)  di  grano  ;   otto 
mila    Arrobbe  (2)  di  vino  :  cinque  mila   botti  di  graf- 
fo :  mile    quintali  di  carne  fecca  ;  48    mila   quinta- 
li  di  {evo:  12000  fuola  da  fc  a  rpe  ;  50000  cordova- 
ni ;  ri 500.  quintali  di  cordame;    30000,    quintali    di 
Jtame.?  3000  facca  di  Coro,  :  17500  libbre    di    man- 
dorle :  4000  facca  di  noci  :  una  gran  quantità  d'  c- 
gni   fpecie    di  legumi  „  il  di  cui  valore  afeende  alla 
fomnia  dì  9500  feudi  :  molte  caffè  di  frutte  fecche 
conferve  ,  zafferanno  j  regano  ,  allume  ,  refina  5  zol- 
fo ,  prefeiutti  ,  candele  di  fevo  ,  erbe  medicinali  &c* 
un  gran  numero  dì  Ponchi,  o  tabarri  Indiani:    una 
quantità  confiderabile  di  legname,  che  fi  cava  maf~ 
imamente  dall'  Arcipelago  di  Chiloe  ,  dal  quale  an- 
cora  fi  mandano  ogni  anno  al    Perù    100000    tavole 
d1  Alerte,  e  600  legni  da  far  carrozze  «    Dal    Chile 
eziandio  parlano   a  Lima  molti  cavalli,    e    mule.  I 
Peruani    in    contraccambio   lafciano  in  quefto  Paefe 
dell'  argento  in  moneta  ,  e  lavorato  ,  del  zucchero* 
V  ■•  ^     dei 

l'i)  Ogni  fa  nega  pefa  16  5.   libbre, 

(2)  Ogni  arreha  ha  32  boccali  incirca  * 


v 


)(*7S)( 


del  mele  ,  del  rifo,  bambagia,  e  bajette .  3.  Il  Chi- 
le  traffica  ancora  con  Buenos-Ayres  ,  e  col  Para- 
guai  per  la  Provincia  di  Cujo  s  e  vi  manda  annual- 
mente 33  mila  arrobe  d9  acquavite  :  147000.  di  vi- 
no,  e  delle  frutte  fecche,  e  ne  riceve  dell'  argen- 
to in  contanti,    erba  Paraguai  9  e  cera  .  fi) 

XXII.  Oltre  a  quefto  commercio  eftemo,  quello 
Paefe  negozia  ancora  con  fé  fleflb ,  cioè,  vi  è  ufL* 
traffico  confiderabile  ,  e  mutuo  fra  le  fu  e  Provincie, 
Il  Continente  provvede  V  Arcipelago  di  Chiloe  di 
-vino  ,  acquavite  ,  mele,  zucchero,  tabacco,  erba  Fa** 
raguaì,  fai  e,  e  peverone ,  e  ne  ritragge  diverfe  fp%- 
eie  di  bel  legname,  tovaglie  di  lino  ,  Ponchi  rica- 
mati,  fardelle ,  e  prefciu£tl,i  quali  per  la  loro  par- 
titolar  delicatezza,  e  fapòre  fono  In  gran  richiefla 
J- M  4  an- 

(1)  Il  commercio  vi  e  così  lontano  dal?  effer  confe- 
derato dif onorante  ,  che  anzi  fi  difprezzano  quelli  y  che 
non  avendo  facoltà  [ufficienti ,  vivono  nelV  indolenza  9 
*  trascurano  ài  ricorrere  a  queflo  mezzo  di  poter  miglio** 
vare  il  loro  flato  .  Quefto  -partito  ejfendo  flato  una  volta 
frefo  dagli  $pagnuoli  per  un  vano  deflderio  di  acquiflar 
ricchezze  ,  ade/fo  è  quello  che  realmente  foftiene  lo  splen- 
dore delle  loro  eafe  •  QuelV  aver/ione  pero  ,  che  poteva** 
310  ì  Nobili  avere  naturalmente  pel  commercio ,  è  fla** 
ta  radicalmente  levata  per  una  legge  Reale  inferita  nel- 
la compilaz-io-ne  delle  Leggi  Indiane,  nella  quale  il  Re 
dichiara  ?  come  vien  praticato  in  Francia  ,  e  nella  gran 
Bretagna  ,  che  il  commercio  nelV  America  ,  non  debba 
privare  ì  0  e f eluder  e  dalla  Nobiltà,  ni  dal  rango  Militar»  * 


f 

I 


7 


X  n6  )( 


ancora  ne!  Perù  *    Dai    Porti   della  Concezione  ,    e 
Valparadifo  >  fi  mandano  tutti  gli  anni  le  provvigio- 
ni neceffarie  di  farine  5  carne  fecca ,  vino ,  ed  altre 
derrate  alla  Piazza ,  e  Porto  di  Valdlvia  per  la  fom^ 
ma  di  36000.  feudi.  I  contadini  Spagnùoli,    che  a- 
bitano  nella  Provincia  di  Maule  ,  e  verfo  le  frontie- 
ire  Araucane5  negoziano  cogl'  indiani  barbari  *  Que- 
Ilo  commercio  confìtte  nel  vender  loro    ferramenti  * 
morii ,  finimenti  da  tagli©  5  grano,  e  vino  ;  ma  tut- 
to per  Via  di  baratto  .♦  poiché    quantunque  i    Paefi; 
eh*  eifi  abitano i  non    fieno  fprovveduti  d*  òro,  che 
anzi  ne  abbondano  ,  non  è  per  altro  potàbile  1*  in- 
durgli  ad  aprir  le  miniere ,  neppure  a  manifestarle  . 
Sicché  1  ritorni  confiftono  in  Tonchi  ,  dei  quali  jfe  ne 
cavano  più  di  quaranta  mila  all'  anno  ,  befiiame  cor- 
nuto ,  cavalli  r  penne  di  flruzzo,  cefte   cimefamen- 
*e  lavorate,  ed  altre  limili  bagatelle  *  Quefio  nego- 
zio benché  generalmente  proibito  i   fi    fa    nei   Paefi 
ileflì  degl*  Indiani,  dove  vanno  i  Vzehnl  per  ifirade 
occulte  colle  loro  mercanzie,  e  le  efitano  perle  ca- 
panne degli  abitanti,  a  cui  fidano  liberalmente  tut- 
to quello  3  che  vogliono  ,  ficuri  di  e/Ter  pagati  pun- 
tualmente nel  tempo  convenuto,  come  fempre  acca- 
de; perchè  quelli  Indiani  oflervano    sfattamente  la 
fede  nei  loro  contratti.    I   Teguenches,  efeono  tutti 
gli  anni  dalle  lor§  montagna  è  fanno  in  dlverfe  par- 
ti" 


Vi 


X 


X*77)C 

luminimi  i  'iii'iwiiiiiiipiiihmmihiiihih uni  iiiiiiiiiiwiiwììmiìiìiTìm'ìiiiiiiiììi'iiIi  rnriirTr^ 

ti  della  Provincia  dì  Maule  urta  fpecte  dì  fiera  5  §hi 
dura  imo  0  due  meli,  e  vi  portano  del  Sali  bi&n- 
chinlmOj  catrame  5  geffo ,  lane  4  cavalli;,  pelli  *  ed 
altre  CLinofità  * 

xxili.  Nei  chik  non  s'ufa  moneta  alcuna  di 
fame.  Tutte  le  monete  vi  fono  0  d'  argento  3  ò  d* 
oro  *  Tra  le  prime  T  infima  è  il  Mèdio-reali  (  oifc 
fa  6.  baj*  1.  q<  e  mezzo  Bolognese ••)  itìdi  il  ReaL  (  l*# 
baj*effiez«)  2.  Reates  (is*baj«)M*  ***/<?*  ($Nl8Ì$f 
un  Pe/o  (  litio  Scudo  Róm.)  Le  monete  dà  oro  fono  l^ 
È/W^o  :  1,  JE/f^;  .*  4.  Èfcudz  :  8,  Éfcudi  i  [  i,  %.  4*  ^* 
Scudi  Rom,  )  e  il  t)oUon  (  j^  So  Rotti*  )*  Lg  mia 
iure  cosi  de*  liquidi 5  come  tutte  le  altre  n  fono  % 
UH  dipreifd  come  quelle  di  Madrid  « 

XXIV.  lì  Chile  1  perciò  3  che  riguarda  al  Go* 
vernò  Ecclefiaftieó,  è  divife  iti  due  DioCefi  *  0  Ve* 
feovadi  vaftiflimi  ,  che  fono  quel  di  S*  Giacomo  »  $ 
quel  della  Concezione  tosi  chiamati*  dal  tiornè del- 
le Città,  ove  rifiedono  i  Vefcovl5  i  quali  folio  M* 
fragànei  dell*  Arcivescovo  dì  lima.  Quel  di  S«  Gia- 
como *  che  precede  di  dieci  anni  1*  altro  à  fi  tende 
dal  confini  del  Perù  fino  al  fiume  Mante  %  che  fittilo* 
va  a  gr*3  5«  di  lat*  5  e  comprende  Inoltre  la  froviti* 
eia  del  Cujo  fituatadiquà  degli  Andes  *  Quel  dilla 
Concezione  5  la  di  cui  Sede  fu  prima  fondata  nel!1 
inferiate,  e  dopo  la  diffrazione  d'effa  trasferita  a  que- 


^ 


r  E 


■i 


X  178  )( 


• 


I 


< 


1 


£a  Città,  principia  da!    fuddetto   fiume   ilf*«fc,   ed 
abbraccia  il  refto  del  Continente  del  Chile  coli1  Ar- 
cipelago di  Chiloe ,  e  le  Ifole   di    Gio.    Fernand'es, 
benché  in  una  gran  parte  di  quefta  efìenficne  il  fno 
Vefcovo  fia  come  un  Vefcovo  in  Ynrtìbus .  V  entra- 
ta de*  Vefcovi  ,  e  de'  Capitoli  quivi  dipende   dalle 
Decime.  Ora  come  la  Diocefi  di  S.  Giacomo  ne  ha 
più,  effendo  tutta  abitata  da  Criftiani ,  così  l'entra- 
ta del  fuo  Vefcovo  fuol  arrivare  a  13000.  Scudi,  e 
a  proporzione  quella  de'  Canonici .  I  Capitoli  dèli' 
«■a,  e  dell'  altra  Chlefa  furono  fondati  con  un  nu- 
mero l'ufficiente  di  Canonici,  ma  non  oftante  V  fn- 
tenzione.de'  Fondatori ,  ve  ne  fono  ancora  pochi  per 
V  incertezza  delle  rendite  .  La  Catedrale  di  S.  Gia- 
como ha  prefentemente  cinque  Dignità ,  e   fei   Ca- 
nonicati, quattro  de'  quali  fono  di  nomina    Reale  " 
e  gli  altri  s'  ottengono  per   concorfo  di    Teologia' 
e  di  Canoni .  Quella  della  Concezione  ha  due    Di- 
gnità,  e  due  Canonicati,  uno  de'  quali  parimenti  è 
di  Homina  Regia .  Le  Parrocchie  di   quefle    Dioceff 
fono  fi  vafte ,  che  molte  di  effe  comprendono  un  di- 
fetto di  più  di  trenta  miglia,  il  che  proviene  co- 
•ì  dalla  mancanza  di  Preti  ,  come  dal  poco  numero 
dì  gente,  che  vi  è  relativamente    all'  eftenfione    dì 
quelle  contrade.  Le  Religioni,  che   finora  vi  fi   fo- 
nt «abili»,  fono  quelle  de'  Francefcani  Offervan-tf.  ' 

de' 


i  -J, 


)(t79)( 


de'  Domenicani,  degli  Agoftinianì ,  de'  Mercedarj  j 
o  fia  della  Redenzione, ,  e  de'  Fratelli  della  Carità* 
Quefti  ultimi  non  formano  ancora  una  Provincia  in- 
tera ,  ma  dipendono  dal  CommiiTario  f  che  hanno 
nel  Perù  .  I  Gefuiti  pure  vi  avevano  una  Provincia* 
Il  Tribunale  del  Sant*  Officio  dell'  Inquifizione  qui^ 
vi  mantiene  un  CommiiTario  co'  rifpettivi  xniniftri* 
il  quale  dipende  dailVInquifitor  Generale  del  Pe- 
rù . 

XXV.  Il  Governo  fliperior  Militare  In  quefta 
Paefe  fi  compone  d'  nn  Capitano  Generale  $  che  fem- 
pre  è  Governatore  infieme  \  e  Prefidente  del  Regno-, 
e  di  tre  .Uffiziali  Generali ,  che  fono  il  Macftro  di 
Campo  ,  il  Sargente  Maggiore  ,  e  il  CommiiTario  .  il 
Capitano  Generale  rifiede  comunemente  nella  Capi- 
tale :  Il  Maeftro  di  Campo  nella  Concezione  :  il  Sar- 
gente  Maggiore  nella  Fortezza  di  /«jwWfituatanon 
3ungi  dal  Bìobio ,  e  il  CommiiTario  nella  Piazza  dì 
jìrauco*  Oltre  a  quefti  Uffiziali  Generali  vi  fono  qua i> 
•tro  Governatori  particolari  refidenti  ne'  Porti  di  Val- 
yarxdifo  ,  e  Vaìdivìa  3  e  nelle  Ifols  dì  Chìloe  3  e  di 
«G;o.  lernandes,  tutti  i  quali  dipendono  dal  Capitano 
Oenerale  del  Regno  tanto  nel  Civile  9  quanto  nel 
^Militare-.-  Il  Re  vi  mantiene  Tempre  un  Corpo  ri- 
fpettabile  di  Truppe  pagate  9  così  per  guardare  le 
Frontiere  contro  gli  Araucan? ,  come  per  difendere  I 

Por» 


*  rt< 


^Mffi'VdOf». 


1   ! 


X  >So)( 


Porti,  e  le  Ifole  del  Regno.  Tutte  le  Provincie  in- 
oltre fono  divife  in  varie  Compagnie  di  Paefani  Cot- 
to diverfi  CommifTarj ,  Capitani ,  ed  altri  Uffiziall 
fubalterni ,  i  quali  debbono  fervire  a  S.  M.  nei  cafi 
occorrenti . 

XXVI.  Il  Governo  Civil   Superiore  è   ammini- 
Arato  x.  Da  un  Prendente,  e  Governatore ,  che  pa- 
rimente è,  come  detto  abbiamo,  Capitano  Genera- 
le del  Regno .    2.    Da  un  Senato  Supremo  chiama- 
to Audienci*  Reale ,  al  quale  vanno  tutte  le    caufe^> 
d'  appellazione,  ed  ultima  inftanza,  e  da    lui    noi* 
5  può  appellare ,  fuorché  al  Supremo  Configlio  del- 
ie Indie  nel  caio  che  la  quantità  controverfa    oltre- 
paffi  la  iomma  di  10000.  Scudi .  Quefto  Regio   Tri- 
bunale fi  compone  del  Precidente,  di  quattro  Sena- 
tori detti  Oidores,  d'  un  Fifcale 3   d'un  Alguazìle  ài 
Corte ,  o  fa  Miniftro  Superior  di  giuftizia ,  ed' uà 
Protettore  degl'  Indiani.  Tutte  le  fentenze  Capitali 
debbono  effer  fottoferitte  da  quefto    Senato  .    3.  Da 
«a  Tribunale  d'  Azienda, ,  o  del  Real  Erario  ,  il  quale 
prima  dipendeva  dal  Viceré  del  Perù  ,   ma  dall'  an- 
no 1768.  libero  da  tal  dipendenza,  è  comporto  d' un 
Intendente  ,  del  Senatore  più  antico ,    del    Fifcale  , 
e  d'  altri  due  Urli  zia!  i ,  o   Queftori    Reali .    4.    Da 
un  Tribunale  di  Crociata-  lotto  la  direzione     <T  urL- 
Comrnifiario,  del  Senatore  più  antico,  del  Fifcale, 

e  d' 


)(»8Q( 

win i"  iMMiiiiiimiiiiMii'inmwHWlIMii  ■ —      MB—  '""WMTfflTIIffllfflIHBffn^ 

e  d'  un  Teforiere  .  4.  Da  un  Tribunale,  che  bada  alla 
diftribuzione  delle  terre  vacanti  •  6.  Da  un  Tribuna- 
le finalmente  di  Commercio  ,  detto  il  ConfoUto  ,  in- 
dependente  da  qualunque  altro  di  quefta  natura  • 
Quefti  fono  i  Tribunali  Generali,  che  vi  fono  flati 
riabiliti ,  la  di  cui  giurifdizione  fi  fìende  ne'  loro 
rifpettivi  impieghi  a  tutto  il  Regno  5 

XXVII.  Riguardo  poi  all'  amrniniftrazione  più 
immediata  della  giuftizia  vi  è  in  ogni  Città  ,  e  iti 
molte  delle  nuove  fondazioni,  un  Magiftrato  partico- 
lare chiamato  Gahildo  j  il  quale  fi  compone  di  quat- 
tro ,  e  più  Senatori  col  nome  di  Regìdores ,  di  due 
Giudici,  o  Confoli,  appellati  Alcalde* ,  che  fi  eleg- 
gono al  principio  dell'  anno ,  d'  un  Porta-Stendar- 
do,  d'  un  Procuratore,  d'  un  Alguazile  9  d'un  Giu- 
dice foraneo  nominato  Alcalde  Provinciale,  e  di  li- 
no |  o  due  Segretari .  Oltre  a  quelli  Tribunali  giu- 
ridici sì  generali,  come  particolari  ,  gli  Spagnuoli 
hanno  divifo  il  tratto  di  Paefe|  che  abitano  tra  il 
Mare  ,  e  gli  Andes  nel  continente  del  Chile ,  in  14 
Provincie,  le  quali  eoli'  Arcipelago  di  Chiloe ,  le 
Ifole  di  Gio.  Fernandes  9  e  la  Provincia  del  Cujo 
ne  fanno  in  tutto  17. ,  e  in  ciafcuna  di  effe  5  trat- 
tene Valdivia  ,  e  le  Ifole  di  Gio.  Fernandes ,  hanno 
un  Prefetto,  che  chiamano  Corregìdor,  il  quale  prede- 
de  alle  ccjfe  civili  3  e  militari  del  fuo  dipartimento, 

e  al 


'j- 


:■.'*  - 


•r 


lì 


I   I 


l 


e  al  Cabildoy  o  Magiftrato,  fé  pur  vi  è  .  Daremo  qui- 
vi una  fuccinta  definizione  di  quelle  Provincie ,  ac- 
cennando quelle  cofe  ,  di  cui  più  abbondano  {  e  le 
popoiazioni ,  che  vi  fi  trovano  .  Effe ,  principiando 
dai  confini  del  Perù  ,  fonp  le  feguenti  . 

Copiapò  li 

XXyiJI.ll  Copiapò  confina  al  N.  coi  deferti  del 
Perù  ,  air  E.  cogli  Andes ,  al  S.  colla  Provincia  di 
Coquimbo,  e  all'  o.  col  Mar  Pacifico.  La  fua  lun- 
ghezza da  tramontana  a  Mezzodì  è  di  cento  leghe 
incirca ,  e  la  fua  larghezza  da  levante  a  Ponente 
di  44-  E'  bagnata  da'  fiumi  Salad$9  Copiato ,  che^ 
gli  dà  il  nome,  Caflagno,  Totoral,  Quebradakonda  ,  Gita. 
fcoy  e  Chollaì.  Abbonda  d'  oro,  di  lapislazzuli,  di 
zolfo,  e  di  falgemma,  che  s*  incontra  in  quafi  tut- 
ti  i  monti,  che  lo  terminano  all'  Oriente,  la  fua^ 
Capitale  è  Copiapò  fituata  fui  fiume  Copitpò  a  gr. 
*6-$o.  di  lat.  Aulir.  5  e  305-5  di  long..  Vi  è  li- 
na Parrocchia  ,  un  Convento  de'  Mercedarj ,  e  un 
Collegio,  che  fu  de'  Gefuiti,  Sul  fiume  Guafco  fi 
truovaiw  i  luoghi ,  0  terre  ,  Santa  Rofa  ,  e  Guafco-al- 
U  ;  la  prima  è  diftante  dal  Mare  4.  leghe  ,'  e  il  fe- 
condo vicino  agli  Andes  :  ambedue  fono  a  gr.  %9. 
4i  In-  Qutfla  Provincia  hi  due  Porti,  i|np  pre/ToIe 

1  *   '    (e- 


)(x8j)C 


foci  del  fiume  Copìapò  ,  e  1*  altro  nell'  imboccatu- 
ra del  Guotfco ,  e  tutti  i  due  hanno  il  nome  de*  £kd* 
detti  fiumi» 


Coquimbd 


XXIX.  jLj  A  Provincia  di  Coquimbo  interminata  al 

N.  dal  Copìapò  ,  ali'  E.  dagli  Andes  ,  al  S*  E.  dail» 
Aconcagua,  al  S.  O.  da  Quillota ,  e  all'  O.  dal  Ma- 
re.  Ella  è  lunga  45.  leghe,  e  larga  40.  Vien  irri- 
gata da'  fiumi  Coquìmbo  ,  Tongoi ,  Limari  ,  e  Chuapa* 
È'  ricca  d'  oro,  di  rame ,  di  ferro ,  di  vino ,  d9  oli- 
ve ,  e  d"  altri  frutti  così  proprj ,  come  Europei.  La 
fua  Capitale  èia  Città  di  Coquimbo  ,  altrimenti  det- 
ta la  Serena,  fondata  da  Pietro  Valdivia  V  anno 
1544.  fopra  il  fiume  Coquimbo  a  gr.  29-49.  41  ^at*  e 
304-31  di  long.  Quarta  Città  è  abitata  da  molto» 
famiglie  nobili  ,  e  antiche  .  Le  lue  campagne  fono 
fempre  verdi,  benché  di  rado  vi  piova  ,  e  il  tempe« 
ramento  è  benigniamo  .  Gì*  Inglefi  la  faccheggiaro- 
no  fpefle  volte  .  Oltre  alla  Chiefa  Patrocchiale  vi  fo- 
no i  Conventi  de*  Domenicani  ,  de*  Francefcani  , 
degli  Agoftìniani,  de*  Mercedarj ,  de*  Fratelli  della 
Carità,  o  di  S.  Gio.  di  Dio,  e  un  Collegio  ,  che  ap^ 
f  atteneva  a'  Gefuiti .  La  Aia  Cofta  ha    <Juc   porti  % 

dee* 


^ 


Il 


)(  184  )( 


Cioè  Colimbo,  e  Tongoi  ;  il  primo  è  vicino  alla  boc- 
ca del  fiume  Coquimbo  ,  ond'  ebbe  il  nome ,  e  di- 
lli dita  leghe  dalla  Città.  Vi  approdano  ogni  anno 

alcuni  basimenti  Feruani .  V  altro  è  verfo  i  confini 

ii  Qjjillota , 

Quillota    llh 

i&XX»  V^fUefta  Provincia  confina  al  N.  con  quella 
di  Coquimbo,  air  E,  coir  Aconcagua, 
al  S.  <on  Melipilla  ,  e  all'  O.  col  Mare  .  La  fua^ 
lunghezza  è  di  25.  leghe,  e  la  iua  larghezza  di  io, 
Xa  bagnano  i  fiumi  Longotoma,  Ugua ,  Aconcagua  , 
e  Unniche.  Il  fuo  diftretto  è  uno  de*  più  popolati, 
e  de*  più  ricchi  d'  Oro  del  Regno,  La  fu  a  Canapa, 
e  le  fue  mele  fono  molto  ftimate  ♦  La  capitale ,  n* 
è  Quillota,  o  S.  Martino  ,  fituata  in  un*  amena  Val- 
le,  che  forma  il  fiume  Aconcagua,  a  gr.  31-56.  dila- 
tile 304-20,  di  long.  Vi  è  una  Parrocchia  colle 
Chlefe  di  S.  Domenico,  di  S,  Francefco  ,  di  Sant* 
Agoftino,  e  un  Collegio  che  fu  de'  Gefuiti,  Que- 
fta  Provincia  ha  inoltre  le  terre  Piazza ,  Piazzila.* , 
ìngento,  Cafablanca ,  e  Petorca ,  Queft'  ultima  è  af- 
fai popolata  pel  gran  concorfo  de'  minatori ,  che  la- 
vorano alle-  abbondanti  miniere  d'  oro  ,  che  s'  in- 
scontrano  pel  fuo  territorio  ,  Elia  è  fai  fiume   Lon- 

SGtO- 


)(  i«S)( 


gotoma  a  gr.  31-30  dì  Iat.  e  305.  di  long.  Trovanfi 
pure  molti  Porri  filile  fue  CofHere  ,  i  più  confide- 
rabili  de'  quali  foro  il  Papudo,  Quieterò  ,  /'  Erradura9 
Concon  ,  e  Vallar  tifo*  I  quattro  primi  non  fono  fre- 
quentati . 

Valparaifo ,  e  Valparadifo  ,  è  il  Porto  più  traf- 
ficante del  Chile,  dove  fi  fa  quali  tutto  il  commer- 
cio col  Perù,  e  colla  Spagna.  Egli  è  a  gr.  33-2-36. 
àiht.y  e  304-1  j- 45.  di  long,  il  fuo  feno  è  capaciffi- 
mo ,  e  ta.mente  profondo  ,  che  le  navi  più  grandi 
H  legano  alla  riva .  La  popolazione  vi  è  confiderà- 
bile  così  sar  la  comodità  del  traffico  ,  come  per  la 
benignità  del  temperamento  .  Un  Governatore  maa- 
dato  dalla  Spagna  ivi  comanda  tanto  nel  civile,  quan- 
to nel  mutare ,  il  quale  dipende  folamente  dal  Pre- 
ndente del  Segno.  Oltre  al  Collegio,  che  fu  de* 
Gefuiti,  vi  foro  i  Conventi  de'  Domenicani  ,  de* 
Franccfcani,  degli  Agostiniani,  de'  Mercedarj  ,  eu» 
una  Parrocchia  .  Sulla  riva  ,  che  forma  il  porto 
V  è  un  borgo  difeofto  tre  miglia  da  Valparaifo  chia- 
mato V  JJme&kfil  5  il  quale  è  ancora  ben  popo« 
lato* 


u 


Acdn* 


•^ 


.  :  9fi*  t*K'*V "   *^^h*w  fc-  •-  «ifti  I 


II 


Aconcagua  I  V. 

XXXI.  X>  Aconcagua  è  rinchiafa  tra  le  Provincie 
di  Colimbo,  Quillota,  Santiago  ,  egli  Andes  .EU 
la  ha  la  medefima  lunghezza ,  e  larghezza  ,  che^ 
OliHot a  ,  e  gli  fieffi  fiumi .  E'  fertile  di  grano  ,  e  di 
frutti ,  e  da'  fuoi  monti  fi  cava  ima  gran  quantità 
dì  rame.  Le  famofe  miniere  d*  argento  4*  Ufpalla- 
fa  fono  tra  i  monti  degli  Andes ,  che  le  confon- 
dono.  La  fua  Capitale  è  Aconeagu*.,  o  4  Filippo  il 
Jteale  fituata  fopra  il  fiume  ,  che  porta  lo,  fteifo  no- 
me a  gr,  31-48  di  lat.  e  305.50  di  long.  Colla  Par- 
rocchia  vi  fono  i  Conventi  di  S.  Domenico,  St.  A. 
goftino,  de'  Mercedarj  ,  e  una  Cafa,chefu  de* Ge- 
limi •  Verfo  gli  Andes  e*  è  un  Villaggio  chiamato 
Curìmon ,  dove  i  Francefcani  della  ftretta  Ofiervan- 
za  hanno  un  Convento  numerofo  . 


M  Ilipil 


MelìplU  V. 


XXXII*  IVI Ilipilla  confina  al  N.  con  Quillota,  ali* 
E.  con  Santiago,  al  S.  col  Fiume  Maipo,  chelafe- 
para  da  Kancagua  ,  e  ali*  O.  col  Mare .  Quefta  Pro- 
vincia è  fìretta  affai  verfo  il  Mare ,  ma  da  Levante 
a  Ponente  ha  25.  leghe  incirca.  E*  bagnata  da  Fhz- 
nii  Mafocbò9  e  ?tmgm\  Abbonda  di  vino ,  e  di  gra- 
no* 


M 


IP 


<r 


X  187  x 


no.  Melìpzlla,  o  S.Gtufeppe  di  Logronno ,  fituata  noti 
lungi  dal  Fiume  Maipo  a  gr.  33-31.  di  lat.e  304-45  di 
long,  n'  è  la  Capitale  .  La  popolazione  di  quefto 
luogo  fi  è  poco  aumentata,  benché  il  fito  fia  mol- 
to  bello ,  e  fertile  ,  sì  perchè  la  maggior  parte  del- 
le poffefiìoni  del  fuo  diftretto  appartengono  agli  a- 
bitanti  di  S.  Giacomo,  come  perchè  quelli,  che  vi 
hanno  dell'  entrate  fufHcienti,  amano  di  goderle  piu- 
tofio  nella  Capitale  del  Regno,  che  n*  è  poco  di- 
nante. Nondimeno  oltre  alla  Parrocchia  vi  fi  fono  ria- 
biliti gli  Agofh'niani ,  i  Mercedarj ,  e  i  Gefuiti  an- 
cora vi  avevano  un  Collegio.  Vicino  al  fiume  Mapo- 
chò  fi  truova  quivi  il  borgo  S.  Francefco  del  Mon- 
te cosi  chiamato  da  un  Convento  antico  de'  Fran- 
cescani ,  che  vi  è  ,  intorno  al  quale  fi  fono  aduna- 
te molte  famiglie  povere ,  che  formano  quefta  fpe- 
cie  di  popolazione.  Nel  fuo  territorio  fi  veggono 
parecchi  calmi  de*  Signori  di  S.  Giacomo.  Non  mol- 
to difiante  dal  luogo  ,  ove  fi  fcarica  il  Fiume  Mai- 
pò  nel  Mare,  è  il  Porto  di  St.  Antonio ,  che  fi  fre- 
quentò nel  principio  della  Conquifta  ,  ma  dopo  che 
tutto  il  commercio  fé  ne  trasferì  a  Valparadifo5  non 
vi  approdano  più  i  battimenti* 


•  £, 


N  2 


$&&m 


m  I 


)(  i88)( 

Santiago  5  o  S.  Giacomo  VL 

XXXIII.  T  A  Provincia  dj  S.  Giacomo  è  tra  V  A- 
-*->  concagua  al  N.  gli  Andes  all'  E,  il  Fiu- 
me Maipo  al  S.  ,  e  Melipilla  Sali'  O.Ella  da  Le- 
vante a  Ponente  ha  15.  leghe,  e  da  Tramontana  a 
Mezzodì  12.  E*  irrigata  da'  Fiumi  Mapochò,  Colina  , 
Zampa ,  e  da  parecchi  bei  rivi  .  Vi  è  ancora  il  La- 
go Pudaguel  lungo  tre  leghe  incirca .  Il  fuo  diret- 
to è  il  più  fertile  del  Regno  producendo  in  quanti- 
tà frumento,  vino,  e  frutti,  tra  i  quali  le  fue per- 
fidie fuperano  per  la  grandezza ,  e  fapore  tutte  l" 
altre  del  Paefe.I  monti  di  Caren  vi  abbondano  di 
miniere  d*  oro ,  e  quelli  degli  Andes  d*  argento.  Ma 
il  fuo  maggior  pregio  le  viene  dalla  Capitale  di  tut- 
to il  Regno ,  che  quivi  fu  fabbricata  da  Pietro  Val- 
divia  1*  alino  1541. 

Quella  bella  Città  appellata  Santiago ,  o  S.  Gia- 
copo  j  giace  in  una  vaila ,  e  deliziofa  pianura  fulla 
riva  Auftrale  del  fiume  Mapochò  ,  il  quale  la  fepa- 
xa  da'  fobborghi  Ghimba ,  Cannadìlla  9  e  Kenea  ,  c# 
1'  adacqua  per  un'infinità  di  canali,  che  paffano  per 
tutte  le  Cafe  .  Sopra  P  una ,  e  P  altra  fponda  di 
quefto  fiume  fono  flati  fabbricati  degli  argini  di  faf- 
fo  per  impedirne  le  innondazioni ,  e  un  bel  ponte, 
che  roifce  i  foUborghi  al  refto  della  Città  ,  la   jfua 

lati- 


è— O—  Pillimi"!!"" iiiiiiiii ii  i  il imBmmuamHÈmmmmnwmmtvmaamm^ 

latitudine  Meridionale  è  di  33-gr.  |f-  3  e  la  fualong* 
di  305-40.  E'  difcofta  dal  Mare  30.  leghe,  e  fette* 
dalia  montagna  propria  degli  Andes,  la  quale  coli9 
elevazione ,  e  bianchezza  delle  fue  vette  fa  vieppiù 
Tifaltare  la  bella  veduta  del  fuo  fito .  Le  fue  ftrade 
fono  come  quelle  di  tutte  V  altre  Città,  e  Villag- 
gi del  Regno  ,  larghe  36.  piedi  geometrici ,  diritte* 
e  tagliate  a  fcacco  .  La  piazza  è  quadrata  avendo  in 
ciafeuno  do"  fuoi  lati  450.  piedi.  Nel  fuo  centro  fi 
vede  una  bella  fontana  di  rame .  La  banda  fette?*? 
trionale  è  occupata  de'  Palazzi  del  Prendente ,  dell* 
'Jiudìenzìfij  e  della  Città,  fotto  il  quale  fono  le  Car- 
ceri pubbliche.  Nella  banda  oppofta  v*  è  il  palazzo 
del  Conte  di  Sierra-bella .  Nel  lato  occidentale  fi 
trova  il  Duomo,  e  il  Vefcovado ,  e  nell*  Orienta- 
le tre  cafe  di  Signori  particolari  .  Le  fabbriche  più 
offervabili ,  come  accennammo  altrove  ,  fono  il  Duo* 
mo  ,  la  Chiefa  di  S.  Domenico  5  e  quella  del  Col- 
legio maffimo,  che  fu  deJ  Gefuiti .  Gli  edifizj  pri« 
vati  fono  abbaflanza  belli ,  e  allegri  ,  benché  pel 
motivo  de*  Terremoti  fiano  comunemente  d'  un  fo-j 
€0  piano .  Oltre  a'  fobborghi  fituati  dall'  altra  riva 
del  fiume  vi  è  un  altro  affai  grande  chiamato  S.  1JÌ4 
doro  a  mezzodì  della  Città,  dalla  quale  vien  fepa« 
rato  per  una  ftrada  detta  Cannati*  quattro  voi  re  più 
larga  delle  altre.  Entro  alla  Città  verfo  1*  Oriente 
N  3  s'  Cr» 


1 


i 


) 


X  190  )(    ^^__ 

«■■  ■ ,iiib"*^~ìjw" "■"——■■  im— '"■'«■■■■||  _'  _■' ;  _  ;  j* 

s*  erge  una  Collina  appellata  Santa  Lucìa,  la  qua* 
le  fervi  di  fortezza  a'  primi  Spagnuoli  contro  gli 
aflalri  degl*  Indiani.  Annoveratili  quivi  da  46000* 
abitanti,  il  qua!  numero  ogni  giorno  fi  aumenta-, 
fenfibilmente  per  ragione  del  gran  commercio  ch<L* 
vi  è.  Onde  eifendo  le  cafe  molto  comode  V  eften- 
iìone  della  Città  è  affai  vafta.  Ciò  non  ottante  non 
vi  fono  che  quattro  parrocchie,  cioè  il  Duomo  ,  S. 
Anna,  S,  Ifidoro  ,  e  Renca.  I  Conventi  però  de' 
Heligiofi  fono  molti  *  I  Domenicani  ne  hanno  due  ; 
3  Francefcani  quattro  ;  gli  Agostiniani  due  ;  i  Mer- 
cedarj  due;  i  Fratelli  della  Carità  uno  col  fuo  Os- 
pedale ♦  I  Gefuiti  avevano  tre  Collegi  con  ifcuòlc* 
pubbliche ,  dove  s'  infegnavano  le  fcienzie  fuperio- 
ti,  e  inferiori,  e  una  Cafa  di  Efercizj  fpirituaii.  Ci 
fono  inoltre  fette  Conventi  di  Suore  ,  una  Cafa  di 
correzione  per  le  donne,  un'  altra  di  Orfanelli ,  pa- 
recchie Chiefe  particolari ,  un  Collegio  de'  Nobili  , 
eh'  era  fotto  la  direzione  de'  Gefuiti,  e  un  Semi- 
Dario Tridentino*  Vi  è  ancora  un'  Università  Re- 
gia ,  una  Zecca  dove  fi  ccnia  dell'  Oro  ,  e  dell'  Ar- 
gento,  e  un  Quartiere  per  gli  Dragoni,  0  Soldati, 
che  badano  alla  tranquillità  della  Città  ,  e  fanno  la 
Guardia  alla  perfona  del  Prefidente  .  Qui  rifiedono  i 
grandi  Tribunali  del  Regno  »  Il  Magiilrato  partico- 
lare fi  compone  di  dodici  Regìdorts  ,  0  Senatori per- 
pe- 


Li 


u  avola  io. 


5.  GIACOPO    CAPITALE  DEL  REGNO   DEL  CHILE 

Scala,  dt  piedi  geometrici  M°-> 


wsmm.^\ 


i 

L 

k^Hl 

yt  <$»  <£ 

■■■■■[; 

5f  % 


!  ^azza 

2  0alazzo  del  jRefidente 

3  Jalazzo  del  Setv.  J^cde.e  pubbli 
4. Quarti  e  re  de  Dragoni 
5  1'/  Duomo 
6, 1/  Pe/couacio 
l-JOUem,,,,,, 
8.  Collegio  che  fu  de  Gefuiti 
D.  Convitto  dx.*-NobiU 
loouore  Ca.ppu.cine 
11. S-  iJaiuo  chcfùdeGefuiti 
il.Ou.ore  di  S.  J\osa. 
13  S  ^nna  ^Parrocchia 


14.CaflnodelM.de  la  (Pica 

lS.Jgroftiniani 

\6  O  uore  di  S.  ^Aaofìino 

iy.o.{azaro 

^.Orfanelli 

in.Jifòviziato  chejù  dtCefuiti 

2oS. Michele 

ii.SuondiS.CkUm 

22.0.  Saturnino 

23  S     J)uQO 

24  ò.  Jrancefco 
2S.0fpit!!diS.Gio:-Ìi~X)io 
iÓ.Suore  Carmelitane 


27  0.  Jsidoro  Saxrocchia. 

aS.o.  Ujnazio  chefùde'Gefuiti 

ly.Cafa  di  esercizj  chejù  deGefu.11 

30.M.ercedarj 

3l.Ouore  della  Vittoria 

32.la  Canta 

■SiCoileyio  Jrìdentino 

34  la  Zecca 

IsXUnìverfità 

3<S.Oaore  Jerefiunt 

37.Zoccolanti 

38.9affcygio  pubblico 

39- 9 tazza  dèJsri 


i 


i 


~.~... -,__ 


X  19OC 


petui ,  e  di  tutti"  gli  altri  Uffizj,  che  formano  iMa- 
giftrati  dell*  altre  Città  dei  Paefe  .  Quefla  Capita- 
le ha  una  numerofa  Nobiltà  ,  molti  Titoli  dì  Caftl- 
glia  ,  Maggiorafchì ,  Cavalieri  degli  abiti  nilitarì 
di  Spagna,  e  Uffiziali  onorai?  di  S.  M.  Eli*  diede.- 
i  natali  all'  Eccellen.  S\gnoir  D<  Ferdinando  An» 
dia  Irarrazabal  Marchefe  Wi  Valparaifo  \  è  Grande 
di  Spagna  5  la  di  cui  faniig;a  fx  conferà  ne!  fu® 
Splendore  così  in  Europa  s  cor^  lie[  Cfòe  .  f*j  E£„ 
fendo  quella  Città  il  centro  dì  ^tta  il  commercio 
del  Regno ,  fi  truovaeo  in  efla  albcidantementc  le 
cofe  neceffarle  per  paffar  una  vìt  jomoda.  I  vìyc- 
ati  vi  fono  a  buoniflìmo  patto  ,  cncorrendovi  dalle 
Provincie  circonvicine  la  Camelli  pelce,  €  l*  al* 
tre  derrate  in  gran  aitine?*» 


fV"> 


(  *  )  Queflo  Signóre  fu  Governatore  ielle  Ifoìe  €&*> 
narie ,  Viceré  del  Regno  di  Navata  ,  e  Capitano  Gc*> 
iterale  delV  Armata  Spagnuola  lilla  guerra  tr*  l*** 
Spagna  ,  la  Francia  3  regnando  Filpfé  IV* 


WtmSmM. 


•J 


1 


l 


1—IPIIIIIIWII'WI'IIMIIIIIIIIilfHllHMMIll  I  IHlllllHMMIIIIIII'llllillll^lWIIIIIIIIIIIWIIIIIIIMIIIIIlH 

•  I  li  ■  ■    ■ ■ 

Rancagu a    VI  L 

XXXIV.  IvAncagua  è  rinchiufa  tra  i  lìumi  Mai- 
pò ,  e  Cachapoal ,  e  fi  flende  dagli  Andes  fino  al 
Mare .  La  fua  eftenftone  tra  quefti  due  fiumi  è  af- 
fai difugmle,  avendovi  oT  17  *  ora  8.  leghe  fola- 
mefite  .  Lv  bagnano  il  fiimi  Codegua  y  ChoeaUn ,  e 
altri  più  ptcoli  .  Vi  fi  muovano  ancora  i  laghi  £* 
culeu,  e  Buwkmu  *  V  primo  fìtuato  quafi  nel  een- 
tro della  Pro v ixkì a  #a  di  circuito  (ci  miglia  -in  cir- 
ca, e  r  altro  yàlni  al  Mare  è  lungo  fei  in  fetre 
leghe  ;  Da  un*  aitri  lago  ,  che  n'  è  poco  difeofto  ., 
fé  ne  cava  dd  falein  quantjtà  .  Il  terreno  di  Ran- 
cagua  è  abbondante  fii  grano  .  Santa  Croce  di  TrU 
arnia ,  o  fìa  Rancala,  a  gr.  34.  di  lat.  e  305-37% 
di  long,  n'  è  la  Coitale.  Vi  è  una  Parrocchia,  un 
CoRvento  de'  Franefcani ,  e  un  altro  de'  Merceda- 
rj .  Alguc ,  borgo  rcentemente  fondato  a  otto  leghe 
dalla  Capitale  verf<  il  Mare,  vi  ha  una  ricca  mi- 
niera d'  Oro. 

Cocbagttft    VI  li 

XXXV.  vJueftaProvincia  è  tra  i   fiumi    Cacha» 
poal  t  e    Teno ,  e  ta  gli  Andes ,  e  il   Mare .    Eifa^ 
da  Settentrione  a  lezzodì  verfo  la  montagna   de- 
gli 


A^ 


Mi 


wmmm 


____  )(i93)( 

gli  Andes  ha  2,5.  leghe,  e  verfo  il  Mare  14.  in  cir- 
ci: vien  bagnata  da1  fiumi  Rìoclarìllo  ,  Tinguirlrìca, 
e  Chìmbarongo  .  Vi  fono  inoltre  i  gran  laghi  Taguan 
tagua ,  e  Caguìl ,  il  primo  de'  quali  è  pieno  d?  Ifo*. 
le  galleggianti ,  e  1*  altro  abbondante  di  telline  grof* 
fé,  che  fono  filmate .  Il  Territorio  di  quefta  Pro»» 
vincia  è  fertile  di  grano  ,  vino  ,  frutti ,  ed  oro  ?  © 
fa  parte  del  diftretto  ,  che  occupavano  i  Fromaucaefj 
che  vuol  dire,  Genti  delle  delìzie,  chiamati  così  perla 
bellezza  del  Faefe,  che  abitavano  -  la  fua  Capita]©- 
e  San  Ferdinando  fondato ■  1'  anno  1741.  non  lungi 
dal  bel  fiume  Tinguiririca  a  gr.  34-1^  di  lat.e  305* 
»  30.  di  long.  Oltre  alla  Parrocchia  vi  è  un  Con-* 
vento  de'  Francefcani ,  e  un  Collegio  con  una  beL* 
la  Chiefa,  che  fu  de*  Gefuiti .  Trovanfi  quivi  4fiC% 
Ta  i  borghi  Rhclartlfa,  Mallo*  ^  e  Roma  * 


MauU  IX, 


,L 


XXXVI.  JlL  Maule  confina  al  N.  con  Colchagua  ^ 
all'  1.  cogli  Andes  ,  al  S.  E.  coi  Qhillan  ,  al  S.  O* 
con  Itata5  e  air  O.  col  Mare.  Egli  è  lungo  44.  le- 
ghe ,  e  largo  40.  E'  irrigato  da'  fiumi  Lontue  ,  $$/a* 
laro  ,  H angue ,  Lircaì ,  Huenchullamì  ,  MauU  da  cui 
ebbe  il  nome  ,  Putagan  ,  Achìguenu  ,  tengavi  ,  Lonc®* 
milla  3  Furapel ,  e  d'  altri  meno  confiderabili .  Que« 


X  194  X 


f 


ira  Provincia  è  al  pari  di  quella  dì  Colchagua  abbon* 
dante  di  grano,  vino,  frutti,  oro,  fale ,  beftiame, 
e  pefci  così  di  mare ,  cerne  d'  acqua  dolce .  Qui  fi 
fanno  i  migliori  formaggi  del  Chile  ,  i  quali  non., 
fono  inferiori  a'  Piacentini,  né  a  quelli  d'  Olanda. 
la  gente,  che  l'abita,  ficcome  oriunda  in  gran  par- 
te da'  valorofi  Promaucaes ,  è  coraggiofa  ,  robufta,  e 
propriffima  per  la  guerra  .  La  Capitale  n'  è  Talea  , 
o  S-  Agoftino  fondata  1*  anno  1742.  preffo  il  fiume 
Jtioelaro  a  gr.  34-47.  di  Iat.  e  304-4$  di  long.  Effa, 
benché  fituata  in  un  terreno  difuguale,  fi  è  accre- 
feiuta  di  molto  ,  così  per  le  ricche  miniere  d'  oro  , 
che  s*  incontrano  nei  fuoi  monti ,  come  perchè  i  vi- 
veri vi  fi  truovano  in  grande  abbondanza,  e  a  mi- 
glior mercato,  che  in  qualunque  altra  parte  del  Chi- 
le, il  che  ha  fatto  ritirarfi  colà  molte  famiglie  no- 
bili  ,  tanto  della  Concezione ,  quanto  della  Capita- 
le del  Regno ,  le  di  cui  facoltà  decadute  non  pote- 
vano reggere  al  lufib  introdotto  nelle  Città  principa- 
li ;  Laonde  quefìa  popolazione  vien  nominata  per  if- 
eherzo  la  Colonia  degli  Spiantati.  Vi  è  una  Parroc* 
chia  col  Conventi  di  S.  Francefco,  S.  Domenico  § 
St.  Agoftin©  ,  de*  Mercedarj  ,e  un  Collegio  ,  che  fu 
de'  Gefuiti  .  Trovanfi  inoltre  in  quefta  Provincia  C^- 
ricb  ,  Cauqutnes^S.  Saverio  di  Bel  fa  Isla  ,  S.  Aronio 
dell#  Ffarida  3  hwa ,  e   tre  ,  0  quattro  Villaggi  d' In* 

dia- 


mmm 


)(*9S)( 


dhnl.  Curicò,  altrimenti  dettò  S«  Giuftippe  di  Euo* 
nz-Vìfia.)  fu  fondato  P  anno  H%U  in  una  amena^ 
pianura  appiè  d*  una  bella  collina  a  gr*  34-M*  di 
lat.  e  305.  di  long.  Ci  è  una  Parrocchia,  un  Con- 
vento de'  Mercedarj ,  e  un  altro  affai  grande  de* 
Prancefcani  della  ftretta  Offervansa  *  Cauquenes  fon* 
dato  lo  fteffo  anno  tra  I  due  piccoli  fiumi  Tutuhen^ 
eCauquenes  è  a  gr.  3?~4o.  di  lat.  304-80,  di  long* 
Oltre  alla  Porrocchia  vi  è  un  Convento  de*  Fraine*. 
fcani.  S,  Saverio  di  Bella-Isl*  >  e  S.  Antonio  della 
Florida  fi  fondarono  V  anno  1755*  il  primo  a  gr«$s« 
4,  di  lat.  e  504-59*  di  long,,  e  il  fecondo  a  gr,  3** 
10.  di  lat. ,  e  304-41  di  long.  *  Lora  fiutata  verfo  l1 
Imboccatura  del  fiume  Mataquito ,  è  una  popolalo* 
ne  numerofa  d'  Indiani  Promocaes 3  la  quale  è  JgOa 
vernata  da  un  Cajique ,  0  Vlmeth* 


Itata  X& 


u  JL>a 


XXXVII*  JuM  Provincia  d9  Irata  fi  iknde  lungo  il 
Mare  tra  il  Maufe  ,  e  il  Vuchacuì  3  e  confina  all'  £• 
col  Chtllau  .  Ella  ha  da  Levante  ,a  Ponente  *o.  te* 
ghe,  e  dal  Settentrione  al  Mezzodì  11.  Il  fiume  I~ 
tata  ,  che  la  traverfa ,  le  comunica  il  fuo  nome.  Il 
fuo  Territorio  produce  il  miglior  vino  del  Chile ,  il 
qnale  perchè  fi  fa  comunemente  nelle  pofleflion-i,  che 


/     ; 


* 


)(i0*)( 


appartengono  agli  abitanti  della  Concezione  5  vien_* 
conofciuto  fotto  il  nome  di  Vino  della  Concezione  * 
Ritraggefene  ancora  molt'  oro  cosi  da*  monti  ,  co- 
me dalle  fabbie  .  La  fua  Capitale  è  Gesìt  dì  Coulemu 
vicino  alle  foci  del  fiume  Itata  fondato  P  anno  1743. 
a  gr.  36-2.  di  lat»  e  303-41»  di  long. 


Chili etn  X. 


1. 


XXXVIII.  IL  Ckillan  è  terminato  al  N.  dal  Mau- 
le,  air  E.  dagli  Andes  ,  al  S.  dall'  Huilquilema,  e 
all'  O.  dalla  Provincia  d'  Itata  .  La  fua  eftenfione  è 
a  un  di  predo  come  quella  della  precedente .  E'  ba- 
gnato da*  fiumi  Nulle  9  Cato  ,  Chìllan  9  Bìgutllìn  , 
e  Dannìcalquìn  .  Il  fuo  diftretto  effendo  per  ogni  do- 
ve plano ,  è  proprio  per  nodrire  mandre  di  pecore, 
la  dì  cui  lana  è  filmata  in 'tutto  il  Regno.  Quindi 
ancora  efeono  tutti  gli  anni  delle  truppe  numerofe 
di  caftrati,  i  quali  fi  vendono  a  buon  mercato  9  e 
arrivano  fino  a  Copiapò .  Le  biade,  ed  i  frutti  vi 
vengono  eziandio  In  quantità.  La  Capitale  di  que- 
lla Provincia  è  la  Città  di  S.  Bartolomeo  dì  Chìllan 
fondata  P  anno  1580.  fopra  la  fponda  del  fiume  Chìl- 
lan a  gr.  $6.  di  lat. ,  e  305.2.  di  long.  Ella  è  fiata 
molte  volte  rovinata  dagli  Araucani ,  e  Panno  1751. 
di.iia  Terremoto  .  I  fuoi  abitanti ,  prevalendoli  dell* 


■m 


)(i97)( 


jSiiAìasE^  i^asessifisaas 


occafione  ,  la  trasferirono  V  anno  feguente  a  un  fito 
lì  vicino  più  comodo  ,  e  meno  efpofto  alle  inonda» 
zioni  del  fiume  .  Quefta  Città  è  abbaftanza  popola- 
ta .  Ciò  non  oftante  vi  è  una  fola  Parrocchia ,  e  i 
Conventi  de'  Frnncefcani ,  de'  Domenicani  ,  de*  Mer> 
cedarj,e  un   Collegio  che  fa  de'  Gefuiti* 

Vuchacai  XII, 

XXXIX. IL  Puchacai  confina  al  N.  colla  Provin- 
cia d'  Itata  ,  all'  E.  coli*  Huilquilemu  ,  al  S.  col  fiu- 
me Biobio ,  e  all'  O.  col  Mare .  Egli  ha  da  Tra- 
montana a  Mezzogiorno  12.  leghe  ,  e  dall'  Occiden- 
te all'  Oriente  20.  Lo  bagna  il  fiume  Andalìencom 
altri  più  piccoli .  Il  fuo  territorio  abbonda  di  oro  in: 
polvere,  e  di  fragole  così  felvatiche  ,  come  col- 
tivate, le  quali  fono  le  più  groffe  del  Chile.  GmU 
qui ,  o  S.  Gio.  Battifla,  fondato  l-  anno  1754.  fili- 
la riva  Settentrionale  del  gran  fiume  Biobio  a  gr*. 
36-44.  di  lat.  e  303-48.  di  long,  n' è  la  capitale  prò-* 
pria  ,  dove  rifiede  il  Prefetto,  o  Corrègidof  .  Ini 
quella  Provincia  è  rinchiufa  la  Prefettura  della  Con- 
cezione ,  la  quale  fi  (tende  poco  fuori  della  Citt| 
di  quefto  nome  * 

XL.  La  Concezione ,  detta  ancora  in  lingna  del 
f  aefe  Fmcq  ,  fu  fondata  da  Pietro  Yaldivia   ì'  ann$ 


m 


Hi»i  **m  «p»  <■  pw  w  1  ép  m  ■■  n 


)C  I9§  X 


\   il 


I 


ì8r^aaK**SiesaBìa 


i 550*  m  un  feno ,  0  valle,  che  formano  foprailMa- 
ìrc  alcune  belle  Colline  a  gr«  $6*41.-1 5*  di  lat. ,  e^ 
Jò 5.^5-30*  di  long,  Quefta  Città,  eh'  è  la  feconda 
del  Regno  ,  cominciò  fin  dal  principio  a  fiorire  gran- 
demente col  molto  oro  ,  che  fi  cavava  nelle  fue  vi- 
cinanze, ma  nel!*  anno  i$54»j  dopo  V  infelice  Bat- 
taglia del  Monte  AnMieano ,  o  Martgueno  ,  fu  ab- 
bandonata dal  Governatore  Villagran  ,  Succeffore  di 
Valdivia  *  e  da*  fuoì  abitanti  all'  arrivo  degli  Arau- 
tani  comandati  dal  Tenente  Generale  Lautaru ,  i 
filali  la  bruciarono  interamente.  £flfendofi  poi  rie- 
dificata nel  mefe  di  Novembre  dell'  anno  feguente, 
Xautaru  dopo  fette  meli  fé  ne  tornò  a  impadronire, 
ticcife  neir  all'alto  una  gran  parte  della  guarnigione, 
e  la  rovinò  fino  ai  fondamenti,  D.  Garda  di  Men- 
doza ,  dopo  le  vittorie  riportate  contro  Caupolica- 
no,  T  anno  1*58.  fi  mife  a  riftabilirla  ,  aggiungen- 
dovi delle  buone  fortificazioni .  Non  oftante  Antune- 
cui  Generale  del  Toqui  Antuguenu  I  tentò  d'impof- 
feffarfene  ,  afiediandola  terribilmente  per  ben  cin- 
quanta due  giorni,  ma  ella  ,  effendofene  liberata, 
fi  mantenne  in  grande  fplendore  fino  all'  anno  1603^ 
nel  quale  coli*  altre  Città  Auftrali  degli  Spagnuoli 
fu  prefa  ,  e  incenerita  dal  Toqui  Vaillamachu  .  A  dif- 
etto di  tante  calamità  tornò  in  breve  a  riforgere  , 
enstequiftè  il  fuo  primier  luftro,  mediante   11   gran 

Cora- 


ì 


imm  *mm*+- 


mmm 


Commercio,  che  allora  efercitava .  Gli  Araucani  non 
fi  ardirono  più  a  inquietarla ,  credendola  già  troppo 
forte ,  e  popolo/a ,  per  farfene  padroni .  La  Aia  dis- 
grazia però  le  proccurò  un  altro  nemico  formidabi- 
le.  V  anna  i73°«  un  Terremoto  la  rovefciò  quali 
del  tutto ,  e  il  mare  ufcendo  dai  fuoi  limiti  ne  ba- 
gnò una  gran  parte,  e  portò  via  tutto  ciò  che  in- 
contrò nel  fuo  corfo .  I  fuoi  abitanti  oftinati  contro 
la  loro  forte  la  fabbricarono  di  bel  nuovo,  ma  non 
la  goderono  per  molto  tempo  ,  poiché  nell*  anno 
1751*  tra  i  24,  e  i  25.  di  Maggio  quefta  sfortunata 
Città  reftò  affatto  rovinata  da  un'  altro  terremoto, 
e  dal  mare,  che  P  allagò  interamente.  GF  in  fé  ics 
abitanti,  avendo  avuta  la  fortuna  di  fcappare  filile 
colline  vicine,  dopo  tredici  anni  di  deflazione  ca- 
gionata dalla  divifione,  che  regnava  tra  loro,  e  dall, 
oppofizione  d*  un  Prefidente  ,  fi  determinarono  fi- 
nalmente ad  abbandonarne  il  flto,  e  la  fondarono 
tre  leghe  datante  dal  Mare  in  una  bella  pianura  det- 
ta Mocha  fulla  riva  Settentrionale  del  fiume  Eiobio^ 
dove  ora  fi  va  aumentando  cenfiderabilmente  .  Il  Go*- 
verno  Politico  di  quefta  Città  fi  compone  di  tutti 
gli  Uniziali ,  che  formano  il  Magiftrato  neir  altre 
Città  del  Regno.  Il  fuo  Prefetto,  o  Corregidor,  è 
infieme  per  cecreto  Reale  Governatore  ddV  armi  , 
poiché  in  quefta  Piazza  rifiede  la  milizia  principale 

dei 


j 


i   ti, 


■WIPBPH 


\ 


) 

1  I 


X  "o  x 


del  Paefe  .  Quivi  dimora  eziandìo  da  molti  anni  in 
qua  il  Maeftro  di  Campo  Generale  ,  e  recentemen- 
ìì  Sargente  Maggiore.  Ls  Erario  Reale  ,  onde  fi  prov- 
vegono  tanto  i  Soldati  della  Città ,  come  quei  del- 
le frontiere,  vi  è  confidato  alla  cuftodia  d*  un  Te- 
foriere,  d*  un  Coirputifìa,  e  d'  un'  Ifpettore .  Qui 
li  fendo  per  la  prima  volta  Tanno  1567.  V  Audien- 
%ìa9  o  Senato  Reale,  la  quale  efìendo  abolita  nel 
*574-  fi  rlftabilì  alcuni  anni  dopo  nella  Capitale  del 
Jlegno.  Il  Prefidente  ciò  non  orlante  dee  abitare  in 
quelta  Città  fei  meli ,  e  però  vi  ha  un  Palazzo  e- 
dificato  a  {ptfe  Reali .  Uffa  divenne  fede  Vedovi- 
le dall'  anno  1603.  dopo  la  diftruzione  dell*  Impe- 
riale, come  abbiamo  accennato  altrove.  Oltre  a* 
Conventi  di  tutte  le  Religioni ,  che  fi  fono  fiabilite 
Bel  Chile ,  vi  è  un'  altro  di  Suore  Trinitarie  ,  un 
Collegio  che  fu  de'  Gefuiti  con  ifcuole  pubbliche, 
dove  s'  infegnava  1'  Humanità  ,  la  Filofofia,  e  la_. 
Teologia  ,  un  Convitto  de'  Nobili ,  che  parimenti 
era  fotto  la  direzione  de'  Gefuiti ,  e  un  Seminario 
Tridentino  .  Gli  abitanti  della  Città  ,  dopo  tante  ro- 
vine,  appena  arrivano  a  tredici  mila.  Il  tempera- 
mento vi  è  benigniamo  in  tutte  le  ftagioni  dell'  an- 
no 5  il  terreno  fertile ,  e  le  fpiaggie  del  mare  ab- 
bondanti d'  ogni  forte  di  pefei  dilicatl  ,  e  di  con- 
chiglie .  Il  feno9  o  baja  dd  Porto,  è  fpaziofo,  e~t 

cor~ 


t 


A 


X"i  x 


corre  da  Tramontana  a  Mezzodì  per  ben  tre  leghe, 
e  mezza,  e  da  levante  a  Ponente  altre  tre  leghe» 
la  Quirìq'iina,  Ifola  bella,  e  fertile  ,  fìtuata  nella 
fua  bocca  ,  vi  lafcia  /blamente  due  entrate  ,  la  pili 
Orientale  delle  quali  chiamata  Bocca,  grande  ha  due 
miglia,  e  1*  Occidentale  detta  Bocca  chìca ,  o  picco- 
la, poco  più  d'  un  miglio  .  Il  Porto  è  di  buon  fon- 
do per  ogni  genere  di  basimenti,  e  ficuro  parti- 
colarmente nel  {ito  nominato  Tale 'agitano  ì  dove  al 
prekntQ  è  V  ancoraggio  delle  Navi ,  perchè  la  nuo- 
va Città  n'  è  poco  difeufta  •  La  Concezione  diede  i 
natali  all'  Ecc.  Signore  D.  Firmino  CarvajaI,  Con- 
te del  Cajllllejo  ,  il  quale  ,  poco  fa  ,  ottenne  la  di* 
gnità  di  Grande  di  Spagna,  La  fua  famiglia ,  eh*  è 
antica  nel  Kegno  ,  rifiede  in  quefta  Città  * 


r.  JUi 


HuìlquiUmu  XIII. 


XLJ*  JL/A  Provincia  di  HuIIquilemu  appellata  con' 
illunemente  Eftanzia  del  Rei ,  cioè  -Pofleffione  del  Re, 
è  fituata  tra  il  Chillan,  gli  Andes,  il  fiume  .Biobio, 
€  il  Puchacai ,  a  cui  è  fimile  per  la  lunghezza,  e 
larghezza  .  E*  irrigata  dai  fiumi  Itata  ,  Claro  ,  Laxa^ 
e  Duqueco  .  Il  fuo  diflretto  è  ricco  d'  oro  in  polve* 
re  ,  e  produce  un  vino  mofcadello  efquifito  •  La  gen- 
te 5  che  abita  le  fue  campagne ,  è  valorofa ,  e  ag« . 
O  guer- 


*^fr*&t&***-&'&mm  i 


T^^9^^^^^ 


; 


1  i 


)(  2©2  )( 


guerrita  a  cagione  de'  combattimenti ,  che  durante 
la  guerra,  foftiene  co' fuoi  terribili  vicini  gli  Arau- 
cani.  La  fua  Capitale  è  !"  Eftanzia-del-Rei ,  oS.  Lui- 
gi Gonzaga,  fondata  in  quelli  ultimi  anni  non  lungi 
dal  Eiobio  a  gr.  36-4$  di  lat.  e  303-48.  di  long. 
Oltre  alla  Parrocchia  vi  era  un  Collegio  antico  de* 
Gefuiti .  Effendo  quefta  Provincia  efpofta  alle  fcor- 
yerie  degli  Araucani ,  perchè  il  fiume  Eiobio  vi  fi 
può  guadare  facilmente,  gli  Spagnuoli  fabbricarono 
fopra  le  rive  ,  che  le  appartengono,  le  fortezze  Jum- 
hel ,  Tucapen  ,  Sta  Barbara  ,  e  Vuren .  La  barriera  Spa- 
gnuola  però  è  collocata  nelle  rive  Auftrali  del  fud- 
detto  fiume ,  e  fi  compone  delle  fortezze  Arauco  , 
Coltura,  £.  Fietro>  Sta»  Giovanna  ,  Nafcimento ,  ed 
Jngeles  0 

Patito**  XIK 

XLII.  >^Uefta  Provincia  è  feparata  interamente  da 
tutte  P  altre  Provincie  ,  che  abitano  gli  Spagnuoli 
nel  Continente  del  Chile  ,  refiandovi  nel  mezzo  le 
contrade  occupate  dagli  Araucani,  le  quali  compren- 
dono lo  fpazio  di  70.  leghe  incirca  di  lunghezzac 
Ella  fi  ftende  fopra  P  una,  e  P  altra  riva  del  gran 
fiume  Valdivk  fino  al  Mare,  e  confina  a  Mezzo- 
giorno co'  Giunchi,  0  Cunchi ,  z  cui  apparteneva  il 

fuo 


■*< 


)(*°5X 


fuo  Territorio  Auftrale  .  La  fua  lunghezza  è  di  i».' 
leghe  incirca ,  e  la  fua  larghezza  di  6.  Abbonda  di 
legname  eccellente ,  e  d'  oro  ih  polvere  creduto  il 
più  puro  del  Chile  .  La  fua  Capitale  è  la  famofo 
Città  ,  Fortezza  ,  e  Porto  di  Valdivia  fituata  fopra 
la  fponda  Allibale  del  fiume ,  che  porta  lo  fteffo  no* 
me  a  tre  leghe  dal  Mare,  e  a  gr.  39-58*  di  lat.,  e 
303-2  di  long.  Il  Conquiflator  Pietro  Valdivia  la~* 
fondò  P  anno  M5*-5  le  lafciò  il  fuo  cognome,  e  ne 
titrafTe  una  gran  quantità  d*  oro.  Quefta  ricchezza 
v'  invitò  molti  abitanti,  e  fino  da'  fuoi  principj di- 
venne una  delle  Città  più  popolofe  del  Regno.  Il 
Toqui  Caupolicano  I. ,  benché  folle  fuori  del  diftret- 
to  Araucano ,  tuttavolta  per  liberarne  i  fuoi  Allea- 
ti  i  Giunchi ,  F  aflediò  due  volte  infruttuofamente  » 
Ma  erta  non  potè  cosi  felicemente  refiftere  all'  atti- 
vità ,  e  fortuna  del  famofo  PailUmacbu  .  Quefto  Ge« 
nerale  con  quattro  mila  uomini  la  forprefe  di  noU 
te  tempo  P  anno  1599»,  ne  uccife  la  maggior  parte: 
della  guarnigione  ,  che  fi  componeva  di  ottocento 
uomini ,  e  avendola  bruciata  fé  ne  ritirò  con  un  grarj 
numero  di  prigioni  ,  un  milion  d*  oro,  che  vi  era 
di  conto  del  Re  ,  e  un  bottino  confiderabile ,  che  fe- 
ce de'  beni  degli  abitanti .  Gli  Spagnuoli ,  che  bea 
conofeevano  P  importanza  del  fito,  tornarono  a  ri- 
fabbricarla 3  e  la  fortificarono  per  modo  ,  che  fi  man- 

Q  3  tQU~ 


3In» 


*d&0*frm$m 


■r 


\ 


J       1 


■ 


)(  *°4  )( 


-   r  mnam 


tenne  contro  i  tentativi  degli  Araucani  fin  all'anno 
2640.  nel  quale  fu  prefa  dagli  Olandefi  ,  i  quali , 
ancorché  fi  fo  fiero  determinati  a  confervarla ,  V  ab- 
bandonarono finalmente,  poiché  gli  Araucani,  e  [ 
"Giunchi ,  con  cui  aveano  tentato  di  fare  alleanza, 
non  vollero  mai  dar  loro  i  viveri ,  di  cui  affoluta- 
mente  mancavano  .  Gli  Spagnuoli ,  eh'  erano  anda- 
ti a  sloggiameli  con  una  buona  flotta,  trovandola 
abbandonata  la  rifiabilirono  i  e  fortificarono  con  mi- 
glior difpofizione  ,  fabbricandovi  quattro  buoni  Ca- 
melli ,  o  Forti  fopra  le  due  rive  del  fiume  tra  la& 
Piazza  ,  e  il  Mare  per  difenderla  dai  foreftieri  ,  e 
un  altro  a  Settentrione  contro  le  invafioni  degli  A- 
raucani .  Mediante  quefti  ripari  da  allora  in  qua  fi  e 
veduta  libera  da'  nemici  di  fuori,  non  così  dal  fuo- 
co, che  una,  o  due  volte  V  ha  rovinata  quafi  inte- 
ramente. Il  Porto  di  quefta  Città  fituato  in  un  bel 
feno,  che  forma  il  fiume,  è  il  più  ficuro ,  il  più 
forte  per  natura  ,  e  il  più  capace  di  tutti  i  Porti  del 
Mar  del  Sud  .  V  Ifola  di  Mazzera  nella  iteffa  im* 
Roccatura  del  fiume  lafcia  due  entrate ,  le  quali  fo- 
no coronate  da  monti  feofeefi  ,  e  bm  fortificati  •  Sic- 
come  effa  è  la  Piazza  più  importante  del  Mar  Pa- 
cifico,  così  vi  fi  manda  fempre  dalla  Spagna  un  Go- 
vernatore dì  riputazione  nella  milizia,  il  quale  di- 
pende dal  Prendente  del  Regno ,  ed  ha  folto  il  ho 


co- 


mmmm 


MMMpMC'' 


)(zo5)( 


comando  un  buon  numero  di  Truppe  co'  loro  Uffi- 
ziali  ^  che  fono  1  cinque  Caftellani ,  o  Comandanti 
de'  Gattelli,  un  Sargente  Maggiore,  un  Provvedi- 
tore ,  un'  Ifpettore  ,-  e  parecchi  Capitani .  Dal  Real 
JErario  del  Perù  fi  mandano  ogni  anno  a  quefta  Piaz- 
za 36000.  Scudi  3  e  dagli  altri  Porti  del  Chile  le  vet- 
tovaglie neceffarie  per  la  paga,  e  vitto  de' Soldati, 
che  vi  fono  di  guarnigione  -  I  Ge'fuiti  avevano  qui- 
vi  un  Collegio  ;  Vi  fono  inoltre  i  Conventi  de'  Fran~ 
cefcani,  e  de'  Fratelli  della  Carità  eoa  un  Regio 
Ofpedale ,  e  la  Parrocchia . 

V  Arcipelago  dì  Chiloe  X  K 

XLIIX.T  *  Arcipelago   di  Chiloe  è  un  gran  Golfo, 
-*-*  ©  Seno  feminato  dì  molte  Ifolc  9  che  fa 

il  Mar  del  Sud  nell9  eftremità  Meridionale  del  Chi- 
le,  internandovi!!  quafi  circolarmente  infino  alle  fal- 
de della  montagna  degli  Andes .  Quetto  Golfo  li  ften- 
de  da9  gr*  41-10.  fino  a'  gr»  44-4Q»  di  lan  Auflr*  e 
da'  gr*  303.  fino  a9  gr.'3°4-S<>*  <M  longitud.  Le  Ifo- 
Ie,che  vi  fi  trovano  ,  arrivano  a  47 $  trentadue  del- 
le quali  fono  abitate  dagP  Indiani ,  e  dagli  Spagnuo« 
li,  e  le  iettanti  deferte ,  Tra  le  Ifole  abitate  vi  è 
una  grande  7  alcune  mediocri,  di  dodici  in  quindici 
,  j  e  le  altre  piccole  .  V  Ifola  gran* 
O   5»  d*> 


iimwsm 


E    i 


!PM 


I* 


de  è  quella ,  che  propriamente  fi  chiama  Chìloe ,  on- 
de poi  fé  n'  è  comunicato  il  nome  a  tutto  l"  Atei- 
pelago,  che  ebbe  prima  quello  d*  Ancud.  Quella  I- 
fola  ,  la  di  cui  Cofla  Occidentale  fiegue  da  Tramon- 
tana a  Mezzodì  la  medefima  linea  di  direzione  del- 
le Spiaggie  del  Continente  del  Chile ,  è  fituata  nel- 
la bocca  fteffa  del  Golfo  ,  lafciandovi  due  foli  in» 
greffi ,  V  uno  de'  quali ,  che  cade  tra  la  fua  eftre- 
mità  Settentrionale,  e  la  Cofla  del  Continente  ,  è 
di  poeto  più  dì  tre  miglia ,  e  1*  altro ,  che  retta  fra  la 
fua  punta  Meridionale  ,  e  la  montagna  degli  Andes* 
ha  più  di  ii.  leghe  .  Ella  è  collocata  tra  i  gr.  41-50, 
e  44*  di  lar. ,  ed  ha  60.  leghe  ali*  incirca  di  lun- 
ghezza ,  e  10.  nella  fua  maggior  larghezza  .  Il  fuo 
terreno,  ficcome  quello  di  tutte  1*  altre  Ifole,  è 
montuofo  ,  e  pieno  di  bofeaglie  impenetrabili .  Vi 
piove  ecceflìvamente  ,e  nelP  autunno  foltanto  fi  go- 
dono di  feguito  quindici ,  o  venti  giornate  fé  rene  * 
Nelle  altre  Stagioni  ,  quando  paffano  otto  giorni  fen~ 
za  pioggia,  fi  riputa  come  un  miracolo.  Laonde  il 
temperamento  è  affai  umido ,  e  vi  s'  incontrano  da 
-jpertufto  de*  rivi,  e  de'  fiumi  copiofi .  Non  ottante 
P  aria  vi  è  fana,  e  talmente  benigna,  che  non  fi 
fente  ne  caldo,  ne  freddo  notabile.  I  grani,  ed  I 
frutti ,  attefa  V  umidità  ,  che  vi  regna  ,  '  riefeono  o 
poco ,  0  male  .  Il  frumento  tuttavia ,  che  vi  fi  r&c* 

co- 


){   2°7  )( 


coglie ,  è  fufficiente  per  gli  abitanti .  Il  formentone 
è  miferabile  .  L"  orzo  ,  le  fave  ,  la  Q»ìno*,  le  P*i*> 
e  il  lino  allignano  bene  -  Tra  gli  ortaggi  follmen- 
te crefcono  i  cavoli,  e  gli  agli.  Le  uve  non  arri- 
vano mai  a  maturare  .  Lo  fieno  accade  a  tutte  1'  al- 
tre frutte ,  eccettuatene  le  mele ,  e  qualche  altra 
felvatica  .  La  carne  vaccina ,  benché  non  fia  tanto 
comune ,  come  nel  Chile ,  non  fcarfeggia  .  Non  fi 
vedono  mandre  di  cavalli ,  come  nel  Continente  , 
ma  non  vi  è  quafi  perfona,  che  non  ne  abbia  uno, 
o  due  •  Gli  afini  quivi  muoiono  in  poco  tempo  ,  al- 
lorché ci  fono  trafportati ,  quindi  non  fi  truova  né 
pur  una  mula  in  tutto  queft*  Arcipelago.  Il  beftia- 
me ,  che  più  abbonda  ,  fono  le  pecore  ,  ed  i  porci, 
di  cui  fi  fa  un  gran  commercio .  Gli  animali  propri 
del  paefe  foijo  i  daini ,  le  lontre  ,  e  una  fpecie  di 
volpi  nere  «  I  volatili  sì  domeftici ,  come  felvatici 
s'  incontrano  in  gran  numero  .  Tra  gli  ultimi  fono 
i-igwardevoli  il  Cagne ,  e  il  Quetbu  .  Entrambi  d>ita- 
210  nel  mare .  Il  primo  è  a  un  di  preflo  della'  gran- 
dezza d'  un'  Oca  ,  ma  ne  ha  il  collo  più  corto ,  e 
la  coda  un  pò  più  lunga  .  Il  mafehio  ha  la  piuma- 
tara  tutta  bianca  ,  il  becco  ,  ed  i  piedi  rolli .  La  fem- 
mina all',  oppofb  va  riverita  di  piume  nere  orlate 
d'  un    filetto    bianco  fonile  ,    ed   ha  il  becco  ,  ed  l 


gì  alti 


foe  uova   foao   grandi ,  e  bianche 
O  4  lì 


i  ' 


r 


X  208  x 


-- ^ 


li  £«e*£«  è  grande  quanto  un'  anitra  domeftica ,  a 
cui  rafibmiglia  per  la  figura  .  La  piumatura  del  fuo 
corpo  è  cenerognola,  cotono/a,  e  molto  morbida. 
le  Tue  ali  fono  piccioliffime  e  fprovvedute  interamen- 
te di  penne  ,  ed  anche  di  pelume  .  I  fuoi  occhj  fo- 
no bruni,  e  la  carne  roffa .  Si  fcarica  di  fei  uov* 
bianche  ,  che  depofìta  nella  fabbia  del  lido  .  Oltre 
à  ciò  1*  Autore  della  Natura  In  ricompenfa  d'i  quel- 
lo ,  che  vi  manca,  ha  provvedute  tutte  quefie  Ifole 
di  una  quantità  prcrciìgiofa  di  pefci5  e  di  conchiglie 
efquifite.  Vi  fi  truova  ancora  dell'  ambra  grigia  fil- 
mata ,  e  molto  mele  ,  che  fanno  le  pecchie  felvati- 
che .  Il  legname  vi  è  infinito  ,  e  buono  per  ogni 
fpecie   di  fabbriche,  e  d'  imbarcazioni. 

XLIV.  Qnefto  Arcipelago  fu  fcoperto  la  prima 
volta  dal  Governatore  D«  Garzia  di  Mendoza  nell* 
arno  i<ìS.  ,  ma  allora  fé  ne  tralafdò  la  conquifta  , 
Sette  anni  de  pò,  cioè  nel  i&f*  vi  fu  mandato  dal 
Chile  il  Marefcialìo  D.  Martino  Rui-Gamboa  3  il  qua- 
le ,  avendovi  trovato  da  70000.  Indiani  ,  li  fottomi- 
fé  con  60.  uomini ,  che  conduffe  feco  ,  fenza  refifìen- 
za  alcuna  dalla  loro  parte,  e  fondò  nell' ifola  gran- 
de la  Città  di  Cùflro  ,  e  il  Porto  dì  Chetato  .  Quefta 
Indiani ,  chiamati  Chilotes ,  fi  mantennero  totalmen- 
te fommeffi  agli  Spagnuoli  infino  a  quefto  Secolo  , 
nel  qaale  il  erano  rimeiS  in  libertà  >  ma    tornarono 

pre- 


)(209)( 


preffo  all'  ubbidienza  ,  mediante  là  condotta  del  Mae* 
Aro  di  Campo  Generale  del  Regno  D.  Pietro  Moli* 
na  mandatovi  dalla  Concezione  per  ridargli  ali*  iti** 
terrotta  foggezione  *  Coftoro  nondimeno,  .benché  o- 
rlundi  da5  Chileni ,  da  cai  non  dlfTeretuianfi  nello 
fattezze,  coftumi ,  e  linguaggio  ,  fono  timidi  fuor  di 
modo,  e  docili*.  I  loro  ingegni  fono  perfpicaci ,  e 
rlefcono  bene  in  tutto  quello,  a  cui  ss  applicano  « 
Incontrane  quivi  bravi  fa^gnami,  intarfiatcri ,  e  ter- 
mri  .  Lavorano  bene  il  lino  ,  e  la  lana,  della  quale 
mefehiata  ccl  piumino  degli  Uccelli  fanno  belle  cc« 
perte  da  letto,  e  alcune  tele  ricamate  di  varj  co- 
lori .  Sono  molto  portati  per  la  Nautica  ,  e  diven- 
tano eccellenti  Marinari.  Le  loro  barche  dette  P*- 
rague  ,  colle  quali  arrivano  fino  alla  Concezione,  fo- 
tte di  tre  ,  o  cinque  grandi  tavole  cucite  infieme,  e 
calafatate  con  certa  borra  ,  che  raccogliono  dà  uru* 
arbofceìlo  «  Se  ne  vedono  in  gran  numero  in  tutto 
P  Arcipelago,  e  fi  governano  a  vela  e  remo  «  I  Chi- 
jotes  educano  bene  i  loro  figliuoli  ,  e  gli  applicano 
dàlia  loro  più  tenera  età  al  lavoro.  QuefU  piccoli 
Indiani  t  quando  vengono  arrunaeftrati  ,  rlefcono  ot- 
timamente nelle  lettere  •  Negli  anni  (cord  fi  fondò 
per  lcro  una  fcuola  in  un  villaggio  ch'amato  Chon- 
chl ,  alla  quale  h1  entrarono  150.  e  tutti  nello  fpa- 
zio  foio  a   un  anno  impaxarono  a  leggere  ,  fcrivere, 


k 


'Il 


)(2I0)( 


maSff^SJO^ài^iiKJfB: 


far  conti",  la  dottrina  Criftiana,  e  la  lingua  Spa- 
gnola .  Tutta  quefta  Nazione  fin  dal  princìpio  fi 
convertì  facilmente  alla  noftra  Santa  Fede ,  e  a'  no- 
itri  dì  viveva  con  un' aggiuftatezza  sì  grande  in  tut- 
ti i  doveri  del  Criflianefimo  ,  che  pareva  rifufcita- 
to  in  efla  lo  fpirito  della  primitiva  Chiefa  .  Vi  s'è» 
rano  aggregate  ancora  alcune  Tribù  di  Selvaggi , 
che  perfuafe  da'  Miifionanti  pacarono  dalle  terrea 
Magallaniche  a  ftabilirfi  neir  Arcipelago  * 

XLV.  Gli  Spagnuoli  hanno  in  quefte  Ifole  un 
Governatore  dipendente  dal  Prefidente  del  Chile  3  il 
quale  rifiede  nel  Porto  di  Chacao  ,  un  Cabildo  ,  o  Ma- 
giftrato  col  fuo  Prefetto  ,  o  Corregidor  3  che  infiemc 
è  giudice  privativo  degl'  Indiani  ,  refidente  nella». 
Città  di  Qafiro^t  un  Comandante  nelle  Ifole  di  Cah 
buco  finiate  nella  parte  più  Settentrionale  del  Gol- 
fo .  Tutto  T  Arcipelago  è  divifo  in  tre  fole  Par- 
rocchie ,  che  dipendono  dalla  Diocefi  della  Con- 
cezione 3  i  di  cui  Vefcovi ,  fuor  che  uno ,  e  un  Ve- 
fcovo  infariibus ,  non  vi  fono  andati  pe*  pericoli 
del  viaggio  .  Trovan-fi  quivi  fettantacinque  borghi  a- 
bitati  per  lo  più  dagP  Indiani  fotto  i  loro  Ulmenes, 
m  ciafcuno  de*  quali  i  Gefuiti  avevano  una  Chiefa 
per  farvi  la  miiTione .  Le  due  Popolazioni  formali , 
che  vi  il  veggono  ,  fono  quelle  ,  di  cui  abbiamo  fat- 
ta menzione  di  fopra  3  vale  a  dire  3  Caftr® ,  e  Ch&raa. 

XI- VI. 


mmm*    — =-  - 


XLVI.  Caftro,  Capitale  di  tutto  1*  Areipela* 
go,  è  fituàto  nella  parte  Orientale  dell*  Xfola  gran- 
de fopra  un  bràccio  ,  o  golfo ,  che  vi  h  il  Mare  a* 
gn  4^-s8.di  lati,  e"  303*15.  di  long.  Gli,  edifici  ,<ìc- 
Home  in  tutte  V  altre  Ifole,  vi  fono  ài  legno*  Gli 
abitanti ,  che  non  fono  molti ,  vivono  ordinariamen- 
te nelle  loro  poffeitìonl .  Oltre  alla  Parrocchia ,  e  il 
Collegio,  che  fu  de*  Gefuhi  ,  vi  è  uri  Convento  de* 
Francefcani,  e  un  altro  de5  Mercedarj ,  dove  rifie- 
dono  due  ,  o  tre  Religiofi  .  Il  Porto  di  Chwao  già* 
ce  quafi  nel  mezzo  della  Gofta  Settentrionale  della 
rnedefima  Ifola  fopra  il  gran  Canale,  che  paffa  tra 
la  fuddetta  Gofta  ,  e  quella  del  Continente  a  gr, 
4%.  dì  lat.  3  e  303-37  di  long.  Quello  Porto  è  dì 
buon  fondo ,  e  ben  difefo  dai  Venti  ?  ma  1'  entrata 
n'  è  affai  difficile  per  le  correnti ,  e  vortici  9  che  il 
efperimentano  nel  Canale ,  e  molto  più  a  cagiono 
d'  uno  fcoglio ,  che  sJ  erge  nella  parte  più  fìrétta  » 
31  quale  non  fi  vede ,  fé  non  quando  cala  il  Mare* 
Quivi  fi  fa  tutto  il  commercio  dell'  Arcipelago  con 
quattro  ,  0  cinque  basimenti  ,  che  vi  arrivano  ogni 
anno  dal  Perù  ,  o  dai  Porti  del  Continente  del  Chi- 
le.  Quello  traffico  fi  riduce  a  barattare  le  robe  de! 
paefe  a  quelle ,  che  vengono  di  fuori  ,  perchè  la  rno« 
neta  è  rariffima  in  quelle  Ifole.  Il  GMMù,ù  Magi* 
ftrato  di  Cfiftro  ha  il  privilegio  di  mandarci  ali;  ar- 
rivo 


r: . 


rivo  "de'  battimenti  due  Diputati ,  i  quali  tafTano  tut- 
te le  merci ,  che  vengono  nelle  navi  5  e  fanno  la  ta- 
riffa de"- prezzi,  per  la  quale  fi  regolano  i  Merca^ 
fanti.  Quefto  Commercio  non  va  foggetto  ,  per  con- 
cezione Reale,  alle  gabelle  che  fi  pagano  negli  al- 
tri Porti. 


Le  Ifole  di  Gio*   Fernanda  X  VI. 


XX  VII 


s /pilette 

Si.  CUI 


Ifole  dittano  dalle  Cottiere  del 
le  130.  leghe  incirca.  Effe  fono 
due  :  la  prima  fi  chiama  di  Fuora  ,  perchè  n'  è  più 
lontana,  e  P  altra  di  Terra,  perchè  s'  accofta  più 
a]la  Terra  del  Chile  proprio  .  Ambedue  fono  a  uiu 
di  preflb  a  gr.  33-41  di  lat.  Auft.  e  297-$%.  di  long. 
X'  Ifola  di  Fuora  ha  tre  miglia  incirca  di  lunghezza, 
ed  è  molto  alta,  o  piutofto  un  Monte  feofeefo  ,  che 
S'  eleva  dal  Mare,  fenza  Porti,  ne  fiti ,  dove  pof- 
fano  fermarli  ie  Navi  per  la  gran  profondità  5  che  fi 
truova  in  tutto  il  fuo  circuito  .  Siffatto  monte  è  pie^ 
$0  di  begli  alberi ,  e  di  rufcelli  di  buona  acqua,  co- 
me affermano  i  Pefcatori,  che  vi  fogliono  approda- 
le. L*  Ifola  di  Terra  è  lunga  undici,  o  dodici  mi- 
glia ,  e  larga  tre  .  Il  fuo  terreno  è  per  lo  più  mon- 
tuofo,  difuguale,  e  tramezzato  da  crepature  cagio- 
nate da'  frequenti  torrenti ,  e  rivi  che  feendono  da' 


3  i  Au\*mammmm 


•^ — aas. 


X"3  X 


monti .  Egli  abbonda  di  bel  legname  •  Qui  s'  incon« 
tra  il  Sandalo,  di  cui  abbiamo  fatta  menzione  tra  gli 
alberi  dd    Chile,  il  legno  giallo,  e  la  Chonia  3  la 
quale  è  una  fpecie  di   Palma ,  che  fa  un  frutto  non 
difpiacevole .  lì    fuo  tronco  ,  che  diventa  d*  un  bel 
nero  ,  è  vuoto  come  la  canna  ,  ma   talmente   com- 
patto per  via  de1  fuoi  filamenti ,  che    li   accorta    a! 
ferro  nella  durezza.  V  Ammiraglio  Anfon  Inglefe, 
ò  T  autore  del  fuo  viaggio  ,  ci  dipinge  quefìa  Ifola 
come  un  Paradifo  ,  ma  in  realtà  il  fuo  terreno  è  in* 
ferrato  da  vermi  ,  che  guaitano  ogni  cofa  .Il  fuoMa« 
re  abbonda  di  baccalà  ,  dì  locufte  marine  ,  di    Leo*, 
ni,  vitelli,  ed  altri  pefci ,  e  animali    aquatici  ,  nel 
che  confitte  il  fuo  commercio  ,  eh'  è  confiderabile  «> 
Gio.  Fernandez  ,  che  feoperfe  quefte  Ifoìe  ,  fu  quel, 
che  loro  diede  il  nome ,  che  finora  confervano  «    E* 
gli  vi  fi  ftabill ,  e  portò  dal  Continente    alcune  ca- 
pre, le  quali  fi  moltiplicarono  talmente,  che  riempi- 
pirone  tutta  V  Ifola  grande.  Dopo  la  diluì  morte 9 
rimanendo    V  Ifola  abbandonata  ,    gli    Spagnuoli  vi 
mandarono  una  quantità  di  cani  col  fine  di  distrugger- 
le, acciocché  i  nemici  marittimi  non  fene  ferviifera 
In  loro  danno  •  I  cani  ncn  hanno  potuto    finora    e- 
terminarle    del    tutto ,  e    divenuti    falvatici    hanno 
perduta  la  ferocità  natia ,  e  la  voce ,  di  modo  3  che 
*on  fi  fentono  mai  abbajare ,  ed  hanno  una  grandif- 

fi* 


àmÉmmmm 


■fi 


)(2I4)( 


lima  paura  dei  cani  domeftici .  Gli  Spagnuoli ,  co- 
noscendo quanto  importante  fia  per  loro  la  poffef- 
fione  di  quefte  Ifole  ,  fi  ftabilirono  permanentemen- 
te l'anno  1750  nella  Ifola  di  terra,  e  popolarono 
Jl  Porto  detto  di  Gio.  Fernandez  fituato  al  S.  O.  Il 
Prefidente  del  Chile  vi  manda  un  Governatore ,  che 
fuol  effere  uno  dei  Capitani  della  Frontiera  Arati- 
tana  *  Oltre  al  Porto  fuddetto  vi  è  un  altro  più.  in- 
chinato a  Mezzodì,  chiamato  dell'  Inglefe  ,  perchè 
vi  (tette  il  Lord  Anfon  colla  fua  armata  3  ma  è  trop- 
po efpcfto  a'  venti  ,  e  poco  ficuro  » 


L  XAJ 


Il  Cujo  XV Ih 


XLVIII.  XXNcorchè  il  Cujo  ftla  fuori  dei  termini, 
che  aifegnarnmo  al  Chile ,  tuttavia  perchè  egli  di- 
pende dal  Prefidente  di  quelito  Regno  ,€i  parve  con- 
veniente di  darne  una  breve  deferizione  .  Egli  con- 
fina al  N.  col  Tucuman ,  air  E.  colle  Pampe ,  o  de- 
ferti di  Buenos-Ay/es  ,  al  S.  colle  terre  Patagoniche, 
e  ali*  O.  colla  gran  montagna  degli  Andes,chelo 
fepara  dal  Chile  .  La  fua  lunghezza  dall'  E.  all'  O. 
e  di  in.  leghe,  e  la  fua  larghezza  dal  N.  al  S. 
di  no.  incirca ,  effendo  comprefo  trai  gr.  i9.,e3f. 
di  lar.  Auftr.  Quefta  Provincia  è  affatto  differente^ 
dal  Chile  cosi  nel  xerojperamcnto,  come  sella  mag- 
gior 


M 


:_! Ss       '-* 


~— .      -    u^" 


X*i5)( 


gior  parte  delle  fu  e  produzioni  naturali  .    V  inver- 
no ,  benché  tu  quella  Cagione  non  ci    piova  ,    vi  è 
affai  rigido.  Neil'  efiate  i  caldi  fono  grandi  tanto  di 
giorno  ,  quanto  di  notte ,  e  le  temperie  di  tuoni ,  e 
di  grandine  frequenti.  Quelle  tempefte  nelle  contra- 
de occidentali  della  Provincia  ordinariamente  fi  for- 
mano ,  e  fi  difiipano  in  una  mezz'  ora  ,  e  il    Sole-» 
fcoprendofi  con  tutta  la  veemenza,  con  cui  vi  fi  fa 
fentire,  hc  afciuga  in  un  momento  P  umidità.  Quin- 
di il  terreno  in  tutte  le  Cagioni,  fé  non  venga  adac« 
quato  artifizialmente ,    vi  è  arido  fenzaerbe,e  fen- 
za  alberi  .  Quando  però  è  innaffiato  per  mezzo  de* 
canali  produce  ogni  cofa  con  un*  abbondanza  incre- 
dibile. Tutte  le  frutte,  e  i  grani  dell'  Europa  vi  al- 
lignano ottimamente  3  e  vengono  alla  loro  perfetta 
maturità  un  mefe  prima,  che  nel  Ghile.   I   vini  vi 
fono  generofi  e  di  buon  corpo, 

XLIX.  Quella  Provincia  riceve  tre  foli  fiumi 
dagli  Andes  ,  i  quali  fono,  quel  di  S.  Giovanni? 
quel  di  Mendoza ,  e  quel  di  Tunujan*  I  due  primis 
che  fortiron©  il  nome  dalle  Città  ,  che  bagnano ,  ef- 
fendo  tutto  il  Paefe  piano  ,  e  fenza  declivio ,  ba- 
gnano a  15,  o  30  leghe  di  corfo,  e  formano  quali 
nel  mezzo  della  Provincia  i  famofì  laghi  di  Guxn&~ 
eàche ,  che  fi  ftendono  N.  S.  più  di  cinquanta  leghe, 
£  per  un  canale3dove  entra  il  fiume  Tunujan,  Van- 
go 


-    •         -        ; 


X  zi*  5C 


po  a  fommergerfi  nelle  Pampe  .  Quefti  laghi  abbon- 
dano di  trutte,  e  di  Pefci-ke  efquifiti  ,  e  quivi  e 
dove  fi  provvede  di  Sale  tutto  il  Cujo  .  La  parte 
Pnentale  di  q^uefta  Provincia ,  che  fi  chiama  la  Pun- 
ta, è  diverfa  da  tutto  il -tefto  ,  e  vien  bagnata  da' 
fumi  Coniar*,  e  Quinto,  e  da  varj  altri  rufcelli. 
le  campagne  vi  fono  piene  di  begli  alberi ,  e  V  er- 
ba cefee  di  maniera  ,  che  arriva  In  alcune  parti 
quafi  a  coprire  i  cavalli  ;  ma  le  temperie  di  turni  vi 
fono  piti  furiofe,  e  durano  non  poche  ore  conpiog- 
gie  dirotiifime . 

L.  Fra  gli  alberi,  che  vi  fi  vedono,  è  fingo- 
lariffimo  quel,  che  chiamano  Palma  ,  perche  s'  af- 
fomiglia  alle  Palme  del  Chile  nei  rami,  e  nel  frut- 
to  .  Ella  ,  non  orlante,  differenziali  da  quelle  nella 
grandezza  ,  che  non  palfa  i  18.  piedi,  e  nella  ma- 
niera di  propagare  i  fuoi  tralci  ;  eh*  è  infino  dalla., 
terra,  di  modo  ,  che  non  fi  vede  il  tronco.  Le  fue 
foglie  fono  dure  ,  e  finifeono  in  una  punta  talmente 
udita ,  che  fora  come  una  ipada  .  I  frutti ,  benché 
fimili  nella  figura  al  Cocco  ,  non  hanno  cibo,  ò  fo- 
fìanza ,  che  R  porla  mangiare  ,  rinchiudendo  m  vece 
ri*  eflb  certi  femi  rotondi ,  e  folidi  .  Il  fufto ,  dove 
b  trova  la  cofa  più  particolare  di  qneftc  albero  ,  e 
affai  corpulento.  La  prima  feorza  è  nericcia,  e  fé* 
jse   ftacca  facilmente .  Indi  appaiono  cinque  9  o    tei 

tele, 


afilli 


X    2T<7)( 


aRjfi-^ar.jassaBS^À1" 


tele,  che  nella  perfezione  della  loro  orditura ,  o  tef- 
fitura  fembrano  ufcite  dalle  mani  d'  un  tenitore  •  La 
prima  è  un  pò  gialliccia,  e  groiTa  come  le  vele  del- 
le Navi.  Le  feguenti  fi  vanno  afìbttigliando  ,  e  im- 
biancando di  modo,  che  V  v-tima,ò  fia  quella, eh' 
è  prò (Hma  al  legno,  è  sì  fenile,  e  bianca,  come 
la  tela  Carnbraja ,  quantunque  ne  fia  un  pò  più  ra- 
ra •  Le  fila  di  fìffatte  tele  fono  forti ,  e  fleflibili , 
ma  non  il  fentono  al  tatto  ,  cosi  morbide  come  quel- 
le di  lino.  In  quefte  campagne  s'  Incontra  ancora 
in  q  santità  l'Opunzia,  o  fia  una  fpecie  di  fico  d'  India, 
che  nodrifce  la  Cocciniglia  .  I  Naturali  dei  Paefe^ 
prendono  queflo  infetto  infilzandolo  con  un  ago,  e 
per  ciò  la  tinta ,  che  ne  cavano ,  tira  affai  fui  nero* 
1/  arbiiflQ  fa  ancora  un  frutte  vellofo  della  grofTez- 
za  d*  una  perno,  la  di  cui  foftanza  fi  compone  d* 
un'  infinità  di  granelli  fimili  a  quelli  dei  fichi,  e 
attaccati  ameme  con  una  fpecie  di  glutine  .  Quefto 
fritto  è  dolce,  e  faporito  ,  e  benché  affai  tenero., 
£  conferva  bene  infette  feccate  al  fole.  V  albero  * 
che  fa  la  fava  greca,  o  di  Turchia ,  è  comune  a  tut- 
ti li  Provincia,  Ve  n'  hanno  di  quattro  fpecie,  due 
delle  quali  fono  buone  da  mangiare ,  e  delle  altre_» 
due  fi  una  fi  dà  ai  Cavalli  ,  e  1'  altra  ferve  da  far 
inchkulro  .  Vi  fi  trova  ancora  un  fiore  affai  parti- 
colare ,  chiamato  fior  delV  mia ,  perchè  la  fua  pian- 
p  ta  j 


mk 


^ÈaMmmmàmm 


* 


• 


V  1 1  8  V 

ta  non  ha  radice  alcuna  ,  né  fi  vede  mai  fitta  ìa 
terra  ;  il  fuo  /Ito  natio  fono  le  rupi  più  aride,  o  gli 
alberj  Zecchi  ,  dove  fi  attortiglia  .  Quefta  pianta,  che 
fi  riduce  a  un  folo  tralcio ,  è  fimile  ai  gambi  dei 
garofani  ,  ma  le  fue  foglie  ne  fono  più  grandi ,  più 
groife,  e  talmente  dure,  che  toccate  fembrano  di 
legno.  Ogni  tralcio  ,  o  gambo,  fa  due,  o  tre  fiori 
bianchi  trafparenti,  e  Umili  nella  grandezza  ,  e  nel- 
la figura  al  giglio  .  Qiiefti  fiori  fono  almeno  così  o- 
dorofi  ,  come  i  gigli ,  e  fi  confervano  frefchi  per  più 
di  due  meli  nel  loro  gambo,  e  tagliati  per  molti 
giorni.  La  maraviglia  maggior  di  quefta  pianta  fi  è, 
che  trafportata  fenza  attenzione  alcuna  per  più  di 
trecento  miglia ,  produce  annualmente  fofpefa  da  un 
chiodo  i  fuoi  fiori . 

LI.  Quefta  Provincia  abbonda  di  uccelli ,  tra  i 
quali  fi  vedono  molti  Angolari ,  Vi  fono  due  fpecie 
di  pappagalli  differenti  da  quelli  del  Chile  .  La  pri- 
ma fi  chiama  Catìta,  e  benché  più  piccola  rafibmi- 
glia  nella  configurazione  del  fuo  corpo  alla  tortora. 
Il  colore  del  dorfo  n'  è  verdaftro,  e  quel  del  ven- 
ere bianchiccio.  L*  altra,  che  fi  nomina  Feriquito,  è 
un  pò  maggiore.  Le  fue  penne,  fuorché  nel  capo, 
che  fono  nere  ,  e  fui  dorfo  ,  dove  fi  vedono  alcune 
roffe  ,  fono  d'  un  verde  feuro  .  Ambedue  ammaeftra-. 
te  parlano  bene.  V  hanno  ancora  due  fpezie  di  per- 
nici; 


)(2X9)( 

nici  :  la  prima  detta  Martinetti   è  grande  come  un» 
gallina  ,  e  va  adorna  di  viftofe  piume   di  varj   colo», 
ri ,  con  un  bel  ciuffo  nella  teda  :  la  fu  a  carne  è  mol- 
to  dilicata  ,  e  le  fu  e  uova  fono    verdi ,    Le   pernici 
ordinarie  vi  fono    talmente   comuni ,    eh'  un^  uemo 
con  una  canna  ,  a  cui  fi  a   attaccato    un   laccio ,  ne 
prende  venti  ,  o  trenta  in  tre  ,  o  quattro  ore  ,  poi- 
ché non  fuggono  quando  gli  uomini  loro  s'  accetta- 
no .  V  Alannìi,  o  fia  il  Muratore  ,  è  un  uccello  del- 
la grandezza  cT  un  tordo,  e  di  color  di  tabacconi 
quale  fi   meritò  quefto  nome  per  la  maniera  con  che 
fabbrica  di  fango  fopra  \  tronchi  degli  alberi    il  fuo 
abituro.  Innanzi  di  cominciar  la  corruzione  prepa- 
ra diligentemente  con  pelume,e  pagliuzze  il  fango; 
Ìndi  dividendolo  in  piccoli  globi  io  va  portandone! 
becco,  e  nelle  unghie  al  fuo  compagno.  Quefto  for- 
ma prima  il  pavimento  di  figura  circolare  ,  felcian- 
dolo  bene,  e  dandogli  di  diametro  otto  ,  o  nove  on- 
de ,  poi  lafciando  una  porticella  ,  alza  le  muraglie 
all'  intorno  poco  più  d*  un  palmo  ;  quivi  fa    un  al- 
tro piano  ,  dove  dee  collocarfi  il  nido  ,  nel  quale  la- 
feia  parimente  un  portello  al  dì  dentro  per  potervi 
entrare  :  finito  quefto  piano  continua  la    muraglia  , 
dandogli  altrettanto  di  altezza  ,  e    cuopre    il   tutto 
con  una  bella  volta.    Quefto  edifizio  diventa    tanto 
forte ,  che  refifte  alle  pioggie ,  e  ai  venti  più  impe* 
p  %  tuofi* 


(  • 


-'«MM 


.1 


X    12t5  )( 

www  l'i  "i1  t'.w  "  w.WiTiii  w  VMaMiiiis^L^aaii^^ 

tuofi.  Nelle  contrade  fettentrionali   di    quella    Pro- 
vili :Ia  fi  truova  una  fpecle  di  Fagiani  col    nome  di 
Chunna  di  grandezza  fimili   a  una  gallina  3  e  di  co- 
lor cenerognolo.  La  loro  carnee  sì  dilicata,    come 
quella  dei  veri  h^ani  .  QuefV  uccello  fiaddomefti- 
ca  facilmente  ,  e  fa  nelle  cafe  V  uffizio  dei  gatti  li- 
berandole da'  forcj ,  che  mangia  volentieri;  ma    fo- 
no pochi  quei,  che  Io  vogliono  feco  ,  così    pel    fuo 
molefto    grido ,  come   perchè    nafeonde    tutto  quel- 
lo ,  che  può  portar  via  nel    becco  .    Oltre  alle    tor- 
torelle  ordinarie  vi  fono  altre  poco  maggiori   d'  u- 
na  palfera .  Gli  Struzzi   fono    comunismi    in    tutte 
quelle  contrade.  Le  Api  fi  trovano  da  per  tutto,  par- 
ticolarmente nelle  campagne  Orientali,  dove  non  fe- 
rie procura  altro  guadagno,  che  quel  del    mele,    il 
quale  è  veramente  eccellente  .  Le  cavallette    anco- 
ra vi  fogliono  comparire  di  quando  in  quando    in_, 
truppe  sì  grandi ,  che  cuoprono  molte  miglia  di  pae- 
fe,  e  diftruggono  tutta  la  verzura,  che  v*  incontra- 
no .  Quelle  cavallette  per  V   ordinario  fono    lunghe 
tre  oncie  ,  ma  talvolta  fé  ne    fono    vedute    alcune^ 
groffe  come  una  fardella ,  e  lunghe  da  fette  in  otto 
dita . 

tll.  Nel  Cujo  fi  vedono  molti  animali,  che  non 
fi  trovano  nel  Chile ,  come  fono  le  Tigri ,  i  Cin- 
ghiali i  i  Cervi  3  le  Teftudini  terreftei ,  i  Kìrkinchì , 

le 


slH* 


—     ^4K 


X  **i  x 


le  Vipere,  l' Iguane,  e  parecchi  altri .  Le  Tigri  fono  fe- 
roci ,  come  quelle  dell5  Affrica  ,  e  grandi  come   un 
afino,  ma  più  baffone  falle  loro   gambe-    La  pelle 
è  mofeata  di  bianco ,  giallo  ,  e  nero .  I  Naturali  del 
Paefe  le  ammazzano  con  uno  fpiedo  ,  o  fpontone  lun- 
go cinque  in  fei  piedi  5  e  armato  d'  un  ferro    aguz» 
70-  Ma  a  far  ciò  fi  richiedono  tre  perfone  ,  due  del- 
le quali  fanno  la  fentlnella ,  mentre  V  altra    provo- 
ca la  tigre  .  Quefta  s'  avventa  contro  con  una  rapi- 
dità  incredibile  ,    e  s'  infilza    nello    fpiedo,  che  il 
Cacciatore  tiene  rivolto  verfo  di  lei  «  Allora  i    due 
compagni  accorrono  a  por  line    ali9  opera.    1   Cin- 
ghiali ,'ei  i  Cervi  non  fi  dlftinguono  da  queMi,  che 
fi  vedono  in  Europa  ,  I  KìrVmchì  fono  certi  porcel- 
li di  due  o  tre  pslmi  di  giandezfca,  fimili  in  tutto 
a'  noftri  porcelli ,  fuorché  nei  dorfo ,  che  va  coper* 
to  di  fquame  ,  o  crofie  dure  ,    e  inanellate  :  la  lo- 
ro  coda  è  fatta  a  punta,  ed  è    guernita   di    crofte* 
Le  fetole,  che  cuoprono  il  loro  ventre  5  la  tefla,  ed 
1  piedi  fono  brunicci  «     Ve  ne  hanno  di  quattro  fpe- 
cie  ,  i  Muli,  i  Pelofi  3  /  Fichi,  e  le  M»le  ,  tutt*  i  qua- 
li differenzianfi  tra  loro  o  per  la  grandezza,  o  per- 
chè hanno  le  fetcle  più  folte.  I  tre  primi  frappano 
da'  cacciatori  correndo  frettolofamente  fempre  in  li- 
nea retta  ,  perchè  a  cagione  delle  crofte    non    pof- 
fona  rivolgere  il  corpo ,  e  quando  fi  vedono   raggi- 
*   P  3  *»tfi 


WÈÉÈÈÈÈÈÉÈKtÉÈ 


|ggpippalÉW^U^I#;ii^ll^  WH1 


)(    222  )C 


fe-7.--r~ rr-rr.- 


tftf 


tinti  fanno  prontamente  un  buco  nella  terra,  ove  fi  ag- 
grappano fi  tenacemente  ,  che  non  ci  è  forza,  che  poffa* 
ritirameli.  Ma  i  terrazzani  gli  fiaccano  con  facilità, 
mettendo  nel  loro  deretano  una  bacchetta  .  Le  Bole 
al  centrano,  fentendofi  perfeguitate,  s*  aggruppa- 
no dentro  della  loro  conca  ,  formando  una  palla  per- 
fetta ,  onde  loro  è  venuto  il  nome .  I  Cacciatori  pe- 
rò ponendovi  fopra  una  brada  ,  le  forzano  a  lafciar 
fubito  quefta  figura*  la  carne  di  tutte  quefte  fpecie 
è  più  faporita  ,  e  tenera  di  quella  del  porco  ,  e  va 
coperta  <T  un  dito  di  lardo.  V  Iguana  è  un  ani- 
male,  che  tiene  del  Coccodrillo ,  ma  non  ha  più  di 
tre  piedi  di  lunghezza  .  Il  fuo  corpo  è  nericcio ,  e 
i  fuoi  occhj  rotondi,  e  la  carne  bianca,  e  tenera  .  E- 
gli  non  affale  né  gli  uomini,  né  le  beftie,  e  fi  fo- 
menta d*  erbe ,  e  di  certi  frutti  felvatici  .  I  Campa- 
gnuoli,  che  ne  mangiano,  trovano  la  fua  carne  fu- 
periore  di  molto  a  quella  de' volatili . 

LUI.  Quefta  Provincia  ha  miniere  d9  oro,  e  dì 
rame  nelle  contrade  fertentrionali,  alle  quali  non  fi 
lavora  per  V  infingardaggine  degli  abitanti .  Vi  fo- 
no ancora  delie  miniere  copiofe  di  Piombo  ,  VitrÌo- 
Io,  Zolfo,  Sale,  Carbon  follile,  Ceffo,  Catrame, 
e  Talco  .  DÌ  quella  pietra  trafparente  vi  fi  muova- 
no alcune  lame  lunghe  dwe  piedi  ,  chiare  ,  e  che 
fervono  ottimamente  in  luogo  di  criftalli  nelle  fine- 

Are  . 


X   2  2g    )( 


^ 


flre.I  monti  vicini  alia  Città  di  S.  Giovanni  fi  com- 
pongono tutti  di  ladre  di  marmo  bianco  ,  lunghe  da 
cinque  in  lei  piedi ,  e  grotte    da  fei    in    fette  onde 
tagliate,  e  pulite  dalla  natura.  Gli  abitanti  ne  fan- 
no una  bella  calcina  ,  e  dei  ponti  fbpra  ì  loro  cana- 
li ■  Fra  la  Città  di  Mendoza,  e  la  Punta  fi  vede  u- 
na  gran  colonna  di  fallo  fopra  alcune  Colline    baffe 
alta  150.  piedi,  e  groffa  diametralmente  u.,  chia- 
mata Gigante  da*  Terrazzani.  Vi  fi  fcuoprono    cer- 
te note,  o  cifre  3  che    fi   raffbmiglia^o    a*    caratteri 
Chinefi  .  Prefib  il  fiume  Diamante  é  mcontra  anco- 
ra un  altro  fallo  con  alcuni  fegni,  ckeJfem  brano  ci- 
fre 5  o  caratteri,  e  colle  orme  fUmpate   di    un   uo- 
mo ,  e  di  parecchi  Animali  .  Gli  Spagnuoli  di    que~ 
Ita  Provincia  Io  chiamano  Pietra  di  S*  Tommafo ,  per- 
chè dicono-,  che  gì*  Indiani  del  Paefe  raccontarono  à* 
loro  antenati  ,  che  fopra  quel  fallo  un  uomo  bianco^ 
e  barbuto  avea  anticamente    predicato    una    nuova-» 
legge,  lafciandovi  per  pruova  della  fantità    dJ  efla  f 
imprcfle  le  fue  orme,  e  quelle  degli  animali  ,  che^> 
accorfero    a    fentirlo  ,  il    che    attribuirono  a  quefto 
Santo  Apoftoìo ,  per  la  tradizione  ,  che  vi  è ,  di  a«* 
ver  egli  predicato  nell'  America  . 

LIV.  I  Nazionali  originari  del  Cujo  ,  de9   quali 
rimangono  pochi/limi  ,  fi  chiamano  Guarpet  9  e  fono 
alti  di  ftatura  ,  magri ,  branàzzi  5  e  parlano   un  Iin- 
P  4  iua§- 


li 


! 


' 


guaggio  diverto  dal  Chileno  .  I  Peruani  furono  I  pri- 
mi ,  che  li  conquiftarono  ,  quafi  nello  fletto  tempo  ,  che 
s'  impadronirono  delle  Provincie  Settentrionali  del 
Chile.  Nella  firada,  che  conduce  per  la  montagna-, 
degli  Andes  da  quello  Paefe  a  quel  Regno, li  vedo- 
no finora  alcune  cafuccie  di  fa  fio  murate  a  fecce , 
dove  fi  dice ,  che  albergavano  i  corrieri ,  e  gli  Uf- 
fiziali  pafTaggieri  di  queir  Imperio*  Il  primo  tra  gli 
Spagnuoli  j  che  vi  entrò,  fu  Francefco  Aguirre,  man- 
dato dal  Conquistare  del  Chile  Pietro  Valdivia^ 
il  quale  (aputa  la  morte  del  fuo  Generale  5  fé  ne  ri- 
tirò* 1/  anno  poi  1560.  Pietro  Càrtillo,  a  cui  diede 
quefta  incombenza  il  Governatore  D.  GarziaHurta- 
do  di  Mendozà  ,  foggio^aii  i  Guarpes ,  vi  fondò  la 
Città  di  Menlo7a,  e  quella  di  S.  Giovanni,  dando 
alla  prima  il  nome    del  fuo  Governatore. 

LV.  Metìdoza  5  capitale  di  tutta  la  Provincia, 
e  fituata  in  una  pianura  appiè  degli  Andes  a  gr.  53- 
19.  di  lat.  Auftn  e  308-31.  di  long.  Vi  s'  anno- 
verano feì  mila  abitanti .  Clrre  alla  Parrocchia  *  e 
il  Collegio  5  che  fu  de*  Gefuiti  5  vi  folio  1  Conven- 
ti di  S.  Francefcó  ,  di  S<  Domenico  ,  di  S.  AgoAi- 
tio  5e  dei  Mercedarj  •  Quella  Città  fa  un  gran  com- 
mercio divini,  e  di  frutte  con  Buenos-Ayres  *  e  fi  va 
aumentando  per  la  vicinanza  delle  famofe  miniere 
d'  argento  d*  Ufpallata  ,  alle  quali  i  fuoi  abitanti  la- 
vorano con  gran  riufeita*  IVI* 


I1 


SE 


BBB I      "^"~v  -■  -"- 


- 


)(***)( 


BSBStaTKX-- 


IVI.  S.  Giovanni  dittante  da  Mettdozà  41*  le- 
ghe è  fìtuàto  àncora  noli  lungi  dagli  AnAet  àgf*3i:-4 
di  lat,  e  *d&»ii  dì  long,  Egli  ha  qtisfi  lo  fteffo 
iiiimefo  di  abitanti ,  e  le  medefirìiè  Chiefe  $  e  Con» 
venti  di  Religiofi,  che  Mertdò2à;  traffica  ancóta  con 
Biienos-Àyfes  ,  dove  manda  una  quantità  Confiderà- 
bile  di  acquavite,  frutte  ,  è  pelli  dì  Vicognà  *  le 
Melàgranate  del  fuó  territorio  Iorio  ricercate  anche 
ilei  Chile  per  là  loro  dolcezza  ,  e  grandezza  *  Que* 
ila  Città  è  governata  dà  uri  Cabildo  ,  è  dà  uri  Lue* 
gotefìerlte  del  Prefetto,  o  CoWegMot  di  Meftdo^à* 

LVHa  L'  anno  poi  1596.  fi  fondò  nel  Cujo  O 
rlentale  là  Città  della  Punta,  o  fi  a  8.  Lodovico    di 
lojolà  ,  il  qua!  pone  ebbe  da  D.  Martino    Lojola, 
Che  allora  gov  mava  il  Chile  ■  Età  è    d,fcófta    da- 
Mendoza  6ié  leghe  incirca  «  e  fi  truova  a  gr.  *3-47 
di- Ut.  t  i?t-$u  di  long,  Benché    ella   fià    come  il 
pàlfaggió  comune  di  tutto  il  commercio ,  che    fi  fa 
tra  il  Chiléj  Cujo*  e  Buerios-AyreSj-è    finora    in— 
una  fiato  miferabile^  e  i  filo!  abitanti  appena  arri- 
vano à  dugento*  Vi  è  una  Parrocchia  5  una  Chiefa, 
che  fu  dei  Gefu'ti  >  e  un  Converto  de9  Domenicani* 
Il  Governo  civile,  e  Militare   tmto   della    Città.» 
quanto  della  fua  giurifdiziofte  ,  eh*  è    aitai  va  ita  ,  e 
ben  popolata  5  è  ammiriamo  da  un  Luogotenente, 
©  Vicario  del  Corregidor  di  Mendo^a* 


«** 


V 


' 


Oltre  a  quefte  tre  Città  il  Cujo  ha  i  borghi 
Jachal  y  Vallefertil ,  Mognx  ,  Corocorto  ,  Leon/ito  ,  C#- 
ììngajla  9  e  Pìfmanta ,  i  quali  non  meritano,  che  ne 
facciamo  una  più  particolar  menzione  . 

I  Paragoni  confinanti  col  Chile  ,  della  cui  da- 
tura Gigantefca  fi  è  fcritto  non  poco  in  Europa,  fo- 
no, per  quanto  mi  pare  ,  come  tutti  gli  altri  uomini 
del  Mondo.  Io  ne  vi Ji  due,  i  quali  erano  piutofto 
di  ftatura  mezzana  .  Eglino  non  avevano  notizia  al- 
cuna de*  Giganti  loro  Compatriotti  .  Mi  parvero  d* 
un  carattere  dolce  .  La  loro  carnagione  era  un  pò 
più  olivaftra  di  quella  degli  Araucani  .  Il  loro  lin- 
guaggio mi  fembrò  fommamente  gutturale  ,  irrego- 
lare ,  e  affatto  diverfo  dal  Chìkno  .  Eflì  erano  vefti- 
ti  all'  Arane  ano, ,  ma  nel  loro  Paefe  fi  veftono  di 
pelli.  I  Poyas  formano  una  delle  loro  Tribù  .  Vivo- 
no fotto  piccoli  Principi  indepcndenti  gli  uni  dagli 
altri.  Corifeffano  1'  efiftenza  d'  un  Nume  Sovrano» 
del  cui  nome  non  mi  ricordo  ,  e  V  immortalità  del- 
le loro  anime  .  Le  donne  3  fecondo  le  leggi  del  Pae- 
fe,  vi  debbono  avere  molti  mariti  ,  o  almeno  loro 
e  permeffa  quella  nuova  fpecie  di  poligamia.  I  Ce- 
fari,  che  fi  fpacciano  egualmente  per  vicini  del  Chi- 
le ,  e  di  cui  anche  fi  raccontano  molte  maraviglie  , 
fono  un  popolo  immaginario,  che  non  efifte  fuorché 
nel  cervello  d'  alami ,  che  fi  dilettano  di  raccontar 
delle  cofe  ftraordinarie  .  An* 


li 


)(   2  *"1 


Annot.  lo  debbo  ragguagliare  all'  ultimo  i  mìei  Let- 
tori dì  ciò  che  al  principio  tralafciai  di  fare  3  per- 
chè le  mie  idee,  non  erano  per  anco  del  tutto  de- 
terminate 3  cioè  che  la  Carta  Geografica  del  Cfaile 
premerla  a  queflo  Compendio  è  ftata  delineata  fe- 
condo le  moderne  oiTervazioni  fatte  fu  i  luoghi  fìef« 
li  dal  P.  la  Fevìllèe  >  dal  Sig»  Ulha ,  e  dal  bravo  Vi* 
loto  Variilas ,  le  quali  fono  flate  pure  in  gran  parte 
verificate  dalle  mie  proprie  3  il  che  ila  detto  fenza 
derogare  in  niente  al  ìifpetto,  che  profeflb  al  fape=* 
re  di  quefti  valenf  uomini  *  Ho  fatto  anche  ufo  del- 
le Carte  da  navigare  del  Mar  del  Sud  recenternen*. 
te  ftampate  in  Tfpagna  .  Riguardo  poi  al  Cujo  mi  fo- 
lio fervito  dell'  ofTervazioni  praticatevi  da  una  per-* 
fona  intelligente ,  la  quale  fcorft  tutto  quefto  Paef% 


FI    K    E, 


àppen-* 


7 

/ 


; . 


'■'  ( 


ì 


l'i 


)(22§x 


KflfiMiUsessiteaótfcfc, 


APPENDICE 

Contenente  alcune  altre  offerv azioni  9  ed  annotazioni  dt 
aggiugnerfi  agli  articoli  qui  indicati ,  con  varj  paf- 
Ji  tratti  dalla  Storia  del  viaggio  di  D,  Antonio  UU 
ha  della  Reale  Società  di  Londra  ,  e  le  correzioni  de* 
gli  errori  più  notabili  fcorji  nelV  Edizione  di  quejl* 
Compendio  • 

Txrt.  I.  pag.  ?.  num.  VU.  Annot.  Il  Cielo  del 
Chile  nella  Primavera,  Eftate  ,  e  parte  dell'Autun- 
no conferva  fempre  il  fuo  beli*  azzurro  ,  il  che  pro- 
viene dai  vento  del  Sud,  che  allora  vi  regna.  Que- 
llo vento  ,  che  d'  ordinario  declina  verfo  il  Sud-Ov?Jl9 
ne  (caccia  i  vapc  i  fogli  Andet  ^  ov*  elfi  formano  le 
tempefte-di  tuoni,  che  paifano  a  moleflare  le  con- 
trade finiate  all'  Ori.nte  di  quefta  montagna  .  Ciò 
non  ottante  1'  efala/icni  ignee  fono  allora  di  notte 
frtqu  ntiiTìiue  in  que^o  Paefe  «  le  Aurore  Me  idio- 
nali  all'  oppoftn  vi  fi  vedono  di  rado.  Io  non  po- 
tei olTervarne  alcuna  nello  fpazio  di  diciotto  anni  e 
Gli  abitanti  di  Chìloe  dicono,  che  in  queir  Ifola  fé 
ne  veggono  con  più  frequenza ,  ma  non  ne  abbia- 
mo delle  olfervazioni  regolari . 

Iv*  Un.  9.  Annot.  I  Naturali  del  Paefe  antici- 
pano di  più  d'un  mefe  il  principio  della  Primavera, 

per- 


y 


)(**9)( 


- 


perchè  dalla  metà  d*  Agofio  gli  alberi  vi  comincia* 
120  a  germogliare . 

Ivi  Un.  12    Ann&t.  I  venti  del  Nord  ,  e  del  Nord- 
Ovefl  vi  portano  le  pioggie  ,  e  quello  del  Sud  al  con- 
trario  diilìpa    le  nuvole .  Quindi  i    primi  3   allorché 
cominciano  a  fpirare ,  fono  un'  indizio  infallibile  di 
pioggia  ,  e  P  altro  di  ferenità .  QuefV  ultimo  vento 
nella  Primavera,  Efiate,  ed  Autunno  a  mezzo-gior- 
no incirca  fi  cangia  per  lo  fpazio  di  due  ore  ,  o  più 
in  un  vento  frefco    di  Ponente  ,  che  vien    chiamato 
/'  Orologio  de'  Contadini,  perchè  elfo  ferve  loro  di  re- 
gola per  fapere  P  ora  del  Mezzodì  .  Sul    fine    dell* 
Autunno  quello  vento  Occidentale  fuol  portarvi  alcu- 
bs  pioggie  dirotte  con  qualche  gragnuola  piccola  .  Il 
Vento  di  I .evinte  appellato   Puelche    da*  Nazionali  , 
e  diverfo  dall'   aura  foave ,  che  feende  dagli  Andes^ 
vi  forila  pt  chifTIme  volte  . 

farte  I.  pa^.  7.  num»  IX.  Un.  4.  Annot.  Neil'  e- 
fiate  ,  e  neiP  Autunno  fi  foglioso  qualche  volta  fen- 
tire  alcune  febbri  ardenti  ,  che  vengono  accompa- 
gnate da  una  fp:cie  di  delirio  .  Gì'  Indiani  perciò 
le  chiamano  Chxba-lonco,  cioè  malattia  della  tefta  * 
I  rimedj  fp^cifici  contro  effe  fono  il  Palquì ,  il  Cull?9 
e  varie  altre  piante  rinfrefeanti .  N 

Part.  I.  pa-g.  8.  num.  X.  Un.  8.  Annoi,  del  Sig» 
Vilot.  Noa  vi  fono  beflie  velenofe  ;  e   quantunque-» 

«e* 


; . 


; 


I 


< 


ne*  campi  ,  e  ne'  bofchì  fi  veggano  alcune  bifcie,  le 
loro  morficature  però  non  fono  nocive.  Non  fi  tro- 
vano nemmeno  animali  feroci  ,  o  falvatichi ,  che  nel- 
le campagne  facciano  paura,  di  modo  che  quelli 
Paefe  impiega  tutta  la  Ara  fertilità  ,  e  benefica  na- 
tura nd  rendere  alle  creature  tutto  ciò,  che  poifo- 
jio  defiderare  per  la  vita  fenza  incomodo  alcuno  • 
Tom.   3»  li b»  2.  Cap.   V-  rum.   51S.  v.  Chile  . 

fan»  I.  pflg*  io,  num,  XI.  Ihu  16,  Annot.  Nel 
Chile  dall'  ingreffo  degli  Spagnuoli  in  qua  ii  fono 
fentiri  fei  Terremoti  grandi  .Il  primo  nel  1570.ro- 
Tefciò  alcuni  monti  ,  e  borghi  nelle  contrade  Au- 
fìrali .  Il  fecondo  nel  1647.  a'  13.  Maggio  rovinò  u- 
na  parte  della  Capitale.  Il  terzo  nel  1647.  a'  15* 
Marzo  durò  un  quarto  d*  ora  incirca ,  e  vi  fece  an- 
che molto  male,  il  quarto  nel  1711.  a*  24.  Maggio 
vi  danneggiò  molti  edifizj  .  Il  quinto  nel  1730.  agli 
St  Luglio  fofpinfe  il  Mare  contro  la  Concezione,  e 
F  atterrò.  Il  fefio  nel  1751.  a5  24.  Maggio  diftruf- 
fe  affatto  la  fletta  Città ,  rivoltandovi  fopra  anche.* 
il  mare  ,  e  tutte  le  altre  Fortezze  ,  e  borghi  com- 
prefi  tra  i  gr.  34»,  e  40.  La  fua  direzione  era  dal 
Sud  al  Nord  .  Egli  fu  annunziato  da  alcuni  altri  tre- 
mucti  piccoli ,  che  fi  fentirono  nelle  notti  preceden- 
ti ,  e  un  quarto  d*  ora  innanzi  ,  e  da  un  gran  glo- 
|>q  di  fuoco  ,  che   lanciandoli  dagli   Andes  andò  a_« 

fom- 


X*30C 

fommergerfì  con  iftrepito  nel  mare .  La  grande  {"cof- 
fa principiò  a  mezza  notte  incirca,  e  durò  n.  012. 
minuti,  ma  la  terra  traballò  continuamente  fino  air 
Aurora.  I  Tremuoti  piccoli  continuarono  poi  quali 
un  mefe  intero  coli*  intervallo  di  15,  o  20.  minuti. 
Innanzi  al  gran  Terremoto  il  Cielo  era  chiaro  da 
per  tutto  ,  ma  immediatamente  dopo  1*  Orizzonte  fi 
coperfe  d'  una  nebbia  folta,  la  quale  fi  convertì  am- 
bitamente in  nuvole  fpaventofe,  che  cagionarono  li- 
na pioggia  aflldua  di  otto  giorni  .  Nulla  di  meno 
in  tutto  il  Regno  non  perirono  che  fette  perfone  9 
le  quali  furono  nella  Concezione  ingoiate  dal  Mare. 
Ve  n*  erano  in  quefto  numero  tre  vecchj  ,  che  non 
temevano  i  Terremoti ,  un  pazzo ,  e  tre  fanciulli  . 
Tutti  quefti  fei  tremuoti  fono  venuti  di  notte  . 

Part*  I.  pag.  11.  num.XUI*  Un*  13.  Altri  laghi.- 
hgg.  Gli  altri  laghi  . 

Iv.  Un.  15.  Annot.  I  Bagni  più  rinomati  del  Chi* 
le  fono  quei  di  Colina  non  lungi  dalla  Capitale.,  quel 
di  feldehue  tra  Qui Hot a ,  e  i'  Aconcagua ,  e  quelli  di 
Cauquenes  predo  la  forgente  del  fiume  Cachapoal . 
Nella  ftrada,  che  conduce  dalla  Capitale  a  Mendoza, 
H  ritrovano  fra  gli  Andes  tre  forgenti  di  acque  cre- 
dute fcmmamente  medicinali,  difhnti  fra  loro  tre 
piedi  incirca,  la  prima  delle  quali  è  molto  fredda, 
la  feconda  tiepida  y  e  la  terza   intenfamcnte   calda » 

Su 


; . 


X.M*X 


' 


' 


Su  i  loro  margini  s'  incontra  una  gran  quantità  di 
Sale  perfettamente  diafano.  Fra  gli  Araucani  fono 
Celebri  ì  Bagni  di  Pì/mant*  ,  a'  quali  per  la  loro 
virtù  faìurfera  dicono  ,  che  prefiede  il  Dio  Metile». 
le  acque  ancora  de*  fiumi  Matytf,  e  Biobfo  fono  fti- 
mate  molto  falutevoli. 

part.  i.  pig.  13.  num.  Xv-  Un.  %.  Annot.  SJ  in- 
tende qui  ,  e  in  tutto  quefto  Compendio  per  piede 
Jl  Geometrico  d'  Italia,  che  ila  al  Parigino  come 
3417,  a  1440. 

Pan.  I.  pag.  15,  num,  X^Jì  Un,  16.  tre  piedi.* 
legg.  due  piedi  ♦ 

Part*  l.pag.  t€\  num.  XVII.  Un*  7.  negli  effetti  del- 
la fua   radice  legg.  negli  effetti  :  Dalla  fua  radice  . 

Pan.  I.  pag  19.  XX,  Un.  6.  Annot.  I  Terraz- 
zani dicono  ,  che  P  Erba-loca ,  e  la  Tembladerilla  fo- 
no nocive  folamente  a'  Cavalli ,  e  che  gli  altri  ani- 
mali ne  mangiano  fenza  incomodo  alcuno.  Avendo 
io  oìfervato  in  tre  occafioiii ,  poco  prima  di  partire 
dal  Chile  ,  V  effetto  ftravagante ,  che  fi  fatte  pian- 
te cagionano  ne1  Cavalli,  non  ebbi  poi  V  opportu- 
nità di  fare  1*  efperierze  neceffarie  fugli  altri  aiJ- 
mali . 

fan.  I.  pag.  %6.  num.  XXIX.  Un.  t  '>.  per  grandi , 
eh*  elleno  fiano  ;  legg*  purché  elle  non  fiano  gran- 
dì. 


m  I 


*  1 


m'^JLi 


■■ 


4-: 


K-.**3   X 


Tv.  Un.  xz.  Annot.  La  radice  del  Guaicurù  arre- 
ca ancora  i  progredì  della  cangrena,  e  la  diffecca 
totalmente  . 

Iv.  n.  XXX.  Un  3.  Confiderabile  :  legg.  confide- 
rablle  ;  e  Un.  9.  fìmile  :  legg.  fimile  .  Avvert.  Las. 
benefpeffo  in  quefi*  edizione  Jì  è  cangiata  in  f*  ,  come  pu- 
re la  r  in  t ,  e  qualche  altra  lettera  in  un*  altra  di" 
verfa  0  doppia  ?  //  che  facilmente  fi  pub  conoscere  . 

Vari.  1.  pag.  17-  »•  XXX.  Un.  3$.  Annot.  Si  è 
fcoperto  in  Bologna  5  che  la  decozione  delle  foglie-» 
del  Culèn  uccide,  ed  efpelle  i  bigatti ,  o  vermi,  che 
il  formano  nel  corpo  umano. 

Iv.  n.  XXXI.  Un.  2,7.  Annot.  I  fiori  del  Palqur 
fono  gialli ,  e  difpofti  in  ifpighe  lunghe  cinque  in  fei 
pollici,  nel  che  egli  fi  differenzia  effenzialmente  dal 
Sambuco  *  Il  legno  n'  è  fragile  affai .  Ciò  non  0- 
ilante  gì'  Indiani  Appicciandone  un  pezzo  con  un* 
$ltro  ne  cavano  del  fuoco  .  Per  far  ciò ,  ne  fcelgo- 
no  due  bacchette  ben  fecche  della  groifezza  dJ  un- 
dito  :  aguzzano  poi  la  punta  dell*  una  ,  e  la  metto- 
no in  tin  piccolo  buco  fatto  nella  metà  dell'  altra , 
dove  la  fan  girare  velocemente  con  ambe  le  mani» 
Fra  pochi  momenti  il  legno  di  fotto  comincia  a  fu- 
mare, ed  in  breve  il  fuoco  vi  fi  manifefta.  Queft* 
operazione  è  chiamata  Repu , 

fart.  I.  Pag.  28.  n>  XX XL  Un.  17*  lungo   10 
Q.  rive 


"...  t: 


■  Il 


MM^&imt^^mmMmm mi " » '««m "» 

rive  del  Mare  ,  e  in  varj  altri  luoghi  umidi  ,  e  fai- 
fugginofi  ,  fpecialmente  nel  Coquimho  ,  crefee  in  gran 
e  pia  m*  arbufto  chiamato  Sofà  ,  la  di  cui    radice  è 
lunga  due  piedi  incirca  ,  e  gialla  .  Egli    pullula    un 
gran  mimerò  di  tronchi  lunghi  quattro  in  cinque  pie- 
di ,  grotti  come  una  penna  da  fcrivere  ,  ftefi  a  ter- 
ra, veftiti  d'  una  feorza  verde  ,  bianchi  interiormen- 
te ,  fragili ,  e  corredati  pretto  la    radice    di    alcune 
foglie   gialliccie  ,  ftrette  ,  e  aventi  un  pollice  e  mez- 
Z&  di  lunghezza  .  Il  refto  di  sì  fatti  tronchi  fino  al- 
la cima  va  coperto  interamente  di  certi  baccelli  lun- 
ghi due  pollici ,  grotti  diametralmente  due  ,    o    tre 
linee,  cilindrici,  nodofi,  d*  un  verde  brillante  ,  te- 
neri   e  pieni  d*  un  liquore  falfo ,  e  criftallino  .  Queft' 
arbufto  non  ha  altri    frutti ,    ne   altri    fiori    almeno 
apparenti  .  Gli  abitanti  del  Coquimbo  ne    ritraggono 
una  gran  quantità  di    fale    bianco  ,    che   s'  impiega 
negli  fletti  ufi,  che  il  fale  ordinario.  Per  preparar- 
lo, eglino  fradicano  V  arbufto,  lo  lafciano  al  fole  un 
giorno  ,  e  poi  lo  bruciano .  La  cenere  ,  che  ne  prò* 
viene  ,  metta  in  acqua ,  ed  efpofta    parecchi    giorni 
al  fole  fi  condenfa,  e  diventa    un    fale    eccellente. 
Alcuni  per  averlo  più  pretto  la  fan    bollire  ,    Quei 
che  fanno  la  carne  fecca ,  la  bagnano    in    vece    del 
fale  ordinario  nella  lifeiva  della  Sofà. ,  e  dipoi  la  ten- 
dono air  aria .  Se  ne  fa  anche  del  fapone .   QuefU 


Vi 


Km  )( 

Sofà  ,  benché  abbia  quali  tutte  le  proprietà  della  3o- 
da  ,  a  cui  ancb(e  raflomiglia  un  poco  pel  nome ,  tut- 
tavolta  n'  è  differente  così  per  la  figura  ,  come  pel 
fuo  flato  d*  arbufto  . 

Part.  1.  pag.  34.  n.  XXXIX.  Un.  9*  Annot.  Fr. 
Gregorio  di  Leon  ,  Autore  che  vi  andò  dall'  Eu- 
ropa, dice  in  una  Detenzione,  che  diede  in  luce  del 
Chile  ;  che  gli  Alerti  v'  ingrofTano  di  maniera ,  che 
una  corda  lunga  24.  braccia  appena  ne  può  circon- 
dare il  tronco  .  Ma  quella  è  un'  iperbole  eccepi- 
va . 

Part.  I.  pag»  44.  n.  XLT1I.  Un»  12.  fé  un'  in* 
contrano  :  legg.  fé  n'  incontrano . 

Part.  I.  pag.  46.  n.  XLV1II.  Un.  7.  Annot.  del 
Signor  wlloa  :  Produce  (  il  Chile  )  colla  medefima 
abbondanza  P  uva  di  varie  fpecie5  della  quale  fi  fa 
ogni  forta  di  vini  talmente  buoni ,  che  feno  i  più 
^ricercati  nel  Perù  non  meno  per  la  loro  generofità, 
che  per  il  lor  buon  fapore  .  Quefti  vini  fono  per  la 
maggior  parte  neri .  faùi  anche  del  vino  mofcadel- 
Io  .  il  quale  per  la  fragranza  ,  e  delicatezza  eccede 
quelli ,  che  di  quefta  fpecie  fi  conofeono  in  Ifpagna 
Tom.  3.  Part.    2.  lib-  2.  cap.  5.  num.  510.  v.  Chile. 

Part.  1.  pag.  47.  num.  L.  Un.  2.  Annoi,  del  SU 
gnor  Ulloa  ;  V  anno  non  v'  è  regolare  ,  fé  la  rac- 
colta del  grano  non  rende  più  di  cento  per  uno  , 
QL*  il 


;  ■. 


1 


X*3^X 

il  che  proporzionalmente  fi  dee  anche  intendere  di 
tutte  le  altre  Temenze.  Riferirò  ,  come  una  cofa  par- 
ticolare ,  ciò  che  vidi ,  ed  efaminai  per  me  fteifo 
in  Takaguano  in  un'  orto  (Ituato  predo  un  luogo  det- 
ta Morrò  fulla  riva  del  Mare  dittante  un  miglio 
incirca  dal  Porto  .  Fra  varie  piante  di  tormen- 
to ,  che  v'  erano  nate  a  cafo  ,  ce  n'  era  una  ,  la 
quale  non  avendo  che  un  folo  gambo  ,  che  fpuntaf- 
fe  dalla  terra  3  da'  nodi  di  quefto  cacciava  poi  tren- 
ta quattro  fpighe  ,  le  principali  delle  quali  avevano 
tre  pollici  incirca  di  granitura ,  e  le  minori  non  ne 
avevano  manco  di  due.  Come  io  me  ne  maraviglia- 
va, il  padrone  della  cafa  mi  difle,  che  ciò  non  e* 
ta  una  cofa  forprendente ,  poiché  quantunque  nelle 
campagne  feminate  non  fé  ne  vedeflero  con  sìhtu 
fpigatura  ,  vi  erano  però  de'  grani ,  che  produceva- 
no  cinqne  in  fei  fpighe .  In  fatti  ve  n'  offervai  tan- 
te dipoi  ,  che  la  pianta  delle  trentaquattro  fpighe  non 
mi  pareva  già  fmgolare ,  ficcome  nata  in  un  fito^ 
dove  così  per  V  innaffiamento ,  come  per  la  miglior 
diipofrzione  del  terreno  doveva  oftentare  una  mag- 
gior fecondità.  Tom.  3.  Part.  i.Hb.  2.  cap.  5.  nunw 
5o$>.  v.  Ghile . 

Tart.  I.  (*&  4S.  num.  Lh  lìn.  i*.  tre  piedi;  Ugg. 
iue  piedi  . 

fatu  I.  $ag*  U*  num*  LUh  Un*  Ih  Annot.  del 

Mg. 


X*37)C 

%,  I7//ort  :  Notafi  una  particolarità  ne'  territori  cir- 
convicini a  quella  Baja,  (della  Concezione  )  e  fpe- 
cialmente  in  quello  5  che  fi  ftende  da  Ttlcaguano  fi- 
no,  alla  Concerne  in  diftanza  di  cinque  ,  e  fei  le- 
ghe dal  Mare ,  cioè  che  da  un  piede ,  e  mezzo  ,  o 
da  due  piedi  ,  tutto  quello ,  che  vi  s*  incontra  fino 
a  due,  o  tre  tefe  di  profondità  ,  e  qualche  volta  più, 
è  un*  ammalio  di  ftrati  di  conchiglie  di  diverfe  fpe- 
cie,  fenza  interpofizione  alcuna  di  terra,  forman- 
done T  unione  d'  una  conchiglia  coli'  altra  le  più 
piccole  ,  ed  empiendo  queftc  le  concavità  delle  più 
grandi.  Di  quelle  ultime  vi  fanno  tutta  la  calcina, 
e  a  quefto  fine  fi  fono  fatti  de' gran  buchi  nella  ter- 
la  per  cavamele ,  e  calcinarle  i  Se  quefte  conchiglie 
&T  incontraifero  folamente  ne9  luoghi  baffi  ,  e  piani, 
non  vi  farebbe  niente  di  fingolare,  perchè  potevamo 
b^n  credere,  che  il  Mare  abbia  già  occupati  tai  luo- 
ghi, come  fi  è  detto  nella  definizione  di  Lima.M* 
la  maraviglia  fi  è,  che  della  ftefla  forma,  e  colla  me- 
defima  abbondanza  fé  ne  ritrovano  in  quella  vicinan- 
za folle  cime  de'  monti  di  mezzana  altezza  ,  i  qua- 
li non  fono  sì  piccoli,  che  non  abbiano  $o«  e  più 
ttk  di  elevazione  folla  fuperfìcie  del  Mare  .  Io 
non  lo  efaminai  ne*  monti  più  alti ,  ma  i  padroni 
tfeffi  de1  luoghi  mi  differo  ,  che  vi  avevano  dellej» 
fornaci  :  V  ho  veduto  però  nelle  cime  d'  altri ,  eh* 
Q|  era- 


fiMJH u0* 


'. 


' 


3 


erano  elevati  io.  tefe  fopra  la  fuperficie  del  Marc. 
Tom.  3.  Part.  2.  lib.  1.  cap.  5.  num.  53  5*  v»  Chile. 
F*r#-.  I.pag.  SS*  »•  LXV1U.  Un.  14.  tutte  tre  ;  Ugg. 
tutte  e  tre. 

lv.  pag.  s6-  *•  2Ufi  /'».  "•  s*  attengono:/^* 
s'  attengono . 

lv.  pag.  57,  «,  LXJ.  Un.  18.  funi  lunghi  :  Ugg* 
funi  lunghe  . 

p#^.  J.  £/*g.  61.  ».  LXIK.  Un.  19.  una  centina: 
7d?£g.  un   centinajo  * 

Part.  là  pag.  63.  ».  LXVI.  Un.  19.  "Nella  Pro- 
vincia di  Cohhagua  fi  vede  una  Zanzara  un  pò  più 
grande  delle  Zanzare  ordinarle  ,  la  quale  fpira  uns 
odore  grato  di  mufchio  ,  che  fi  fente  da  lontano,  on- 
de vien  chiamata  Zanzara  d*  ambra.  Le  villane  ne 
prendono  in  quantità  per  profumare  i  loro   abiti . 

Part.  I.  pag.  71.  n.  LXXIV.  Un.  la.  Il  Thile,  © 
Chile ,  da  cui  fi  congettura  ,  che  derivi  il  nome  del 
Chile  ,  è  a  un  di  predo  della  grandezza  d'  uno  fior- 
nello,  ma  n'  ha  la  coda  più  lunga.  Il  nome  gli  vie- 
ne dal  modo  di  gridare  ,  perchè  pronunzia  chiara- 
mente la  voce  Chile  .  Il  mafchio  ha  la  piumatura 
tutta  nera  ,  fuorché  fotte  le  ali,  eh'  è  d'  un  bel  gial- 
lo .  La  femmina  è  d'  un  color  grigio  fofeo  .  Queft* 
uccello,  che  vive  di  tutto  ciò,  che  incontra  ,  fab- 
brica il  fuo  nido  di  fango  fagli  arbofcelli  prefio  i  ri- 
vi . 


WB 


— - 


— 


X  M9)( 

vi,  dove  fi  fcarica  di  tre  uova  bianche  .  £gli  canta 
bellamente  ,  ma  non  viene  allevato  in  gabbia  per 
certa  puzza  difpiacevole  ,  che  tramanda  dai  fuo  cor- 
po .  La  Rara  è  poco  più  piccola  d'  una  quaglia  ,  a 
cui  ralTomiglia  molto  per  la  forma  del  corpo,  e  qua- 
li pel  colore,  che  tira  più  al  nero  *  Il  Aio  becco  è 
«tentato  cerne  la  lama  d'  una  fega ,  ed  alTai  taglien- 
te .  Ella  fi  ciba  d'  erbe  ,  ma  ha  la  maligna  proprie- 
tà di  tagliare  tutta  la  pianta  predo  la  radice,  pri- 
ma di  mangiarne.  Quindi  effa  fa  un  danno  notabile 
alle  biade  e  a  tutti  i  legurri  ancora  "nerba.  Perciò 
i  Nazionali  procurano  di  {terminarla  da  per  tutto  * 
Ella  coftruifee  il  fuo  nido  fagli  alberi,  ove  non  fa 
più  di  due  uova  bianche  punteggiate  di  rollo  .  La* 
Loica  è  un  pò  più  grande,  e  più  groffa  del  tordo  > 
a  cui  è  firnile  pel  becco  ,  e  per  la  coda  .  Le  penne 
della  parte  fuperiore  del  fuo  corpo  fono  mifte  di  bi- 
gio, e  di  bruno  ,  ma  quelle  del  petto  dal  becco  in- 
fino alle  gambe  fono  nel  mafehio  d'  un  colore  vi- 
vo di  Scarlatto  ,  e  nella  femmina  d'  un  rollo  debo- 
le .  Queft'  uccello  fi  nutrica  di  fementi  ,  e  di  ver- 
mi,  e  s'  annida  ne'  buchi ,  che  truova  a  cafo  in  ter- 
ra ,  dove  depoiita  tre  uova  cenerognole  variate  dì 
nero  .  S*  alleva  bene  in  gabbia  ,  e  canta  con  molta 
armonia  .  Quando  fi  truova  in  libertà  ,  il  mafehio 
accompagnato  dalla  femmina  s'  eleva  cantando  qua» 
Q.4  fi 


i  '. 


; 


)(M°X 

fi  perpendicolarmente  ad  una  grand'  altezza  in  aria 
e  fcende  della  fteffa  marnerà.  Gì*  Indiani, che  han- 
no  moire  fuperfìizioni  intorno  a  quefl1  uccello, ado- 
perano le  belle  piume  del  fuo  petto  per  adornare  le 
loro  tefte,  e  le  cime  delle  loro  lanci*  . 

Fan.  I.  fa£.  74.  num.  LXXVI.  Un.  35-  ^nat. 
del  Slg.  Ullo*.  A  proporzione  di  quefta  grand'  ab- 
bondanza, che  vi  è  di  carni,  e  di  biade  ,  fi  trova- 
no le  altre  cofe  .  I  volatili  domeftici  ,  come  polli 
d'  India,  Galline,  oche  ,  anitre  &c.  vagliono  po- 
chifilmo,  e  fé  n'  allevano  molti  con  poca  diligen- 
za ,  e  nell'una  fpefa  in  tutte  quelle  cafe  di  campa- 
gna .  La  cacciagione  pure  vi  abbonda  dell'  jfteffo 
modo,  le  dì  cui  fpecie  fono  anitre  falvatiche  ,  per- 
nici ,  beccaccie  . .  .  &c.  Effendovi  in  quello  1'  atmo- 
sfera non  meno  prodiga  della  terra  ,  giacche  emula 
ctella  fua  fecondità  1'  imita  in  ciò  ,  eh'  è  proprio  del- 
la fua  regione.  Tom.  3.  Fart.  ti.  lib.  2.  cap.  5-  n. 
514.  v.  Chile. 

Fart.  lì  pag.  76.  n.  LXXIX.  Un.  14»  pronimen- 
te  .   Ai  :  fegg.  prominente.  Dai  . 

Iv.  pag.  So.  ».  LXXXIIL  Un.  14*  I  piedi,  e 
le   mani  :  legg,  Le  mani ,  e  i  piedi . 

Fari.  t  pag.  80.  ri.  LXXXII.  Un.  i2.  Annoi,  io 
non  trovai  V  occafione  di  oiTervare  il  Cavai  Muri- 
no .  Seguendo  la  relazione    di  alcuni,  che  lo  videro 

jfott* 


wm 


u 


m   uni-  n 


**  '  ■  *  — 


V< 


XmOC 


fott'  acqua  ,  penfai  ,  eh'  egli  non  fi  differenzi  a  (Te 
dall'  Ippopotamo  Africano .  Altri  poi,  che  1!  offervaro- 
110  fuori  del  Mare  ,  mi  hanno  detto  ,  eh9  egli  è  a  un 
di  preffo  della  fiatura  d'  un  cavallo  ordinano,  a  cui 
raffomiglia  di  molto  per  la  tefta,  per  1'  incollatu- 
ra ,  e  pel  dorfo  ;  che  i  fuoi  piedi  fono  formati  a 
guifa  di  quelli  del  Leon  marino,  e  che  il  colore  del 
fuo  pelo  ,  eh'  è  affai  folto,  non  è  diverfo  da  quel- 
lo de'  Lupi  Marini  della  feconda    fpecie  . 

Part.  I.  pag.  87.  num.  LXXXIX.  Un.  18.  Annui* 
I  Cervi  non  fi  trovano  dalla  banda  del  Chile  .  Se 
ne  veggono  alcuni  nelle  valli  «Orientali  degli  An- 
de;, i  quali  forfè  vi  partano  dal  Cujo  ,  dove  fono 
affai  comuni. 

Tart.  I.  pag.   91.   n.  XC11I.  Un.    %6*  Annoi,  del 
Big.  Vlloa  :  In  quello  Regno  del  Chile  pare  ,  che  ab- 
biano origine  quei  celebri  cavalli ,  e  mule  ,  che  van- 
no di  portante,  di  cui  sJ  è  fatta  menzione  nella  I. 
Parte  ,  ed  effendo  tutti  quelli ,  che  fi  trovano    nell* 
America  ,  procreati  dai  primi  ,  che  vi  fi    trafprrta- 
rono  dalla  Spagna  ,  quelli  del   Chile  acquiftaroro  V 
eccellenza  d'  un   nuovo  paffo  ,  nel    quale    fono    fu- 
perlori  non  fokmente  a  gli  altri  dell'  Amerio   ma. 
anche  a  quelli  di  Spagna,  da  cui  derivano.  Io  non 
nego  ;  che  i  cavalli  Introdottivi  nel  primitivo    tem- 
po foffero  ambiami  per  inclinazione,  0  razza,  poi- 
che 


% 


X  Mi  X 


che  oggigiorno  fé  ne  vedono  anche  in  Ifpagna  mol- 
ti con  quefta  propietà:  ma  dico  ,  che  avendovi  i  Na- 
zionali avuto  più  riguardo  di  confervarne  la  razza , 
fenza  mefchiarla  con  quelli,  che  vanno  folamente  di 
trotto  ,    i    Chileni    fono     incomparabilmente  molto 
più  perfetti  di  quefti  di  qua  ;  imperciocché  fenza  al- 
tra indufìria,  che  la  loro  propria  inclinazione,  cam- 
minano sì  velocemente,  che  polli  a  lato  d*  un'   al- 
tro, che  corra,  non  permettono,  eh*  elio  li  prece- 
da, e  colui  che  li  cavalca  vi  gode  ali*  ifteflb    tem- 
po d*  un  ripofo  sì  foave  ,  che  non  lafcia  luogo   all' 
agitazione  d*  incomodarlo.  Sono  "innoltre  così  belli-» 
come  i  celebratifilmi  dell'  Andalusia ,   ben  fatti  ,    e 
generofi.  Per  quefte  eccellenti  qualità  fi    fanno    fil- 
mare per  ogni  dove,  e  fi  conducono  a    Lima,  co- 
me un  regalo    il  più  degno  di    pregio,    che    pofTa^ 
prefentarfi  alle  perfone  del  più  alto  carattere  .Altri 
li  conducono  pel  loro  diporto ,  e  fono  già  sì  comu- 
ni in  tutto  il  Perù,  che  arrivano  fino  a  Qulto  .  Per 
quefta  ragione  fé  ne  fono  fatte    delle  razze  in  tutti 
quei  Paefi3  ma  in  nefluno  d'  effi  riefeono  colla  per- 
fezione ,  che  nel  Chile  .  Tom,  3.  Pan.  2.  lib.  2.  cap. 
5.  n.  522. 

Part.   I.  pag.  in.;;.  CIX.  Un.  13.  una   gran  par- 
te de'  monti:  legg.  in  una  gran  parte  i  monti. 

P&rt,  IL  pag.    115.  n%  jj..  un.    5,   Peguenches: 


)(  243  )( 


legg.  Pehuènches  ;  e  Un.  63.  Giunchi  :  legg.  Ornchì  ; 
Par*.  Jìi  />*/.  119.  ».  IP.  #**  x8-  ■Amot-  Moki 
fi  pervadono,  che  la  bella  carnagione  degli  abitan- 
ti di  Boro*  abbia  origine  da'  prigioni  Spagnuolì  ;  che 
vi  rimafero  copo  le  vittorie  del  Toqui  Paillamachu . 
Ma  e'  è  una  ra,  ione  ,  che  dìftrugge  ,  per  quel  eh© 
mi  pàr^querV  opinione.  La  maggior  parte  de' ad- 
detti prigioni  fu  confinata  nelle  Provincie  più  All- 
ibali degli  Araucani  ,  come  fi  ricava  dalle  memo- 
rie ,  che  ci  iettano  di  quel  tempo  ,  e  pure  non  vi 
fi  trovano  de'  bianchi.  Quefti  Spagnuoli ,  come  pu- 
re fi  fa,  v'  ebbero  de'  figliuoli.  Gli  Araucani  chia- 
mano Huinca  ,  cioè  bianchi  ,  gli  Spagnuoli  ,  perchè 
danno  un'  altro  nome  del  tutto  differente  a'  bian- 
chi biondi,  quali  fono  i  Borami  .  Quella  Provincia 
di  Boro*  fituata  fuila  riva  Aufìrale  del  fiume€*«^ 
ha  di  lunghezza  folamente  15.  leghe,  e  altretanto 
incirca  di  larghezza  . 

Pan.  II.  pag.    156.    n.  XV11L  Un.  io.  ^uarpenes s 
legg.  Guerquenes  . 

Pan.  II.  pago  143.  n.  XXW.   Un.  $fi  »     e  ripe- 
tendo cantando:  legg.  e  ripetono   cantando» 

Pan.  II.  pag.   164.    n.  XI.  Un.  79.   AnnoU   Le-* 
manifatture  fono  in  cattivo  fbo  ne1  Ch  le ,   o   per 
dir  meglio ,  non  vi  fono  .  Qnafi  tutto  il  bifognevof 
le  pel  veftiario  vi  fi  porta  dall'  Europa .    Dell'  ec- 
ce!- 


FX  M4)( 


celiente  lana  del  Paefe  non  vi  fi  fa  altro ,  che  ba- 
sette di  diverfi  colorì,  che  per  lo  più  fi  confuma- 
no fra  I  Contadini ,  e  la  gente  povera  delle  Città  , 
Tonchi,  Calze ,  Cappelli,  ed  altre  cofe  fimili .  De! 
lino  non  vi  fi  femina ,  che  un  poco ,  per  raccoglier- 
ne la  femenza.  Neil'  Ifola  Chìloe  fé  ne  fanno  alcu- 
ne tele,  che  rimangono  nel  Paefe.  La  canapa  s' im- 
piega folamente  per  fare  delle  Corde  ,  e  qualche  co- 
fa  di  refe  .  I  bachi  da  feta  ,  ancorché  il  Paefe  ila  a* 
dattato  per  la  loro  educazione,  non  vi  fono  fiati  fi- 
nora introdotti  «.  Un'  Europeo ,  nondimeno ,  che  per 
la  gran  quantità  ,  che  fé  n'  alleva  nel  fuo  Paefe,  li 
conofce  molto  bene  ,  afllcura  d'  averne  trovato  un 
gran  numero  nella  Provincia  di  Maule  fMe  foglie  d* 
un*  albero  felvatico  ,  i  di  cui  bozzoli ,  fecondo  lui , 
non  differivano  ne  per  la  forma  ,  né  per  la  finezza 
della  feta ,  da  quefti  d'  Europa.  Le  tre  arti  nobili 
Tittura  ,  Scultura ,  e  Architettura  vi  fi  trovano  an- 
che in  uno  flato  molto  imperfetto .  Vi  mancano  e- 
ziandio  molte  altre  arti  utili,  come,  per  efempio  , 
f  intaglio ,  la  ftampa ,  &c. 

Tctru  IL  pag.  192.  n.  XXXIV.    Un.   16.  a  otta 
leghe:  legg.  %  16.  leghe. 

Tari.  II.  pag. ,  200,  77.  ZL.   Un*  72.  Humanità  ? 
kgfr  Umanità  % 


Ke- 


~  I 


SE 


)(  24S  X 


Regiftro  de    Rami  ,  che  fi  contengono 
in  quello  Compendio  . 


Carta  Geografica  . 

Palma  ,  e  Fino  Chileno . 

Uccelli . 

Animali  quadrupedi . 

Macello  delle  Vacche. 

Giuoco  della  Chueca  • 
Tav.  6.  Giuoco  del  Cututumpeucu  « 
Tav.  7.  Ballo  dcgl9  Indiani  « 
Tav.  8.  Dama  in  abito  da  farvi/ita. 
Tav.  9.  Dòmi  in  abito  dajlare  in  e  afa  » 
ÌW.  io.  Pianta  della  Citta  di  5.  Ciacapp. 


Tav.  1. 

ftfz/.  2. 

95w,  4. 

Tav.  5. 


74. 

94. 
154. 

155- 
156. 

168. 


^ijf 


Gol  X  '«• 


; 


**VP 


IM9piVÉ^ftHPMOTHpMp|P^VH|| 


l       ir 


h     V 


- 

Ih  ì